sabato 24 novembre 2012

Giù la maschera!


Ho condiviso questa notizia con un po' di persone, sia vegane, che onnivore, sia con spiccata sensibilità animalista, che indifferenti alla questione. Tutte hanno espresso eguale raccappriccio nei confronti del video. Tutte hanno unanimamente giudicato il grado di efferatezza, sadismo e crudeltà del popolo cinese di gran lunga superiore a quello di noi occidentali; in fin dei conti i Cinesi mangiano cani e gatti, costringono orsi bellissimi in gabbie che a malapena riescono a contenere la loro mole per prelevargli la bile dalla cistifellea (le cosiddette "fabbriche della bile", una forma di sfruttamento tra le più deprecabili), scuoiano numerose specie animali per farci le pellicce (cani, gatti, conigli, cincillà, fino alle specie più "pregiate"), mangiano brodo di tartaruga e zuppa di pinne di squali (quest'ultima anche detta "zuppa di pinne di pescecane", per la cui preparazione gli squali vengono depinnati vivi, quindi rigettati in acqua a morire dissanguati, in una lenta e dolorosa agonia) e tante altre belle cosette. Ora si scopre che addirittura infilzano scorpioni ancora vivi per poi arrostirli, sempre ancora vivi, così da poter ottenere "gustosi" spiedini. 
Noi occidentali inorridiamo. Come si può pensare di mangiare questi animaletti che dietro richiesta del cliente vengono arrostiti tra spasmi di dolore impensabili? I Cinesi sono matti, vien da pensare, sono dei pazzi sadici pronti a mettere sotto i denti qualsiasi cosa che si muova. In effetti, chi pensa così non ha poi tutti i torti. 

Eppure.... eppure... noi occidentali non siamo affatto tanto diversi. Anzi, non siamo per nulla diversi. 
Non infilzeremo scorpioni vivi per arrostirli, ma cosa facciamo alle aragoste? Non vengono forse anch'esse bollite vive? E gli astici? Gli scampi? Stessa sorte. Non avete mai visto questi poveri crostacei agonizzanti sul ghiaccio esposti nelle vetrine dei ristoranti? Oppure - secondo la normativa comunale e sempre che la si rispetti - adagiati sul fondo di minuscole vasche, con le chele legate? Ecco, dico, pensateci un attimo: questi poveri crostacei vengono venduti o ordinati al ristorante quando sono ancora vivi, per poi venire gettati nell'acqua bollente. Ancora vivi. Avete mai sentito le loro urla? Emettono un fischio straziante. Pensate che non cerchino di sfuggire all'iniqua morte? Beh, vi sbagliate. Lottano per cercare di uscire dalla pentola.
Fine non certo migliore fanno le lumache (nella civilissima, illuminantissima Francia considerate un piatto pregiato e prelibato). E che dire di quelle fabbriche dell'orrore che sono gli allevamenti per la produzione di foie gras? Le "fabbriche" della bile degli orsi della luna vi provocano angoscia al solo pensiero? Ecco, gli allevamenti di oche destinate ad essere meccanicamente ingozzate fino a che - letteralmente - non gli scoppia il fegato, non sono certo meno crudeli. 
Per non parlare del massacro su scala planetaria che viene quotidianamente compiuto e poi rimosso, negato, normalizzato: quello all'interno dei mattatoi, degli ambulatori in cui si pratica la vivisezione, degli allevamenti di animali uccisi per la loro pelliccia (hanno avuto la sfortuna di nascere con un bel pelo, pensate un po'). Un massacro che solo l'abitudine e l'introiezione di quella grande menzogna culturale che è la giustificazione di esso in virtù di una presunta superiorità di specie (dicesi altresì specismo, antropocentrismo) non viene percepito come tale. 
Dunque, chi si indigna ed inorridisce di fronte al video degli scorpioni infilzati vivi, dovrebbe altrettanto inorridire di fronte ad un risotto con gli scampi o ad una fretta di prosciutto. Notare invece come persino la terminologia adottata lavora affinché ciò che viene definito "cibo" non possa più essere ricollegato all'animale che un tempo è stato. All'individuo che un tempo è stato. Dire animale infatti non significa nulla. O meglio, esprime anch'esso - nel nome di una generalizzazione semantica - quella rimozione della singola individualità che negli orrori dei macelli, allevamenti ecc. viene brutalmente violentata ed azzerata.
Anche noi siamo animali. Questo ce lo dimentichiamo troppo spesso. Noi siamo animali. Ogni qual volta si partecipa dello sfruttamento degli altri animali, finiamo così con l'infliggere una ferita anche a noi stessi. Una ferita sempre aperta, sanguinante e che continuerà a sanguinare fino a che non smetteremo di perpetrare violenza sugli altri esseri senzienti che condividono con noi il pianeta. Abbiamo definito la nostra "umanità" in opposizione ad un'animalità a cui ci saremmo sottratti. Eppure questo confine ontologico è solo arbitrario. Ci siamo raccontati il mondo a partire da una visione esclusivamente antropocentrica e ci siamo autogiustificati nell'esercizio del dominio e della sopraffazione. Una giustificazione che oggi sta per essere finalmente smascherata in tutta la sua finzione. Noi creiamo continuamente finzione. Il primo racconto di finzione è stato quello su noi stessi in quanto specie che si differenzierebbe da tutto il resto del mondo animale. Ma, come ogni finzione, (non a caso l'etimologia del termine "persona" indica la maschera che nel teatro greco classico veniva usate per coprire il volto, il vero volto dell'attore che doveva quindi calarsi, "impersonare" qualcun altro) esso è teso ad occultare la verità. 
E se scoprissimo che tutta la cultura occidentale è un inganno? Che tutti i valori fondanti la nostra cultura sono solo le regole di un gioco che noi stessi abbiamo inventato, con regole da noi stessi stabilite e di cui ci siamo eletti arbitri insindacabili ed incontestabili? 
Giù la maschera allora! Non abbiamo paura di scoprire la vera meraviglia del nostro volto animale!
Rabbrividiamo sì, per gli scorpioni arrostiti vivi. Rabbrividiamo per l'oblio della nostra natura animale, ciò che ci ha condotti ad abusare dei nostri fratelli senzienti. 
Come dice Marco Maurizi in Al di là della Natura: "la Storia non è il luogo della memoria, bensì dell'oblio". 
L'orrore che in noi si manifesta di fronte allo spettacolo degli scorpioni infilzati vivi è forse la storia dell'orrore cui ci ha condotti questo oblio? E perché non proviamo lo stesso identico orrore di fronte alla fettina di salame, all'aragosta esposta sul bancone del pesce, alla bistecca di manzo? 
Che allora, se un senso si può dare a questo orrore, a questa ancora manifesta capacità che abbiamo di rabbrividire di fronte a quello che appare come un'assurda "novità" non ancora corrosa dall'abitudine, sia quello di uno scossone, di un memorandum, di un risveglio da questo oblio che dura da fin troppo tempo.

13 commenti:

Volpina ha detto...

Si ma infatti è disgustoso uguale, non c'è niente di "inorridire" più di tanto.
Io inorridisco e ci sto male perchè comunque sono povere creature che vengono massacrate inutilmente.
Ma tutti quelli che dicono che i cinesi fanno schifo e poi alla sera si mangiano i cheeseburger, non so quanto coerenti siano.
Purtroppo per la società in cui viviamo ci sono "animali" e "animali":quelli che si possono mangiare e quelli che invece ci devono tenere compagnia o che comunque hanno il diritto di stare in vita (perché poi siano troppo strani, o immangiabili, o carini, questo non ci è dato sapere).
Per me anche un ragno ha diritto di vivere, anche se fosse del gusto più buono dell'universo.
A me quand'ero bambina la carne rossa piaceva da morire, e me ne vergogno a dire, una volta ho persino detto "Adoro le bistecche". Ora me ne vergogno, ma pur sapendo che la carne per me aveva quel buon gusto (ora mi fa schifo solo l'odore, e pochissimo dopo essere diventata vegetariana mia mamma mi aveva obbligata a riassaggiarla con mio profondo disgusto) non la mangio più.

Rita ha detto...

Ciao Volpina,
pensa che ieri sera mi sono quasi sentita male nella tavola calda dove vado ogni tanto a prendere qualcosa, quando non ho voglia di cucinare, (in genere verdure, o pomodori col riso); mentre aspettavo che venisse il mio turno di farmi servire mi sono messa ad osservare l'esposizione di vari tipi di carne cucinati, ed ho provato un senso proprio di orrore, te lo giuro, come se avessi visto pezzi di gambe, braccia, piedi umani. Quelli una volta erano esseri viventi, cazzo! Addirittura c'era una teglia con dentro 12 piccoli volatili, interi, che poi ho scoperto essere quaglie. Una pena infinita, un senso di angoscia, disgusto, orrore, tristezza misti insieme. Non vedevo l'ora di uscire da lì. Infatti penso che non ci andrò più. Hanno pure tanti piatti di verdure e qualche primo vegano, ma non ce la faccio a vedere quello scempio.
Io non so come faccia la gente a non rendersi conto.
Ho detto pure, ad alta voce, "poveri esserini, che pena", qualcuno mi avrà giudicata pazza. Ma chissenefrega, i pazzi sono gli altri.

Anche io ho amato la carne, quando la vedevo come cibo, ora per me la carne è un animale morto, un animale morto tra atroci sofferenze, dopo una vita di prigionia. Non potrei mai più pensare di mangiarlo, nemmeno se morissi di fame. Il latte e le uova se morissi di fame forse le mangerei (in situazioni estreme, dico), ma gli animali no. Mi sembrerebbe di mangiare il mio cane, o mia madre, o un amico.

So che hai trovato un nuovo lavoro, come va? :-)

Martigot ha detto...

Concordo, Biancaneve. Nei confronti degli animali siamo incivili tutti nello stesso modo.
In Occidente ci fa orrore che i cinesi mangino i cani e i gatti, che grazie al loro status di "animale domestico" da noi quantomeno non finiscono in pentola.
Però cosa facciamo abitualmente a tanti e tanti altri animali, tipo maiali, mucche, vitellini, galline, crostacei, e via dicendo, la cui vita pare essere tranquillamente sacrificabile senza tanti complimenti, visto che li abbiamo raggruppati sotto l'orrenda etichetta di "animali da reddito"?
Le notizie che giungono dalla Cina sono raccapriccianti. Ma da noi, che ci crediamo tanto evoluti e siamo sempre pronti a dare lezioni agli altri popoli, ogni giorno, a tanti animali tocca una sorte altrettanto raccapricciante, di cui però chissà perché non siamo così pronti a scandalizzarci...

Rita ha detto...

Ciao Martigot,
questo prova che lo sfruttamento degli animali è una prassi culturale e non "ineludibile" come vorrebbero farci credere. Esso dipende anche da tutto l'insieme di credenze ed abitudini che abbiamo storicamente introiettato. Si tratta di un sistema che, come tale, così come è cominciato, può anche essere destrutturato e a questo mira, in fin dei conti, l'antispecismo.

Volpina ha detto...

A dire il vero non l'ho ancora trovato, per ora sto aspettando un numero per una caffetteria, ora si vedrà...

Ti capisco per i negozi, anche io non riesco a vedere altro che pezzi di corpo e non riesco a concepire come la gente non riesca a vedere.
Anche io passo per pazza, don't worrie. Quando proprio non ce la faccio do il peggio di me.

Rita ha detto...

Ah, mannaggia, Claudio mi ha detto che avevi trovato, o forse ho capito male io allora.
In bocca al lupo per la caffetteria allora (e che crepi il cacciatore!).

Io ieri sera ho litigato di brutto con alcuni amici. Devono sempre dire la loro, attaccano, aggrediscono, insultano. Nell'ordine sono stata definita: estremista, fissata, limitata mentalmente, antidemocratica. :-D

Unknown ha detto...

coincidenze: proprio oggi ho visto un amico americano postare allegramente le foto in cui mangia scorpioni, vantandosi di questa oscena scoperta per il suo palato... Ma comprendo bene che appaiono coincidenze i punti di intersezione della violenza sistematica e che, proprio perché così capillare e senza eccezioni, non merita affatto il nome di "caso". Benvenuti nel deserto del reale, direbbe Zizek!

Rita ha detto...

Infatti, altro che "caso" o coincidenze, basta mettere il naso fuori di casa per scorgere i tanti risultati dello sfruttamento e sterminio sistematico.
Senzatetto che dormono al freddo, gatti affamati, pezzi di animali morti appesi nei negozi, vetrine natalizie luccicanti di sangue rappreso (invisibile).

Oggi ho sentito: "stiamo finendo le risorse alimentari, dovremo risolverci a mangiare insetti".

Come se si dovesse necessariamente continuare a mangiare animali!

Unknown ha detto...

Mi piace molto il tuo blog,sei una ragazza intelligente,complimenti!
Condivido spesso i tuoi post su Google+ perché credo siano scritti in modo molto incisivo,vanno dritti al punto e fanno riflettere.

Rita ha detto...

Grazie Raffy (anche per quel "ragazza", in realtà non sono mica tanto giovane ;-)), sono felice che i miei scritti facciano riflettere. Speriamo sappiano farlo nella maniera giusta!
Un saluto e grazie anche per la tua volontà di condividerli. :-)

Unknown ha detto...

brava, insisti su questo. Come hai visto su FB c'è davvero di tutto. E i commenti sui cinesi "barbari" sono davvero insopportabili: razzisti e specisti al tempo stesso...Tra l'altro agli attivisti cinesi dovremmo alzare monumenti perché rischiano DAVVERO la vita per le loro idee e per la vita degli altri.
ps. se puoi cambia il link alla notizia perché quello lì apre una serie di pop-up fastidiosi

Rita ha detto...

FB mi sta veramente facendo capire quanto sia paradossale l'atteggiamento di molti che si ritengono animalisti/antispecisti e che poi al tempo stesso danno prova, come dici tu, di uno specismo e razzismo senza limiti. Io insisito, ma mi sembra di parlare al vento. :-(
Ho visto che si aprono tutti quei pop up, mannaggia, ora cerco se la stessa notizia è riportata in altri siti. Grazie.

Rita ha detto...

Ecco, ho cambiato link. Non appare più il video, ma tanto è già abbastanza raccapricciante la notizia da sola.