lunedì 26 novembre 2012

Sta' zitta!!!

Oggi una cara amica mi ha detto che il nostro rapporto si sta incrinando perché sono diventata un'estremista (riferendosi al mio impegno contro lo sfruttamento animale). 
Sempre dalla stessa ho saputo che un'altra amica in comune si sente ormai in soggezione ed ha timore di invitarmi a cena, come, ad esempio, l'anno scorso a capodanno, quando avrebbe tanto voluto mettere in tavola del foie gras, ma, temendo una mia reprimenda, si è sentita costretta a farne a meno; letteralmente: "per paura di quello che avresti potuto dire". 
La cara amica mi ha espressamente richiesto di non parlare mai più di questioni legate all'animalismo in sua presenza.
Scopro quindi di essere diventata - parole sue - una persona rigida, estremista, intollerante, che ha preso una brutta china, che si sta chiudendo sempre di più al prossimo

Quindi gli altri devono poter essere liberi di mangiare gli animali, ma io non posso dirgli che sbagliano. Devo tacere, acconsentire, far finta di niente, per quieto vivere e per risanare un rapporto che altrimenti sarebbe destinato a perdersi. 

Sorvolando su tutto, quello che noto è che ancora una volta del dolore animale non si deve parlare. Ci si sente in soggezione a mettere in tavola del foie gras per paura di quello che IO potrei dire e NON per QUELLO che esso comporta, ossia l'indicibile dolore delle oche costrette ad ingrassare a forza tramite un tubo infilato nel becco (provate ad immaginare cosa significhi stare dentro gabbie contenitive, impossibilitati a muovervi, con la bocca spalancata a forza ed un tubo metallico infilato dentro che arriva direttamente fino allo stomaco con il quale vi vien fatta ingerire una quantità spropositata di cibo, fino a scoppiare e questo più volte al giorno per non so quanti mesi, fino a che il fegato non diventa steatosico). 
Ciò che desta preoccupazione e soggezione è dunque la mia reazione e non il trattamento riservato agli splendidi volatili. Questa gente invece di preoccuparsi di come viene prodotto il foie gras, della sofferenza che realmente comporta, si preoccupa di quello che io potrei dire. Dell'animalista guastafeste che vuole ricordare a tutti la crudeltà dello sfruttamento animale. Il problema sono io dunque, non lo sfruttamento animale in sé, che, a detta della mia cara amica, è un argomento triste, angosciante, meglio metterlo da parte per parlare di cose più allegre

Ieri sera sono stata aggredita verbalmente, sbeffeggiata, criticata, giudicata estremista, limitata mentalmente, fissata (al pari di un fanatico religioso) solo perché, all'ennesima frecciatina maligna sul mio essere animalista, ho risposto per le rime. 
Preciso che mai, mai e poi mai sono la prima a dare avvio a discorsi che vertono sull'antispecismo, animalismo, veganismo e varie. Le discussioni avvengono perché c'è sempre qualcuno che comincia a fare domande e poi, nel momento in cui passo ad esporre le mie idee, le si vorrebbe in tutti i modi screditare, far passare per esagerazioni, assurdità, aberrazioni, cose contro natura. In pratica, diversamente da ciò di cui mi accusa la mia amica, quando mi trovo in compagnia non sono mai io a rompere le scatole agli altri che mangiano la carne -  mai! - né cerco di convincerli, sapendo bene (ormai c'ho una certa esperienza) la sterilità di discussioni di questo tipo, a meno che, dall'altra parte, non ci sia una sincera volontà di informarsi. Succede invero piuttosto sempre il contrario, ossia quello che va puntualmente in scena è il penoso tentativo di convincermi che: mangiare carne è naturale e normale, che l'uomo abbisogna di proteine animali, che gli animali si mangiano tra loro e - poiché non esiterebbero all'occorrenza a farci fuori - è dunque legittimo mangiarli, che noi siamo al vertice della catena alimentare, che se si abolissero i macelli un sacco di gente perderebbe il lavoro, che le scelte degli altri devono essere rispettate perché ognuno deve essere libero di mangiare quello che gli pare, che tutti amano gli animali, ma addirittura non mangiarli è proprio un estremismo, che un cane ed un bambino non saranno mai la stessa cosa e, per l'amore di Dio, mica mi vorrai paragonare la sofferenza di un bambino con quella di un agnellino e poi, si sa, l'uomo è l'essere più intelligente di tutti e quindi alla fine gli altri animali è giusto che siano sfruttati da lui, ma comunque sempre amandoli, perché li si ama, eh, (sono io che sono troppo estremista, e ci mancava solo che mi dessero pure della fascista), e comunque ci sono animali cattivi ed altri buoni, ad esempio i coyotI (sic!) sono cattivi, e vuoi mettere gli avvoltoi? E insomma, gli animali si sono sempre mangiati, l'uomo è carnivoro, cacciatore, onnivoro, di tutto un po' e nessuno potrà mai impedirgli di mangiarsi una succulenta bistecca!

Tutto quanto sopra come altro definirlo se non il tentativo di convincermi della giustezza del mangiar carne, in mancato recepimento del quale venir definita estremista, intollerante, fastidiosa, noiosa, limitata, esagerata? E cos'altro è se non l'ennesimo tentativo di rimuovere la sofferenza animale attraverso un'accusa personale? Ciò che si fa è screditare me, la mia scelta di non voler più partecipare dello sfruttamento degli animali, per negare ancora una volta il diritto alla vita agli animali, della cui sofferenza non si deve parlare perché argomento triste e noioso, ché tanto il mondo è cattivo e non lo cambi.
Quindi la gente deve sentirsi libera di mangiare esseri senzienti ed io devo essere zittita, messa a tacere, per così mettere a tacere anche le tanto sconvenienti urla degli animali offesi. 

P.S.: se vi state chiedendo se ho mandato affanculo la mia amica: sì, ce l'ho mandata. Ma, essendo un'amica, ci siamo anche riappacificate, a patto che non si parli più di animalismo nelle occasioni conviviali. 
Meno male che c'ho il blog! :-D) 

33 commenti:

Alessandro Cassano ha detto...

è il modo di fare più diffuso, purtroppo.
Non ho mai capito la gente che non vuole sapere, che preferisce ignorare tutto ciò che si nasconde dietro una pietanza che ritiene deliziosa.

Rita ha detto...

Lo so, e ci sono abituata a questo atteggiamento. Ma l'aggressione che ho subito ieri sera credimi che è stata quasi inverosimile.
La cosa assurda è che si è voluto in tutti i modi convincermi del fatto che il mio sarebbe estremismo, che non sarei ragionevole, che mangiare carne è normale e la pazza sono io.
Questo mi dà fastidio! Cioè, ti vuoi magnare la tua bistecca? Magnatela, io non ti dico nulla, e però non pretendere che io ti dica pure bravo e che giudichi giusto il farlo.
Che poi, questa mia amica è pure semivegetariana, comunque ha una sensibilità verso gli animali, solo che non è un'attivista, lei crede che si tratti di scelte personali e che ognuno debba essere lasciato libero di fare come vuole.

Anonimo ha detto...

"Anche sogliono essere odiatissimi i buoni e i generosi perché ordinariamente sono sinceri, e chiamano le cose coi loro nomi. Colpa non perdonata dal genere umano, il quale non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina. In modo che più volte, mentre chi fa male ottiene ricchezze, onori e potenza, chi lo nomina è strascinato in sui patiboli, essendo gli uomini prontissimi a sofferire o dagli altri o dal cielo qualunque cosa, purché in parole ne sieno salvi."

Rita ha detto...

Leopardi!
Già, la prossima volta lo reciterò.
Un bacio. :-)

Unknown ha detto...

devo dire che, stranamente, tranne i casi di persone di una certa età, a me (che ho il tuo stesso atteggiamento nei confronti della questione e del modo di porsi con "l'eterno"...volevo scrivere l'"esterno" ma mi pare che questo lapsus calami c'azzecchi parecchio :D) dicevo a me capita strantamente il contrario. per una sorta di meccanismo di difesa tutti sembrano diventare concilianti e assicurarmi che loro mangiano "poca carne", che "faccio bene", che è "bello", talvolta esprimendo quasi un "vorrei ma non posso". buffo no?

Rita ha detto...

Ciao Marco,
sì, a volte capita anche a me di incontrare persone che sembrano volermi "rassicurare" dichiarando di mangiare poca carne (mai rossa, solo bianca qualche volta, come se la gallina o il pollo fossero animali di serie B e quindi si sentissero più "autorizzati" a farne scempio), ma più spesso, purtroppo, è proprio come ho scritto.
Guarda, quello che ho provato ieri è stato veramente brutto perché davvero ho percepito - e da parte di persone amiche poi - una sorta di astio e di ostilità nei miei confronti e solo perché "portatrice" di un'idea, quella antispecista appunto. Non mi era mai capitato in maniera così accesa e sicuramente è qualcosa su cui continuerò a riflettere nei giorni che verranno.
Mi sono sentita discriminata per un'idea e per il mio attivismo. Ma ovviamente io sono stata solo il "mezzo", ciò a cui si vuole mirare, l'ho capito bene, è rimuovere l'orrore dello sfruttamento animale, fare conto che non esista.
Io ricordo che esiste e questo dà fastidio.

Quel "vorrei ma non posso" è bellissimo. :-D Sì, a volte capita anche questo: "fai bene, è una cosa giustissima, ma sai... il ferro, le proteine animali, il gusto, mi piace solo il prosciutto e poche altre cose..."

Porsi con "l'eterno", bellissimo lapsus sì, significativo assai. ;-)

Volpina ha detto...

Chissà perchè questo discorso l'ho già sentito...
ahhh già!Ecco perchè!
Perchè è capitato anche a me!

Capita a tutti i vegan. Perchè i non vegani sono così: lanciano il sasso e poi nascondono la mano.
O meglio, lanciano il sasso e poi accusano te di averlo fatto.
Che merde.

Erika ha detto...

Biancaneve pensa che io volevo fare in questi giorni un post proprio dedicato alle anatre e alle loro condizioni di vita negli allevamenti intensivi per fare il foie gras.
Di filmati di animali ne ho visti tanti ma quelli che quello delle anatre ingozzate a forza e costrette a stare ferme mi ha colpito terribilmente.
Comunque io sono di roma e quindi se vuoi un giorno puoi mangiare da me ahahahaha
Comunque secondo me non serve a nulla partire in quarta con le persone che mangiano carne, io sto cercando di convincere alcune persone ma lo faccio a poco a poco con piccole cose dette, lo faccio con grande umiltà, so che queste persone sentono che è un sforzo passare al vegetarianismo ( non ne parliamo del veganismo ) e quindi cerco a poco a poco di farle abituare che non è detto che bisogna mangiare sempre carne, che esistono anche i fagioli e i cereali, gli parlo di quanto è buono il miglio, non le faccio sentire in colpa perchè penso che non serve a nulla. E sto avendo dei risultati. Io l' ho sempre detto che il vegetarianismo trae la sua forza dal pacifismo, non deve essere una guerra, sarebbe la sua negazione e la gente scappa se sente odore di guerra, io credo.
Non è un' accusa a te, è solo un ragionamento e un consiglio che do a tutti.

Rita ha detto...

Eh già Volpina, capita a tutti prima o poi di scontrarsi con le opinioni comuni.
Ma poi queste persone se ne escono con delle affermazioni apodittiche e non hanno nemmeno l'umiltà di credere che potrebbero essere sbagliate. Entrano a gamba tesa nel discorso e poi se ne vanno. Fiere, tronfie e sicure di sé.
Mah, contente loro...

Rita ha detto...

@ vegetarian t

Ti do ragione in tutto e per tutto, ma infatti non sono mai io a cominciare il discorso quando mi trovo in situazioni conviviali. So che ci saranno persone che mangiano carne e non mi sogno minimamente di aggredirle o di colpevolizzare. Sono loro che, evidentemente ed inconsciamente, sapendo che io sono vegana si sentono in diritto di farmi cambiare idea e di farmi passare come quella estremista e questo perché la mia presenza, lì, ricorda loro che si può anche fare una scelta diversa.
Io appaio come una presenza scomoda. Per questo mi attaccano.
Psicologicamente comprendo la loro reazione, solo che posso fare? Cioè, mi sembra assurdo che debba essere io a giustificarmi per la mia scelta non violenta.
Comunque d'accordo con te, l'approccio positivo, ossia volto a mostrare la bontà di tutte le alternative alla carne, in genere funziona meglio.

L'allevamento di anatre per la produzione di foie gras è una barbarie assoluta.

Martigot ha detto...

Per quanto mi riguarda la maggior parte delle persone che mi circondano mi danno ragione quando capita di parlare di animalismo. Direi che tutti concordano sul fatto che ciò che viene fatto agli animali destinati aimé a finire sulle nostre tavole sia barbaro. Poi però quelle stesse persone tendono a sminuire il problema una volta che ci si mette a tavola, e quindi ecco che c'è chi mi allunga la fettina di salame o di prosciutto, o chi in buona fede asseconda la mia insana passione per il povero salmone ( e lì cedo vergognosamente), o chi tenta di coinvolgermi in un barbecue...
Aiuto!!!
Comunque per fortuna non conosco nessuno che mangerebbe del foie gras, almeno quello...
L'anno scorso a Natale con mia mamma abbiamo preparato un pranzo vegetariano, e tutti sono stati contenti :-)

Rita ha detto...

Ciao Martigot,
alcuni miei amici purtroppo mangiano di tutto, dal foie gras alle costolette d'agnello.
E pensa che sono stata definita intransigente ed intollerante perché ho convinto i miei genitori a non mangiare l'agnello a Pasqua. Secondo questi amici avrei privato di un piacere "due povere persone anziane".
Al primo posto ovviamente deve sempre venire l'uomo ed il suo palato, e dei poveri animali trucidati, chissene... questa è la convinzione comunemente diffusa.
Difendere la vita è intolleranza mentre toglierla è democrazia, pensa un po' come stiamo messi. :-D

Erika ha detto...

Comunque non credo di aver ottenuto tanto, alla fine nessuna delle persone con cui ho parlato è diventata completamente vegetariana come me.
Io ho un fortissimo senso di compassione verso gli animali e questa è stata la spinta, io li amo, come ho compassione anche per gli umani che sono in difficoltà, voi credete che tutti siano come me?
Non mi sembra....

vegana ha detto...

Capisco bene questa tua situazione, ne sto "soffrendo" anche io da mesi ormai, ma la cultura del "cannibalismo" è radicata nelle menti dei "poveri" sostenuta dalla paura di un cambiamento che sia diverso dall'indottrinamento di massa, insomma le pecore non decido il percorso senza il lupo che le guida ;)

LL ha detto...

Sempre di mezzo i Cojo"t"i.

Rita ha detto...

@ vegana

Già. Spero che verrà il giorno in cui la massa andrà a fare la supermercato e non troverà più la carne negli scaffali. A quel punto forse si convincerà che ci sono alternative migliori.

Rita ha detto...

@ LL

ahahahahha

Hai ragione. :-D

LL ha detto...

Proprio perché la massa marcia automaticamente agli scaffali del supermercato, il giorno che li troverà vuoti di carne manco se ne accorgerà. Diranno che non ci sono più i supermercati di una volta, brontolando per un quarto d'ora abbondante, poi si saranno già dimenticati tutto.

Rita ha detto...

Già. E negherà di aver mai mangiato carne.

Erika ha detto...

Ma io dico, se proprio si vogliono mangiare cose animali si possono mangiare le uova e i derivati del latte, ma per favore la carne No!

Rita ha detto...

@ vegetarian t

Anche dietro la produzione di latte ed uova vi è sfruttamento degli animali e violenza.
Ti dico in breve (ma se vorrai approfondire troverai altri articoli e video più approfonditi in rete): il destino delle galline ovaiole è quello di trascorrere la loro esistenza in gabbie strettissime, di essere indotte a produrre più uova di quanto farebbero in natura e poi di venire comunque uccise alla fine del loro ciclo produttivo; oltre a ciò i pulcini maschi vengono barbaramente uccisi, tritati vivi o gettati nei rifiuti ancora vivi.

Per produrre latte i vitellini (cui sarebbe naturalmente destinato quel latte, ti ricordo infatti che le mucche producono latte solo dopo aver partorito, come ogni altro mammifero) vengono brutalmente sottratti alla madre dopo pochi giorni dal parto (piangono giorni e notti intere dopo questa separazione, sia le madri che i figli) per poi essere mangiati una volta raggiunto il peso giusto e le mucche, dopo essere spremute meccanicamente per qualche anno (la spremitura meccanica provoca loro mastiti dolorosissime e prolassi), vengono comunque uccise. In natura una mucca vivrebbe circa venti anni, invece nella produzione del latte dopo cinque o sei anni, ormai distrutte fisicamente tanto che non si reggono nemmeno in piedi, vengono trascinate sui tir e condotte al macello.

Non ti fidare della dicitura "galline allevate a terra", significa che magari non stanno dentro le gabbiette minuscole, ma ugualmente ammassate nei capannoni, con luce artificiale, senza mai poter uscire a razzolare liberamente se non, negli allevamenti diciamo meno intensivi, per qualche ora al giorno in estate. E comunque verranno uccise quando non più capaci di produrre uova nella quantità ritenuta ottimale per i profitti dell'azienda.
Alla fine lo sfruttamento delle mucche da latte e delle galline ovaiole è peggiore di quello degli animali che vanno direttamente al macello perché protratto per anni.

Certo, diventare vegetariani è già tantissimo, un grandissimo passo ed una scelta virtuosissima. Quindi tutto il mio rispetto per chi compie questa scelta etica.
Ma bisogna informarsi anche su cosa comporta la produzione di latte ed uova.
Un abbraccio.

Erika ha detto...

Cara so tutto, io sono vegetariana ma a tendenza vegana, comunque non mangio nemmeno i pesci e voglio vedere quanti sono i vegetariani che non mangiano pesce. Io mi sento proprio in colpa a mangiare i pesci.
Uova ne mangio poche, circa due a settimana, anche meno e compro quelle allevate all' aperto, cerco di fare il possibile. Comunque sono molto orgogliosa di non mangiare i pesci.

Rita ha detto...

Bravissima.
Chi si dichiara vegetariano non dovrebbe mangiare pesci, non sono forse animali anche loro? Non soffrono anche loro? Anzi, fanno una fine orribile, muoiono dopo una lunga asfissia. Per non parlare dei crostacei che vengono bolliti vivi.
Ammiro molto il tuo impegno.

Erika ha detto...

Grazie cara :-)

Sascha ha detto...

Ho iniziato a provare sempre piú pena per le persone: come si fa ad avere il cuore cosí freddo che non riconosci la sofferenza di altri esseri senzienti? Mi dispiace profondamente per chi é costretto a vivere la propria vita con tanta freddezza dentro.

...va solo a dimostrare che l'essere umano (non mi piace l'espressione "l'uomo" per dire "essere umano": e la donna cos'é, un alieno?) non é proprio al vertice di un cavolo. Perché se guardiamo tutto il male che facciamo quotidianamente alla terra - non per la nostra sopravvivenza, ma per il nostro comfort - per un essere evoluto non é difficile vedere che piú in fondo di cosí non si puó scendere.

Masque ha detto...

"tanto il mondo è cattivo e non lo cambi" mi ricorda una scena del film Contact in cui la protagonista si sente dire questa frase da un collega disonesto e opportunista, che l'aveva precedentemente screditata pubblicamente per sottrarle un lavoro. la sua risposta è stata "io ho sempre pensato che il mondo sia come noi lo facciamo".

una risposta esemplare :)

Rita ha detto...

@ Sascha

La specie umana (hai ragione, usare sempre il termine "uomo" per indicare l'essere umano è maschilista, indica una preminenza al maschile, come se le donne dovessero uniformarsi, come se valessero meno) è al vertice solo perché noi ci siamo voluti raccontare che è così e solo da parametri squisitamente umani. Noi siamo l'unica specie che si è inventata un racconto sul mondo e sulla vita (il mito, le varie religioni, la cultura, la narrazione storica) ed è ovvio che abbiamo dato risalto a noi stessi, anche per giustificare il predominio con la logica. Siamo noi che abbiamo stabilito che l'intelligenza ed una maggiore complessità cognitiva, così come la possibilità di articolare il pensiero in un linguaggio debba essere un valore superiore ed assoluto. Se noi fossimo stati giaguari, avremmo stabilito un altro parametro, ad esempio la velocità. La nostra cultura è antropocentrica.

Rita ha detto...

@ Masque

Ricordo quel film, è bellissimo, uno dei miei preferiti. E infatti quella battuta ha colpito molto anche me, bisogna che me la tenga a mente per la prossima volta. ;-)

Masque ha detto...

Riguardo al linguaggio... vado nuovamente OT... avevo appena scoperto questo: http://it.wikipedia.org/wiki/Marain

da cui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ipotesi_di_Sapir-Whorf

Riccardo ha detto...

Non riconoscere ed accettare la fede del carnivoresimo significa cadere nell'eresia ed è inevitabile finire sul rogo...
Ciao alla prossima,
Riccardo

Rita ha detto...

Ciao Riccardo,
come stai? Era un po' che ci si doveva sentire, immagino che sarai indaffarato, ho visto che non hai più aggiornato il tuo blog.
Eh sì, la società ti spinge all'omologazione, bisogna essere tutti uguali, tutti mangiano la carne e dunque è giusto e normale così, se si manifesta un pensiero diverso, il matto sei tu... :-(

Riccardo ha detto...

grazie Rita, tutto bene, sì infatti sono un po' impegnato in questo periodo, solo ieri sono riuscito a leggermi i tuoi ultimi articoli, sono sempre curioso di passare qui, per il mio blog sto scrivendo un articolo un po' lunghetto, spero di pubblicarlo nei prossimi giorni
ciao a presto,
Riccardo

Rita ha detto...

Allora aspetto di leggerti presto, sono curiosissima di sapere quale argomento affronterai.