lunedì 30 luglio 2012

Sfogo di una notte di mezza estate


Non riesco assolutamente più a sopportare tutti quelli che:

- sono d’accordo, sfruttare gli animali è ingiusto, io sono per un consumo consapevole, mangio la carne solo una volta a settimana e solo rigorosamente biologica

(ma consapevole di che? Del fatto che sei un assassino? E pensi che biologico voglia dire che gli animali sono morti di morte naturale?).

- ah, mi spiace per quei poveri animaletti sai, ma io alla pelliccia di visone non rinuncio.

(questa è no comment!).

- capisco la tua scelta di essere diventato vegano e la rispetto, ma tu devi rispettare la mia di mangiare la carne altrimenti sei un nazista.

(no, io non DEVO proprio nessun rispetto a chi partecipa dello sfruttamento sistematico di migliaia di esseri senzienti al giorno e semmai nazista sarai tu che rimani indifferente - ed anzi vi partecipi pure -  di fronte all’arroganza di chi si arroga il diritto di negare la vita e la libertà alle specie animali diverse dalla propria).

- io sono vegano, ma ritengo che ognuno debba essere libero di fare le proprie scelte, ergo rispetto chi ancora continua a mangiare gli animali, peace and love, bisogna pensare positivo, io sono felice di aver trovato la mia dimensione spirituale in armonia con il creato e sorrido anche a chi ancora non ha trovato la propria strada ecc ecc.. (tutto questo pronunciato con gli occhi spiritati rivolti all’insù).

(bello mio, piacerebbe anche a me pensare positivo, ma mi rimane difficile sorridere a chi ha la bocca piena di cibo insanguinato o sentirmi in pace ed armonia con tutto il creato mentre intorno a me migliaia di animali continuano a soffrire e a morire, persino in questo preciso momento).

- ah, mi spiace proprio per te, ma devo proprio dirtelo, mi sono appena pappato un bel panino con la porchetta (rigorosamente pronunciato con sguardo fiero e petto in fuori).

(imbecille, non è certo per me che devi dispiacerti, non sono io la vittima offesa ma i miliardi di animali che muoiono ogni giorno per finire dentro al tuo squallido panino con la porchetta).

- sono vegetariano-pescetariano. (wow, che figata!)

(no, togli quel vegetariano. Se mangi pesce non sei vegetariano. Capisco che tu voglia dire anche vegetariano perché credi sia figo, ma invece di pensare ad essere figo, pensa piuttosto al fatto che sì, anche i pesci sono animali e sì, anche loro soffrono quando vengono pescati e poi uccisi nelle maniere più atroci, spesso spellati o messi a bollire (nel caso dei crostacei) quando sono ancora vivi).

- ho mangiato un pezzetto di carne, ma solo un pezzetto piccolo piccolo eh... (pronunciato con senso di colpa!).

(sì, ma l’animale è stato ucciso ugualmente, pure se ne hai mangiato un pezzetto piccolo piccolo e, per inciso, l’animale non sa che farsene del tuo senso di colpa).

- anche io amo e rispetto gli animali, però l’estremismo dei vegetariani/vegani non lo capisco proprio (pronunciato con tono di indubbia ragionevolezza).

(a me rimane un po’ difficile capire come invece si possa asserire con tanto candore di amare gli animali ed al contempo mangiarli, ma tant’è...).

- ah, sì, il maiale è un animale proprio carino e simpatico, ma quant’è ‘bbbbono però!

(eh sì, pure tu sei tanto carino e simpatico, ma quanto sei stronzo però!).

- ho cucinato l’agnello, sai, per tradizione...

(caro amico, senti a me, fidati, tradizione non è sinonimo di “valore positivo”; esistono tradizioni che sarebbe meglio abbandonare, meglio per tutti, credimi).

- ah, sei vegana? E che mangi? Carne no, pesce no, formaggi no, uova no, dunque mangi solo solo insalata? (domanda posta con l’aria preoccupatissima di chi crede che io stia lì lì per svenire dalla fame).

(ehhmmm... mi imbarazza sempre rispondere a questa domanda perché non vorrei mai dubitare dell’intelligenza e perspicacia del mio interlocutore, eppure... insomma, caro amico, navighi tutto il giorno su internet, hai due lauree, hai letto un sacco di libri, hai girato mezzo mondo, possibile che tu non abbia mai sentito nominare parole come: cereali, legumi, frutta, ortaggi? Possibile che tu non sappia che le proteine animali possono essere sostituite da quelle vegetali? Mai sentito parlare di seitan? E di tofu? Di soia invece? Insomma, posso capire che mia madre non sappia cosa sia il seitan, ma persino lei ci arriva a capire che oltre gli animali ci sono tantissime altre alternative in natura; e comunque... informarsi nell’era di internet è davvero a portata di... clic!).

- ah... ho capito, e per secondo cosa mangi?
 
(no comment!).

- e quando vai fuori come fai? 

(quando vado fuori digiuno! In fondo sai, trovare dei legumi e della pasta è veramente trooooooppo difficile... ).

- ma dai, mangiti un pezzettino di salame, ma che ti fa? Mica ti succede niente, sai!

(per l’ennesima volta, lo so bene che a ME non succederebbe niente, peccato però che un animale sia stato ucciso per ottenere quella fettina di salame ed è perché considero questo fatto riprovevole che mi rifiuto di mettere in bocca pezzi di animali morti).

- ‘bbbbono il pollo arrosto... non sai quello che ti perdi! 

(veramente lo so, prima lo mangiavo anche io il pollo arrosto e mi piaceva anche molto, solo che ad un certo punto ho aperto gli occhi su cosa significhi DAVVERO mangiare un pollo ed ha smesso all'istante di piacermi).

- ho visto che prendi il gelato di soia, intollerante al latte anche tu? 

(no, intollerante alla violenza!*).

- vegana? Vuoi dimagrire? 

(no, non voglio mangiare animali. E comunque, caro amico, sappi che mangiare tutti quei grassi animali di certo non ti aiuterà a mantenere il peso forma).

- ah, ma sarebbero morti comunque... 

(no, non sarebbero morti comunque... non così presto almeno, non uccisi dall’uomo in quel preciso momento per finire su questo preciso piatto).

- ah, ma pensa che tanto tutti quei vitelli non sarebbero nemmeno mai nati.

(appunto, non dovevano nascere perché la loro, dentro una gabbia, è una non-vita).

- sei troppo sensibile, sai, la vita è crudele, prima o poi tutti dobbiamo morire ed il dolore presto o tardi non risparmia nessuno (pronunciata con il tono di chi è convinto di aver appena rivelato un'inconfutabile verità filosofica).

(comunque, caro amico, la vita non è crudele, la crudeltà appartiene semmai ad una società che ha fatto del vivente merce di consumo; il dolore esiste ed è ineliminabile in natura, ma proprio per questo non aggiungiamone altro a quello che già dovremo affrontare; e sì, tutti dobbiamo morire, magari di morte naturale, o a causa di un incidente, per malattia, ma almeno fino a quel momento lasciamo che ognuno, animali compresi, viva da libero la propria esistenza. Ah, caro amico, forse non lo sai, ma uccidere NON è uguale a morire. Il significato dei due termini è un tantino diverso).

- (detto da un vegano): se avessi un figlio forse gli farei mangiare la carne altrimenti poi - una volta cresciuto vegano - non potrebbe più riuscire a mangiarla. 

(beh, ma perché dovrebbe essere un problema che tuo figlio non potrà più mangiare la carne? Mica è un valore mangiare la carne. Anche perché, seguendo questo ragionamento, allora non dovresti insegnare a tuo figlio nemmeno a non rubare, a rispettare il prossimo, a non uccidere ecc. perché poi, una volta educato in questa maniera, dopo gli potrebbe tornare difficile comportarsi altrimenti e trasformarsi in un delinquente. L'educazione al rispetto per ogni essere senziente è un valore, mica una disgrazia).

E, last but not least, a grandissima richiesta (tutututummm tuttuuttummm, rullo di tamburi).

- io non sopporto gli animalisti: si commuovono per un cane morto e poi rimangono indifferenti di fronte alle immagini dei bambini che muoiono di fame in Africa.
con variante

- beh, prima di pensare agli animali, pensiamo ai bambini che muoiono di fame in Africa

(caro amico, innanzitutto se davvero tutti quelli che tirano fuori ogni due per tre la tragedia dei bambini che muoiono di fame in Africa, ci pensassero veramente, a questi bambini, da mo’ che questi bambini avrebbero ormai la pancia piena, secondo poi non è che pensare agli animali, nello specifico magari portare da mangiare ad un gattino affamato, soccorrere un cane ferito o diventare vegani, impedisce di pensare pure a tutte le altre tragedie del mondo o porta via chissà quale tempo da dedicare eventualmente al volontariato: scegliere di mettere nel piatto la fettina di seitan invece di quella di vitello ruba esattamente lo stesso lasso di tempo, forse anche meno; inoltre caro amico, faresti bene ad informarti perché con tutti quei cereali destinati ad ingrassare gli animali che poi finiranno nei piatti della gente che di cibo ne ha anche troppo, ci si potrebbero sfamare esattamente tutti quei bambini che muoiono di fame in Africa). 

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E voi, ne avete qualcun’altra da aggiungere? 

Mi spiace se qualcuno leggendomi possa essersi offeso... ma, come da titolo, questo è uno sfogo... è che davvero non se ne può più di sentirsi dire tutti i giorni una sfilza di idiozie tali da sembrare fabbricate in serie. 

*(questa non è mia, ma quando l'ho sentita mi è piaciuta così tanto che l'ho fatta mia).

14 commenti:

alpexex ha detto...

personalmente trovo aberrante l'allevamento. lo sfruttamento in genere. chiaramente nella lotta allo sfruttamento, ogni particolarismo e' una perdita nella compattezza del fronte. quindi qualsiasi posizione particolare che divida, in genere con desinenza in ismo, la guardo con tristezza.

Rita ha detto...

Alpexex, sai che non l'ho capito questo tuo commento? Non per fare polemica, ma non mi è chiaro quello che vuoi dire.

Personalmente non ho nulla contro gli -ismi solo perché sono -ismi (altrimenti, detto così, sembra che debba esserci un pregiudizio verso gli -ismi), quello che conta è la radice del termine, quello che viene prima insomma, non la desinenza. :-D

Illuminismo è un bellissimo termine, per dire.

Allora dovrei guardare con sospetto all'antspecismo perché finisce in -ismo?

Lo sfruttamento degli animali invece, secondo me, va declinato in ogni suo "particolarismo", è necessario che lo sia perché tante, infinite, subdole e sotterranee sono le forme attraverso cui si esplica.
Così come tanti sono i "particolarismi" attraverso cui si può combattere. A volte specificare è meglio.
Comunque quello che non ho capito è se stai criticando qualcosa che ho scritto io o la tua è una posizione più generale. ;-)
(scusami eh, il caldo mi sa che mi addormenta i neuroni). :-D
Buona giornata.

de spin ha detto...

Aggiungerei il silenzio.

Le persone cioè che hanno capito in tutto e per tutto le motivazioni, ma comunque continuano a mangiare gli animali. Senza nessuna spiegazione.

Quelli che ti danno ragione su tutto, ma proprio su tutto, e poi passano ad un altro discorso.Il passaggio dalla teoria alla pratica non è per loro nemmeno preso in considerazione. Le rivedi il giorno seguente con il medesimo panino col salame, che ti sorridono e ti salutano come niente fosse.

Conosco molte persone così. Sopratutto persone di cultura medio-alta, sensibili ed informate. Sanno tutto, magari sono anche degli artisti scrittori musicisti e quant'altro.

L'intelligenza e la sensibilità sono attributi che, parlando con queste persone, non esiteresti ad attribuire loro. Eppure continuano a comportarsi da feroci assassini, alla pari del contadino analfabeta.

Il fatto che queste persone non diventino vegane mi scoraggia enormemente. Sono loro che dovrebbero dare il contributo: i colti, gli intellettuali, gli artisti.

Intellettuali, artisti, che ve ne state in silenzio e continuate a massacrare usare e mangiare gli animali, vi chiedo: ma cos'è che vi manca?

La testa vi funziona. La sensibilità per creare opere d'arte l'avete. Cosa vi manca, signore e signori dotti ed istruiti?

Rita ha detto...

Esatto De Spin,
potrei averlo scritto io questo tuo commento tanto mi trovo a pormi le stesse identiche domande.
Anche io conosco tantissime persone colte, istruite, curiose, informate, creative, bravissime persone, persone che, come dici tu, non esiterei a definire sensibili ed intelligenti e che poi, per giunta, si ritrovano a darmi ragione in tutto e per tutto, ma intanto niente... non ce la fanno nemmeno a prendere in considerazione l'idea di provare almeno - dico almeno provare, una settimana, che so, un mese, tanto per vedere come va - ad abbandonare il consumo di animali.

Io penso che la gente abbia una paura tremenda di abbandonare le proprie abitudini, anche quelle perfino dannose per la loro salute (figuriamoci poi quelle che sono volte ad un interesse superiore come la liberazione degli animali) perché ormai sono talmente radicate e strutturate in loro che hanno paura di perdere una parte consistente di loro stesse. Forse sono persone che non hanno una grande personalità, a dispetto dell'apparenza, se sentono tanto il bisogno di legarsi ad abitudini e tradizioni. Non hanno un loro centro, una piena consapevolezza di loro stesse e delle loro potenzialità. O forse è solo pigrizia, egoismo, inerzia... rassegnazione, accettazione... boh. Paura di essere giudicati, di sentirsi "diversi", di non venire più accettate... mah, vai a capire.

de spin ha detto...

Il problema penso sia proprio la personalità. La maschera che hanno ereditato da chi li ha messi al mondo e poi "istruiti".

Di solito queste persone hanno una grande personalità. Appunto. Vedono le cose con il filtro della personalità, senza riuscire a vedere la realtà.

Per amare e rispettare gli animali non occorre avere una personalità. Basta vedere. Sentire. Essere. Non occorre essere qualcuno. Basta essere nessuno.

Volpina ha detto...

Al punto numero uno, quando sento quelle cose, mi viene da mandarli affanculo... è vero, comunque che sia un consumo consapevole, quello tanto di cappello, MA, non sopporto quelli che lo dicono subito dopo aver affermato di essere contro lo sfruttamento... cioè, ma sei deficiente o cosa? Ti senti quando parli?

Al punto numero due si parte con un pugno sui denti. E via.

La numero 3 è senza senso... vedendolo dal lemma, da quando i vegani sono una nazione(Ma MAGARI CAZZO!)? Vedendolo dal significato universamente conosciuti, i nazisti ammazzavano violentavano e disprezzavano la vita. Quindi sono l'esatto opposto di un vegano serio.
E poi vaffanculo, veramente.

Anche io "rispetto" chi mangia carne, ovvero, penso che sia un pover'uomo che non ha ancora avuto la capacità di aprire gli occhi, e ne provo pena... cerco di spiegargli come e perchè dovrebbe cambiare, ma di certo non posso spezzargli le braccine...
Per cui si, sono costretta a "rispettare"...


Chi mi dice "Ah mi spiace, ma io mi sono appena mangiato della carne" vorrei proprio fargli notare la sua immensa stupidità... hai ragione, e anche io lo faccio, glielo dico....

I pescitariani per me sono carnivori. FINE.




La questione della tradizione mi fa venire voglia di bestemmiare...
E anche chi crede che i vegani non mangino nulla....
O che abbiano difficoltà fuori.Ma come si fa?


ODDIO!!! Quando iniziano a dirti "mangiane un pezzettino" Che schifo!!! DIO SANTO che schifo... non si rendono conto che quella è carne putrida e morta?


E non ti hanno mai detto che DIO HA MESSO GLI ANIMALI IN TERRA PERCHé L'UOMO LI MANGIASSE???? Mai? Io spesso lo sento dai preti...
poi si chiedono perchè non vada in Chiesa... mah!

Bellissimo post come sempre Biancaneve!!!

Rita ha detto...

@ Volpina

"E non ti hanno mai detto che DIO HA MESSO GLI ANIMALI IN TERRA PERCHé L'UOMO LI MANGIASSE???? Mai? Io spesso lo sento dai preti...
poi si chiedono perchè non vada in Chiesa... mah!"

Io con i preti ho smesso di parlarci tanto tempo fa. :-D

Riguardo al rispetto, certo, anche io porto rispetto a tutti, carnivori compresi, in senso fisico, mica li picchio, però non li rispetto in senso di stima, apprezzamento ecc.

Bacioni.

Rita ha detto...

@ De Spin

Se per personalità si intendono tutte quelle sovrastrutture culturali e sociali di cui ci imbevono il cervello da quando nasciamo, sono d'accordo con te, meglio essere nessuno. Del resto mi sembra, se non ricordo male, che il termine "persona" significasse proprio "maschera" originariamente, dal greco. O forse era il contrario? Ossia maschera significava persona.

Personalità invece intesa nell'accezione diffusa oggi, ossia di individuo che ci tiene a coltivare il proprio carattere senza seguire mode, costumi, comportamenti massificati allora forse può avere un che di positivo.
Ad ogni modo sono d'accordo con te che per amare e rispettare gli animali quello che serve è soprattutto la sensibilità e l'empatia. E la voglia di conoscere, informarsi, di guardare oltre il proprio naso. Sentire, guardare, appunto.
Un abbraccio.

de spin ha detto...

@Biancaneve

più che di personalità, allora, parlerei in quel caso di consapevolezza. Persona in greco antico significava maschera. Gli attori delle tragedie indossavano queste maschere per recitare, appunto, i personaggi.

Quello dico che qualcuno è una bella persona, è proprio perchè mi sembra non ce l'abbia, la persona/maschera.

Un abbraccio a te

Massimo Villivà ha detto...

Io penso che il motivo per cui persone essenzialmente d'accordo su tutto questo discorso, continuano a mangiare carne, si a essenzialmente pigrizia. E basta.
Troppo sbattimento cercare alimenti alternativi. La carne, ricordiamocelo, è uno degli alimenti più veloci da procurarsi, consumare e cucinare.

Rita ha detto...

Ciao Massimo,
sì, il fattore pigrizia un po' può influire, però oggi non è difficile trovare alimenti alternativi, i burgher e le cotolette di soia si trovano in qualsiasi supermercato, anche nei discount ormai, così come il seitan. Secondo me è più paura di dover rinunciare a sapori cui si è abituati, paura di perdere una parte del proprio sé. E poi credo anche che ci sia il fattore "convivialità", tanta gente pensa che diventando veg non possa più partecipare a serate conviviali tra amici, ma non è affatto vero, anche perché fortunatamente in Italia usa parecchio andare in pizzeria o farsi degli spaghetti, la pasta... non è come in America che hanno la tradizione del barbecue. Io a queste persone dico che dovrebbero almeno provare, almeno una settimana, un mese a mangiare veg e poi si accorgeranno che non è difficile.
E comunque dai, se davvero sei convinto che lo sfruttamento degli animali sia una cosa ignobile e debba finire, alla fine la volontà per dare il tuo contributo in prima persona e per affrancarti da questo sistema di morte lo trovi.

Volpina ha detto...

Eh anche io fatico a stimarli e ad apprezzarli...

Martigot ha detto...

Direi che a me quello che più dà fastidio sono quelli che tirano fuori come termine di paragone la gente, e in particolare i bambini, che muoiono di fame, o che comunque vivono condizioni molto difficili.
E spesso te lo dicono anche con una certa "arroganza intellettuale", compatendoti quasi per le tue preoccupazioni animaliste, ai loro occhi un capriccio sentimentale di nessuna utilità.
Con queste persone c'è poco da fare. Non riusciranno mai a mettere sullo stesso piano le sofferenze animali e umane. Che è invece ciò che faccio io. Temo siano proprio due visioni diverse del mondo e dei suoi abitanti.
Essere animalisti non significa, almeno per me, infischiarsene delle tragedie dei propri simili.
Vuol dire allargare la propria compassione anche alle altre specie, che spesso sono alla totale mercé degli esseri umani, assolutamente indifesi.
Le persone almeno hanno la propria voce per quantomeno farsi sentire, hanno organizzazioni, governi. Gli animali non hanno nulla di tutto ciò e se non ci fosse gente che lotta per la loro dignità sarebbero ancora più soli e abbandonati a destini terribili.

Rita ha detto...

Cara Martigot, hai proprio ragione, anche a me forse, tra tutte, questa è l'osservazione che più mi dà fastidio. Ed è verissimo, te lo dicono sempre con arroganza intellettuale, compatendoti, commiserandoti, come se fossi un povero inetto, un idiota, uno che non sa fare la differenza tra "le cose della vita che contano, quelle davvero serie" e poi le "piccolezze" (eh sì, per loro cosa vuoi che sia un vitellino che si dispera perché è stato appena separato dalla madre o un maiale che urla disperato perché sta per essere macellato?).
Soprattutto, domando, come si può arginare così arbitrariamente la compassione, il sentimento e l'empatia? Trovo che abbia un che di nevrotico, la nevrosi tipica della società ovviamente, che indirizza ed incanala le proprie pulsioni e sentimenti, ne rimuove alcune, ne suscita altre, tutto a comando ovviamente.
Ciao carissima, un abbraccio. :-)