venerdì 30 marzo 2012

Invisibile

Oggi sono andata a fare una passeggiata in uno dei parchi della mia città: era una bellissima giornata e c’era un sacco di gente, soprattutto turisti. Ho visto tantissime mamme con i loro bambini più o meno piccoli, nei passeggini, tenuti per mano, o lasciati camminare liberi, ma seguiti e controllati a vista d’occhio; mamme che ridevano con i loro figli, che ci giocavano insieme, che li guardavano con occhi colmi di amore e di appagamento. Vedere una mamma che sorride al proprio figlio è sempre uno spettacolo che intenerisce, che mette di buon umore, che suscita una certa commozione. Io non ho figli, non li ho mai voluti perché non ne ho mai avvertito il desiderio e non rimpiango di aver fatto questa scelta, quindi non posso immaginare cosa significhi essere madre, né a quale grado di intensità si possa arrivare nell’amare il proprio figlio; tutti mi dicono però che sia un amore immenso, il più grande di tutti, un amore talmente grande che non ce n’è uno uguale.
Di converso, mi hanno anche detto (e, purtroppo, riferito anche per esperienza diretta) che se nel mondo c'è un dolore incomparabile è quello per la perdita del proprio figlio: un dolore talmente grande che, anche a questo, non ce n’è uno uguale.
Eppure nei prossimi giorni, con l’avvicinarsi della Pasqua, molti di noi si renderanno partecipi di una vera e propria strage di innocenti: migliaia di agnellini, per onorare una tradizione - inutile come lo sono tutte le tradizioni - verranno strappati alle loro madri ed uccisi per finire sulle nostre tavole.
Avete mai sentito un agnellino piangere? Io sì. E vi assicuro che non è musica per lo orecchie: è strazio, è lamento inconsolabile, è dolore, è pena, è sconforto, è disperazione, è terrore.
Avete mai visto, sentito, assistito o partecipato del dolore di una madre che perde il proprio figlio? Non ci sono parole per descriverlo.
Pensate forse che il dolore di una pecora e di un agnellino non siano la stessa cosa? Se lo pensate, vi sbagliate. Il dolore di una madre che perde il proprio figlio è un dolore universale, qualsiasi specie ella appartenga; il dolore ed il terrore di un piccolo che viene strappato alla madre per essere ucciso è, anch’esso, universale, qualsiasi specie egli appartenga.
Chi siamo noi per fare questo? Chi ce la dà questa arroganza? Chi ci dà il permesso di prendere un cucciolo innocente ed indifeso e di assassinarlo?
Come scrissi nel post dello scorso anno (qui) - sempre nell’imminenza della Pasqua - io non sono religiosa quindi per me questa festività non significa niente. Per chi è cristiano comunque si tratta di una ricorrenza in cui si festeggia e ricorda la resurrezione di Gesù Cristo, è quindi una festa di pace, di letizia, di rinascita, di amore; mi sembra, se non ricordo male, che in una delle domeniche precedenti, chiamata appunto la domenica delle palme, i fedeli usino scambiarsi anche un ramoscello d’ulivo benedetto in segno di pace.
Come possono coincidere tutti questi riti di pace, amore, rinascita con la tradizione di mangiare gli agnelli? Questa tradizione oltretutto non è nemmeno cattolica, ma ebraica, come si può leggere nel Vecchio Testamento. Nel Nuovo Testamento invece c’è un agnello immolato una volte per tutte per tutti noi, per la nostra salvezza e redenzione dei peccati. Quindi proprio non ha alcun senso - se mai lo abbia avuto in passato, di certo non per me, per me nessun rito religioso ha senso - continuare a sacrificare gli agnelli per la tradizione del pranzo di Pasqua.
So che molti amano rispettare certe tradizioni pur non essendo religiosi, quindi nei prossimi giorni magari compreranno l’agnello perché così funziona, perché si troverà in vendita nei supermercati, perché sarà in offerta a prezzo a speciale, perché a Pasqua “si usa così”. Ma possibile che l’essere umano si sia così ridotto ad essere tale e quale agli Zombie del noto film di Romero - quelli che assalgono il centro commerciale e tendono le braccia avide verso gli scaffali dove è esposta la merce con il cervello in modalità “off” - incapaci di opporsi alle offerte del mercato, incapaci di esercitare una propria scelta dettata da una vera capacità critica? Ma vi piace essere così, proni a tutto ciò che i diktat del consumismo propongono? Possibile che davvero nessuno si fermi a pensare almeno per un secondo alla bellezza di un agnellino che corre felice su un prato insieme alla madre e a quella stessa bellezza che verrà irrimediabilmente deturpata, sfregiata, annullata e ridotta ad un ammasso di carne sanguinolenta esposta sul bancone di un supermercato?
Molti dei miei lettori sono vegetariani e vegani, ed è ovvio che questo post non è per loro, che non mi sto rivolgendo a loro (però ovviamente mi fa piacere se vorrete lasciare un vostro commento, una vostra riflessione in proposito, magari aggiungendo un pensiero inedito scaturito dal vostro punto di vista); mi rivolgo quindi a quanti di voi avranno in mente, oppure semplicemente nemmeno si sono posti ancora il problema, di comprare e mangiare l’agnello a Pasqua: NON FATELO.
È una cosa orribile, mostruosa, ignobile continuare a rispettare e perpetrare questa tradizione di mangiare l’agnello a Pasqua (e, beninteso, in qualsiasi altra occasione). Pensate all’amore che c’è tra una madre ed il proprio figlio. Bellissimo, immenso. E pensate che quell’amore è lo stesso che c’è anche tra una pecorella ed il suo agnellino. Non fate che i vostri gesti, la vostra indifferenza cagionino così tanta sofferenza e crudeltà. Siate consapevoli. Siate misericordiosi. Siate rispettosi della vita. Spargete e diffondete amore, non morte.

***
Sempre oggi, dopo la passeggiata nel parco, sono andata in centro. A Piazza di Spagna ci sono le note “botticelle”: così chiamate sono quelle carrozze turistiche trainate da un cavallo. Cavalli costretti a muoversi in mezzo al traffico, a trottare sui sanpietrini con il rischio di danneggiarsi gli zoccoli, a tirare il peso - sotto il sole, il freddo, in qualsiasi condizione meteorologica - di ingombranti carrozze, più alcuni turisti seduti sopra, quasi sempre ciccioni - non so perché, ma è quasi sempre così (e si vede che più sono ciccioni e più gli pesa il culo - come si dice a Roma - e quindi per questo preferiscono sfiancare gli eleganti cavalli, quasi sicuramente invidiosi della loro bellezza e maestosità). E dopo una vita di duro lavoro quale fine pensate poi che facciano questi cavalli? Ma è semplice, no? Li portano al macello.
In genere quando li vedo in attesa dei clienti, fermi sulla piazza, volto gli occhi dall’altra parte perché mi intristiscono sempre tanto. Oggi invece, non so cosa mi sia preso, mi sono avvicinata ad uno, l’ho guardato a lungo negli occhi - occhi profondi, intelligenti, dolcissimi... occhi rassegnati e tristi... occhi increduli, interrogativi, che sembravano dire: ma perché ci fate questo? - e poi l’ho accarezzato a lungo sul muso, dolcemente, lentamente, cercando di infondergli tutto il mio amore, la mia comprensione, il mio rispetto. La mia meraviglia nel riconoscerlo come unico. Io spero, che per una volta almeno, si sia sentito compreso ed apprezzato nella sua pienezza di essere vivente, nella sua meravigliosa unicità; io spero che per una volta almeno si sia sentito qualcosa di più di un semplice “mezzo” per scorrazzare nelle vie di Roma o di una semplice “attrazione turistica”.

Gli animali non sono “cose”, non sono “mezzi”, non sono “strumenti”, non sono “cibo”: gli animali sono esseri viventi senzienti. Cercare di capire questo semplice concetto non è difficile. Non ci vuole molto. Le cose vanno in una certa maniera da secoli; per secoli abbiamo sfruttato questi altri esseri viventi senzienti che condividono il pianeta con noi e ancora continuiamo a farlo.
Non sarebbe ora di smetterla? Cosa c’è di logico nell’uccidere gli animali, nel procurare così tanta sofferenza, quando si può vivere benissimo senza doverlo fare? Nulla. Non c’è nulla di logico. C’è solo questo terrificante automatismo che ci fa continuare ad essere servili e proni nei confronti di un mercato che ha tutto l’interesse economico nell’occultare la verità e nel renderci schiavi del proprio meccanismo, procurandoci desideri indotti e inculcandoci false necessità.
Non è necessario uccidere gli animali per vivere bene. Si vive meglio amando e rispettando, che non procurando sofferenza e morte. Una società che esercita crudeltà e dispone degli esseri più deboli ed indifesi non sarà mai una società viva, né evoluta. 
I mattatoi vengono occultati dalla nostra vista, ma anche ciò che non si vede, esiste, continua ad esistere. Pensateci, per favore. Pensate a questo massacro che agli occhi dei più rimane invisibile, ma che c'è, che avviene ogni giorno, ogni secondo, in ogni dove.
Smettete di mangiare e di sfruttare gli animali, per favore.

20 commenti:

Massimo Caccia ha detto...

Mi piace la chiusura sugli esseri senzienti...più osservo il mio cane, maggiormente mi accorgo di quanto sia in grado di sentire e capire.
Buon fine settimana.

Rita ha detto...

Ciao Massimo,
certamente chi convive con un animale è maggiormente in grado di rendersi conto di quanto sia un essere senziente anch'egli.
I maiali, le mucche, i vitelli, gli uccelli, finanche i pesci (seppure ci resta così difficile provare empatia per creature così diverse di noi, che vivono in un habitat talmente diverso ed a noi perlopiù ignoto) sono come i cani ed i gatti: la distinzione tra animali da compagnia (su cui molti di noi riversano tanto del loro affetto) ed animali da "cibo" è solo un indotto culturale. Tanto che in molte culture, come ben saprai, si usa mangiare cani, in altre si rispetta ed onora la mucca, in altre ancora il maiale non si mangia per motivi religiosi, perché ritenuto impuro ecc.; riflettere su queste differenze culturali dovrebbe dar da pensare su quanto mangiare gli animali sia una sovrastruttura culturale e non un gesto "naturale" (se fosse "naturale e necessario", mangeremmo tutti le stesse specie di animali, visto che come specie umana abbiamo tutti le stesse caratteristiche biologiche).

Un saluto Massimo, e buon fine settimana a te. :-)

Maura ha detto...

Ciao, Biancaneve.
Come sai, recentemente ho trattato questo tema nel mio blog ed ho anche posto un link per raccogliere firme affinché si possa fermare l'orrendo massacro di Pasqua, per citare l'ultimo di una lista nera...
Il fatto è che un post interessante come il tuo, che fa riflettere, non viene poi letto da chi dovrebbe.
Tu hai mai trovato un solo articolo che tratta questo tema su un quotidiano?
Credo che ovunque ci siano persone con coscienza antispecista, ma proprio quelle che ricoprono un ruolo pubblico sembra che non abbiano le palle per esteriorizzare le proprie scelte. (vedi un Gianni Morandi o un Celentano che sappiamo vegetariani)

Rita ha detto...

Ciao Maura, carissima :-)

Poi vengo a mettere la firma anche io nel link sul tuo blog, ottima iniziativa.

In effetti non mi è capitato di leggere sui quotidiani articoli che parlassero della mattanza degli agnelli, evidentemente ci sono troppi interessi economici in ballo; anzi, è vero il contrario, che in questi giorni si leggono articoli sul menu di Pasqua in cui è incluso sempre l'agnello, più altri piatti sempre a base di carne; non solo, mi pare che sempre a pasqua si mangi pure la coratella di agnello (le parti molli, fegato e varie), nonché il salame per la colazione.
Solo nei siti animalisti si parla di alternative vegetariane e vegane. Oltre che nei vari blog, sempre animalisti ovviamente.

È una vergogna che i personaggi pubblici che hanno sposato la scelta vegana o vegetariana non ne facciano nemmeno un piccolo accenno.

Cerchiamo di diffondere noi il più possibile informazioni in merito.

Rita ha detto...

P.S.:
Maura, non sono riuscita a trovare il link sul tuo blog, mi potresti dire dove sta, indicativamente? Ho visto tutti gli altri, ma quello no...
Grazie! :-)

de spin ha detto...

Come sai lavoro con gli anziani. E noto che le facoltà intellettive degli umani si spengono progressivamente. Non accade a tutti ma accade a moltissimi.
Non di tratta solo di demenza, che è comunque assai frequente. E' più in generale una forma di implosione. Sempre e sempre più l'universo si riduce al "mio" appartamento, la "mia" colazione, le "mie" medicine; "mio" "mio" "mio", sempre di più. L'esterno, l'altro, esiste sempre meno fino a sparire.
L'esterno viene visto se mai con invidia, disprezzo, giudizio.
Fino all'ultimo istante di vita si lasciano imboccare di proteine animali, burro, patè di fegato, formaggio, carne e salmone, fintanto che ne hanno la forza.
Poi se mai le proteine animali vengono fornite loro tramite sondini collegati direttamente allo stomaco.

Cosa voglio dire? Che il passaggio al vegetarianesimo non è solo una scelta diciamo di simpatia verso il mondo animale. Si tratta di un passaggio obbligato nell'evoluzione o crescita umana.
Trasformazione dallo stadio larvale (gli zombi) a quello normale adulto.

Purtroppo questa trasformazione accade a pochi individui, troppo pochi. Non so perchè.

Martigot ha detto...

Ho sempre trovato il periodo di Pasqua particolarmente triste a causa di questa "tradizione" culinaria, e ogni anno non vedo l'ora che passi.
L'uccisione sistematica degli animali è sempre una cosa orribile, quando poi le vittime sono dei piccoli è forse ancora peggio. E' come uccidere dei bambini umani, a mio modo di vedere.
Nella nostra schizofrenia umana, inoltre,mettiamo immagini di graziosi agnellini sulla carta delle uova di cioccolato, o nelle decorazioni pasquali dai colori pastello. Allo stesso tempo uccidiamo queste piccole meravigliose creature senza alcun apparente rimorso., ed è una cosa che proprio non riesco a comprendere.
Per fortuna in casa mia almeno l'agnello non è mai stato mangiato, perché a tutti ha sempre fatto orrore questa cosa. Scriverò anch'io un post in proposito, in questi giorni.

Sono stata a Roma diversi anni fa, per fortuna non mi ricordo di questi cavalli con i carretti per i turisti. Capisco molto bene il tuo sentimento al riguardo, perché è lo stesso che provo io quando vedo animali utilizzati in questo modo e senza neppure essere almeno amati dai loro proprietari. Sarebbe ora di chiudere per sempre anche con questo tipo di folclore.

un caro saluto

Volpina ha detto...

"Gli pesa il culo" è fantastico, mi hai fatto scoppiare in una fragorosa risata. Grazie.


Anche io sto iniziando a tartassare chi mi è attorno sperando che decidano di non comprare agnelli. A casa mia agnelli non s'è ne sono mai visti (che io sappia, per me la carne è sempre purtroppo carne, non so distinguerla dalla creatura...ma mia madre che è una fervente credente associa l'agnello a Cristo e quindi non mi sembra oserebbe comprarlo).

Però è vero che se una madre soffre terribilmente per la perdita di un figlio potrebbe e anzi dovrebbe essere più empatica e capire come possa sentirsi un'altra madre, mucca, pecora, gallina.
Ma anche nel caso in cui non avesse perso un figlio dovrebbe provare questa empatia comunque, perchè a nessuno piacerebbe vedersi strappare dalle braccia il frutto di tanta fatica e amore.
Amore.
Sopratutto amore.

Per me la sofferenza più grande mai provata e credo sia la più grande in assoluto è vedere qualcuno perdere la vita. O vederlo li, giacere senza più l'anima in corpo.
Non parlo solo di chi mi è vicino, che Dio me ne scampi, assolutamente non vorrei mai se ne andassero. Mai.
Ma anche di chi non lo è. Madri di altri, gatti di altri.
Sicuramente il livello di sofferenza è più alto o più basso in base di chi si tratta, ma in ogni caso è lacerante. Sapere che una vita è finita. La vita è così preziosa e cavoli mi vengono i brividi al pensiero di sapere che quel gattino non giocherà più in quel giardino o che quel figlio non avrà più quell'abbraccio o quel bacio.

La morte fa schifo.

E visto che tutti siamo consapevoli di quanto non ci piaccia morire o perdere le persone o animali cari, dovremmo evitare di uccidere.
Mi rattrista nel 2012 dover tentare di spiegare perchè non sia giusto uccidere.

Rita ha detto...

@ De Spin

Interessanti le tue riflessioni sullo stadio larvale (zombesco) degli esseri umani, fino a quello adulto, consapevole, in cui appunto ci si dovrebbe affrancare dalle mere pulsioni istintuali e si dovrebbero compiere scelte nel rispetto di ogni altro vivente.
Guarda, quelle scene del film di Romero per me rimangono emblematiche: nei supermercati in questi giorni avviene la stessa cosa, tutti che si affannano a protendere le mani avide per arraffare tutto questo cibo dagli scaffali, in vista del pranzo di Pasqua.

Ho notato poi anche io questa progressiva restrizione del mondo degli anziani, lo sto constatando con i miei genitori che escono sempre meno di casa, che hanno una vita sempre più rispettosa degli orari e delle abitudini giornaliere, scandita da pochi piccoli momenti; l'unica realtà esterna che filtra, purtroppo, è quella della televisione, che è una realtà completamente fittizia.
Il rapporto con gli altri diviene, come dici tu, sempre più conflittuale (ora non parlo in questo caso dei miei genitori, che non sono ancora a questo stadio, per fortuna, ma l'ho notato in altre persone), e infatti la maggior parte degli anziani sono bisbetici, intolleranti, spesso aggressivi, granitici nelle loro certezze.
C'è da farci un post sul mondo degli anziani, potresti pensarci, tu che ci stai maggiormente a contatto per lavoro.

Un abbraccio. :-)

Rita ha detto...

@ Martigot

Ciao carissima, è verissimo, sulle confezioni delle uova di Pasqua e di altri dolcetti tradizionali ci mettono sempre i disegni degli agnellini, oppure ci abbinano proprio dei graziosi pelouches, sempre di agnellini, o pulcini, gallinelle e poi questi stessi animali vengono "serviti a tavola".
Si tratta proprio di una forma di schizofrenia culturale, della rimozione di una parte della realtà.
I miei genitori fino a qualche anno fa compravano l'agnello per Pasqua, ora non più, alla fine almeno su questo sono riuscita a convincerli.

Riguardo la questione delle "botticelle", da anni ormai gli animalisti romani, compresa la LAV, stanno promuovendo diverse campagne per abolirle, ma purtroppo c'è sempre il discorso dei soldi in mezzo e quindi il sindaco non ci vuol sentire da quell'orecchio; si è riuscito però almeno a porre dei limiti di orario, ad esempio d'estate non possono circolare durante le ore più calde e devono sostare all'ombra.
Ogni tanto qualcuno, come al solito, "sgarra", nel senso che magari, fregandosene del regolamento comunale li fa andare anche alle due del pomeriggio, in quel caso, quando lo si vede, bisogna far scattare la denuncia.
Sai a Roma ci sono vari regolamenti che tutelano gli animali, solo entro certi limiti, purtroppo, ma intanto è qualcosa, ad esempio non si può fare accattonaggio con gli animali, non si possono esporre astici vivi sul ghiaccio e con le chele legate, ma purtroppo c'è sempre chi se ne frega, i vigili per intervenire ci mettono sempre un casino di tempo... insomma, sono trafile lunghe, e intanto a pagarne le spese è sempre la povera pelle degli animali.

Un caro saluto a te. :-)

Rita ha detto...

@ Volpina

La morte purtroppo fa parte della vita. Bisogna accettarlo. Anche se, come mi disse una volta una psicologa, in realtà è un evento che si può solo sublimare ed elaborare in vari modi, ma accettare davvero mai. Si è costretti a convivere con questa consapevolezza della nostra mortalità, ma credo che l'accettazione serena sia un qualcosa riservata a pochi.

Verissimo che la distinzione tra agnello e mucca o maiale in sé non significa nulla, non ha senso commuoversi per un agnellino solo perché è tenero e grazioso e poi magari mangiare con indifferenza il salame, però potrebbe essere una prima presa di coscienza, l'inizio di un percorso di svelamento dell'orrore dello sfruttamento degli animali. Magari uno comincia a riflettere sulla sorte degli agnellini e poi da lì può passare a pensare che anche i maialini ed i vitellini, nonché i pulcini, i pescetti hanno la stessa sorte.
Io ad esempio già prima di diventare vegetariana avevo, nel corso degli anni, rifiutato di mangiare determinate specie e determinati alimenti: tipo l'aragosta (perché avevo saputo che vengono bollite vive), gli agnellini appunto, il foie gras (avevo visto un servizio su come vengono ingozzate a forza le povere oche), i caprioli e tutta la selvaggina, insomma... credo che inconsapevolmente avessi già iniziato il percorso che poi mi ha portato oggi ad abolire finanche il latte e le uova.

Anche a me rattrista tanto dover spiegare perché sia sbagliato ed orribile uccidere. Che poi tutte quelle giustificazioni che danno i carnivori sono assurde, illogiche, antiquate, errate, frutto proprio di una cultura ormai arretrata e che viene solo perpetrata con indolenza.

Mi rattrista quando vado al supermercato e vedo persone anche carine, ragazzi carini, giovani che poi allungano le braccia e prendono i salumi dagli scaffali, senza pensare, senza riflettere. Provo orrore quando sento la gente chiedere al banco: "mi dia un etto di prosciutto", "mi dia quel pesce"...

Dobbiamo continuare a parlarne per informare e diffondere il veganismo sempre più.

Un abbraccio.

de spin ha detto...

@Biancaneve

Sto preparando qualcosa sulla interazione tra cibo e demenza. L'interazione secondo me c'è eccome...!

Pewr quanta riguarda lo stadio larvale degli esseri umani hai letto Primo Levi, ANGELICA FARFALLA (da "Storie naturali", 1966) ?
L'ho ascoltato recentemente alla radio, e sono rimasto stupefatto...

Rita ha detto...

Beh, di sicuro mangiare proteine e grassi animali favorisce l'ostruzione delle arterie e l'ossidazione delle cellule, comprese quelle del cervello.
È cosa scientificamente nota che il consumo di carni e derivati animali favorisce l'invecchiamento precoce, anche mentale, oltre all'insorgere di una serie infinita di patologie.

Non Ho letto Angelica Farfalla, non lo conosco. Lo cercherò. Grazie. :-)

Invece oggi ho letto questo articolo su questo blog, che forse già conosci:

http://www.animalismoevegetarianesimo.com/2012/03/scandaglio-2-topi-e-ratti.html

In più un mio caro amico mi sta mandando un sacco di video sulle capacità empatiche, relazionali e cognitive di gorilla, orsi ed altri animali.
Io penso che se solo ci soffermassimo un tantino di più ad osservare gli animali capiremmo la loro meravigliosa esistenza; purtroppo invece la specie umana insiste nel volerli considerare solo nella mera accezione strumentale, ossia per l'utilità che potrebbero avere per noi.
E invece ci vuole così poco a capire e a rendersi conto di quanto siano intelligenti, emotivi, affettuosi, meravigliosamente unici.

Maura ha detto...

Scusami Biancaneve, arrivo solo ora, dopo una lunga giornata fatta di mille impegni...
Il link per la raccolta firme contro il massacro di Pasqua lo trovi nella sidebar a destra; giustamente ho aggiornato la sua posizione che era più in basso.( il post era nato il 10 marzo)

Ho fatto un giro veloce per vedere le ultime notizie di oggi e finalmente trovo un articolo che parla di una manifestazione svoltasi a Kiev contro i massacri dei randagi in vista degli odiosi europei in Ucraina.
Alla buon'ora!
Visto che si stà avvicinando "l'appuntamento" hanno addirittura intensificato le uccisioni di tutti quei poveri animali...
E di questo cosa vogliamo dire?! Credi che le autorità ascolteranno le proteste o continueranno invece a nascondere la testa sotto la sabbia degli interessi economici?!
Te ne avrò già parlato, ma appena venuta a conoscenza di quanto sopra e dopo averne fatto un post (31 gennaio) ho tentato di inviare una lettera di protesta, tramite il sito della LAV, alle autorità competenti (circa 5/6 indirizzi) con il risultato di vedermi tornare indietro le mail.
Ho provato anche a cambiare la virgola con punto e virgola, per eludere il sistema sempre su consiglio della LAV, ma niente!
Sono arcistufa di sentirmi così impotente davanti a simili avvenimenti, ma non per questo abbandonerò la lotta; sono una piccola goccia ma insieme a te e a tante persone che credono che l'unione faccia la forza, daremo vita ad un immenso oceano nel quale affogheranno tutti quegli esseri immondi e indegni di vivere che procurano tanta sofferenza a tutti questi animali!

Rita ha detto...

Grazie Maura, ora torno subito a controllare, può essere che l'altra sera mi sia sfuggito.

Riguardo il triste ed abominevole massacro dei randagi in Ucraina... non ho parole, davvero. Pare che le autorità locali, nonostante abbiano ricevuto molti appelli da parte delle altre nazioni, tra cui la nostra, non abbiano nemmeno replicato.

Comunque pure qui da noi c'è chi lo ha sostenuto, almeno a parole, questo massacro, ed è bene, in questi casi, fare i nomi: durante la solita trasmissione radiofonica, Linus di Radio Deejay ha detto che per risolvere la questione dei troppi randagi, "qualcosa si dovrà pur fare...".

Per risolvere la questione dei troppi stronzi, invece?

Maura ha detto...

Buongiorno Biancaneve, buona domenica e buon aprile!(il mio mese...)

Già, qualcosa si dovrà pur fare: boicottare gli europei, ed è tempo che condividiamo questa opzione.
L'altra domenica ho fatto visita ad una coppia di amici che si sono regalati il mega televisore, anche in prospettiva di godersi maggiormente le prossime partite di calcio insanguinato.
Sono persone che amano gli animali,con loro vivono cani e gatti e sono vegetariani, per cui mi è parso strano che non fossero al corrente di quello che sta accadendo in Ucraina.
Per un attimo mi è venuto in mente ciò di cui discutevamo tempo fa riguardo alla rimozione di ciò che sta dietro ad una confezione di affettato piuttosto che una scatoletta di tonno, "grazie" ad una pubblicità finta e fuorviante, capace di farti credere che l'animale si presti con gioia al sacrificio pro-umano...
Insomma ragazzi, aprite gli occhi! La consapevolezza di in che mondo viviamo deve essere globale!
Non possiamo anche noi nascondere la testa sotto la sabbia e non guardare un poco oltre a quello che altri ci danno a vedere..
Si, ok, ho fatto loro una giusta osservazione, ma tu credi che in quella casa faranno a meno di guardarle 'ste partite?

Di nuovo buona domenica e attenta ai pesci...

Rita ha detto...

Ciao Maura,
buona domenica a te, innanzitutto. :-)
È il tuo mese dunque? In che giorno sei nata, esattamente? Dobbiamo festeggiare, eh, almeno un brindisi virtuale ci vuole. ;-)

Ho firmato la petizione per fermare il massacro degli agnelli.

Questa mattina sono uscita e sono passata di fronte ad una chiesa, un sacco di gente stava uscendo dalla messa con i ramoscelli di ulivo in mano, giovani, famiglie intere, anziani, bambini; avrei tanto voluto fermare ognuno di loro e chiedergli cosa significhi per loro la Pasqua, il predicare la pace, l'amore, la carità cristiana ecc., dopodiché chiedergli se mangeranno l'agnello domenica... poi ovviamente non l'ho fatto perché sono timida... ci vorrebbe di essere un gruppetto per fare questa sorta di piccola inchiesta.

Riguardo i tuoi amici, visto che si sono regalati il mega televisore, non credo che rinunceranno a guardarsi gli Europei, però chissà, magari ci rifletteranno...
Secondo me tanta gente non riesce a fare le dovute associazioni, tende a vivere i fatti in maniera scollegata gli uni dagli altri, a vivere in un eterno presente, incapace di percepire gli echi delle proprie singole scelte proiettate nel futuro.

Pesci d'aprile sono anni che non me li fanno... l'ultimo mi sa che risale davvero ad una ventina e più di anni fa, quando un mio datore di lavore mi mandò a ritirare la sua spesa in un negozio e, ovviamente... non c'era nessuna spesa da ritirare. ;-) Era un simpaticone. :-)

Un abbraccio e buon proseguimento di giornata, più un bacino a tutti i miciotti.

Volpina ha detto...

La cosa più dura è fargli capire che nel corpo dell'animale morto che stanno scegliendo con cura una volta c'era una vita.
L'anima di cui tutti parlano e con cui si sentono impreziositi. Ce l'hanno anche loro.

Sono vivi e sono come noi. Solo, meglio di noi.

Ma è difficile. Difficilissimo.


E' anche un po' la società e l'abitudine che ci ha tolto un po' di quell'umanità da bambini... maledizione.

Rita ha detto...

"La cosa più dura è fargli capire che nel corpo dell'animale morto che stanno scegliendo con cura una volta c'era una vita."

Già, è la cosa davvero più difficile da far capire alla gente. Una vita che è stata annientata per nulla. In un attimo. Mi addolora sempre più questo pensiero.

Volpina ha detto...

Il problema è che addolora sempre e solo le persone già consapevoli... :(