martedì 29 maggio 2012

Pensieri

Un amico mi ha detto: "io mangio carne, tu mi vedrai come un mostro". 
No, caro amico, io non ti vedo come un mostro. Io ti vedo come una vittima. E ciò che è ancor più doloroso è che sei vittima a tua insaputa e questo ti rende incapace di lottare per liberarti. 
Sei vittima di una società e cultura basate sullo sfruttamento del vivente; una società e cultura che possono dirsi speciste non perché esiste una maggioranza di persone speciste che sarebbero più cattive e meno sensibili di altre o costituzionalmente votate alla sopraffazione e reificazione del più debole, ma perché, essendosi costituite ed evolute (cultura, società, economia) sulla base di una struttura di siffatto sfruttamento, hanno poi decretato l'inferiorità e l'assoggettamento "scontato", "dovuto" dell'animale non umano e di altri animali umani.
Gli animali non sono sfruttati perché sono inferiori. Ma sono inferiori perché sono sfruttati. E lo sfruttamento non avviene perché le persone sono cattive, ma perché abbiamo conosciuto - e da troppo tempo ormai - solo questo meccanismo di evoluzione sociale. 
La sopraffazione non è una legge di natura. La sopraffazione è la maniera in cui ci siamo evoluti socialmente a partire da un certo momento della storia dell'umanità.

17 commenti:

Martigot ha detto...

Siamo assuefatti. Assuefatti ai panini al prosciutto, al pollo arrosto, agli indumenti in pelle, alla carne in vendita nei supermercati, a pensare che certi animali inevitabilmente diverranno cibo.
Non per cattiveria o insensibilità, nella maggior parte dei casi, ma per abitudine, e pigrizia, andiamo avanti così, perché così ci pare sia sempre stato.
Un'abitudine che ci ha resi ciechi.

Massimo Caccia ha detto...

Pensieri interessanti. Occorre pensare sempre molto bene, prima di far che ingerire qualsiasi cosa.
Buona serata

Maura ha detto...

E' come se girassimo per le strade del mondo con dei paraocchi, non riusciamo a vedere più in là del nostro naso, a volte.
Condivido il parere di Martigot, l'abitudine e la pigrizia uccidono la nostra coscienza...liberiamo le nostre menti da queste catene invisibili!
Buona serata Biancaneve.

Rita ha detto...

@ Martigot

"andiamo avanti così, perché così ci pare sia sempre stato."

Già. Le cose che vanno avanti da tanto, troppo tempo, in un certo senso è come se acquisissero una loro legittimità. E invece tutto, nella cultura, nella società, non è dato una volta per tutte, non è scontato, non è iscritto nel dna della storia dell'umanità.
Un saluto. :-)

Rita ha detto...

@ Massimo

Grazie, mi fa piacere che trovi i miei pensieri interessanti. Sono frutto comunque di letture e confronti. Elaborazioni che poi faccio mie.
Ti consiglio il saggio di Marco Maurizi "Al di là della Natura - gli animali, il capitale e la libertà", dove troverai questi pensieri ancor meglio espressi e molto più articolati. Forse te ne avevo già parlato? La mia memoria ultimamente fa i capricci. ;-)

Rita ha detto...

@ Maura

Buona serata a te, innanzitutto. :-)

Ciò che l'umanità non capisce è che ogni ferita che infligge all'altro (animale o uomo che sia), la infligge a sé stessa.
Le catene con cui imprigioniamo l'altro, finiscono per imprigionare anche noi stessi.
Il brutto è che, anche una volta che si è preso atto di certe distorsioni, poi la gente, come dici tu, comunque per abitudine e pigrizia continua a comportarsi allo stesso modo.
Cambiare ciò che si è incancrenito nel nostro stile di vita è difficilissimo. Si crede erroneamente che possa esistere una sola maniera di stare al mondo, di vivere; da quando nasciamo ci inculcano nellla testa sciocchezze quali la legge del più forte, la vita è una lotta ecc. e finiamo per crederci e per vedere tutto entro una scelta limitata: "mors tua, vita mea", mentre sarebbe molto più interessante incominciare a pensare in termini di "vita tua, vita mea".

Dany ha detto...

Già...l'abitudine.
A casa mia, l'abitudine di mangiar carne è davvero un abitudine. Non esiste giorno della settimana in cui i miei non mangino qualcosa con proteine animali. ragù, pasta all'uovo, carbonara, affettato, formaggio...
Non ricordo una tavola imbandita a casa mia, senza vittime.
Ed è triste. Perchè anche il peggiore dei carnivori, potrebbe mangiare senza uccidere, almeno 1 volta a settimana.

Rita ha detto...

Buongiorno Dani,
capisco il tuo sconforto, anche i miei mangiano carne o comunque proteine animali ogni giorno. Giusto quando vado io a pranzo o a cena da loro (ma accade raramente) allora si adeguano e rinunciano a mettere in tavola cadaveri.
Quello su cui bisogna insistere è far capire alla gente che non è vero che è sempre stato così, che la sopraffazione e l'oppressione non sono leggi di natura (gli animali predatori non opprimono, non sfruttano, non usano, semplicemente si nutrono) e che noi oggi, proprio in questo momento storico, abbiamo la possibilità di smettere tutto questo, di capire che il "male" che facciamo può essere smesso.

Un saluto, buona giornata.

P.S.: ho letto il tuo post sull'asino, animale che adoro anche io, solo che non ho avuto tempo di commentare, poi più tardi passo.

Anonimo ha detto...

Ciao...ottimo spunto di riflessione su quanto la nostra indifferenza e insofferenza verso tutto cio' che riteniamo fuori dal cerchio della nostra considerazione morale sia subdolamente e intimamente seminata ,cresciuta e stratificata a livello sociale e quanto questo sistema antropocentrico stia ribaltando l'umanita' stessa in disumanita' ... siamo accecati dall'egoismo, dall' avidita' , perennemante insoddosfatti, alla ricerca di una felicita' indotta,illusoria,materialmente e artificialmente concepita e costruita per renderci umili servi ciechi di un meccanismo assassino che sfrutta tutto e tutti indiscriminatamente ... vittime e carnefici nell' ignoranza del qualunquismo conformista che tutti ci vuol cosi' perche' cosi' meglio ci sfrutta ... anelli di una catena che tutti ci avvolge ... Solo la consapevolezza ci puo' salvare veramente ... possiamo essere liberi solo se tutti lo sono!

Anonimo ha detto...

Ormai la biologia - "è la legge della natura" - pare diventata l'ultimo rifugio dei pusillanimi. Anche fosse così - ma le cose sono un tantino più complicate...come insegnano gli etologi, oltre all'egoismo tra le varie specie esistono episodi di presa in cura e altruismo - , è forse un comando divino che bisogna chinare il capo di fronte a una fantomatica necessità naturale? Per me questi sono tutti deisti inconsapevoli. E, ripeto, pusillanimi.

Un abbraccio!

Rita ha detto...

Ciao anonimo,
esatto, quella che definiremmo la nostra umanità - ciò che i cattolici, ad esempio, ci tengono tanto a differenziare dall'animalità - in realtà è esattamente ciò che ci rende disumani e ci allontana dalla vera dignità umana.
Sembra che solo uccidendo l'animale (reale, concreto e quello che è in noi) ci si possa elevare al divino (come sostengono sempre alcuni cattolici, ad esempio) e ci si possa evolvere moralmente; mentre è vero il contrario, uccidendo l'altro - ed avendo invece la possibilità di non farlo - ci degradiamo costantemente.
Grazie per il tuo commento. :-)

Rita ha detto...

Ciao Serena,
hai ragione sai, non ci avevo pensato, ma questo chinare la testa di fronte a ciò che appare come una legge immutabile (e comunque non lo è perché, come insegna il caro Marco, la sopraffazione è un costrutto sociale) è esattamente l'atteggiamento che l'uomo ha sempre avuto di fronte al divino.
Anche questo non mettere mai in discussione il progresso, i confini della scienza è atteggiamento che sa molto di fideismo.
La scienza, la ricerca sono diventati dei Moloch cui ogni giorno tributiamo il nostro sangue e quello di vittime indifese.
Un abbraccio a te, e grazie per l'ottima osservazione. :-)
C'è da scriverci un post su questa riflessione, no?

de spin ha detto...

Ciò che dici è verissimo. Da un punto di vista "specista", direi che il mangiare carne dimostra quanto basso sia il livello evolutivo degli esseri umani.
Per assurdo parlare di alimentazione vegana potrebbe anche non essere un discorso etico.
Si potrebbe pure dire che gli animali non c'entrano nulla.

Macchiandosi la bocca di sangue e crudeltà l'essere umano mostra di essere un animale molto stupido. Violentando la propria "umanità", si riduce a vivere nel dolore, nella violenza e nell'ingiustizia.

Ciò che la specie umana fa alle specie animali, lo fa in definitiva a se stessa. La disperazione che gli uomini producono agli animali è la loro propria disperazione, per così dire agita nel gesto quotidiano di nutrirsi. Quel portare qualcosa alla bocca senza pensare e senza guardare, è proprio il segno evidente che "quello" non è un uomo.

Nel regno animale, l'essere umano è l'unico in assoluto che possa definirsi bestia. L'unica razza ad avere fallito.

E mi sembra molto interessante questo spostamento di prospettiva. Continuando a parlare da un punto di vista specista, le vittime appunto sono coloro che in potenza sono esseri umani ma di fatto non lo sono diventati. Sono rimaste bestie inconsapevoli. Non hanno visto la bellezza che li ha circondati ogni istante della loro vita. Se la sono mangiata...

Rita ha detto...

@ Despin

"Macchiandosi la bocca di sangue e crudeltà l'essere umano mostra di essere un animale molto stupido. Violentando la propria "umanità", si riduce a vivere nel dolore, nella violenza e nell'ingiustizia"

Esatto. E non riusciamo a capire che poi in quello stesso dolore, in quella violenza, che ormai l'umanità ha fatto diventare una "legge di natura" ma invece è solo una costruzione culturale e sociale, siamo costretti a viverci tutti.

Molti, con fare cinico e disilluso dicono: "ma l'uomo è cattivo". No. Non è cattivo, solo inconsapevole delle proprie catene in cui ha imprigionato sé stesso e gli altri. Cieco. Incapace di comprendere che potrebbe smettere di fare del male. Nessuno nasce cattivo. Nessuno nasce violento o capace di uccidere, di massacrare, sterminare, torturare, ma poi ti convincono che è giusto farlo, che serve farlo, che tanto se non lo facciamo noi per primo poi qualcun altro lo farà a noi, che rispettare gli animali sia un sentimento da donnicciole.
Chi nell'animale riesce a vedere solo "cibo che cammina" (per citare un personaggio di cui ho parlato recentemente) dimentica l'animale che è dentro di lui e che si sforza a tutti i costi di rimuovere e non capisce che uccidendolo, anziché elevarsi, si degrada sempre più.
Comunque è difficilissimo smuovere la gente dall'idea che l'umanità debba per forza accettare la sopraffazione come legge di natura. L'uomo ha iniziato a schiavizzare sé stesso e gli altri animali per ragioni economiche, antropologiche, sociali e persino religiose ben precise.
Un abbraccio. :-)

Anonimo ha detto...

il vero mostro è chi sa cosa accade nei macelli, ma non se ne preoccupa e si gode la sua bistecca maleodorante.
per quelle persone non riesco ad avere nessun pensiero positivo.

ciao!

Rita ha detto...

Sì, qualche persona particolarmente indifferente alla crudeltà c'è. Io credo però che la maggior parte pensi che non ci si possa fare nulla, che appunto il tutto rientri in una "legge di natura": ossia, così come il leone mangia la gazzella, noi uccidiamo i maiali nei mattatoi. Ora a noi pare ovvio che i due comportamenti non possono essere assimilabili, ma la gente vive di luoghi di comuni, di semplificazioni, si appoggia alle consuetudini e alla "norma" per continuare a giustificare ciò che fa.
Io non voglio giudicare il singolo, ma la società e le sue strutture di dominio, che dobbiamo pensare come un qualcosa da smantellare, che è possibile decostruire ed organizzare in maniera diversa.
Difficile far sentire qualcuno un mostro quando compie ciò che è legalmente e socialmente accettato e considerato "normale". Piuttosto dobbiamo fargli credere che ci sia qualcosa di perverso in ciò che la società reputa accettabile e che di questo meccanismo perverso è vittima anche lui.
Certo, poi di fronte al tizio che ti dice: "a me della sofferenza degli altri non me ne frega nulla", allora lì più che di mostruosità si parla di stronzaggine. :-D

Volpina ha detto...

Guarda, sarebbero ancora capaci di dirti che sei una pazza a considerarli delle vittime perchè loro sono "consapevoli" delle loro scelte, che nessuno gli impone nulla e che loro bla bla bla... tutte cazzate incredibili... dicono di sapere che fanno ma alla fine non riflettono mai... li odio.