mercoledì 8 febbraio 2012

Se fossi...

E’ una domanda che mi sono sempre posta e che in particolare, influenzata dalla lettura di “22/11/’63” (titolo  odioso, soprattutto a scriversi!)  di Stephen King, mi gironzola in testa da qualche giorno; poi poco fa la sincronicità ha voluto (direbbe Jung!), che leggessi l’ultimo post di Dinamo Seligneri  (che in verità parla di un'intervista di Manganelli a Dickens) in cui, nei commenti, cita una trasmissione Rai degli anni settanta e così, un’associazione tira l’altra, mi sono messa  a pensare a quanto mi sarebbe piaciuto essere adulta, ossia con la consapevolezza di oggi, proprio nei fatidici anni settanta.
In quegli anni io ero una bambina ma evidentemente essi hanno agito su di me lasciandomi un imprinting fortissimo perché di fatto io adoro tutto ciò che a quell’epoca appartiene: musica, film, libri, moda, pettinature, trucco, istanze sociali, lotte politiche, stupore di fronte alle continue scoperte tecnologiche e scientifiche, discussioni letterarie, in particolar modo quell’entusiasmo elettrizzante che era nell’aria e che rendeva l’atmosfera densa di rinnovamenti e di presagi di eventi a venire. Ovviamente nel bene e nel male, ne ricordo infatti anche certe angosce tipiche, da me bambina percepite come ombre indefinite e giganti; per dirna una, ricordo che negli anni settanta con le amichette giocavamo a “rapiti e rapitori” - evidentemente echi dei noti fatti di cronaca di allora giungevano anche alle nostre ingenue e sprovvedute orecchie - oppure a “divorzio in famiglia”, con tanto di Barbie e Ken, di fronte ad un tribunale improvvisato composto da vari bambolotti, che si picchiavano e strappavano i capelli a vicenda, ma anche all’atterraggio improvviso di U.F.O. dai quale scendevano spaventosi esseri verdi con tre occhi e dieci arti intenzionati a rapirci.
Ricordo la passione che avevo all’epoca per investigare e mettere su dei vari casi dal nulla, e allora bastava una traccia in giardino, un’orma di animale non pervenuto per organizzare con le amichette vere e proprie spedizioni di ricerca volte a scovare indizi suscettibili delle più svariate ed improbabili interpretazioni.
Così mi è venuto da chiedermi, se fossi stata adulta allora, CHI sarei stata, COSA, COME sarei divenuta? Chissà, avrei magari simpatizzato per qualcuna delle varie frange estreme extra-parlamentari che si fronteggiavano in quegli anni? Oppure me ne sarei rimasta al di fuori di ogni coinvolgimento politico?
Avrei indossato minigonne cortissime o sarei andata a sfilare nei vari cortei femministi al grido di “il corpo è mio e lo gestisco io!!!”?
Avrei apprezzato maggiormente il cinema “sporco” di Pasolini o l’eleganza formale di quello di Visconti?
Avrei pianto per la morte di Jim Morrison?
Insomma, tenendo conto di quanto l’ambiente, i valori fondanti una precisa epoca, le reazioni e ricezioni - talvolta personalissimi - ai vari eventi storici di un preciso periodo, l’educazione ricevuta, gli incontri ed il valore di ogni singola esperienza, anche casuale, contribuiscano a plasmare e a stratificare nel tempo la visione esistenziale di ognuno, la percezione che di se stessi e della realtà che ci circonda si riceve e si elabora, è forse probabile immaginare chi potessi essere allora, ma non assolutamente certo.
A me piace comunque credere che sarei facilmente potuta essere una vera “hippy”, adornata di tanti braccialetti tintinnanti ai polsi e caviglie, vestita con lunghissime gonne di jeans o a fiori (da alternarsi a cortissime minigonne) a completare un top decisamente troppo scollato per un certo perbenismo ancora imperante all’epoca (all’epoca? Il perbenismo purtroppo è un male che affligge ogni tempo), dai lunghissimi capelli lisci pettinati con riga nel mezzo (o, frangetta) con tanto di coroncina di fiori ad incorniciare il tutto, gli occhi pesantemente bistrati di eyeliner e ombretto lucciccante. Insomma, una vera “figlia dei fiori”, come si chiamavano all’epoca, tutta “peace and love”.
E, soprattutto, di questo sono più che certa, una coraggiosa combattente per i diritti degli animali (coraggiosa, perché se ancora oggi c’è qualcuno che si ostina a definirci pazzi esaltati, figuriamoci all’epoca).
E voi? In quale epoca vi sarebbe piaciuto essere adulti, epoca non necessariamente tanto lontana nel tempo, e CHI, COSA, COME potreste riuscire ad immaginarvi?

45 commenti:

de spin ha detto...

Negli anni '70 ero anche io bambino, ma ho fatto l'hippie negli anni '80 e un po' anche nei '90.
Come se mi fossi permesso di vivere lo stesso gli anni '70, anche se non c'erano più.
Sono stato molto in India, ho fatto la mia (disastrosa ma quanto istruttiva!) decennale esperienza di vita comunitaria...e mamma mia quante canne!...

Sesso droga e rock'n'roll non me li sono di certo fatti mancare...però chissà se fossi stato ragazzo negli anni '70...forse per reazione al pensiero dominante avrei fatto l'avvocato...

Rita ha detto...

@ De Spin

ah ah ah... mi hai fatto ridere: "forse per reazione al pensiero dominante avrei fatto l'avvocato". ;-)
Io credo però che ci sia un nostro nucleo individuale che non muti, pur rispetto alle mode, alla cultura dominante di un'epoca; o almeno, mi piace crederlo. Mi piace credere che io sarei stata comunque io, pur avendo fatto esperienze diverse dettate dalla contingenza del caso, del periodo.

Comunque alla fine sì, ciò che hanno rappresentato gli anni settanta è stato soprattutto un approccio all'esistenza, una maniera di intendere la vita, percorribili ancor oggi, pur con le dovute differenze del caso.

Vivere in una comune? Mi sono sempre chiesta come sarebbe.
Io però alla fine sono una anche molto individualista (non in senso egoistico, ma in senso di tenerci a coltivare una mia precisa identità, senza far parte di gruppi, seguire ideologie ecc.) e, soprattutto, una che ha bisogno dei propri spazi, momenti di privacy, solitudine ecc.

Vera ha detto...

"adornata di tanti braccialetti tintinnanti ai polsi e caviglie, vestita con lunghissime gonne di jeans o a fiori (da alternarsi a cortissime minigonne) a completare un top decisamente troppo scollato per un certo perbenismo ancora imperante all’epoca (all’epoca? Il perbenismo purtroppo è un male che affligge ogni tempo), dai lunghissimi capelli lisci pettinati con riga nel mezzo"...

Beh ero proprio così ;) capelli con la riga nel mezzo compresi, e pure una stringa di cuoio sulla fronte :D

Solo una cosa: secondo me il perbenismo è molto più evidente oggi di allora. Allora i corpi si liberavano, oggi si mercificano. C'è una maggior aderenza alle idee imperanti, manca voglia e speranza di crescita e rinnovamento.
In quegli anni si vedevano trasmissioni televisive che per libertà di pensiero oggi ci sognamo.
Le natiche mostrate dalle telecamere erano meno ma, il pensiero più aperto.
Ciao Biancaneve, e grazie della visita

Rita ha detto...

@ Vera

Ma grazie a te per aver ricambiato la visita e anche per il bel commento!

Ora che mi ricordo la stringa di cuoio sulla fronte l'ho portata anche io, e pure la gonnellona a fiori: giocavo a fare la grande insomma, imitavo chi mi piaceva.

Concordo in tutto e per tutto con la tua riflessione a proposito della libertà e del perbenismo.
In particolare mi è piaciuto: "Allora i corpi si liberavano, oggi si mercificano".

Tornerò sicuramente a leggerti. :-)

Martigot ha detto...

Non conosco molto degli anni 70, a parte il cinema. Non ho ancora avuto modo di vedere molti film di quel periodo, in realtà, ma trovo, per quelli che ho visto, che fossero molto ben fatti, e conto di procurarmeli un po' tutti, pian piano. Il cinema americano di quegli anni secondo me è spesso superiore ai film USA di oggi. Proprio l'altra sera ho riguardato Dirty Harry (ovvero Ispettore Callaghan il caso Scorpio è tuo), e ho pensato che quel tipo di violenza e anche quei nudi oggi verrebbero censurati, o, come dire, annacquati. Era uno stile che osava delle cose che gli fanno un baffo a tanti film di oggi e alle tante serie tv che ci propinano. Si vede che era l'aria di quel periodo.

Penso che a me sarebbe piaciuto vivere negli anni 20. Hanno sempre esercitato un forte fascino su di me. L'atmosfera un po' bhoemien, i vestiti, il fatto di vivere in un mondo in fermento, in cui tante cose stavano cambiando.
Avrei potuto magari fare la scrittrice di storie del brivido e vivere un po' così giorno per giorno :)
E poi che forza indossare quei bei vestitini e i cappelli, e portare i capelli in un certo modo.

Comunque anch'io credo che ognuno di noi sarebbe stato lui, nella sua essenza, in qualunque epoca fosse vissuto.

Emmeggì ha detto...

Probabilmente e inizialmente, un punk testadicazzo. Poi, gradualmente, un fanatico dei kraftwerk (come oggi), e poi dell'hip-hop. Probabilmente alla fine, avrei trovato pace solo in Lucania come agricoltore, con la fissa dell musica popolare.

Emmeggì ha detto...

Naaa, bando all'immodestia: li avrei FONDATI io, i Kraftwerk.

Rita ha detto...

@ Martigot

Sì, anche gli anni venti sono stati sicuramente belli da vivere e, concordo con te, la moda era adorabile!

Io adoro il cinema degli anni settanta, qualsiasi nazionalità appartenga! Saprei riconoscerne uno anche solo dalla colonna sonora e da un singolo fotogramma!
I film italiani di quegli anni sono imperdibili, hanno un sapore, un'atmosfera che... non saprei nemmeno spiegarti, ma anche quelli più trash hanno comunque un loro perché. Sono un'appassionata dei film di genere anni settanta, polizieschi ed horror: "Macchie solari" di Crispino, Non si sevizia un Paperino di Fulci, Sette scialli di seta gialla di Pastore, L'Etrusco uccide ancora, sempre di Crispino, la prima filmografia di Dario Argento, Milano odia, la polizia non può sparare di Lenzi, Milano calibro 9 di Di Leo, un vero capolavoro, film amarissimo, molto chandleriano... ah, che bei film!
Dirty Harry l'ho visto anche io poco tempo fa, pensa, un bellissimo film anche questo!

Ciao Martigot, buona serata! :-)

Rita ha detto...

@ Emmeggì

I Kraftwerk piacciono tantissimo anche al mio compagno, a me non dispiacciono, ma non sono proprio il mio genere (ammesso che ne abbia uno) :-)

"Probabilmente alla fine avrei trovato pace solo in Lucania ecc. ecc. ecc." è bellissima! :-D
(e anche "naaa, bando all'immodestia.") :-D

A te piace il cinema di genere anni settanta? Dai un po' un'occhiata ai titoli che ho elencato nel commento sopra... che ne dici? Visto che ti piace Tarantino... lui adora Crispi ad esempio.
Buona serata anche a te, io mi sa che per stasera stacco e vado a rituffarmi negli anni sessanta con S. King invece. :-)
'notte a tutti.

Emmeggì ha detto...

Ahhhh che cinema, ragazzi! BN hai degli ottimi gusti, esteticamente unici i film che hai citato. E che libri (Scerbanenco su tutti)! Una Milano così c'era e...c'è ancora (l'è diversa, ma l'è semper ligera, anca in co...). Anche sui libri, ci sono diversi scrittori giovani milanesi che si stanno cimentando con gialli e noir ambientati da queste parti, c'è un piccolo movimento, parrebbe.
Scusa la parentesi di campana ma il mio cuore batte quando si evocano certe cose!
Sono con voi anche sugli anni 10 e 20, devono essere stati molto affascinanti e intensi.

Emmeggì ha detto...

Ah, dimenticavo, c'è pure un locale legato a un'associazione culturale dove spesso fanno questo genere di rassegne, e che si ispira a quel mondo (ovvio che i posti dove ci sono i delinquenti veri, le bische clandestine e le case chiuse mica me li posso bruciare qui eh)
http://www.ligera.it/

Rita ha detto...

Sono ancora qui, io comincio ad una certa ora a dire che vado a dormire e puntualmente alle tre di notte sono ancora in piedi! :-D

Dunque, io Milano la conosco davvero poco, giusto quella degli anni settanta dei film sopracitati e mi affascinerebbe assai. Quando ci sono stata, negli anni novanta, per lavoro, invece non mi aveva fatto una bella impressione (ma c'è da dire che passavo la giornata in Fiera, la sera a cena in centro e poi una passeggiata breve, dopodiché subito a nanna, ché la mattina dopo si doveva, per l'appunto lavorare. Poi comunque era un periodo un po' così e, ovviamente, non ero in gita di piacere, ero con colleghi ecc.).
Prima o poi dovrò tornarci, proprio per viverla un po', quando sarà ti farò sapere ovviamente (e pure a te Martigot!).
A Milano poi ci sono spesso un sacco di iniziative animaliste, leggo spesso di presidi, cortei ecc.
Emmeggì, ma certo che sei un bel tipo, eh, a frequentare certi locali di bische clandestine, case chiuse ecc. :-ppppppp
Ma sei un vero ragazzaccio!!! ;-)

Poi do un'occhiata al link. :-)

Emmeggì ha detto...

Milano è tutta da scoprire, ma non è facile entrarci. E' una città ricchissima di tradizioni, arte e cultura. Di angoli nascosti e di contraddizioni. Di gente meravigliosa, la più mescolata d'Italia. Una volta che ti ci armonizzi, che entri in feeling, ti conquista. Soprattutto se scovi un posto dove ancora parlano il dialetto giocando alle carte, un buon locale dove si musica, una bottega vecchia di secoli in un angolo in pieno centro ma dimenticato da Dio...Certo Milano è frettolosa e inquinata, ma questi aspetti hanno sempre fatto parte di Milano, anche della "vecchia": città e persone intraprendenti e laboriosi, a cui piace stare in movimento, fra la gente. Invece l'aridità sociale che molte persone che vengono da fuori notano secondo me è purtroppo un vero tratto della città, ma riguarda più che altro la Milano superficiale, quella del lavora-consuma-crepa esasperata da questo tempo "post-capitalistico".

Giorgio Cara ha detto...

Gli anni '70 sono finiti nel momento in cui è morto Jim (1971)! :-)
A parte gli scherzi io li ricordo bene, benché fossi d'una generazione troppo giovane per partecipare al vivace agone sociale e politico dell'epoca; però era palpabile questa gran voglia di cambiamento, un'istanza di armonia (che talora si rifaceva alle religioni e dottrine orientali, sino a concepire un Cristo "indiano") che pervadeva ogni manifestazione del pensiero e del quotidiano, un'atmosfera speciale che rendeva possibile credere che qualcosa sarebbe avvenuto, che il mondo sarebbe divenuto un posto migliore, e anche presto...
Ci sarebbe tuttavia da parlare delle superfetazioni che appesantirono la purezza dei primi '70 e che resero purtroppo difficile la parte finale di quel memorabile decennio indebolendone le idee e i movimenti, quasi tutti pacifisti, che ne erano il cuore e li resero facile bersaglio: da parte di chi voleva "normalizzare" il mondo (ovviamente, il potere); ma, d'altro canto, anche da parte degli estremismi che, sostanzialmente dall'interno, ne scaturirono attorno al 1977 e che fecero a pezzi l'idea collettiva e "lisergica" del tempo: limitandoci al campo musicale, penso al movimento punk che calò come una scure sulla (meravigliosa) elefantiasi progressiva di Emerson e Wakeman.
Poi... tutto si spense, nell'orgia di colori, allegrie fatue, spalline e cotonature improbabili degli anni '80; per non parlare dei dimenticabili anni '90 dei quali resta la significativa locandina dall'omonimo film di E. Oldoini ( http://www.movieplayer.it/foto/la-locandina-di-anni-90-parte-ii_54959/?film=16973 ).
Per non parlare del decennio appena trascorso, cioè degli anni della massima espansione della tecnologia e dell'avvento di quel Web 2.0 visti come frontiere di libertà, mentre in realtà vien posto in essere un programma (nel caso peggiore) o comunque si verifica una follia collettiva del secolo per cui c'è questo generale e generalizzato indebolimento delle coscienze critiche e del pensiero individuale, e sorge correlativamente un'era - veramente oscura ed oscurantista - di controllo stringente esercitato proprio per il mezzo del giocattolo tecnologico. Controllo che viene esercitato, direttamente ed indirettamente ma continuamente su noi tutti e che tutti sembriamo subire passivamente, senza riflettere sulle sue profonde implicazioni e sui suoi fini ultimi. Forse perché si manifesta in forma ancora sostanzialmente blanda ma purtoppo ingravescente, in vista di un futuro - che per ora è solo una possibilità, seppure concreta - da vera distopia letteraria.
Futuro che, in ogni caso, non va affatto nella direzione che gli anni '70 sognavano.
Qualcuno ha per caso una macchina del tempo?

Giuseppe Pili ha detto...

Mia madre dice che in un'altra vita ero nella Giovine Italia, uno di quegli scrittorucoli idealisti, pallidi e tisici. Ma mia mamma mi vuole bene.
Personalmente credo d'aver irrimediabilmente idealizzato gli Anni Settanta, anche se non so se mi sarebbe piaciuto viverci: come te sono portato a trarmi fuori da qualsiasi aggregato umano.
C'è una parte di me che si sente hippie, ma l'idea della Comune mi fa rizzare i capelli: ho sperimentato la gelosia quando pensavo d'esserne immune e non ho mai fatto una doccia nudo assieme ad altri uomini.
Non so, credo che sarei rimasto al margine di qualsiasi corrente dominante. Un semplice spettatore.

Erika ha detto...

Gli anni '70 secondo me hanno pregi e difetti. Il più grande difetto è stata la legalizzazione dell' aborto ( legge 194 sull' aborto approvata nel 1978 in Italia ) e la conseguente uccisione di tanti tanti esseri viventi negli ospedali di tutta Italia. Da quanto leggo il picco si è avuto nel 1982, cioè molte persone che oggi avrebbero circa 30 potrebbero essere qui fra noi ma....

Rita ha detto...

Ma quanti bei commenti che leggo!

@ Emmeggì

Io infatti ho sentito spesso parlare della Milano che descrivi tu, degli angoli nascosti, dei locali particolari, della gente laboriosa, ma in senso positivo, vivo, entusiasta. Io invece mi sa che ho conosciuto solo quella arida e superficiale, ma del resto è così anche a Roma, nel senso di contenere tanti microcosmi. Ci sono quartieri vivissimi, particolarissimi ed altri, come dire, abitati da gente che sembra fatta con lo stampino (pure nel pensiero, non solo nella maniera di vestire, muoversi ecc.).

Ecco, se c'è un qualcosa che può essere distante da me mille miglia è il concetto di lavora-consuma-crepa. Piuttosto vado a vivere sotto i ponti e guardo il cielo stellato tutte le sere. Mi sembra uno stile di vita mille volte più autentico e dignitoso del lavorare per consumare.
Grazie per avermi raccontato Milano. :-)

Rita ha detto...

@ giorgiocara

Credo che quella di avere la macchina del tempo sia un po' il sogno di tutti noi. Ma riflettiamo su una cosa: proprio negli anni settanta, e ancor prima nei decenni precedente, non ci sembrava un'idea totalmente fantascientifica quella di poter telefonare ad una persona potendola al contempo vedere su uno schermo? Eppure...
Per non parlare di internet? Avresti mai immaginato da bambino una cosa come internet?
Quindi chissà, magari un giorno quello che a noi oggi appare come un soggetto da science-fiction potrà rientrare invece nel quotidiano di tutti noi.
E del resto, come argutamente noti, non si stanno già avverando alcune delle più fantasiose ipotesi letterarie? "1984" di Orwell è già in parte realizzato, seppure con metodi e mezzi differenti (ma i sogni, o gli incubi, quando si avverano mutano sempre in qualche particolare).

Belli gli anni settanta che descrivi tu e complimenti per la tua analisi di come certe istanze sono state poi assorbite ed hanno confluito in varie derive - non solo politiche - ma soprattutto sociali e di costume. Gli anni ottanta li conosco bene, sono gli anni della mia adolescenza, li ho vissuti, ne ho fatto parte sotto molti aspetti, e c'era ancora del buono (a parte le spalline gigantesche ed i capelli cotonati), ma sono stati il principio della fine. I novanta, guardandoli in prospettiva, con la consapevolezza di oggi, sono stati i peggiori. Hanno portato all'estremo il consumismo, sono quelli in cui maggiormente si è avverato il motto, come scriveva Emmeggì sopra, del lavora-consuma-crepa.
Di quel che sta accadendo oggi, dell'era di questi giocattolini che ci hanno dato e che ci danno l'impressione di essere liberi - ma in realtà ognuno di questi è come se avesse una cimice nascosta che ci spia costantemente - forse ne parleraranno le generazioni successive alla nostra. Intanto possiamo già prevederne alcuni esiti, ma sarebbe lungo parlarne.
Ricordati una cosa però: l'incognita, l'imprevisto. Nulla mai si può realizzare come statuito perché la realtà è qualcosa di infinitamente complesso ed anche per via dell'effetto farfalla...;-)

Rita ha detto...

@ Jo

Innanzitutto benvenuto nel mio piccolo spazio. :-)

"ho sperimentato la gelosia quando pensavo d'esserne immune"

Riporto questa tua frase perché la trovo molto indicativa e significativa.
Gli anni settanta è come se avessero contemplato un'evoluzione di tipo innanzitutto spirituale, oltre che sociale. Si parlava infatti di negazione del possesso, soprattutto riguardo i sentimenti e le persone, non solo inerente agli oggetti: nessuno appartiene a nessuno, il mondo è di tutti.
Sono istanze bellissime, meravigliose.
Ma credo poi che si siano scontrate (oltre che con il Potere, come diceva sopra Giorgio Cara, che ha la tendenza a voler mantenere lo status quo, a voler "normalizzare", per ovvie ragioni di interessi di mantenimento del controllo) con istinti e pulsioni, come dire, di "pancia", istinti dal quale l'essere umano non si è ancora affrancato.
La specie umana si è tanto evoluta sotto il profilo tecnologico, ma sotto sotto siamo rimasti ancora, in parte, gli scimmioni che si esprimono a grugniti che si vedono ad inizio film "2001: Odissea nello spazio".

Il discorso della gelosia è paradigmatico.
Io, per dire, intellettualmente, sarei a favore della coppia aperta, ma poi gestire il tutto, emotivamente, è tutto un altro paio di maniche. :-D

Comunque si può far parte di un movimento anche restandosene ai margini; può sembrare una contraddizione, ma non lo è.
Le azioni del singolo sono il primo passo verso il cambiamento.
Quando uno, ad esempio, nel proprio piccolo si rifiuta di mettere nel carrello la bistecca (rifiutando ed opponendosi quindi alla cultura dominante in cui gli animali vengono considerati come meno di oggetti) in realtà sta partecipando ad una grandissima rivoluzione culturale, anche se non se ne rende conto. :-)

Un saluto. :-)

Rita ha detto...

@ vegetariantrav

A sentir te sembra che ogni giorno avvengano miliardi di aborti. Sembra che noi tutti qua stiamo tutti i secondi ad abortire feti.

Comunque la mia opinione in merito l'ho già espressa un sacco di volte. Scusami se non me la sento di tornarci sopra.

E nemmeno ti volevo rispondere, avendo legittimi dubbi sulla tua "attività" di troll, ma sono troppo amante dello scambio dialettico per passar oltre (purché tu ora non ne faccia una tiritera lunghissima, dopo un po' mi stanco, sai com'è)

Comunque, riguardo alla legalizzazione dell'aborto, ti consiglio un bellissimo film di Mike Leigh, dal titolo "Il segreto di Vera Drake"; in realtà legalizzare l'aborto è servito ad impedire che tante donne - visto che avrebbero abortito comunque - morissero di infezioni.
Io per dire, sono a favore della legalizzazione delle droge leggere e della prostituzione, con tanto di riapertura delle case chiuse, senza sfruttamento, ovviamente, con controlli sanitari, tanto di partita iva, pagamento tasse ecc. Ogni donna padrona del suo corpo e libera di gestire la propria sessualità come vuole.
Non sono una bacchettona.
Trovo squallido lo sfruttamento per le strade, quello sì. Soprattutto perché è sfruttamento, per l'appunto, e perché mette in pericolo la vita di tante donne e chi incassa i soldi sono coloro che le sfruttano.
Per le droghe leggere idem: non fanno male (a meno che uno non si faccia ottocento canne al giorno), legalizzandole si toglierebbe il traffico alle mafie. Oggi tutto il traffico è in mano loro.
Saluti, stammi bene.

Erika ha detto...

Gentile Biancaneve, questa storia che sono un troll all' inizio mi faceva sorridere e la trovavo divertente però adesso mi sta stancando, io non mi sono mai permessa di dire a te che sei un troll o altre cose offensive, MAI, mi sono sempre limitata a esprimere il mio pensiero, adesso per favore basta, ok? Ti chiedo gentilmente di smettere di dirmi che sono un troll.
Sei libera di pensarla come vuoi sull' aborto ma non posso evitare di dire che è profondamente incoerente difendere un calamaro e poi essere a favore dell' uccisione di feti ed embrioni.
Se davvero sei amante dello scambio dialettico potresti dialogare con me su questo tema?

Volpina ha detto...

A dire il vero la mia epoca non mi dispiace molto: Però mi sarebbe piaciuto vivere gli anni 80, gli anni dei sogni, magari fare una scuola d'arte e l'università delle belle arti magari andare a studiare a Firenze...
Avrei fatto terrorismo nelle scuole con discorsi vegan, e avrei potuto comprarmi una casa degna di quel nome con un giardino enorme per poter accogliere tutti i culetti che venivano abbandonati.
Ma prima avrei voluto girare il mondo e andare nelle maggiori città a legarmi in luoghi famosi per fare protesta... :D

Erika ha detto...

Sarei un troll perchè sono una vegetariana anti-abortista? I vegetariani devono essere tutti pro-aborto ? Cioè vorrei capire.
È assai comodo dare del troll alle persone, molto più complicato è smontare le loro argomentazioni.

Rita ha detto...

@ VegetarianTrav

No, ovviamente. Non sei un troll perché sei anti-abortista. Ti comporti come di solito si comportano i troll perché strumentalizzi il pensiero altrui in questa maniera e perché attribuisci pensieri e parole al tuo interlocutore che non erano previsti in quanto da lui espresso (l'attribuire è un atto gravissimo, peraltro); te lo chiedo per favore: attieniti a ciò che uno scrive, senza immaginarti altro. Dove avrei scritto, nello specifico, che saresti un troll perché sei anti-abortista?
Inoltre, carissima, se c'è una cosa di cui IO non posso essere imputata è quella di rifiutarmi di argomentare. Penso che commenti di risposta quanto i miei siano rari da trovare, e lo sai bene.
Non ho interesse nello smontare le tue argomentazioni perché semplicemente ho preso atto di inconciliabili e differenti vedute di pensiero.
Sulla questione dell'aborto, ho scritto pure troppo. Ma hai la memoria corta?
La penso come la penso, non ho altro da aggiungere.
O devo per forza essere convinta a pensarla come te?
La tua insistenza è fastidiosa ed inopportuna. Sei aggressiva e nemmeno te ne rendi conto.
Mi costringi a non risponderti più.
Anche sul feto e calamaro abbiamo già dialogato. E molto.
Mi parli come se io stessi tutti i giorni ad abortire feti.
Non è così. Resto a favore dell'interruzione di gravidanza in caso di previste, assodate, gravissime malformazioni del feto.
Su questo ti ho già detto tutto quello che ho da dire.
Sei insistente se continui a domandare.

Rita ha detto...

@ P.S.: VegetarianTrav

Inoltre tu NON ti sei sempre LIMITATA ad esprimere il tuo pensiero, tu hai fatto molto di più e ben altro.
Hai lasciato decine di commenti, hai insistito oltre misura, hai cancellato e riscritto interi commenti e post sul tuo blog.
Le prime volte ti rispondevo e trattavo con gentilezza, ed argomentavo, solo ad un certo punto ho iniziato a dire che eri un troll.
Ora vorresti far passare me per una persona offensiva e che ti avrebbe offesa dandoti del troll. Ma fammi il piacere!
Ho avuto le mie ragioni per pensarlo e non sono stata l'unica.
Bye Bye.

Anonimo ha detto...

ma che cos'è un troll?
scusate, ma comincio a esser curiosa!

comincio a pensare che quest'epoca possa assomigliare ad un dopoguerra senza guerra.
e la gente che va avanti speranzosa mi capita sempre più spesso di guardarla con tanto d'occhi.

spesso mi capita di voler scappare da quest'italia stuprata, ma per andare dove? i pochi posti che ho visto le assomigliano ormai molto!

ecco, forse più che l'epoca a volte cambierei la location.

a volte.

:)

degli anni '20 avrei adorato il bocchino della sigaretta! non so se avrei smesso di fumare.
negli anni '70 sicuramente mi sarei ammazzata di canne.

Giorgio Cara ha detto...

Quod erat demonstrandum:
Dal Corriere della Sera edizione online di oggi: "Londra: la banca dati dei volti in 3D. Il Museo della scienza invita i visitatori a farsi fare una scansione. Per migliorare la chirurgia maxillo-facciale"
Nel testo:
"...durante il weekend c’è la fila a offrirsi volontari: mento in su, espressione composta, e il volto, fotografato da nove fotocamere, si trasforma in un’immagine tridimensionale, che viene poi scomposta in punti e trasformata in formule matematiche."; "COME UN GIOCO - Se i visitatori si divertono a giocare con il proprio volto (possono ruotarlo come vogliono e trasformarlo in materiali diversi), su quelle stesse immagini i ricercatori spendono lunghe ore di paziente osservazione".

Il fine sembra nobile... ma che dire della privacy, quella stessa di cui M. Zuckerberg ha affermato convintamente: "Finita l'era della privacy - Il fondatore di Facebook: Non ha più senso parlare di riservatezza online, le norme sociali sono cambiate"?

Fonti:
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/12_febbraio_09/londra-museo-volti-3d-pucci_42eab330-5304-11e1-8f96-43ef75befe7d.shtml ;
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_gennaio_11/finita-era-privacy-internet_e8a18cf0-febe-11de-a5d5-00144f02aabe.shtml .

Rita ha detto...

@ Rò

http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_%28Internet%29

Si può essere anche troll involontari.

Un conto è voler esprimere le proprie idee in buona fede, un altro è cercare di scatenare quella che, in gergo, viene definita una "flame war", ossia una pura e semplice provocazione.

Comunque ti rimando al link su wiki. ;-)

Al resto rispondo dopo... ora devo andare. :-)

Rita ha detto...

@ VegetarianTrav

P.P.S.:
comunque, visto che una volta sul blog di De Spin hai scritto che ti sarebbe piaciuto essere mia amica, per provarmi che davvero non sei un troll, ti invito ad incontrarci, di persona, per un caffè e due chiacchiere.
Io qui, sul mio blog, appaio con tanto di nome e cognome e con mie foto. E con una certa coerenza di ragionamenti ed idee. Giuste o sbagliate, condivisibili o meno che siano.
Sei davvero una persona che in buona fede cerca un dialogo, un confronto? Incontriamoci.
L''hai detto che volevi diventare mia amica, no?
Ti tendo una mano.

Rita ha detto...

@ Volpina

Io gli anni ottanta li ho vissuti pienamente, certo, ero adolescente, quindi sicuramente con una consapevolezza diversa rispetto ad oggi (infatti ero una mezza cojona che in camera appendeva i poster dei Duran Duran). :-D
Comunque sia, perseguire i propri sogni, viaggiare, fare discorsi vegan (perché terrorismo? Il terrorismo lo fa chi prevarica il prossimo strumentalizzando le altrui paure, seminando, appunto, terrore psicologico, oltre che fisico, non certo chi promuove uno stile di vita non-violento nel rispetto di tutte le creature. Sono le lobbies degli allevatori che vorrebbero farci passare per terroristi, ma, a mio avviso, terrorista è chi imprigiona miliardi di animali al giorno per farne pellicce, indumenti vari, cibo ecc., non ci apre quelle gabbie!), insomma, tutte le cose che hai elencato puoi farle anche oggi.
Puoi lo stesso iscriverti ad un corso di arte (pittura, altro), parlare dell'antispecismo, partecipare a cortei animalisti, vedere il mondo.
Sei giovane Volpina, non arrenderti al pensiero che i sogni non si possano e debbano avverare. Pur in mezzo alle tante difficoltà.

Erika ha detto...

Biancaneve certo che voglio essere tua amica però non puoi dirmi che sono aggressiva perchè non è proprio vero, io non ti ho mai giudicato, invece devo sentire sul mio conto cose come "aggressiva", "troll"... non è che mi fa tanto piacere :-( e poi ti invito a venire sul mio blog, parliamo, non sono un troll :-(((

Rita ha detto...

@ Rò
P.S.:
a me piacerebbe tanto andare a vivere a Londra. Trovo che sia un paese con un senso civico e di responsabilità delle proprie azioni migliore rispetto a quanto sia l'Italia.
Certo, non è oro tutto quel luccica, è un paese anche classista, ma so per certo che lì, ad esempio, viene premiato e riconosciuto il valore individuale e le capacità individuali meglio di quanto si faccia qui.
Io sono di parte perché ho un amore sconfinato per l'Inghilterra da sempre, ma ti inviterei a farci un pensierino.

In Italia scorgo molta rassegnazione. Ormai la corruzione è diventata endogena al sistema. Tutti criticano tutto, ma poi ognuno nel suo piccolo trasgredisce le norme del vivere civico.
Io vedo cosa accade qui a Roma: tutti si lamentano del parcheggio selvaggio e poi però, quando è la loro occasione, non si fanno scrupoli di parcheggiare in doppia fila. Tutti criticano lo sporco della città... e mentre lo fanno gettano con nonchalance la cicca per terra, tutti sono contro l'evasione fiscale e mentre si pronunciano magari incassano soldi senza aver rilasciato lo scontrino fiscale, tutti si lamentano della politica e poi però, in piccolo, hanno gli stessi comportamenti deprecabili di certi politici... non so se mi spiego, in Italia la colpa è sempre di qualcun altro, mai la propria.
In Inghilterra no, ognuno si assume le proprie responsabilità e partecipa a mantenere funzionanti i servizi pubblici, i mezzi ecc..
Si pagano più tasse, ma gli stipendi sono più alti (una segretaria semplice prende almeno 1.500 sterline di base, anche più, nette), e soprattutto i tuoi soldi che se ne vanno in tasse poi tornano indietro perché hai servizi migliori. C'è assistenza per comprare la prima casa, un sacco di agevolazioni. Trovare lavoro è più facile, anche se non sei giovanissimo. Basta che dimostri di saperlo fare.
Tu dirai, perché non te ne vai allora? Perché ho nove gatti, un cane, e mi occupo dei gatti del quartiere. I miei gatti e cane li porterei ovviamente, ma allora mi servirebbe una casa grande, con giardino o terrazzo e a quel punto non potrei permettermelo. E con i gatti del quartiere come faccio? Mica posso abbandonarli. Che animalista sarei? ;-)
Forse un giorno. Un giorno potrò farlo. Nel frattempo mi accontento, quando posso, di qualche fuga romantica nella bella Londra con il mio compagno.

Rita ha detto...

@ Giorgio Cara

Questa notizia dalla scansione facciale mi ha fatto venire immediatamente in mente un film come Minority Report.

Ovviamente la coercizione per carpirci i dati e la privacy non funzionerebbe oggi, la gente non sarebbe più tanto disposta a lasciarsi palesemente controllare. Ma se si fa passare tutto per un gioco allora il discorso cambia.
Uh, che bello, un nuovo gioco, ah sì, che bello, andiamo a farci scansionare, andiamo a lasciare le impronte digitali alla Polizia, giochiamo al "ti dico dove sono e cosa sto facendo in questo momento".
Big Brother is watching you! :-D

Massimo Villivà ha detto...

Dagli 8 ai 17 anni mi sono cuccato gli anni 70 ... erano strani e divertenti, per quel che ne so. La scuola pubblica era iper politicizzata e se eri di di destra ti menavano brutto. In certi posti ti menavano brutto se eri di sinistra. Ho fatto un bel po' di manifestazioni, così per fare (avevo 15-16-17 anni e non capivo un c***o di politica ... neanche adesso) ed era bello scappare dai carabinieri, cioé, in realtà quando succedeva il casino non è che ti divertissi tanto. Scappavi e basta. Ho visto ragazzi massacrati con il calcio di fucile dai carabinieri ... all'uscita di un concerto dei Rockets (gruppo considerato di destra)! I compagni era(vam)no venuti per fare casino. Ho visto i concerti dei POlice, dei Talking heads, dei Dire Straits, Dei Devo, dei Ramones, TUTTI GRATIS ... sfondavamo e entravamo. Lo chiamavano esproprio proletario. Tutto questo è stato possibile fino al 1980-81 ... Certo era un'atmosfera di tensione e di vita irripetibili.
Io sono sempre stato abbastanza insofferente agli intruppamenti politici ed ero diventato amico di un ragazzo di destra, intelligentissimo, simpatico, un pazzo ... entrava in classe dalla finestra (eravamo al secondo piano) e usciva dalla porta. Insieme a lui ci siamo cacciati in vari casini ... e io ho rischiato seriamente di prenderle sia da destra che da sinistra ... mi sono salvato perché avevo l'aria da povero pischello ingenuotto e non contavo un c***o, ma per lui, ricordo, avevano fatto un'assemblea studentesca apposta ... nel quale, di fronte a decine e decine di compagni aveva ammesso di avere rapporti con il Fronte della Gioventù. E' successo il finimondo. E' stato salvato da Marco Ferrando ... attuale leader del Partito Comunista del Lavoratori, nostro insegnante di storia e uomo intelligente. Non ha permesso che un ragazzo di 18 anni, anche se "fascista" venisse massacrato.
Ecco, i miei anni 70 sono un po' questi ... confusione, ragazzate, guerre tra fazioni create più per conformismo che per altro.
Putroppo ho appreso recentemente che questo ragazzo, che dopo il liceo avevo perso di vista, è morto nel 1993 in un incidente in macchina. Aveva 31 anni. E' presumibile che fosse ubriaco o drogato. Era una persona speciale, sempre oltre il limite, fortemente irrequieta ... penso spesso a lui, come fosse quasi il mio alter ego più pazzo e spericolato. Più attratto dalla morte o solamente dagli spazi aperti ...
Scusa la caduta nel nostalgico

Rita ha detto...

@ Massimo Villivà

E mi chiedi pure scusa per la caduta nel nostalgico? :-)
Son questi i commenti che voglio leggere, che amo leggere, commenti che sprizzano vita, che sprizzano emozioni, ricordi, che esprimono chi è colui che sta scrivendo.

Bello, bellissimo questo tuo resoconto di quegli anni, del tuo vissuto di quegli anni.
Un po' mi ha ricordato quel che mi racconta mio cugino che andava, sempre in quel periodo, a far casini vari ed oggi mi dice: "ma a me in realtà della politica non importava nulla, non ci capivo nulla, le varie fazioni estremiste erano solo due facce della stessa medaglia, alla fine magari ci abbracciavamo pure e andavamo insieme a far bisboccia, fascisti e comunisti, ed io ero in mezzo, mi trovavo in mezzo perché... le cose andavano così ed era bello, era far casino, era sentirsi vivi".
Wow. Peccato che molti sono morti sul serio, che i morti poi ci scappassero sul serio e che, soprattutto, le istanze tutte sono state poi strumentalizzate dal vero potere.

Bellissima la testimonianza di quel che ha fatto il tuo professore, persona in gamba davvero se ha saputo andar oltre le ideologie, quali esse fossero, e capire che, dietro tutto, un ragazzo di 18 anni è un ragazzo di 18 anni, pure se fascista.
Che poi appunto, da quel che mi dici, più che fascista era solo uno spirito irrequieto, uno che voleva trovare il proprio posto nel mondo, magari oggi sarebbe una persona completamente diversa.
Ne ho conosciuti di "scalmanati" che oggi sono diventate persone più... come dire, posate, lucide, con una consapevolezza diversa.
Alcuni, purtroppo, da ribelli al sistema che erano, poi oggi si sono fatti completamente assorbire da esso diventando dei perfetti borghesucci perbenisti... ma questo è un altro discorso ancora...
Hai visto The Dreamers di Bertolucci? Ecco... lo trovo molto illuminante in questo senso.
Grazie per il tuo bel commento, sul serio, dovresti scriverci un romanzo, un racconto.
Magari per ricordare il tuo alter-ego, quel ragazzo.

Martigot ha detto...

Grazie delle segnalazioni cinefile Biancaneve, vedrò di procurarmi un po' di questi film che mi ispirano parecchio :) C'è un posto qui a Milano che penso tratti questo genere.
Se capiti da queste parti fammi sapere, mi farebbe molto piacere conoscerti di persona. Potresti anche vedere l'abominevole Polly, eh eh eh!

Erika ha detto...

Biancaneve sai anche io vorrei andare a vivere all' estero ma.... mi piacciono gli uomini italiani... come si fa???

Anonimo ha detto...

Biancaneve

ho passato tutta l'adolescenza a sognare di trasferirmi a londra, poi sono finita non so come per pochi mesi in germania!
sono tornata però, perchè la verità è che l'italia è un paese meraviglioso, più della rigida inghilterra o della bellissima germania.
il mio sogno sarebbe di vedere il rigore britannico o tedesco applicato in italia.
potrei certamente dirmi soddisfatta.

quanti bei commenti sono scaturiti dal tuo post, è un vero piacere leggerli!

buona serata a tutti!

Maura ha detto...

Ciao Biancaneve. Ma è bellissimo leggere i commenti del tuo blog! E' come essere al cinema, tanto riesco a vedere i tuoi personaggi...
E' come leggere un libro che non vorresti mai finire.
Buona serata, Biancaneve.( mi sa che domani verrai anche quì a nordest...)

Rita ha detto...

@ Rò

"il mio sogno sarebbe di vedere il rigore britannico o tedesco applicato in italia."

Mi sa che appunto rimarrà solo... un sogno! ;-)

Piacerebbe anche a me, perché l'Italia è un paese meraviglioso.
Pensa solo a quant'è bella Roma, la Toscana, l'Umbria, la Puglia, le isole... ogni regione è splendida.

Rita ha detto...

@ Maura

I commenti sono spesso la cosa più bella dei blog, non solo del mio, ma in generale. E molto molto meglio dei post stessi.
Ma di questo il merito è tutto vostro, dei miei affezionati lettori.

Sì, domani la bianca neve imperverserà di nuovo in molti paesi, così dicono, anche a Roma. :-D

Rita ha detto...

@ Martigot

Allora d'accordo, quando verrò a Milano ti farò sapere, ma non per il momento comunque; e sarò felicissima di conoscere l'abominevole Polly. ;-)

Rita ha detto...

@ vegetarianTrav

Prima ti trovi un fidanzato qui in Italia e poi andate a vivere all'estero. :-D

Volpina ha detto...

Ohh ma io non mi arrendo! Solo che trovo che anni fa era meno difficile farsi ascoltare... ora tutti quanti pretendono di essere i più fffighi e non c'è mai spazio per un ottimo discorso...
Il termine "terrorismo" l'ho usato in senso positivo, ovvero, se i discorsi buoni non servono posso passare al terrorismo psicologico... adoro spaventare la gente su quel che mangia, e spesso e volentieri mi ascolta più di quando con le lacrime agli occhi gli dico che la mucca è dolce, e soffre.

Erika ha detto...

Volpina, il terrorismo psicologico non è va bene e non è una cosa eticamente accettabile, contraddice i fondamenti stessi della non violenza vegetariana.
Inoltre la paura non crea risultati duraturi, il vero risultato duraturo lo crea solo l' accettazione sincera dei principi non violenti.
Il salutismo dura poco.