martedì 23 ottobre 2012

L'antispecismo per strada, in mezzo alla gente: impressioni di una domenica trascorsa a presidiare contro un circo



Ieri ho partecipato al mio primo presidio contro il circo, organizzato da Per Animalia Veritas (che ringrazio!) e tenutosi a Marino (RM), dove appunto dal 18 al 23 ottobre staziona il circo Orfei (uno dei tanti Orfei, ma quanti sono?). Abbiamo cercato di distribuire materiale informativo lungo il perimetro antistante il piazzale dove è piazzato il tendone, con annessa biglietteria, camion contenenti i vari animali e di tutto un po’. Inoltre sono stati posizionati cartelloni con foto che mostrano la vera realtà di quello che avviene dietro le quinte dello “spettacolo” circense, ossia animali tenuti dentro gabbie e recinti piccolissimi e costretti a subire i vari tipi di addestramento al fine di eseguire determinati numeri che dovrebbero sollazzare il pubblico (composto per lo più da bambini ignari e da genitori inconsapevoli o indifferenti al maltrattamento degli animali).
Per avere un’idea più precisa della maniera in cui vengono addestrati gli animali (leoni, tigri, elefanti, cammelli, giraffe, scimmie ed altro) nei circhi vi consiglio di leggere questo articolo ben documentato.
Devo dire che è stata una giornata altamente istruttiva (anche se triste, vedere ad esempio un leone completamente rassegnato e palesemente depresso adagiato su una piccola porzione di asfalto racchiusa da un recinto metallico non mi ha fatto bene. Lo sguardo di quel leone è in grado di esprimere tutto lo strazio di anni ed anni di prigionia, percosse ed umiliazioni con molta più eloquenza di quanto mille parole spese sull’argomento potrebbero mai raggiungere) perché mi sono resa conto che interloquire con le persone è davvero un compito molto difficile e frustrante.
Scrivere di antispecismo al computer è cosa che mi riesce abbastanza bene: ho idee piuttosto chiare, affronto uno o pochi argomenti per volta, ho tutto il tempo di scegliere le parole adatte e soprattutto non ho un contraddittorio diretto, di fronte a me nel momento in cui scrivo, intendo; poi certo, qui chi legge può lasciare un commento, farmi domande, criticare le mie idee, ma di nuovo ho poi tutto il tempo di rispondere ed argomentare nella maniera che reputo più efficace.
Chi ha fatto e fa attivismo sa invece che l’incontro/scontro con l’altro è tutto un altro paio di maniche; c’è chi si dispone ad ascoltare, chi tira dritto senza nemmeno guardarti negli occhi, ma c’è anche chi risponde o palesemente ti scoppia a ridere in faccia (se non peggio, qualcuno insulta anche infatti).
Dunque, le persone che ho fermato ieri, genitori con bambini soprattutto, ma anche coppie di giovani ragazzi e qualche nonno con nipotini, le ho suddivise in varie categorie: la prima, quella di chi va di fretta, pensa che gli vuoi vendere qualcosa o dare qualche depliant pubblicitario e quindi prende al volo l’opuscolo informativo, ma senza nemmeno domandarsi che cosa gli stai dando perché comunque mentre gli parli non ti ascolta, si vede chiaramente dallo sguardo assente che fa scivolare in maniera indifferente su di te; suppongo che fatto qualche passo getterà l’opuscolo direttamente a terra o nel primo cestino che gli capita sotto mano; la seconda, questa:

Io - scusi, lei sa cosa sta andando a vedere esattamente? Sa come vengono addestrati gli animali a compiere i vari numeri cui assisterete tra poco? Sa che genere di vita sono costretti a sopportare questi poveri animali?
 
Signora/e - Lo so, lo so...

Io - ah, lo sa. E perché ci va allora? 

Signora/e- eh, ormai sto qua, l’ho promesso al bambino.

Poi ci sono quelli che:

Io - (come sopra: le domande sono sempre le stesse: sapete come vengono addestrati gli animali ecc.?)

Signora/e - Non lo so e non lo voglio sapere, non mi interessa (con varianti: non me ne frega niente, non mi importa, pensate agli esseri umani piuttosto, ai bambini che muoiono di fame ecc. ecc.).

Io - ma come, non le importa di sapere che là dentro ci sono animali maltrattati?

Signora/e - no, non mi interessa.

E poi quelli, i casi più difficili (con una signora, io ed un’altra ragazza abbiamo parlato per dieci minuti buoni):

Io - (sempre come sopra)

Signora/e - quello che fate non serve a niente perché tanto questi animali non potranno mai essere rimessi in libertà, sono nati in cattività e in cattività moriranno, la savana nemmeno l’hanno mai vista.

Io - purtroppo questo è vero, ma, a parte che li si potrebbe sempre liberare all’interno di un parco protetto e gestito da volontari dove comunque vivrebbero in condizioni migliori e soprattutto non sarebbero più costretti ad esibirsi e ad eseguire esercizi ridicoli, comunque sia noi cerchiamo di sensibilizzare affinché sempre più gente sappia cosa avviene e sia sempre meno disposta a pagare per assistere a questi spettacoli. Sicuramente non convinceremo oggi molte di queste persone a non entrare al circo, ma magari alcune di loro la prossima volta, dopo aver saputo, decideranno di non portarci più i loro bambini. Magari tra qualche anno nessuno vorrà più vedere circhi con animali e quindi non ci saranno più animali prigionieri dei circensi.

Signora/e - ma non cambia niente comunque, ci saranno comunque gli zoo e i macelli ecc. ecc.

Io - eh, ma infatti noi lottiamo per porre fine a tutte queste forme di prigionia e maltrattamento...

Signora/e - ma non ci riuscirete mai, gli animali sono sfruttati da sempre e sempre saranno sfruttati, il mondo va così...

Io - il mondo va così perché la gente si rassegna a che vada così. Se intanto ci dessimo da fare tutti per abolire via via tutte queste forme di sfruttamento...

Signora/e - ma lo sfruttamento è troppo generale, sono tantissimi i settori, non serve a nulla che voi state qua oggi, io vi rispetto ed ammiro, ma state perdendo il vostro tempo. 

Io - Ma, io non la vedo in questa maniera, comunque lei che fa, ci va al circo oggi?

Signora/e - eccerto, ci porto la bambina, ormai gliel’ho promesso...

E poi c’è chi:

Io - (sempre stesse domande per approcciare le varie famiglie)

Signora/e - i vostri metodi non mi piacciono, fate vedere queste foto di animali maltrattati, i bambini si spaventano, non è giusto che vedano queste orribili foto, guardi mio figlio come si è rattristato, pensa che noi lo stiamo portando ad assistere a un massacro invece che ad uno spettacolo divertente!

Io - eh, ma infatti signora guardi che proprio di questo si tratta, si tratta di uno spettacolo che per essere realizzato comporta il fatto che venga esercitata violenza sugli animali e credo che i bambini debbano conoscere la verità, debbano sapere che gli animali al circo non si divertono affatto! Mi spiace se si spaventano, ma non siamo noi a spaventarli, è il circo con animali ad essere mostruoso!

Signora/e - ma il bambino è troppo piccolo per capire, è inutile che gli si dica che gli animali soffrono.

Io - ma scusi, ma perché portarcelo? Forse è piccolo per comprendere le varie tecniche di addestramento e ancora troppo piccolo per parlargli della violenza che avviene nel mondo sui più deboli ad opera di chi è più forte, ma il rispetto dell’altro si impara sin da piccoli; portandolo al circo lei non lo sta educando al rispetto, ma all’assuefazione della violenza e del maltrattamento sugli animali.

Signora/e - mio figlio lo educo come mi pare a me! 

Io - bene, lo educhi alle menzogne e alla violenza allora! Contenta lei!

E poi ci sono stati quelli che hanno gettato a terra gli opuscoli informativi con fare stizzito ed indignato, come se gli avessimo messo in mano chissà quale porcheria. Quelli che sfottevano e ridevano, quelli che hanno detto che ci sono cose più importanti cui pensare, quelli che pensano che noi ci inventiamo tutto, che le foto sono finte, che in realtà gli animali nei circhi sono trattati bene e vivono felici e contenti (il leone contento di saltare da uno sgabello all’altro allo schioccar della frusta, l’elefante felice di sedersi su uno sgabello come fosse un essere umano, l’ippopotamo gioioso di eseguire chissà quale numero e di essere addobbato con tanti lustrini e pennacchi; eppure gli sguardi del leone e dell’elefante li ho visti... e non mi sembravano proprio tanto felici).
In generale l’idea che mi sono fatta è che tante persone proprio non si pongano il problema di quello che avviene dietro le quinte, per loro esiste solo il momento dello spettacolo e quello che conta è far vedere tutti questi animali “esotici” dal vivo ai bambini; poi mi è parso che ci sia grande indifferenza, una grande ottusità mentale, un muro immenso di menefreghismo senza alcuna possibilità di aprirci una qualche minima breccia, una scorza durissima di certezze, luoghi comuni, pregiudizi, ignoranza senza che ci sia la purché minima possibilità di scalfirla.
La categoria maggiore era rappresentata da quelli che ammettevano di sapere cosa avviene, di sapere, eppure avevano lo stesso una gran fretta di entrare. Facevano pure l’espressione rattristata per qualche secondo, ammettevano che era una cosa terribile, ma entravano lo stesso. Per non deludere il bambino.
Ed è così che poi si educano i bambini allo spettacolo della violenza, della sopraffazione del più forte sul più debole, dell’umiliazione dell’altro sol perché diverso. E mi son fatta anche una mezza idea che per tanti vedere la maestosità del leone o della tigre piegata ed umiliata a suon di schiocco di frusta debba essere una specie di insana rivincita, una rivalsa perversa dell’animo per cui la propria piccolezza e limitatezza ha come l’illusione di espandersi e di farsi grande nel momento in cui la grandiosità animale piega le testa ed appare finalmente domata. Dev’essere che tanti di noi sono così talmente assuefatti all’idea delle gabbie - fisiche e mentali, le gabbie delle sovrastrutture sociali, della cultura, della religione, delle varie ingannevoli mitologie  - da riuscirgli quasi insopportabile il pensiero di una natura animale indomita, libera e selvaggia e quindi provano forse un sotterraneo, nascosto e privato piacere nel vedere lo spettacolo della tigre umiliata a saltare nel cerchio di fuoco o del leone agghindato come un peluche. Altrimenti non saprei in quale altro modo spiegarmi i sorrisetti maligni di tanti genitori, i risolini sprezzanti di fronte ai nostri sguardi corrucciati mentre parlavamo dei terribili metodi di addestramento.
Poche famiglie, anche dietro volontà dei bambini cui gli è stato spiegato cosa vien fatto agli animali e come vengono costretti a vivere, hanno deciso di tornare indietro, hanno rinunciato ad entrare.

Un’altra idea che mi sono fatta è che questi opuscoli informativi andrebbero distribuiti nei giorni prima dello spettacolo perché è ovvio che il giorno stesso poi i genitori, per non deludere i bambini, per non volergli spiegare, comunque entreranno. Certo, è anche necessario d’altra parte essere presenti a questi eventi perché più volantini si distribuiranno, più si informa, più magari la volta successiva queste persone potranno decidere di non andarci più. Comunque sia, in ognuno dei casi, fare attivismo in questa maniera è certamente molto più faticoso di stare qui a scrivere, faticoso mentalmente intendo, proprio perché frustrante, ma anche tanto tanto istruttivo perché ci si rende meglio conto di che mondo c’è la fuori, di quale tipologia di persone è più aperta e sensibile all’argomento e di quale invece completamente chiusa, restia ad ogni tipo di confronto ed informazione. È che a volte, diffondendo le idee antispeciste sempre tramite i blog o altri social network, comunicando e confrontandosi sempre tramite internet, si rischia di perdere di vista la realtà del mondo fuori, cioè una realtà fatta perlopiù di persone ignare - o, nella migliore delle ipotesi, indifferenti - dello sfruttamento degli animali. Scendere in strada, fermare la gente, fargli domande, parlarci invece dà il metro di quale immenso lavoro ci sia ancora da fare per diffondere l’antispecismo e per fare in modo che sia sempre meno quell’idea astrusa che ai più deve sembrare al momento.
Con questo non intendo affatto sminuire il lavoro di chi scrive e basta, ma solo porre l’accento sulla necessità che abbiamo, noi antispecisti, di unirci e di cooperare anche con l’attivismo vero e proprio, qualsiasi sia la maniera di intenderlo (presidi, manifestazioni, volantinaggio, liberazioni, volontariato per aiutare animali in difficoltà).
Non è vero, come ha detto quella signora, che tanto sarà tutto inutile. Ogni contributo è prezioso! 

24 commenti:

Anonimo ha detto...

Il circo non mi piace , non mi è mai piaciuto nemmeno da bambina quando non sapevo ancora dei maltrattamenti e metodi di addestramento.
Lodevole il tuo impegno

Rita ha detto...

Ciao Artemisia,
a me purtroppo da piccola piaceva andarci proprio perché mi piacevano tanto gli animali, ma ovviamente non sapevo e nessuno mi aveva spiegato come venissero addestrati, né potevo essere in grado di capire che gli animali devono stare liberi nei loro habitat, all'epoca non si parlava di queste cose, non c'era nemmeno internet; per questo è importante dirlo ai bambini, andrebbero fatte campagne di sensibilizzazione nelle scuole e invece pare che addirittura alcune ce li portino proprio. :-(

Martigot ha detto...

L'ultima volta che sono andata al circo ci andai con la mia classe delle elementari, e non ne ho un preciso ricordo, se non un profumino di pop corn e il buio che c'era fuori quando siamo usciti.
Io credo che gli spettacoli con animali siano destinati a scomparire, è vero che purtroppo sono parte della tradizione del circo, ma mi pare che negli ultimi anni si dia sempre più spazio ad altri tipi di esibizioni, insomma, anche il circo si evolve e si adatta ai tempi.
Io se avessi un bambino penso che ce lo porterei, perché comunque il circo, specie ai loro occhi, ha qualcosa di magico, il tendone, quel profumino di pop corn che ricordo io, i lustrini, eccetera. Naturalmente gli farei una bella testa sul fatto che utilizzare gli animali per il nostro divertimento è sbagliato.

Io ho deciso di entrare nell'Enpa qui a Milano, così spero di poter fare qualcosa di concreto. Perché amo occuparmi degli animali, e come dici tu un conto è scrivere e "filosofeggiare" sull'argomento, che va benissimo e può avere la sua importanza, ma è vero che l'azione sul campo, per quanto difficile e frustrante possa essere è qualcosa di più concreto.
Altrimenti si dà implicitamente ragione a quelle persone che ti hanno detto, eh, ma tanto anche se gli animali non verranno più utilizzati nei circhi verranno sempre comunque sfruttati in tanti altri settori. Vero, ma intanto cerchiamo di vincere le battaglie più abbordabili, poi verrà anche il resto.
Vivere indifferenti è comodo, ma anche un po' inutile, o no?

Rita ha detto...

Ciao Martigot,
penso che bisognerebbe insistere nel far comprendere alla gente che esistono anche circhi senza animali, ugualmente spettacolari e divertenti, pieni di lustrini e con tutta quell'atmosfera magica di cui parli tu.
Scusa, ma come fai a dire che porteresti tuo figlio al circo, sapendo che andresti a dare soldi a gente che sfrutta gli animali?
Ma hai letto l'articolo di cui ho messo il link in cui è spiegato come vengono addestrati gli animali? Ma a me farebbero una pena incredibile, mi si strazierebbe il cuore, ma come potrei fingere di ridere per illudere mio figlio che sia divertente? No, su questa cosa non sono d'accordo; sarebbe come comprargli la carne e poi dirgli che però gli animali sono sfruttati ed è sbagliato farlo. I bambini sono ricettivi ed imparano più dagli esempi che non dalle parole. Alla fine gli daresti un messaggio contorto dicendogli che è sbagliato sfruttare gli animali, che devono essere liberi e poi però lo porti a divertirsi guardandoli.
Tante mamme l'altro giorno, pur consapevoli dell'orrore che è dietro le quinte dei circhi, hanno scelto di portarci i loro figli forse per le motivazioni che hai detto tu, ma in questa maniera il messaggio che ricevono i circensi è che i circhi con animali piacciono, che attirano gente e continueranno quindi ad esserci. Portare un bimbo al circo con animali è finanziare e supportare lo sfruttamento degli animali.
Piuttosto sarebbe, come ho scritto sopra, opportuno cercare circhi senza animali e andare a vedere quelli, non credi?
Ciò che piace ai bambini sono appunto i pagliacci, i trapezisti, le luci, la musica, il tendone, i lustrini, non credo che rimpiangerebbero gli animali, soprattutto oggi che c'è molta più possibilità di viaggiare rispetto ad un tempo e di vederli liberi in natura.
Il circo non deve essere abolito, è l'uso degli animali nel circo che va abolito.
E per arrivare a questo bisogna far capire che tutto si gioca a livello di responsabilità personale e del comune che ospita il circo. Se le famiglie non ci portassero i bambini e chiedessero il circo senza animali, idem se i comuni decidessero di non ospitare più i circhi con animali, alla fine i circensi si adeguerebbero. Invece continuano a tenere animali come tigri, leoni, elefanti (ma te lo immagini lo strazio di questi animali costretti a viaggiare per per ore ed ore dentro i furgoni, poi costretti ad esibirsi, a sentire musica assordante, risate, rumori del traffico... una roba che a me è venuto il mal di testa solo a passarci un pomeriggio, pensa queste povere creature...) proprio perché c'è gente che ci porta i bambini.
Martigot, ti prego, rifletti su quello che hai detto. Portare un bimbo al circo, e poi dirgli che però è sbagliato usare animali per il nostro divertimento è un paradosso. Se è sbagliato, non ci si va, punto; altrimenti tutto diventa predicabile.
Ripeto, l'atmosfera magica, i lustrini, l'odore di popcorn lo troveresti anche nei circhi senza animali, anzi, probabilmente sono mille volte più colorati e variopinti.
Sul resto siamo d'accordo, bisogna affrontare battaglia per battaglia, pian pianino e non trincerarsi dietro la rassegnazione ed indifferenza.
Un abbraccio.

Alessandro Cassano ha detto...

Pare proprio che ai bambini non si debba rovinare la sorpresa.
Oggi "troppo piccoli per capire", domani troppo ignoranti per recuperare il tempo perso.

Rita ha detto...

Esatto Alessandro, hai detto bene, prima troppo piccoli per capire, poi troppo grandi per cambiare eventualmente idea.
Quasi quasi ho preferito quelli che dicevano palesemente che non gliene fregava nulla, quelli sono stronzi irrecuperabili e basta. Ma quelli che annuiscono a testa bassa e poi entrano lo stesso proprio non li capisco.

Martigot ha detto...

Biancaneve, come non detto, dopo la tua ramanzina non ce lo porterei più :-)
No, hai perfettamente ragione, la tua posizione non fa una piega e portarcelo sarebbe ipocrita da parte mia...
Che ti devo dire, mi sono lasciata prendere dalla visione di me che accompagno l'erede tra le luci del tendone...e poi ho pensato a certe cose positive che avevo letto sul trattamento degli animali nei circhi svizzeri (ma, al di là del fatto che il circo resta comunque una forma di sfruttamento, sarà poi tutto così idilliaco come ci dicono? Mi piace crederlo ma la verità forse non è esattamente quella)...
Nel libro Delitti Bestiali di P. Highsmith di cui avevo parlato nel blog il primo racconto parla proprio di un'elefantessa di un circo, ti piacerebbe, se ti capita di trovarlo prendilo.

Intanto preparerò uno spettacolino con Clint, saremo il duo Marty&Clint :-)

Rita ha detto...

Brava Martigot! :-)
Ero sicura che avresti capito la questione.
Ci saranno pure situazioni in cui gli animali verranno trattati meglio, ma è proprio il concetto di usarli, di fargli compiere esercizi che per loro sono contro-natura ad essere profondamente sbagliato. Animali come leoni, elefanti, giraffe, scimmie, ma anche cani, gatti, cavalli devono stare nel loro ambiente (i cani e gatti ormai sono animali domestici a tutti gli effetti, ma un conto è averli come compagni di vita e relazionarcisi in maniera amicale, curarli, toglierli dal randagismo, un altro è addestrarli a fare chissà quali numeri o costringerli a viaggiare nei furgoni per chilometri e chilometri).
OK, cercherò questa raccolta della Highsmith, mi hai incuriosita, poi di lei ho già letto La casa nera e mi era piaciuto molto.

Allora aspetto il duo Marty&Clint :-) Intanto dagli un bacino da parte mia.

Volpina ha detto...

"ma non ci riuscirete mai"
Anche i nazisti erano convinti di essere invincibili e inarrestabili.
Niente è impossibile.
E di certo non mi faccio fermare da loro. L'unione fa la forza e io dico sempre che l'oceano è formato da tante piccole gocce.
Grandissima Biancaneve, hai tutta la mia stima, e ti capisco perchè anche per me è stato difficile...

Chumani ha detto...

Appartengo ad una generazione che da piccola andava spesso al circo, specialmente a Natale: ma non si sapevano certe cose, erano altri anni ed io adoravo vedere i felini.
Poi un giorno, a Piazza di Spagna un gruppo di attivisti piuttosto facinoroso ha ottenuto la mia attenzione e ho conosciuto e capito.
Ora, se proprio ho soldi da spendere vado a teatro.
Ciao Biancaneve, continua così: la strada giusta è la conoscenza:)!!

Rita ha detto...

Ciao Volpina,
eh sì, è stata una giornata pesante proprio sotto il profilo emotivo perché vedere l'indifferenza della gente fa male, così come vedere gli animali nei recinti. Comunque diverse persone hanno preso gli opuscoli informativi e hanno detto che li leggeranno, speriamo che a loro volta informino conoscenti ed amici.
Un abbraccio. Salutami la divina Londra. :-)

Rita ha detto...

Ciao Keiko,
ma sai poi quanto costa un biglietto per adulti? 25 euro!!! Roba da matti! Questa gente spende 25 euro per andare al circo!!! Poi facevano fare le foto con gli animali, a 10 euro l'una!!!
Io con quella somma ci vado al teatro per l'appunto, o a vedere le mostre, o anche me li spendo per una cena con amici, guarda, sempre meglio che darli a chi sfrutta gli animali.
Eh sì, conoscere è fondamentale, ma bisogna far sapere soprattutto ai bambini che in certi casi si mostrano più sensibili degli stessi genitori. I bambini amano gli animali e se gli dice come vengono trattati difficilmente vorranno andare al circo. Bisognerebbe fare informazione nelle scuole.
Un abbraccio. :-)

lauralu ha detto...

ciao . Ho molto apprezzato la tua umiltà ultimamente così rara.Seguendo i tuoi lavori credo di comprendere la tua sensibilità .
Faccio parte anche di quella umanità stradaiola che viene definita, in altro luogo, 'pacchetto' il cui attivista tipo sarebbe quell'illuso che 'continua a rivolgersi al singolo consumatore' Il presidio al circo è complesso.La gente arriva lì e non è certo disponibile a mettersi a ridiscutere il motivo per cui si trova davanti ad un tendone pieno di schiavi tenendo un ragazzino per mano.Perciò i tuoi consigli sono preziosi.Personalmente ho rinunciato all'inevitabile 'battibecco' obbligatorio. Non so come si sia svolto quel presidio. non o come è stato gestito. mi sento di dirti che le mie recenti esperienze sono state tutte positive. ti ringrazio per l'impegno a 360°. ciao Lauralu

Rita ha detto...

Ciao Lauralu,
grazie per il tuo apprezzamento, mi allarga il cuore. :-)

Ti ho risposto di là su Asinus, ho risposto anche a Serena.

Io, molto semplicemente, penso che la teoria non debba e non possa essere disgiunta dalla pratica e che scendere in strada sia fondamentale per incontrare tutta quella gente che non arriva a leggere gli articoli su internet (per pigrizia, mancanza di curiosità o altro) e che "subisce" o recepisce l'animalismo solo tramite quei salotti mediatici di scarso livello. Proporsi invece in maniera pacata, calma, semplicemente parlare con le persone, può servire a qualcosa (di là ti ho spiegato nel dettaglio come si è svolto il presidio, non abbiamo nemmeno potuto usare il megafono perché c'era quello del circo che ci sovrastava ed abbiamo semplicemente parlato in maniera gentile e distribuito gli opuscoli informativi, pure perché chi l'ha organizzato è una persona in gamba e ci teneva che tutto si svolgesse in maniera pacifica).
La gente che arriva quel giorno, tranne rari casi, non torna indietro, ovvio, sta con i bambini e non li vuole deludere, ma magari la prossima volta non ci andrà.
Penso che l'informazione comunque vada fatta prima, non appena arriva un circo in città, prima che inizi lo spettacolo, bisognerebbe spargere volantini per strada, lasciarli nei negozi, e soprattutto andare a parlare con i sindaci dei comuni affinché dicano no al circo con animali.

A me piace fare attivismo, non lo reputo inutile. Senti, certamente magari non servirà ad abbattare la prassi dello sfruttamento del vivente che è molto più complessa, radicata, articolata, ma se anche servisse a cambiare il pensiero di alcuni pochi singoli, non è comunque una grande cosa?
Da quando ho il blog più di una persona mi ha scritto dicendomi di essere diventata vegetariana o di averci quanto meno cominciato a pensare, beh, per me questo conta tantissimo, è un risultato, pure se sono la prima ad essere consapevole che non sarà il singolo a fare la differenza e che là fuori intanto gli animali continuano a morire. Però una persona in più che comprende l'ingiustizia antropocentrica è qualcosa, è già in risultato, no? Alla fine la formula giusta non ce l'ha nessuno, e sbaglia chi pensa di possederla. Come dice Steve Best ci sono tante strategie e devono essere contestualizzate, ogni caso è un caso singolo.
Grazie a te, un abbraccio. :-)

lauralu ha detto...

sei tu che mi scaldi il cuore! avrai notato ,nel frattempo ,quanta saccenza e aridità possano celarsi dietro le menti più brillanti.
spero di incontrarti un giorno, chissà!lauralu

Rita ha detto...

Anche a me farebbe piacere incontrarti lauralu, ma tu di dove sei?

lauralu ha detto...

sono di roma e tu?

Rita ha detto...

Anche io. :-)
Scrivimi (l'email la trovi sul mio profilo) così magari ci vediamo.

Chumani ha detto...


Ciao Rita, lo sai che un circo degli Orfei è insediato a pochi isolati dal mio quartiere e quello che si vede dalla strada trafficatissima è tremendo: le tigri si vedono dal marciapiede rinchiuse in un piccolo recinto tra l'altro neanche troppo in sicurezza; i cammelli, oltre che essere portati in mezzo al traffico per pubblicità, stazionano all'aperto sia col caldo che col freddo e spesso vengono "derisi" da gruppi di nomadi che vivono nelle vicinanze.
Penso che sbeffeggiare una tigre sia anche pericoloso, ma se si ribellasse non mi dispiacerebbe troppo.
Fatti un giro verso via dei Romanisti, poi dimmi che ne pensi.
Ammiro quello che fai e grazie ai tuoi articoli la mente non smette mai di aprirsi.
Un abbraccio.

Rita ha detto...

Ah sì? Ma vedrai che sarà lo stesso che stava a Marino, visto che pure quello era un Orfei ed aveva tigri e cammelli.
Sai dirmi fino a quanto resterà? In caso chiedo a Per Animalia Veritas di organizzare un altro presidio.
Io da sola purtroppo posso fare poco perché non ho nemmeno gli opuscoli pronti. Uff... 'sti maledetti, ora poi con l'avvicinarsi del Natale è tutto un susseguirsi di circhi, qui il Comune dovrebbe intervenire e dire "no" ai circhi con animali, bisogna scrivere a quello st*** di Alemanno.
E comunque io resto convinta che la responsabilità sia anche del singolo perché finché le famiglie ci porteranno i bambini, ovvio che i circensi continueranno a tenere animali.
In merito al mangiare carne io non incolpo mai il singolo perché è vittima anch'egli della cultura, perché da quando nasciamo ci inculcano nella testa che mangiare carne sia normale, veniamo bersagliati dalla pubblicità in cui ti mostrano il maiale felice ecc., ma non posso credere che invece riguardo all'uso delle pellicce, per dirne una, o degli animali nei circhi la gente non riesca a rendersi conto che sia una crudeltà.
Un abbraccio a te e grazie.

Chumani ha detto...

Sarà in via di Torre Maura dal 26 ottobre all'11 novembre con un orario di spettacoli a tutto spiano.
Ho visto il video di presentazione : da brivido.

Rita ha detto...

Grazie Keiko.
Vedrò cosa si può fare. Intanto scrivo ad Alemanno.

lauralu ha detto...

ciao ! ti ho scritto ! mi hai visto? nn ho ootl. express, ho trasferito la tua mail sulla mia posta.. ciaoo

Rita ha detto...

Ciao Laura,
ecco, ho visto ora, purtroppo la tua email era finita automaticamente nella cartella spam (ogni tanto gmail lo fa); hai fatto bene a dirmelo. Dopo ti rispondo. Grazie.
Buona giornata. :-)