martedì 27 novembre 2012

E se vivessimo tutti insieme?: la vecchiaia secondo Stéphane Robelin, con ironia e delicatezza

La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte.
(Charles Bukowski)

Dopo Amour, il film di Haneke vincitore dell’ultimo Festival di Cannes, un altro film sulla vecchiaia (che non definisco, per scelta, “terza età” in quanto detesto i neologismi “politically correct” e perché invecchiare non è una malattia, una sfortuna, bensì un traguardo: se non si invecchia, in fondo, vuol dire che si è morti prima), o meglio, sulla vita, sui desideri, sull’amicizia, sulle passioni e l’amore che, nonostante i vari acciacchi ed impedimenti fisici e mentali, non per questo si affievoliscono o vengono meno.

15 commenti:

Erika ha detto...

Bellissimo stare tutti insieme, il mio ideale è vivere tutti insieme o perlomeno a gruppi o comunità.
Che brutta la solitudine.

Rita ha detto...

Già, la solitudine è il male peggiore che possa toccare ad un individuo. E purtroppo spesso si finisce per sentirsi soli anche in mezzo alla gente, magari perché si è incompresi o non riconosciuti nella propria sensibilità.

Erika ha detto...

esatto, a quanto pare per certe persone bisogna per forza essere duri e insensibili, soprattutto i ragazzi spesso sono giudicati male se mostrano sensibilità, per le ragazze invece è accettato di più mi pare.

Rita ha detto...

Eh sì, purtroppo la società e la nostra cultura insegnano che bisogna essere razionali e che non si deve cedere al sentimento. Non a caso i sostenitori della sperimentazione sugli animali dicono che noi animalisti siamo troppo sentimentali.
Io invece dico che senza sentimento non si va da nessuna parte, la vera conoscenza non giunge dall'aridità dell'intelletto (che senza amore resta solo un esercizio sterile), ma dall'empatia, apertura verso tutto ciò ci circonda.
Ai maschietti insegnano sin da bambini questo falso mito della virilità a tutti costi, a non piangere, ad essere duri e forti, a non indulgere nel sentimento. E questo crea dei mostri perché a lungo andare anestetizza e porta a non saper più provare empatia o a reprimerla.

Erika ha detto...

Empatia, hai detto la parola giusta.
Si io sono sentimentale, anzi mooolto sentimentale, e molto compassionevole.

Erika ha detto...

Ti faccio un esempio.
Io quando vedo i mendicanti per strada li amo.
Li amo perchè loro sono quelli che non hanno una casa, nulla. E vedo la gente coi macchinoni, magari gente piena di soldi che manco gli da 20 centesimi, anzi li scanza. E io penso: e se fossi io un giorno in mezzo alla strada? Questa società è piena di egoismo, è una vergogna, ma dov'è il cuore? Non si sentono male a vedere una vecchietta in mezzo al traffico sotto al sole cocente che chiede un soldo?

Erika ha detto...

dà ( con l' accento )

Rita ha detto...

Ti capisco.
Io avverto una vicinanza profonda con tutti i diseredati del mondo, sia essi umani o animali. I senzatetto, i mendicanti, gli sfortunati - senza retorica - mi sono fratelli molto di più dei borghesi benpensanti. Anzi, i secondi, i borghesi benpensanti, non li sopporto proprio e li evito volentieri.
Peggio di tutti sono quelli (e ne esistono, eccome se ne esistono!) che dicono, riferendosi ai poveri senzatetto: "se sono finiti in mezzo ad una strada vuol dire che se lo meritavano".
Sai che ti dico? Io non sono benestante, tutt'altro, ma quel poco che posseggo, fosse anche un pezzo di pane, un sorriso, una carezza, l'ho sempre diviso volentieri e non per buonismo, ma proprio perché mi piace essere così, altrimenti che viviamo a fare?
L'empatia, la compassione sono i sentimenti più belli, arrivare a sentire ciò che sente l'altro.

Erika ha detto...

sei come me :-) io Detesto i borghesucci benpensanti, non li sopporto! Ho come un' allergia molto forte, mi sento bene in mezzo alla gente che ha poco.
Poi ecco, alcuni pensano che una persona se lo sia meritato di finire in mezzo alla strada? io gli rispondo che 1) non siamo tutti fortunati allo stesso modo 2) non siamo tutti forti
Io sono pure senza lavoro però se c'è un mendicante che mi colpisce qualcosa gli do. Una volta un ragazzo lavavetri mi ha chiesto qualcosa, io non avevo monetine, allora mi ha chiesto un panino ma non avevo panini, però avevo appena comprato la frutta, allora gli ho dato una pesca, Non sai la felicità nei suoi occhi quando gli ho dato la pesca, mi ha fatto un sorriso di gioia. Hai visto che una pesca vale tanto.

de spin ha detto...

Voglio proprio vederlo questo film.
Io lavoro nella sanità e nello specifico con gli anziani.
E ho vissuto una decina d'anni in comunità varie.
Sostengo da sempre, ma sopratutto da quando c'è la crisi economica, che il futuro per gli anziani è la Comune. Vivere tutti insieme in condizione di auto-aiuto per due importantissimi motivi: uno, sconfiggere la solitudine; due, ridurre le spese.

Il rischio della Comune è quando prende una piega autoritaria e abusiva. Purtroppo io ne so qualcosa...ma una Comune di vecchietti mi sembra davvero una cosa bella ed intelligente.

Dai Biancaneve, se arriviamo in tarda età si va a vivere tutti insieme, una comune di vecchietti vegani che bello...!

Rita ha detto...

@ vegetarian t

Infatti, se uno non può dare soldi si può sempre donare un frutto, un panino, portare un piatto caldo di minestra. Sono piccole attenzioni che per chi non ha nemmeno una casa valgono tantissimo, immensamente.
Poi un'altra cosa: tanta gente è convinta che i senzatetto dormano all'aperto per scelta. Forse ci sarà pure qualcuno che avrà scelto questo tipo di vita, ma la maggior parte sono fuori pure perché i posti alla Caritas sono finiti e quindi letteralmente non hanno nessun posto dove rifugiarsi. Alla Caritas fanno il turn-over, ossia, poiché i posti letto sono limitati, dopo 15 giorni sbattono fuori alcuni per fare posto ad altri. Sì, una regola democratica, ma pensa chi viene sbattuto fuori.
E' una tragedia. E pensare a quanti immobili ha il vaticano o a quanti altri non vengono utilizzati.

Rita ha detto...

@ de Spin

Esatto, nel film decidono alla fine di vivere insieme proprio per sconfiggere la solitudine, ma anche per aiutarsi a vicenda, per sostenersi. Uno dei protagonisti ad esempio soffre di cuore e così ha bisogno di essere controllato nel caso si sentisse male, un altro perde la memoria, insomma, hanno tutti vari acciacchi, ma stando insieme si danno sostegno a vicenda. Ad esempio anche nel fare i lavori di casa, cucinare ecc. decidono che senza autoritarismi ognuno fa quello che si sente e che gli viene meglio.
Giusto, l'idea della Comune mi pare ottima, ancor più quella della Comune Vegana, io ci sto, e ovviamente dovrà esserci anche spazio per gatti, cani ed altri animaletti. ;-)
Ecco, per esempio anche gli animali contribuiscono a far sentire meno soli e tristi gli anziani, sempre nel film vogliono dar via il cane di quello che perde la memoria perché l'aveva fatto cadere tirando con il guinzaglio... ma poi gli amici intervengono.

Erika ha detto...

Tutti dovrebbero avere diritto a un piatto di minestra, a un pò di pane e a un frutto.
Si dovrebbe proprio fare una legge.
Il minimo deve essere per tutti.


Bileonair ha detto...

Scusa, Biancaneve, la citazione di Buk da dove è presa? La ricordo, ma non così bene. L'hai tratta da internet? :)

Rita ha detto...

Ciao. :-)
L'ho tratta da internet sì, perché nemmeno io ricordavo dove aveva scritto quella frase.