venerdì 27 aprile 2012

L'illusione della differenza


Scandalo, polemiche, aspre critiche e decisa disapprovazione per la frase pronunciata di recente da un cuoco, Hugh Fearnley Whittingstall - famoso in Inghilterra perché conduttore di River Cottage, un programma televiso di cucina di gran successo - il quale avrebbe dichiarato: “non c’è nessuna differenza tra mangiare un cucciolo di cane ed una bella bistecca”. L’infelice frase ricorda l’episodio - anch’esso causa di aspre polemiche -  del nostrano programma La Prova del Cuoco in cui Beppe Bigazzi si azzardò a diffondere una ricetta per cucinare i gatti.
Il cuoco inglese, per replicare alle proteste degli animalisti, ha in seguito aggiunto: “Non ho nulla da obiettare - ha spiegato - a meno che gli animalisti siano contrari anche all’allevamento dei maiali. Non ci sono differenze tra un animale ed un altro. Si tratta di costruzioni artificiali create dalla nostra società che ci insegna che i cani sono animali di compagnia mentre i maiali vanno macellati. Per questo non ci vedo nulla di male in un allevamento di cani da macello a patto che siano di alto livello”.

Debbo ammettere a malincuore che questo discorso in effetti non fa una piega. Ovviamente la sottoscritta inorridisce al solo pensiero di un allevamento di cani da macello. Ma non è questo il punto. Il punto è che la sottoscritta inorridisce al solo pensiero di qualsiasi allevamento di animali, che siano destinati al macello o ad altro, essendo fortemente contraria a qualsiasi tipo di sfruttamento animale.
Quel su cui vorrei farvi riflettere è proprio questa diversa percezione e considerazione che la maggior parte di noi ha in merito alle diverse specie animali.
Che differenza c’è tra un cane ed un maiale? Nessuna. I maiali sono animali con una ricca vita emotiva, in grado di affezionarsi, di stabilire relazioni con l’uomo, di comprendere ciò che li circonda, di provare gioia e tristezza, dolore e piacere. Perché nessuno di voi mangerebbe un cane ed un gatto (almeno voglio sperare) mentre non ha nessuno scrupolo a comprare il prosciutto o la braciola di maiale? Condizionamento culturale, certo. Nella nostra cultura è considerato infatti “normale” mangiare alcune specie e riversare affetto e cure su altre. Ma se dunque è solo un’abitudine culturale, non vi viene mai da riflettere su quanto allora tutto il consumo di carne stesso sia solo abitudine, solo condizionamento culturale indotto - e rafforzato, reiterato - dal mercato?
Scandalizzarsi per la frase pronunciata dal cuoco inglese dovrebbe automaticamente portarvi a scandalizzarvi su ogni tipo di allevamento. Come mai non avviene questo collegamento? Non ci riflettete abbastanza, forse?
Che differenza c’è tra un cucciolo di cane ed uno di agnello o il maialino? Che differenza c’è tra un gatto ed un coniglio? Nessuna.
Dunque, il cuoco inglese ha perfettamente ragione: “Non ci sono differenze tra un animale ed un altro. Si tratta di costruzioni artificiali create dalla nostra società che ci insegna che i cani sono animali di compagnia mentre i maiali vanno macellati”.
Costruzioni artificiali, che come tali, andrebbero smontate, messe a nudo, analizzate.
Se riteniamo che mangiare cani sia una pratica barbara, mostruosa, incivile, allora allo stesso modo dovremmo considerare altrettanto mangiare tutti gli altri animali.
Mi torna in mente un episodio: ero al cinema con amici a vedere un film horror, Drag me to Hell, di Sam Raimi: ad un certo punto si vede una scena (ovviamente di finzione) in cui, per scongiurare una maledizione, si deve uccidere un gatto. La scena a me ha dato fastidio, anche se finta, anche se nel contesto di un film horror e così me ne sono lamentata con la mia amica seduta accanto a me, la quale, prontamente, mi risponde: “hai ragione, potevano uccidere un pollo, almeno il pollo si mangia”.
Il pollo si mangia. Quel “si”, da dove viene? Chi lo dice? Dov’è scritto? Quale segreta imposizione inscritta nel nostro dna o necessità naturale ci dice che il “pollo” - così come il maiale, il vitello, il pesce ecc. - “si mangia”?
Nessuna. La verità è che nessuno ci obbliga a mangiare animali. Solo il nostro condizionamento culturale. Ma la cultura non è un dogma granitico immodificabile. La cultura siamo noi. Facciamola noi dunque la cultura, non limitiamoci a subirla.
Se culturalmente oggi riteniamo barbaro allevare cani per mangiarli, riflettiamo su quanto sia barbaro allevare anche tutte le altre specie.
Gli animali sono esseri viventi senzienti. Rispettiamo la loro natura, che non è quella di finire nel piatto perché “qualcuno” ha stabilito che “si mangiano”.

18 commenti:

Anonimo ha detto...

ogni tanto ancora mi chiedo come ho fatto a non rendermi conto in tutti questi anni che quello che avevo nel piatto era un animale meraviglioso.
non me ne capacito ancora, anche se a giorni compirò sei mesi da vegetariana :)
ci hanno cucito addosso una benda ben salda, fin da quando eravamo piccoli e purtroppo alcuni non riescono più a vedere.

un abbraccio :)

Rita ha detto...

Ti capisco cara Rò, nemmeno io mi capacito di me stessa, di come abbia fatto.
E nel mio caso considero la mia passata cecità un aggravante anche maggiore visto che comunque ho sempre dichiarato a parole di amare gli animali ed ho sempre vissuto con cani e gatti.
Credo che, semplicemente, considerassi "normale" che le cose andassero in quel modo; sbagliato, ma "necessario".
Ricambio il tuo abbraccio. :-)

Massimo Caccia ha detto...

Mi piace leggere i tuoi post poiché esprimono con delicatezza, principi di vita sana fondata sul rispetto di tutti gli esseri "senzienti".
Lo osservazioni che fai sono argute. Ed è vero: tutto è questione di cultura.
Buon fine settimana.

Rita ha detto...

Ciao Massimo, ti ringrazio, mi fa piacere che le mie riflessioni vengano apprezzate e possano indurre a loro volta chi mi legge a riflettere.
Non c'è nulla (o forse pochissimo) nella nostra esistenza che non sia un prodotto culturale, ma dobbiamo renderci conto che esiste una cultura buona ed un'altra cattiva.
La cultura basata sullo sfruttamento di altri esseri viventi senzienti non può mai essere una buona cultura.
Buon fine settimana anche a te, di nuovo. :-)

Anonimo ha detto...

O.T.: il film di Raimi ti è piaciuto? A me ha fatto ridere tantissimo, ma me ne sono vergognata e non l'ho detto a nessuno.

Rita ha detto...

ahahahahha, sì, a me è piaciuto, ma io sono un caso disperato perché adoro proprio gli horror. :-)
Il finale è stato strepitoso, vero? ;-)

E comunque l'horror che in assoluto mi ha fatto ridere di più è stato "La casa", sempre di Raimi, degli anni ottanta. Lui mi piace proprio perché è dissacrante del genere, ironizza su tutti gli stereotipi. Un po' come anche tutta la serie di Scream.

Anonimo ha detto...

Anche a me è piaciuto molto il finale, ma la scena che mi ha fatta più ridere in assoluto è questa http://www.youtube.com/watch?v=4DQEvEvsArM(la trovo solo in inglese), non riuscivo più a smettere. Mi hanno detto che probabilmente ho la psicologia di una bambina di 5 anni. Anche in Antichrist, la battuta della volpe: "chaos reigns!", tutti l'hanno trovata stupida e fuori luogo, a me invece inserita in quel contesto pareva divertente e azzeccatissima.


La casa non l'ho ancora visto, però ogni tanto qualche horror me lo concedo volentieri - mai da sola - perché sono cresciuta tra due fratelli maschi guardando questo genere di film (il più grande ogni tanto ci infilava anche qualche erotico ad ambientazione medievale su Italia7 e altri canali minori, ma questo è un altro discorso...) :D

Rita ha detto...

Io credo che per apprezzare pienamente gli horror e riuscire a divertircisi serva proprio di recuperare la propria parte infantile. Non so se l'avevi letto, qui ho scritto qualcosa in proposito, o meglio, ho raccontato come da bambina sviluppai questa "passione":

http://ildolcedomani.blogspot.it/2012/02/amarcord-io-e-il-cinema-horror.html

La battuta della volpe in Antichrist è fantastica, io l'ho trovata grandiosa. In sala hanno riso tutti, lo ricordo benissimo, invece anche per me, come dici tu, è stata azzeccatissima. ;-)

Anche sui film erotici con le più improbabili ambientazioni ho una certa esperienza... ahimé, credo che nessuno sia sfuggito al trash di certa televisione minore. ;-)
Poi si sa, quando sei ragazzino sei automaticamente attratto da tutto ciò che appare come trasgressivo, proibito ecc., gli horror ed i film erotici sono il massimo quindi. :-D

La casa lo vidi al cinema con amici ed ero andata convinta che si trattasse di un vero film "de paura" ed invece è una vera e propria parodia. Risi dall'inizio alla fine.
Comunque c'è tutto un filone di thriller-horror italiano degli anni settanta che merita di essere visto. Alcuni sono dei veri e propri cult, tipo L'etrusco uccide ancora. ;-)

Massimo Villivà ha detto...

A me Drag me to hell mi ha fatto schiantare dalle risate ...

Rita ha detto...

Non sei l'unico Massimo :-D

Raimi è così comunque, un misto di ironia e parodia di tutti i cliché dell'horror.

de spin ha detto...

Anch'io non riesco a vedere la differenza tra mangiare un maiale, una mucca, un cane o un gatto. Personalmente poi, aggiungo alla lista anche l'essere umano. Per me pari sono.
Mi sembra positivo che questo tizio abbia fatto scalpore con questa affermazione, forse qualcuno potrebbe riflettere e fare il percorso inverso. Improbabile ma perfettamente logico.

Rita ha detto...

Sembra che una volta il tizio, questo cuoco inglese, abbia cucinato anche una placenta umana.

Pare che in trasmissione prepari spesso ricette vegetariane perché, pur non essendo vegetariano e non intendendo affatto diventarci, così dice, sostiene che comunque tutti dovremmo mangiare più alimenti di origine vegetale e meno carne o pesce. Non è proprio indifferente alla sofferenza animale, secondo me bisognerebbe scrivergli a questo tipo.

http://www.guardian.co.uk/lifeandstyle/2011/aug/26/hugh-fearnley-whittingstall-vegetables

Rita ha detto...

P.S.: comunque non è improbabile che qualcuno rifletta dopo l'affermazione del tizio. Io stessa ho iniziato a prendere seriamente in considerazione l'idea di smettere di mangiare animali riflettendo su quanto tra il mio cagnolino e il maiale o altri animali che compravo al supermercato non c'era nessuna differenza.
Una volta, diversi anni fa, in montagna vidi delle mucche che pascolavano e volli avvicinarmi per vederle da vicino, cercando magari anche di accarezzarle, erano così belle; il mio compagno, già vegetariano da tanti anni mentre io ancora no mi disse: "carine, eh? Però te le mangi". Quella frase mi lasciò stordita. Infatti poi sono diventata vegetariana ed oggi vegana.
A volte serve poco. Basta un piccolo pensiero. Un piccolo collegamento. Guardare negli occhi un animale. Come si può pensare di fare a pezzi un essere vivente e di cucinarlo? Per cosa poi? Non è necessario, si vive benissimo senza prodotti animali.
Il gusto è solo un condizionamento. Gli alimenti vegetali sono buonissimi e ci vorrebbe una trasmissione televisiva di cucina in cui un cuoco vegano mostrasse quanti piatti gustosi si possono cucinare.

Dany ha detto...

Il cuoco lì, ha fatto un'affermazione davvero azzeccata.
Sono anni che discuto con chi dice che i cinesi devono morire perchè mangiano i cani... ma saranno ben cazzi loro, quello che mangiano???
Allora, se sei ALMENO vegetariano, accetto (mal volentieri, perchè la morte non si augura a nessuno)il tuo pensiero, ma se mi vuoi uccidere i cinesi, mentre azzanni un pollo...no...no... allora ti azzanno un braccio!! Tanto sempre carne è! Giusto?
Come fa la gente a non fare il collegamento, io non lo capisco...
Io ci sono dovuta arrivare da sola, perchè non conoscevo nessuno che la pensasse come me, oggi...ma te? te che parli con me, e sai benissimo che sono vegana...che mi chiedi le cose, poi mi critichi...te, proprio te, che mi fai spiegare per 200 volte le stesse cose...che mi tiri fuori le solite menate delle piante che soffrono e delle proteine nobili della carne...ma santa madre... ma quando parli, ascolti anche o fai solo un monologo???

scusate lo sfogo, ma è successo da poco...

ps. io adoravo gli horror...
poi ho visto Funny Game.
E ho smesso di guardarli. E pensare che Arancia Meccanica, è fra i miei film preferiti...

Martigot ha detto...

Ciao Biancaneve,
come sai concordo assolutamente con le tue riflessioni. Purtroppo l'abitudine assurda di differenziare gli animali tra quelli d'affezione e quelli da reddito è terribilmente radicata. Di conseguenza il mangiare certi animali è un'usanza altrettanto granitica, una terribile normalità.
Il cuoco di cui parli a suo modo ha ragione. Mangiare una bistecca di mucca è altrettanto deplorevole che mangiarne una ipotetica di cane. Solo che noi destiniamo la compassione solo ad alcuni animali, perché, probabilmente, così si è sempre fatto.
E' molto frustrante pensare a tutto ciò, e vedere quanto la gente continui a voler essere cieca in proposito.
Spero che le parole di questo tizio abbiano fatto riflettere qualcuno. E' un concetto tanto semplice, in realtà. Nessuno nasce per diventare una bistecca o per finire arrosto. E nei nostri amati animali domestici dovremmo vedere TUTTI gli animali, e riservare a TUTTI lo stesso rispetto e amore.

ciao :-)

Rita ha detto...

@ Dany

Secondo me è pure che comprare la carne al supermercato (o in macelleria) già pronta è troppo comodo. Penso che se uno dovesse guardare un maiale negli occhi e poi ucciderlo, farlo a pezzi, spellarlo ecc. non lo farebbe, mentre trovandolo già "confezionato" in una forma che per di più nemmeno lontanamente ricorda quel che era stato in vita, diventa un gesto automatico.

Fanny Games ad Arancia Meccanica non sono affatto dei film horror, sono metafore sociali. In entrambi c'è il discorso della violenza, sì, ma è appunto un discorso di denuncia o quantomeno di elaborazione.
Gli horror in realtà sono molto meno "trasgressivi" di quanto si pensi, giocano con le paure dello spettatore, ma raramente hanno un potenziale davvero disturbante.
Un saluto, buona domenica. :-)

Rita ha detto...

Ciao Martigot,
come ho detto a Dany, tanta gente non fa questo collegamento semplicemente perché mentre i cani ed i gatti li vede vivi, in carne ed ossa tutti i giorni, di un maiale, pollo o vitello vede solo quel che di loro è stato fatto a pezzi e confezionato asetticamente nei supermercati, quindi lo vedono come "cibo", non come l'animale vivo che è stato e che è morto apposta a causa della loro richiesta.
Certo, a noi sembra assurdo che non ci si pensi, ma già i nomi facilitano la rimozione: quando la gente dice prosciutto, salsicce, nemmeno pronuncia il nome dell'animale.
Bisognerebbe fare il possibile invece per ricordare questo fatto; e del resto, come dimostra quel video che è stato girato in un supermercato in Brasile, nessuno comprerebbe carne se si dovesse uccidere un maialino all'istante e alla presenza del "consumatore".
Un saluto e buona domenica. :-)

Dany ha detto...

Hai ragione, in effetti non sono la stessa cosa... diciamo che da "profana" li considero tutti "film che fanno paura" ... :0)