giovedì 8 marzo 2012

Antispecismo e scelta vegan

Alcuni giorni fa un mio gentile e simpatico lettore, commentando un post, si chiedeva se si potesse essere antispecisti pur senza essere vegetariani o vegani o se, al contrario, si potesse essere veg* senza essere antispecisti.
La domanda è meno oziosa di quello che sembra, anzi, mi ha dato molti spunti di riflessione, da qui l’idea di scriverci un nuovo post, anche perché talvolta è proprio grazie all’atto dello scrivere che mi si chiariscono le idee. Anzi, a volte è persino successo che mi sono accorta di essere divenuta consapevole di un mio pensiero solo dopo averlo scritto.
Dunque, parto dalla seconda ipotesi, ossia se è possibile essere vegan (vegetariani o vegani, userò il termine vegan per intendere tanto gli uni, quanto gli altri) pur non essendo antispecisti: la mia risposta è , è possibile; ci sono infatti tanti vegan divenuti tali solo per motivi salutistici o di altro genere, o perché proprio repelle loro l’idea di mettere in bocca un pezzo di un animale morto, ma senza che siano particolarmente interessati alla liberazione animale ed ai loro diritti, oppure esistono persone che amano profondamente gli animali, ma non necessariamente la specie umana (magari hanno iniziato a nutrire inclinazioni misantrope proprio dopo l’aver constatato di quale grado di efferatezza e crudeltà è capace l'uomo nei confronti delle altre specie); potrebbero esistere anche vegan razzisti, o maschilisti, o omofobi, perché no? Persone di questo tipo non possono dirsi antispeciste in quanto discriminano ed emettono dei giudizi di valore sulla base delle diversità di etnia, genere, gusti sessuali.
Esistono anche vegan che continuano a ritenere la specie umana superiore, ma che per compassione, amore, generosità (ed altri sentimenti nobili) hanno rinunciato ad uccidere e a nutrirsi di altre specie, pur giudicandole inferiori. Questi non sono antispecisti. A queste persone va tutta la mia stima e considerazione, ma non sono antispecisti.
Per l’antispecista aggettivi come “inferiore” e “superiore” non hanno alcun senso (semmai lo hanno avuto, essendo gli attributi di basso, alto, caldo, freddo solo categorie e sempre relative) perché per fare un paragone tra due termini bisogna che sostanzialmente si parli del medesimo soggetto, altrimenti non è possibile applicare un medesimo parametro di valutazione; non è possibile dire “una mucca è superiore ad un pesce” perché si tratta di specie diverse la cui intelligenza non può essere valutata tenendo conto dei medesimi parametri di valutazione; così come, allo stesso modo, sarebbe fuorviante affermare che “un’automobile è più bella di un vaso di fiori”, essendo i due oggetti non comparabili tra loro per via delle diversità  di attributi (materiali, uso cui sono destinati ecc.) che li caratterizzano.
Così l’antispecismo semplicemente prende atto delle diversità esistenti tra specie (tra cui quella umana) e anziché stare ad emettere un giudizio di tipo quantitativo sulla presunta superiorità di una (o di più) rispetto alle altre, riconosce un valore di tipo qualitativo ad ognuna di loro. Non esistono specie superiori o inferiori: esistono specie diverse, ognuna dotata di un valore - quello inerente della vita, in primo luogo - ma anche quello di avere intelligenze e capacità adeguate all’habitat in cui si sono formate, sviluppate, evolute.
Spesso tante gente cade nell’errore di applicare i parametri che hanno definito la nostra intelligenza anche a specie diverse e sulla base di questi emettere un giudizio; secondo costoro una mucca sarebbe meno intelligente di un uomo perché non sa scrivere e non sa suonare uno strumento. Bene, per farvi rendere conto dell’assurdità e dell’infondatezza di qualsiasi paragone tra specie diverse io affermo la seguente proposizione: un’aquila è più intelligente di un bambino perché riesce a volare; oppure anche: un salmone è più intelligente di un uomo perché riesce a nuotare controcorrente.
Questi due esempi dovrebbero farci capire che non esistono specie superiori o inferiori le une rispetto alle altre, ma esistono specie diverse, ognuna diversamente intelligente secondo ciò che le è stato necessario apprendere per evolversi nel proprio ambiente; e che è persino sbagliato usare il termine intelligenza, in quanto è di diverse abilità e capacità, alla fin fine, che stiamo parlando, riferendoci alle specie animali.
Questo significa ragionare da antispecisti, oltre, ovviamente, e va da sé, rispettare ognuna di queste specie, in quanto tutte hanno valore e meritano di vivere liberamente senza dover essere assoggettate all’uomo.
E sempre per i presupposti di cui sopra non è possibile e non è ammissibile che un antispecista che si voglia definir tale continui bellamente a nutrirsi di animali o a giustificare l’uso della prevaricazione e della forza per ridurre miliardi di animali in schiavitù. 
Quindi, tornando al dilemma iniziale, se è vero che si può essere vegan pur senza essere antispecisti, non è possibile ed ammissibile il contrario. Se si è antispecisti, si è per forza di cose anche vegan (o, quantomeno, si è disposti a prendere seriamente in considerazione l'idea di un percorso di cambiamento delle proprie abitudini in tal senso).
Certo, come mi faceva notare un amico, l’essere umano è profondamente incoerente e spesso irrazionale e nulla vieta che un momento possa definirsi in un modo e quello dopo agire in maniera del tutto contraria, ma, a mio avviso, questo tipo di cieca e folle “libertà” non rientra nella definizione di antispecismo.
È troppo facile volersi definire in una determinata maniera e poi però agire in quella opposta. Conosco tanti che dicono: “no, io non sono razzista, però...“. Ecco, quel “però” non dovrebbe entrarci in una statuizione del genere. Troppe volte ho sentito dire: “non sono razzista, però se mia figlia si sposasse con un senegalese non sarei contenta” e troppe volte ho capito che ciò che segue a quel “però” è invece la massima espressione di un razzismo latente che non vuole essere riconosciuto o accettato come tale. Ma c’è. Il non volerlo riconoscere o accettare non lo rende meno evidente e meno biasimevole.
Allo stesso modo chi afferma di essere antispecista, però ammette che si possano mangiare gli animali, in realtà sta implicitamente ammettendo di essere vittima dello specismo, seppure inconscio. Se l’antispecista è colui che riconosce pari valore e dignità ad ogni specie, non può trovare legittimo il volerla strumentalizzare per fini alimentari (o di altro) e questo perché semplicemente qualsiasi atto di strumentalizzazione non riconosce il soggetto per quel che è, ma per quel che potrebbe essere utile.
Ogni relazione fondata su un interesse egoistico di solo uno dei due componenti, su un rapporto quindi utilitario, è una relazione impari. Chi si dichiara antispecista invece rifiuta questo tipo di concezione utilitaristica tra esseri viventi, qualsiasi specie appartengano; quindi un vero antispecista non potrà mai dire: “io amo e rispetto il maiale per le sue carni gustose”, ma, al contrario, dirà: “io amo e rispetto il maiale per quel che è, a prescindere da qualsiasi utilità potrebbe avere per me”.
È troppo facile altrimenti voler essere tutto ed il contrario di tutto.
Troppo facile dirsi in un modo e poi comportarsi in maniera poco coerente rispetto a quando si va proclamando a parole. Predicare bene e razzolare male è un vizio vecchio come il mondo.
Alla luce di tutte le riflessioni fatte fin qui, se si è antispecisti, si è anche per forza di cose anche vegan, o lo si diventa magari dopo aver compreso che non è possibile scegliere altrimenti.
Io credo, ma questa è una riflessione trasversale, en passant, diciamo, che il grande problema di oggi sia quello che nessuno ha più voglia di assumersi la responsabilità di ciò che dice e pensa. Ci hanno abituato a dire e ritrattare tutto nel giro di pochi secondi, ci hanno abituato che l’onore di mantenere una parola data - ossia di renderla concreta, di renderla cosa viva - non conta più, non ha più importanza. E invece noi siamo in primo luogo quel che facciamo e come agiamo nel mondo, oltre l’aleatorietà di qualsiasi parola detta.
Definirsi antispecisti e poi però lasciar morire questa definizione, senza che ne segua la piena assunzione di una propria responsabilità nei confronti di tutte le altre specie -  responsabilità che va nella direzione di una cura, di un rispetto, di una protezione - in sé, non significa nulla. Per far significare una definizione, un concetto, una maniera di dirsi e di essere, bisogna che si agisca e ci si comporti di conseguenza.
Io sono antispecista: io riconosco valore ad ogni specie animale, io rispetto ogni specie animale, io non mangio, non uccido, non riduco in schiavitù chi ha il mio medesimo valore. Io perciò ho scelto di diventare anche vegan.

26 commenti:

Anonimo ha detto...

Biancaneve, come sempre ti faccio i miei complimenti!

L'esempio dell'aquila che vola e del salmone che va contro corrente è più che mai esausivo ed è uno spunto importante per chiunque si trovi a dover spiegare gli errori dello specismo.

L'essere umano è, come hai detto, incoerente: basti pensare a chi si professa amante con la A maiuscola di cani e gatti, e poi mangia capre o mucche o maiali (anche a me capita ancora di usare il termine "superiore" o "inferiore" erroneamente, quando cerco di spiegare le differenze tra specie diverse, ma cerco di limitarne l'uso, perchè so che è altro che vorrei dire), ma un vegano specista a mio avviso può far poca strada.

Bellissimo post, grazie! :)

de spin ha detto...

Io faccio ancora molta fatica a definirmi antispecista.

Primo perchè di solito non riesco a riconoscermi in alcuna definizione.

Secondo perchè antispecismo è una parola piuttosto bruttina diciamo esteticamente.

Terzo per quell'"anti". Piuttosto direi non-specista.

Pur non definendomi quindi volentieri antispecista, antispecista lo sono eccome.

Sono i fatti e non le parole a determinare se qualcuno sia o meno antispecista.

Se mangi carne o derivati animali non sei antispecista. Magari lo vorresti essere o ti ci stai avvicinando, ma la realtà è che non lo sei poichè ciò che fai (mangiare un animale o bere il secreto di mammelle di mucca)è la cosa specista per eccellenza.

Purtroppo si devono ancora inventare parole nuove per cercare di dare una dimensione a chi è semplicemente normale. Ossia chi non uccide, non sfrutta, non abusa, non fa del male agli altri.

Non perchè sia speciale. Bensì semplicemente, ripeto, perchè è normale.

Anormale è chi ad esempio continua a bere il latte senza chiedersi cosa cavolo stia facendo. Senza vedere l'assurdità di quello che sta facendo.

Anormale è chi vive accettando a testa bassa cervello staccato ed occhio spento qualsiasi cosa gli venga buttato addosso dai media.

Faccio un esempio.

Andate a questo link e guardate il video (fa niente se non è in italiano, le immaginio bastano e avanzano).

Non è un video agghiacciante dove un animale viene squartato ed ucciso. Anzi si tratta di un video girato in America e proposto dalla tv olandese in una trasmissione dedicata ai bambini.

Eppure, se lo guardate bene,è ancora più agghiacciante.

Guardatelo per favore, dura solo 33 secondi.

http://jeugdjournaal.nl/item/348592-biggen-strijden-om-pak-koekjes.html

E se volete ne parliamo...

Anonimo ha detto...

la frase tra parentesi andava più su, vabbè -.-

Rita ha detto...

@ De Spin

Sono d'accordo con te, anche a me danno parecchio fastidio le etichette, soprattutto perché tenderebbero ad appiattire la complessità di una persona ad una riduzione terminologica, però a volte in questa società si rende necessario usarle.

Credo anche che l'adozione di alcuni termini vada soggetta ad essere limitata nel tempo, nel senso che ad esempio espressioni come anti-razzista, anti-omofobo, anti-specista esistono perché di fatto esistono i razzisti, gli specisti, gli omofobi, ma in un domani prossimo (si spera!) in cui tutta l'umanità si sarà "normalizzata" sul rispetto di ogni essere vivente - a prescindere dalla specie, il genere, etnia cui appartiene - non ci sarà più alcun bisogno di essere anti-.

Un po' come per il discorso dell'ateismo: non sono io ad essere atea, c'è chi crede in Dio ed io voglio differenziarmi da costui.
Anti come contrapossizione dialettica.
Ora vado a vedere il video che hai messo.

Rita ha detto...

@ Rò

Grazie a te per la tua assidua partecipazione e per avermi letta con attenzione, come sempre. :-)

A volte per far capire l'assurdità di alcune affermazioni può essere utile ribaltare i termini, per questo ho voluto fare il paragone della scarsa "intelligenza" dell'essere umano, se paragonata alle altre e diverse abilità che hanno altre specie (pesci, uccelli): perché di questo si tratta alla fin fine, di diverse abilità e non di "intelligenza".
La specie umana ha sviluppato alcune capacità, ben specifiche, così come altre specie, ma questo non significa essere più intelligenti.

Rita ha detto...

@ De Spin
P.S.: ho visto il video.
Non ho parole.
Anzi, sto pensando un altro prossimo post proprio su come ai bambini, sin dalla più tenera età, viene trasmessa e fatta recepire un'immagine fuorviante degli animali.
L'idea mi è venuta guardando alcuni cartoni animati, dai classici della Disney, a quelli più nuovi.

Massimo Caccia ha detto...

Non c'è che dire! Una trattazzione ampia ed interessante, la tua. Ci tornerò su, dato che sull'argomento conosco veramente poco rischiando di cadere nel pregiudizio.
La valutazioni sull'essere umano aprono riflessioni importanti.

Rita ha detto...

Grazie Massimo.

Se hai voglia di approfondire l'argomento antispecismo (con i tuoi modi e tempi, ovviamente), ti consiglio di cliccare - a destra della pagina del mio blog - sulle etichette alla voce: antispecismo, animalismo, olocausto, olocausto invisibile, diritti animali e simili.
Diciamo che di post in post ho cercato di affrontare la questione sotto vari punti di vista possibili: quello culturale, della compassione, dei diritti, evidenziando soprattutto quanto ciò che crediamo essere "naturale e inamovibile" in realtà sia solo il frutto di un condizionamento culturale che a avanti, purtroppo, da tanto tempo (incentivato dai media, dalle lobbies che traggono il loro profitto dallo sfruttamento degli animali ecc.).
Il termine antispecista è relativamente recente, ma, come ho ricordato in un post recente, persone che si battevano per i diritti animali, anche nel passato, ci sono sempre state (Lev Tolstoj, per l'appunto, era uno di loro).

Antispecisti significa accogliere le diversià di ogni tipo esistenti in natura (di specie, etnia, genere, gusti sessuali ecc.) senza che diventino motivo di discrimine, ma anzi, di arricchimento.
Liberazione animale significa liberazione anche dell'animale umano (anche noi facciamo parte del regno animale) perché finché ci sarà chi si riterrà in diritto di sfruttare e schivizzare un altro essere vivente solo perché è diverso o solo perché la forza gli permette di farlo, nessuno potrà dirsi davvero libero.
Oggi tocca al maiale, domani potrebbe toccare a noi (com'è stato in passato per la schiavitù dei neri, lo sterminio di varie etnie ecc.).
Insomma... l'argomento è complesso, sì, e va affrontato sotto tanti punti di vista, ma penso che nessuno possa dire "non mi riguarda" perché riguarda ogni essere vivente che abita questo pianeta.
Grazie per essere passato, toenerò presto a farti visita anche io. :-)

Volpina ha detto...

Purtroppo non posso definirmi antispecista al 1000%o, perchè ho qualche difficoltà con alcuni umani. Però sono davvero dell'idea che il binomio "vegano" "antispecista" sia indissolubile. Non puoi essere antispecista con una bistecca nel piatto. Non avrebbe senso.
Bello questo post, mi è piaciuto molto.
Credo che comunque anche solo il fatto di ragionare un attimino sugli altri (intesi anche gli animali) sia già un grande passo verso l'antispecismo.
Alla fine se ci dessimo una regolata e smettessimo di fare schifo, questo mondo potrebbe essere migliore.
La prima volta che ho letto del termine è stato qui, sul tuo blog. Non mi ero mai posta la domanda "sono antispecista?", e a rifletterci bene lo sono per quanto riguarda gli animali, ma per gli umani non saprei... diciamo che ci sono certe "razze" di persona, che se anche non le conosco benissimo ispirano pregiudizi e poca fiducia... che ci vuoi fare... sono umana anche io! :(

Martigot ha detto...

Pensando a me stessa posso dire che si può essere onnivori e antispecisti, anche se è certamente un modo ipocrita di vivere. Come sanno i miei lettori fin da piccola ho amato profondamente gli animali e considerato importante la vita anche del più piccolo insetto. Ero quella che dalle piscinette dei bambini salvava il maggior numero di insettini dall'annegamento, e mettevo in salvo pure le zanzare, per esempio. Ben prima di venire a conoscenza del termine antispecista, mettevo naturalmente la vita animale e umana sullo stesso piano di importanza e la sofferenza degli animali è stata un pensiero costante della mia vita.
Eppure per anni ho mangiato carne, e pure con gusto. Con profondi sensi di colpa, ma la mangiavo. Per abitudine e golosità, per la difficoltà a mettere in relazione quello che avevo nel piatto con l'animale che era stato. Cercavo di non pensarci, per non dover rinunciare a cibi che ammetto di avere amato.
Finché finalmente tre anni fa circa sono diventata vegetariana.
Pensavo che smettere di mangiare carne fosse la cosa più importante e più coerente.In parte è così, ma non ignoro certo quanto siano sfruttate le mucche da latte e il terribile destino loro e dei loro vitellini, né quanto sono infelici le galline ovaiole. Eppure ad oggi non sono vegana, e onestamente non so se riuscirò a compiere questo passo.
Mangio abbastanza di rado le uova, ma qualcuna la mangio o le uso per fare dei dolci. Non bevo praticamente mai latte, ma consumo derivati come il formaggio (inoltre sono svizzera e sono cresciuta con l'amore per il formaggio, pensate alla classica fonduta o alla raclette, o ai formaggi degli alpeggi).
E come Biancaneve già sa di tanto in tanto mangio vergognosamente del salmone, poveretto pure lui, di cui sono golosa come un orso.

Ammiro molto i vegani, ma non so se potrei diventarlo a mia volta, pur sapendo tutto ciò che so.
Penso che molta gente sarebbe disposta a rinunciare alla carne, ma meno alle uova e ai latticini, che forse sono ancora più radicati nelle nostre abitudini alimentari.
In breve, sono caduta da un'ipocrisia in un'altra, da un dilemma ad un altro :(
Ne scriverò prossimamente, in ogni caso.

un saluto a tutti

Rita ha detto...

@ Martigot

Tu sei una persona molto onesta con te stessa e con gli altri.
Sei consapevole del fatto che questo tuo grande amore per gli animali, poi all'atto pratico mostra qualche "incertezza", qualche incoerenza; lo ammetti ed arrivi a sentirti anche in colpa per questo.
Non cerchi però di giustificare il tuo mangiare il salmone ogni tanto o il consumare latte, latticini, uova cercando di costruirci sopra delle teorie, degli alibi, anzi, non lo giustifichi affatto, dici solo che, riguardo questi alimenti, non ti senti ancora pronta o sicura di potervi rinunciare; quel che mostri è un'umana debolezza, che comprendo e non giudico.
Quel che posso dirti è che in versione vegana esistono tantissimi tipi di formaggio (da quelli molli, a quelli stagionati, a quelli spalmabili e persino una sorta di parmigiano, che ovviamente non è parmigiano, ma molto simile; esiste la panna da cucina, ovviamente vegetale, gli yogurth, la ricotta, il gelato di soia anche artigianale, a Roma ormai quasi tutte le gelaterie lo fanno, persino la panna montata... insomma, tutto quel che è derivato dal latte lo puoi trovare anche in versione vegana. Se cerchi su internet ci sono tanti siti che vendono questi prodotti on line, mi sembra che uno dei più famosi sia addirittura svizzero.).
Il problema è che i media non pubblicizzano affatto le alternative vegane e nei comuni supermercati non vengono distribuite, così uno pensa che diventare vegani significhi dover rinunciare tout court e per sempre al latte, ai latticini, ai formaggi, ai dolci, ai gelati, invece non è così; le alternative vegane sono buone altrettanto, a volte si fa persino fatica a capire che siano vegane, vengono pure dei dubbi, tanto sono simili in tutto e per tutto ai derivati animali.
Quando hai un attimo, dai un'occhiata al sito "ricette vegane" che trovi nel mio blogroll, vedrai quanti piatti gustosi e quanto si possa ottenere di tutto da ingredienti vegetali.
Si possono fare anche da soli, basta prendere il latte di soia naturale (ossia senza dolcificanti ed additivi vari) e poi cagliarlo con aceto o limone. Ci sono vari procedimenti.

Ovviamente se già intanto la gente smettesse di mangiare carne e pesce sarebbe un primo passo.
Come sostengo sempre, il grosso degli allevamenti è dato da quello per animali destinati all'alimentazione. Poi il passo da vegetariani a vegani verrebbe naturale perché ci sarebbe uno slittamento di prospettiva che porterebbe a percepire finalmente gli animali come esseri senzienti, anziché come cibo, e tutta la produzione verrebbe riconvertita.
Prova ad immaginarti un mondo in cui sugli scaffali dei supermercati di tutto il mondo, accanto ad ogni prodotto animale (formaggio, latte, dolce, salame, tonno ecc.) ci fosse, anche il sostituto vegano. Allo stesso prezzo. Confezionato allo stesso identico modo. Pubblicizzato allo stesso identico modo. Quale prenderesti, sapendo che l'uno comporta dolore e sofferenza e l'altro no? Il sapore è lo stesso.
Il problema è che i sostituti vegani non sono ancora pubblicizzati dai media e non vengono distribuiti nei negozi più comuni e questo perché le lobbies attuali hanno tutto l'interesse nel mantenere i loro attuali profitti ottenuti dallo sfuttamento degli animali.
Noi dobbiamo lottare affinché tutta la produzione venga convertita. A quel punto ci saranno latte e formaggi vegani e sarà naturale e normale mangiarli.
:-)
Lo so, sembra più facile a dirsi che a farsi. Ma in fondo non è vero.
Sembra che sia difficile a farsi solo perché siamo condizionati mentalmente dalle nostre abitudini.
Grazie Martigot per il tuo commento, sei una persona onesta, che cerca sempre di migliorarsi e questo di te lo apprezzo molto. :-)

Rita ha detto...

@ Volpina

Ahahaha... anche io ho qualche problema con alcuni umani. :-D

A volte mi sembra proprio di essere diventata un po' misantropa, un po' asociale, però devi capire che anche noi in fondo siamo animali e come tali imperfetti, però perfettibili.
Possiamo migliorarci insomma e dobbiamo fare in modo che la gente capisca che sfruttare e schiavizzare le altre specie è sbagliato, sbagliato anche per noi stessi perché finché qualcuno sfrutterà qualcun altro la parola libertà sarà solo... una parola priva di significato.

I pregiudizi, lo dice la parola stessa, sono dei giudizi fondati a priori, a prescindere, senza nemmeno aver avuto ancora la possibilità di conoscere bene l'oggetto del proprio giudizio.
Tutti li abbiamo, ma nel momento in cui sappiamo riconoscerli come tali, dovremmo fare di tutto per affrancarcene.
Per molte persone, ad asempio, i gatti sono animali poco affettuosi, e questo è un pregiudizio. Se però avessero modo di conoscere bene un gatto, si renderebbero conto che non è affatto vero. Così è probabilmente per alcune idee che tu ti sarai formata nella testa in merito ad alcuni popoli (magari perché hai estrapolato un esempio singolo e ne hai dedotto una conclusione di carattere generale, o magari perché la propaganda dei media ha agito in quel senso per determinati interessi politici).

In generale ho poca fiducia nella specie umana tutta, però poi vedo anche persone capaci di compiere imprese eccezionali nei confronti del prossimo (animale o umano che sia), come quelle che hanno salvato un lupo semi-assiderato dalle acque di un fiume e lo hanno rianimato praticandogli la respirazione bocca a bocca, e allora capisco che ce la possiamo fare... che un mondo migliore forse è possibile (conosci la storia del lupo Navarre, vero?).

http://www.youtube.com/watch?v=vMULqq6Z31I

Martigot ha detto...

In effetti conosco poco il mondo vegano (per quanto riguarda il cibo, perché per cosmetici e vestiario opto naturalmente per prodotti cruelty free e vegan), perché come dicevo mi è sempre sembrato troppo estremo per una legata come me a certi sapori. Comincerò a provare qualche prodotto e magari pian piano ce la farò :)

un saluto :-)

Dany ha detto...

"Purtroppo si devono ancora inventare parole nuove per cercare di dare una dimensione a chi è semplicemente normale. Ossia chi non uccide, non sfrutta, non abusa, non fa del male agli altri.

Non perchè sia speciale. Bensì semplicemente, ripeto, perchè è normale."

sono completamente in simbiosi con queste parole!
Hai scritto un bellissimo post, e il commento sopra citato,ci sta a pennello!
Io sono Vegana Antispecista.
Mi sto etichettando, purtroppo, perchè in questa società dobbiamo dividerci in gruppi, perchè "gli altri" devono capire di che "razza sei".
In realtà, il mio pensiero è sempre lo stesso...
Abitiamo tutti nello stesso appartamento (la Terra), e visto che siamo obbligati a convivere, sarebbe bello farlo il più possibile in armonia!

Tornerò a leggerti, Biancaneve, ti ho scoperta grazie a Rò! ;0)

Rita ha detto...

Ciao Dany, ti do un caloroso benvenuto sul mio blog allora! :-)
Bellissimo il maialino del tuo avatar, ogni volta che mi soffermo a guardare un animale negli occhi(praticamente sempre!) mi domando come la gente possa sopportare ed accettare tutto quello che avviene negli allevamenti.
Ed è verissimo, come dice De Spin, non siamo noi ad essere speciali, a me pare talmente ovvio e scontato che ci si debba tutti rispettare e che si debba aver cura di questo pianeta che si occupa, purtroppo invece sembra che per molti la sola parola d'ordine sia "prevaricazione".

Grazie della visita allora e sicuramente ricambierò, anzi, ora vado subito a leggere cosa scrivi sul tuo blog. :-)

Dany ha detto...

Rieccomi!
Ho visto che sei passata, grazie mille!
Sai, leggendo il tuo profilo mi sono un pò riconosciuta, ho sempre detto che voglio morire studiando...
più conosco e più voglio scoprire, i miei interessi vanno dall'arte all'architettura al cibo alla natura all'autoproduzione a...qualunque altra cosa che ancora non conosco o non so fare.
E' bellissimo, ma anche un po' castrante, perchè per fare tutto quello che vorrei, non mi basterebbero 20 vite! quindi mi tocca accontentarmi, e cercare di focalizzare l'attenzione sulle cose più utili...anche se poi a volte...perdo la strada e mi trovo a girovagare in luoghi che non avevo considerato...va beh...poi prima o poi ritorno sulla via e ricomincio da dove mi ero fermata! A presto!

Volpina ha detto...

Mioddio ho visto ora il video... che lacrime... che meraviglia... la ragazza che lo rianima mi ha fatto piangere... è stato bellissimo, sono contata per il lupacchiotto... finalmente un video a lieto fine! Che occhi il lupo...

Amexis ha detto...

Ciao Biancaneve :-D
Sai il ragionamento è ben fatto mi piace non poco.
Anche io però non riesco a riconoscermi in un etichetta.
Mi va stretta anche perchè trovo spesso da ridire con chi mi dice che tra Vegan ed Antispecisti dovremmo sempre andare tutti d'accordo ed è strano che si possa litigare e si possano avere idee differenti su un determinato argomento. In quei casi ribadisco che i Vegan e gli antispecisti sono esseri umani come tutti gli altri; belli o brutti, simpatici o antipatici, stupidi o intelligenti che siano......
Ecco a volte essere Vegan o Antispecista sembra più essere parte di un gruppo, per qualcuno, che condividere idee e gli animali possono anche essere un contorno...

Ciau :-D

Rita ha detto...

Ciao Amexis, benvenuto sul mio blog innanzitutto. :-)

Le etichette non piacciono nemmeno a me, anche perché nessun essere umano (e nemmeno nessun animale), nella sua complessità, potrà mai essere ridotto e compreso in un'unica definizione: il volersi talvolta definire in un modo piuttosto che in un altro (antispecista anziché specista, vegan anziché onnivoro ecc.) serve però appunto a voler spiegare quale sia la propria posizione.
Mi spiego meglio: non è che io vado in giro con un cartello appiccicato addosso in cui ho scritto: "sono antispecista", però se qualcuno mi fa un certo discorso, allora ci tengo a dire come la penso ed uso quel termine perché lo trovo appropriato e riassume anche altre posizioni sulle quali concordo (ma potrei anche dire, amo gli animali e li rispetto o altro, dipende pure dall'interlocutore che ho davanti... tipo che se dico a mia madre, sono antispecista, nemmeno mi capirebbe. ;-))

Poi certo, prima ancora di essere vegan ed antispecisti siamo umani e... come disse Mark Twain, non ci può essere nulla di peggio!;-) Quindi comprensivi di tutti i pregi e difetti di qualsiasi altra persona.

Capisco poi cosa volessi intendere tu e cioè che magari molte persone (ma penso più gli adolescenti, talvolta bisognosi di far parte di un gruppo, di riconoscersi in un movimento, in qualcosa) aderiscono alle idee dell'antispecismo per far parte di qualcosa, ma poi in realtà nemmeno sono tanto interessati alla liberazione animale; beh, persone così, che un giorno abbracciano una causa, il giorno dopo un'altra, esistono e sono sempre esistite, persone appunto ancora molto giovani, o anche più grandi, ma che non stanno bene con loro stesse, che devono capire chi sono e cosa vogliono. Che vuoi che ti dica... in quel senso essere antispecisti rimane solo un'etichetta, nulla più, l'impegno serio è un'altra cosa.

Un'altra cosa che ho notato è che tante persone si dichiarano vegetariane (forse perché fa figo? Boh), mentre poi continuano tranquillamente a mangiare il pesce. Ecco, in questo caso, come dici tu, conta, per queste persone, il volersi definire, rientrare in un'etichetta, ma poi alla fine degli animali gli importa poco e niente.

Grazie per il tuo commento, poi tornerò a leggere il tuo blog. :-)

Rita ha detto...

@ Volpina

Hai visto che bello il lupo?
Quelle persone sono state fantastiche.
Anche a me ha commosso tanto il video. ;-)

Volpina ha detto...

Ce ne fossero a milioni di persone così... questo è proprio lottare per la vita!

Anonimo ha detto...

Bellissimo blog, scrive davvero bene cara Biancaneve. Verrà al vegan fest a fine mese?
C'é modo di avere un'informazione via mail quando il suo blog si aggiorna?

Ps
Personalmente ritengo gli esseri umani potenzialmente superiori ai loro simili in quanto dotati di capacità logiche uniche in grado di organizzare in maniera appunto unica la consapevolezza della realtà nella quale si trovano.
Siamo in grado di espandere la nostra consapevolezza sono ali velli di comprensione forse assoluti, e siamo in grado di utilizzare la logica per istruire e utilizzare le nostre percezioni.
In questo senso per me, da vegan e da animalista convinto, gli umani sono, almeno nel potenziale, infinitamente piú preziosi degli altri esseri viventi, piú vicini al divino sotto alcuni aspetti.
Nonostante questo restiamo il virus che sta torturando e divorando il pianeta perciò, in definitiva, tutto questo potere é in gran parte utilizzato in maniera distruttiva.

Mi auguro di essere stato abbastanza chiaro.

Un saluto da Parma
Un saluto
Enrico

Facebook: Enrico Quintavalla

Rita ha detto...

Benvenuto sul mio blog Wintersea, e grazie per i complimenti!

Credo che ci sia senz'altro una maniera per far notificare ogni mio nuovo post via email, ma... a dire il vero non so esattamente come. C'è la possibilità, avendo già un account-profilo google di divenire miei lettori fissi, mi pare che a quel punto, si possa scegliere anche l'opzione di avere la notifica via email; provi così: per divenire mio lettore fisso basta cliccare su "unisciti a questo sito" nello spazio che si trova sulla colonna destra del blog (dove sono tutte le foto delle varie persone).

Per rispondere invece alle sue condiderazioni: io sono più propensa a fare un discorso di diversità delle varie specie, tra cui quella umana appunto, che ha certamente sviluppato alcune caratteristiche rispetto ad altre e si è evoluta in un determinato modo. Preferisco però non parlare di superiorità di una specie rispetto ad un'altra perché, a mio avviso, è proprio questa considerazione che poi ha portato l'uomo a discriminare e a sfruttare tutte le altre.
Certamente, innegabilmente, indubbiamente, abbiamo capacità organizzative del pensiero che paiono imparagonabili a quelle delle altre specie, ma ne siamo davvero sicuri? Voglio dire, così abituati come siamo a considerare gli animali solo come "risorse rinnovabili", non li abbiamo mai ascoltati o osservati davvero davvero, se non attraverso una prospettiva ed uno sguardo troppo umano.
Oggi i nuovi studi sugli animali infatti sono propensi a parlare di intelligenze diverse, maniere diverse di organizzare le proprie capacità rispetto all'habitat in cui si cresce. Non esiste un unico tipo di intelligenza da utilizzare come parametro poiché questo significherebbe appiattire tutto sulla sola specie umana, ridurre tutto alla dimensione umana.
L'uomo invece è solo un elemento dell'ecosistema, non il centro, non il suo fulcro.

Per me è preziosa ogni singola vita, ognuna del resto contribuisce a tenere in vita l'ecosistema; l'uomo non dovrebbe mai arrogarsi il diritto di decidere della sorte di queste altre vite, come invece purtroppo fa.
Il divino... non so, ne sappiamo così poco, è solo un termine che abbiamo inventato noi.
Io non credo, ma dubito. :-)

Comunque mi fa davvero piacere avere uno scambio con un vegan animalista che ha idee anche diverse dalla mia, lo scambio dialettico è sempre proficuo.

Un saluto e grazie mille per aver lasciato il suo commento.

salvatore ha detto...

mi dispiace dirlo, ma mi dissocio in parte a ciò che viene avanzato in questa tesina, antispecismo è colui che riconosce pari valore e dignità ad ogni specie, non implica che in natura l'uomo per esigenze di sopravvivenza non sia costretto ad uccidere animali, come un leone è costretto a fare, senza con questo essere antispecista. allora l'uomo cacciatore-raccoglitore era specista? avrebbe dovuto morire nei casi estremi di fame? sbagliato , l'antispecisto è il rispetto alla vita LIBERA. tuttavia antispecismo equivale oggi a una scelta vegan poichè tutta la carne è derivata da uno sfruttamento sistematico degli animali, e non da un istinto si sopravvivenza come albori, prima della civiltà. sottolineo poi che dichiarare che non vorrei mia figlia sposasse un senegalese non equivale ad una espressione razzista , poichè siamo di fronte alla stessa problematica , RISPETTO ED UGUALIANZA TRA SPECIE DIVERSE DI UNA STESSA RAZZA , ma le proprie preferenze somatiche sono naturali come è naturale discriminare una bella persona da una brutta . concludo che altri termini come egoismo, per esempio vanno rivalutati e che non equivale sempre a una connotazione negativa del termine.

salvatore ha detto...

mi dispiace dirlo, ma mi dissocio in parte a ciò che viene avanzato in questa tesina, antispecismo è colui che riconosce pari valore e dignità ad ogni specie, non implica che in natura l'uomo per esigenze di sopravvivenza non sia costretto ad uccidere animali, come un leone è costretto a fare, senza con questo essere "specista". allora l'uomo cacciatore-raccoglitore era specista? avrebbe dovuto morire nei casi estremi di fame? sbagliato , l'antispecisto è il rispetto alla vita LIBERA. tuttavia è vero che oggi antispecismo corrisponde anche a una scelta vegan poichè tutta la carne è derivata da uno sfruttamento sistematico degli animali, e non da un istinto si sopravvivenza come negli albori, prima della civiltà. sottolineo poi che dichiarare che non vorrei mia figlia sposasse un senegalese non equivale ad una espressione razzista , poichè siamo di fronte alla stessa problematica , RISPETTO ED UGUALIANZA TRA razze DIVERSE DI UNA STESSA specie , ma esprimere le proprie preferenze somatiche sono naturali come è naturale discriminare una bella persona da una brutta . concludo che altri termini come egoismo, per esempio vanno rivalutati e che non equivale sempre a una connotazione negativa del termine.

Rita ha detto...

Caro Salvatore,
ma cosa c'entra la sopravvivenza con l'antispecismo, scusami? L'uomo raccoglitore-cacciatore degli albori della civiltà non era specista infatti, in quanto non si considerava affatto superiore alle altre specie. Cacciava per necessità. Oggi quella necessità non ce l'abbiamo, come riconosci pure tu.
Inoltre vorrei farti considerare che esiste un'enorme differenza tra il leone che si nutre della gazzella e l'uomo che sfrutta in maniera indiscriminata e per gli scopi più assurdi (non solo per mangiare) le altre specie. Il leone non alleva mica le gazzelle. Le caccia quando ha fame e basta. Lo sterminio sistematico che compie l'uomo invece è un'altra cosa.
Ovvio che se finissi su un'isola deserta e non avessi altra scelta per sopravvivere che quella di pescare, forse pescherei (dico forse per quanto mi riguarda, non sono affatto sicura di riuscire ad uccidere con le mie mani infatti), così come se venissi aggredita da un leone e fossi armata e non avessi altra scelta che quella di sparare per sopravvivere, lo farei.
L'antispecismo non significa nulla di più di quello che vuole significare, ossia immaginare una società diversa in cui nessuno debba più sfruttare nessuno, né uomo, né animale. Tutte le altre considerazioni o i casi limiti sono appunto... casi limite. Ti ricordo che i sopravvissuti all'incidente aereo sulle Ande per sopravvivere hanno mangiato i corpi dei loro compagni, ma si trattava appunto di un caso limite. Questo non significa che allora, siccome esistono casi limite, ci si debba mangiare a vicenda. Così è nei confronti delle altre specie.
Il concetto di "razza" applicato agli esseri umani è disconosciuto da secoli ormai. Esiste una sola razza, quella umana.
Le preferenze somatiche sono un'altra cosa, che c'entra?
Un conto è esprimere delle preferenze, legittime, un altro è dsicriminare. Se ad esempio una persona non venisse assunta in un posto di lavoro, a parità di capacità, solo perché è brutta, questa sarebbe discriminazione. Poi ovvio che invece nella vita privata uno ha il diritto di scegliere chi vuole.
Saluti.