domenica 25 novembre 2012

E gnam, e gnam, e gnam... che profumo che bontà


No, non sono impazzita. E però, da persona che non smette mai di vigilare criticamente sulla cultura imperante dello sfruttamento animale, faccio probabilmente caso a molti particolari che ai più risulteranno ininfluenti. 
Curiosando quindi tra le varie notizie riportate su Repubblica online ho letto quella relativa al vincitore dello Zecchino d'oro (che guardavo sempre da piccola), così sono andata a guardare il video. E, senza voler mettere in discussione l'assoluta dolcezza e meraviglia del bimbo di quattro anni, prendo atto di quanto anche attraverso un'innocua canzoncina per bambini si veicoli quella rimozione dell'orrore che è il massacro degli animali per la produzione di cibo. Così 'il pane con il prosciutto' diventa una bontà culinaria, il suo profumo talmente inebriante e gustoso da meritarsi il primo posto tra tutti gli altri odori. 
Precisamente, così i versi della canzone: "(il mio nasino) Crede di essere un grande professore, perché conosce qualunque odore. Ma ce n'è uno che a lui piace soprattutto, è quello del pane con prosciutto. E gnam, e gnam, e gnam... che profumo che bontà".

Il pane con prosciutto quindi, sin dalla più tenera età (pensate a quanti bambini guardano Lo zecchino d'oro, compreranno il relativo cd ed ascolteranno la canzoncina a ripetizione), è visto come un qualcosa di assolutamente buono da mangiare, gustare, assaporare; il suo odore - definito, non a caso, 'profumo' - associato alla parola 'bontà', dichiarato come quello che piace di più tra tanti altri, quindi veicolante un'idea positiva. 
Certo, direte voi, c'è di peggio: le pubblicità, l'educazione famigliare che  induce al consumo di carne ed anzi lo incentiva portandosi dietro una serie infinita di luoghi e credenze comuni ("la carne fa bene", "la carne fa crescere", "la carne è buona" ecc.), ma intanto tutto concorre a strutturare, ribadire, confermare il pregiudizio che mangiare carne sia "normale", "cosa buona e giusta" e questo vero e proprio lavaggio del cervello comincia sin da quando si è bambini. 
Io mi diverto sempre a notare e rilevare tutti questi meccanismi. Mi diverto e faccio il possibile per smontarli, decostruirli, smascherarli in tutta la loro ipocrisia, adoperandomi per cercare di fare emergere la violenza in essi sottesa che invece viene prodigiosamente mascherata tramite il linguaggio; linguaggio che parla da sempre la lingua del potere, dello sfruttamento dei più deboli, del dominio. Non a caso, associazione per associazione, che lingua apprende l'indigeno Venerdì che incontra il 'colono' Robinson Crusoe? Quella inglese. Il dominatore insegna la lingua al dominato. E così nella propaganda del marketing dello sfruttamento animale abbiamo le seguenti espressioni e sintagmi: carne felice, carne biologica, allevamento sostenibile, prosciutto che profuma di buono, salsicce saporite ecc.. 
Riappropriamoci della nostra lingua, di quella autentica che dice le cose, che è fedele ai corpi, a quella carne di cui siamo fatti e che sempre andrebbe salvaguardata e che, guarda caso, costituisce anche il comune denominatore di tutti i viventi.
Basta parlare di 'prosciutto', di 'mortadella', 'salsicce', 'bistecche'! Parliamo invece di corpi, di individui, di esseri senzienti. Cominciamo col riprendere i nostri amici e conoscenti quando dicono "cosa mangio?", riferendosi a qualche corpo animale e facciamogli capire che non si tratta di una 'cosa', ma di un 'CHI'.
Restituiamo individualità ai corpi animali ormai resi cadaveri sulle bancarelle dei supermercati, restituiamo loro quella dignità che gli è stata sottratta. 
E se servirà criticare anche un'innocua (che poi, appunto, tanto innocua non è) canzoncina dello Zecchino d'oro, che lo si faccia. Senza timore di apparire esagerati o sciocchi. 

P.S.: e ancora a proposito del linguaggio, ieri, di fronte alla stazione Termini, un manifesto gigantesco con la pubblicità del Mc Donald's recitava: "carne o pollo?". Ed è così che il pollo non è nemmeno più considerato carne, che il suo attributo fisico corporeo dell'essere senziente che è stato viene completamente ed arbitrariamente rimosso. Infatti, vi ricorderete che una volta un conoscente mi disse che il pollo nemmeno poteva essere considerato carne (qui).
Facile capire come poi ci si crogioli nell'illusione che mangiare un 'pollo' (o del prosciutto) non sia mangiare un essere vivente, un corpo. Un pollo è solo un pollo, nemmeno carne, bensì, qualcosa di astratto, che ha perso ogni connotazione e riferimento a tutta la violenza dell'atto di aver privato della vita qualcuno.

22 commenti:

vegana ha detto...

Ciao Rita, mi complimento per la tua analisi in questo post, io ho smesso di inca....mi da quando non ho più la TV, ormai una 15ina di anni, tuttavia quello che tu noti non è altro che indottrinamento ed è tutto volto sempre nella stessa direzione, cioè formare i futuri consumatori svuotandoli di ogni pensiero, da grandi avranno i riflessi intellettivi talmente condizionati che difficilmente sapranno comprendere il senso della loro stessa esistenza ... figuriamoci se potranno mai capire che una fettina di prosciutto prima di essere tale era un animale che mangiava e respirava, la tua battaglia è dura e lo sai, ma per questo occorre non mollare mai, almeno è un senso che diamo alle nostre vite e niente non è!

de spin ha detto...

Speriamo che il calendario maya abbia ragione e ci si levi finalmente di mezzo dalla faccia dell'universo.

Giorgio Cara ha detto...

GANG-gnam gnam gnam style, decisamente.

Rita ha detto...

Ciao Vegana,
anche io ho smesso di guardare la tv da diversi anni ormai, ma non è che la realtà che mi circonda sia poi così migliore, basta mettere piede in un qualsiasi supermercato, o anche farsi un giro fuori per ritrovare lo stesso indotttrinamento di cui parli.
Sono consapevole che la battaglia che stiamo conducendo - una vera e propria rivoluzione culturale - sarà durissima, così come anche del fatto che probabilmente quando morirò gli animali saranno ancora sfruttati, ma spero almeno di riuscire a gettare qualche seme per le generazioni future.
Ciao. :-)

Rita ha detto...

@ De Spin

Spero di no, dai, morirebbero anche tutti gli altri animali se finisse il mondo. :-(

La specie umana non deve perire, solo ridursi di numero e cambiare totalmente approccio verso la natura, ripartire da una prospettiva non più antropocentrica.
Tieni presente che l'antropocentrismo è stato anche tanto corroborato dalle religioni monoteiste, ma oggi la religione sicuramente informa il mondo in maniera meno pregnante di quanto abbia fatto nel passato, qualcosa a livello culturale sta cambiando, anche se impercettibilmente. Stiamo capendo che lo sfruttamento delle risorse naturali e degli altri animali non porta nulla di buono. Forse la specie umana non smetterà di mangiare animali per motivi etici, ma dovrà farlo per ragioni utilitaristiche, pena la sua stessa estinzione. Vedremo se saremo abbastanza intelligenti da capire almeno questo.
Anche se pare che oggi siamo effettivamente più stupidi rispetto a qualche secolo fa: :-D

http://www.repubblica.it/scienze/2012/11/25/news/stupidi_intelligenti-47040690/?ref=HRERO-1

Rita ha detto...

@ giorgio

Il livello è quello, siamo lì. :-D

Anonimo ha detto...

beh, penso che anche il lavaggio del cervello dedicato a noi sia partito da bambini, no?
questa è una cosa tristissima.

più volte ho asserito che se mai avrò un figlio sarà mia cura metterlo davanti all'orrore della carne fin da piccolo e lo sguardo è sempre stato questo O_O

invece io avrei preferito che mia mamma avesse seguito la mia naturale riluttanza verso omogeneizzati di carne o formaggini.

purtroppo invece le credenze popolari su carne-salute sono ancora troppo radicate.

sarà un lavoro lunghissimo, ma vabbè!!

ciao :)

Volpina ha detto...

Ma infatti il duro lavoro da fare prima e sensibilizzare la gente sul fatto che la carne prima di diventare il "cibo" come loro lo conoscono è un corpo, un cadavere, una vita tolta.
Dopodichè, capito questo si può ragionare.
Purtroppo i bambini non ne possono niente, credo che siano semplicemente strumentalizzati dai grandi, perchè come ho sempre pensato, se ad un bambino insegni che la pecora e la mucca sono sue amiche, non le mangerà mai.
Alla fine è colpa dei grandi e di quelle persone con il "cuore" grigio che nnon capiscono altro che i soldi.

Rita ha detto...

@ Rò

Certamente! Anche noi siamo stati vittime di tante credenze popolari e di un vero e proprio lavaggio del cervello. E anche io ricordo che da bambina non volevo saperne di mangiar carne, mi faceva orrore, la tenevo in bocca per ore senza riuscire a mandarla giù. Poi a forza dell'insistenza da parte di mia madre ho imparato a mangiarla.
Diciamo che ora sono tornata al mio pensiero originario. ;-)

Rita ha detto...

@ Volpina

Purtroppo i bambini non riescono a ricollegare la fetta di prosciutto o la bistecca all'animale che invece magari trovano simpatico. Le scuole oggi li portano anche a visitare le fattorie, ma non gli viene detto che con il vitellino dagli occhi dolcissimi e miti ci faranno quelle bistecche che poi troveranno nel piatto a casa. Così da una parte hanno questa idea degli animali bellissimi, dall'altra che la carne, senza sapere che proviene proprio da quegli stessi animali, sia buona. Poi, una volta cresciuti, ormai il danno è fatto, il condizionamento culturale ha agito troppo in profondità e quindi trovano tutte le scuse possibili per continuare a giustificare il massacro degli animali.

Erika ha detto...

Io ho da poco compiuto un anno dall' ultima volta che mangiai carne ( nell' ottobre 2011 ).
Dalla fine di ottobre 2011 non mangio più carne.
Mi faccio gli auguri da sola ahahaha

Rita ha detto...

@ vegetarian t

Augurissimi!!! Brava!
Verrà il giorno in cui nemmeno ci ricorderemo più di quando mangiavamo carne, o forse invece è meglio non dimenticare quello che siamo stati ed il percorso virtuoso che abbiamo compiuto.

Erika ha detto...

forse mi odierete ma vi ricordo che anche i feti e gli embrioni sono animali.
L' animalismo deve essere coerente, saluti.

Erika ha detto...

Biancaneve non litighiamo più, ho citato l' aborto solo per ricordare la questione, comunque quando vuoi vieni

Rita ha detto...

Tranquilla, non ho alcuna intenzione di litigare, ci mancherebbe.
Anzi, mi fa piacere che sei tornata a lasciarmi un saluto e da te ho sempre continuato a passarci. :-)

Alessandro Cassano ha detto...

Oggi simpatici e carini, domani mostri come gli altri.


Rita ha detto...

Ciao Alessandro :-)
Dipende, ci sono anche bimbi sensibili, rispettosi finanche della più piccola formichina e capaci di restar tali tutta la vita.
In fondo anche noi siamo stati mostri, anche noi abbiamo mangiato carne, indossato scarpe in pelle, preso medicinali testati su animali, no? Poi siamo riusciti ad affrancarci dai diktat della cultura imperante e da mostri ci siamo trasformati in personcine un pochino migliori.
I bimbi li vedo come potenziali costruttori per una società diversa, ma certo che la loro formazione dipende dalla generazione che li precede, anche da noi quindi. Dovremmo andare a parlare nelle scuole, mostrare loro cosa si nasconde dietro la fetta di prosciutto. In genere ascoltano, recepiscono, si mostrano molto più aperti e capaci di comprendere degli adulti.
Dovremmo scrivere favole antispeciste per bambini. :-)

Volpina ha detto...

TOH!Chi-si-rivede!
Vegetarian Trav!!! Ciao carissima!


Comunque pochi cazzi Biancaneve, c'è anche da dire che se vuoi puoi anche "svegliarti" dal coma della carne. Anche io da piccola la mangiavo ma poi mi sono resa conto di cosa fosse...
se non lo vuoi non lo vuoi... :(

Rita ha detto...

Sì Volpina, il problema è di coloro che non vogliono sapere, non vogliono vedere, sentire e continuano, per comodità, a trincerarsi dietro le vecchie convinzioni.
Secondo me chi si rifiuta di informarsi e di conoscere l'orribile realtà dello sfruttamento animale, vuol dire che sotto sotto se ne frega della sofferenza altrui.

Riccardo ha detto...

ciao Rita,
mi hai fatto venire in mente, quand'ero piccolo, all'asilo, un giorno che, disgustato dal prosciutto e obbligato nonostante ciò a mandarlo giù dall'esaltata maestra, di lì a poco lo rivomitai davanti a tutti gli altri bambini, e per questo fui trattato in malo modo dalla stessa maestra, una situazione, puoi immaginare, per un bambino davvero penosa. Per anni poi non ho più mangiato questa "prelibatezza". Solo ora rivedo in quella scena tutta la violenza della nostra società, un bambino costretto dalla maestra (dalla società), con pressioni psicologiche, a deglutire (ad accettare) l'oppressione animale. E vi vedo anche il mio rifiuto di oggi, il mio rivomitare una cultura che non voglio, non posso accettare.
Ciao alla prossima,
Riccardo


Rita ha detto...

Già, pensa che trauma che dev'essere stato nella mente di un bambino. Mi sa che ci siamo passati un po' tutti, ricordo ore intere con il boccone di carne in bocca che non voleva andare giù e mia madre che mi rincorreva per tutta casa fino a che non avessi deglutito... pensa te che violenza.

Riccardo ha detto...

già... ordinario dispotismo parentale...