sabato 8 dicembre 2012

Animalista da salotto o talebano?


Per scelta non guardo la tv da almeno quattro anni, con l’unica eccezione di quando vado a trovare i miei genitori che vivono fuori Roma (più o meno un paio di volte al mese). Non che io arrivi a casa dei miei e come prima cosa accenda la tv, ne farei volentierissimo a meno, ma diciamo che arrivo e la trovo già accesa, vado via ed è sempre ancora accesa e questo nonostante abbia provato in tutti i modi a convincerli che tenere tutto il giorno la tv accesa non fa bene al loro cervello. Da un po’ di tempo a questa parte, in queste rarissime occasioni in cui appunto mi capita di soffermarmi su qualche programma, ho notato che è stato sdoganato l’animalismo da salotto, o meglio, è stato sdoganato un certo concetto che la tv intende far passare per animalismo. Si parla di cani e gatti abbandonati; si sensibilizza lo spettatore all’adozione di questi trovatelli; si intervistano personaggi dello star-system, più o meno noti, amanti dei cani; si promuovono campagne contro l’abbandono o il maltrattamento. Mi si dice che anche i conduttori di Striscia la Notizia si diano un gran da fare per denunciare episodi di maltrattamento. E questo va benissimo. Ci mancherebbe. Se non fosse che il tutto, relativo quindi ai soli animali d’affezione, i cosiddetti -  con termine mutuato dall’inglese - “pets”, venga esplicitamente fatto passare per animalismo, veicolando la falsa consapevolezza che basti rispettare ed amare i cani e gatti per potersi definire animalisti e che questo, sia, in sostanza, il fine ultimo da raggiungere nella lotta dei diritti animali affinché una società possa dirsi davvero evoluta. Sul serio, questo è ciò che pensa molta gente, corroborata nelle proprie convinzioni da imbarazzanti dichiarazioni rilasciate dalla starletta o personaggio pubblico di turno amante del proprio cane e quindi magari contraria all’uso dei botti di capodanno, ma a favore del sacrosanto diritto di ognuno di potersi mangiare chi caspita gli pare perché il vegetarianismo è un’altra cosa ed è una scelta personale e beh, che c’entra, io sono animalista, ma mica talebana!; e guai a parlare di veganismo, non c’è bisogno di essere così estremisti!!!
Trovo quindi che questa apparente opera di sensibilizzazione promossa dalla tv (di stato e non) nei confronti degli animali, ma che bada bene a non intaccare minimamente la cultura dello sfruttamento del vivente alla radice perché il veganismo continua ad essere ritenuto una scelta estrema e personale, possa essere alla lunga addirittura controproducente.
Certo, sensibilizzare sull’abbandono dei cani o su altri argomenti a favore degli animali è comunque qualcosa, ma, ripeto, quello che assolutamente non funziona è l’accostamento del termine animalismo e diritti animali a queste, pur lodevoli, iniziative. Non si diventa animalisti adottando un cane da un canile, ma mettendo in discussione lo sfruttamento di tutti gli altri animali. E se non si capisce questa cosa, se in tv si continuerà a far passare il messaggio che essere animalisti sia solo occuparsi di cani e gatti, allora per forza di cose poi chi compie la giusta e sacrosanta scelta di diventare vegano (l’unica maniera per dirsi coerentemente amanti e rispettosi degli animali) verrà visto come un estremista pazzo talebano.
Tizio è contro l’uso degli animali nei circhi? Dunque è animalista e poco importa se la domenica si rimpinza di carne alla griglia con gli amici perché, si sa, il mangiare è anche un momento conviviale e guai a criticare certe tradizioni. Tizia è amante degli animali, guai a chi farebbe del male al suo cane, per lei è come un figlio, ma indossa la pelliccia perché si sa, certi estremismi non vanno mai bene. La mia impressione è che tutte queste dichiarazioni e questi comportamenti al limite della schizofrenia vengano incentivati e promossi in tv perché, sostanzialmente, innocue ai fini dello smantellamento del sistema di sfruttamento, anzi, tese a ribadire e confermare la cultura antropocentrica senza che venga minimamente intaccata, pur concedendo e dispensando a piene mani l’onore del fregio “animalista”, quasi fosse un salvacondotto per sentirsi un po’ meglio con la propria coscienza. In sostanza l’equivalente della “carne felice” e dell’allevamento sostenibile.
Se si cominciasse dalla protezione dei pets per poi arrivare ad un’amplificazione della coscienza animalista forse queste mie critiche potrebbero risultare oziose - se davvero così fosse - ma, ripeto, il mio timore è che invece certe opere di sensibilizzazione solo limitate a proteggere e rispettare alcune specie siano uno strategemma per veicolare un concetto errato e debolissimo di animalismo teso comunque a salvaguardare la logica dello sfruttamento. Una patente di animalismo concessa dal sistema, interna al sistema, confacente al sistema, soddisfacente al sistema. Poiché in sostanza si è capito, specialmente dopo il caso Green Hill, che l’opinione e la sensibilità pubblica stanno mutando, allora le si vorrebbero incanalare, dirottare, risolvere ed inglobare verso una forma molto blanda di animalismo che possa far ritenere i singoli soddisfatti delle proprie azioni caritatevoli (adottare un cucciolo da un canile, non andare al circo) scongiurando al contempo il pericolo che possano interrogarsi più a fondo e più radicalmente sulle pratiche di sfruttamento animale. Si pone l’accento su un qualcosa per annebbiare tutto il resto, ossia la vera radice del problema. L’abbandono del cucciolo è infatti un effetto, non la causa della noncuranza verso gli animali. E la cura dei soli sintomi non è certo il metodo più efficace per minare la malattia alla radice. Che fare? A parte non guardare la tv, invito chiunque a prendere le distanze da questo animalismo da salotto e a smascherare l’inganno dell’apparente protezionismo che lascia inalterato il sistema di sfruttamento.  
Sia chiaro, non sto qui criticando le singole opere di sensibilizzazione, bensì l’uso strumentale che ne propone la tv (ma in generale tutti i media mainstream): un uso volto a mettere l’accento sulla condanna di alcune pratiche, ma ben attento a non scardinare la logica del dominio dell’altro.

25 commenti:

Maura ha detto...

Annuivo mentre ti leggevo perchè hai esposto benissimo quello che anch'io penso.
Siamo il così detto "popolo bue" (con rispetto al bue, ovviamente!) che vive in uno stato di totale confusione ed incoerenza.
Hai ragione soprattutto quando dici che se alla televisione viene in qualche modo concessa visibilità a questo nuovo e sempre più presente pensiero animalista, venga comunque sistematicamente convogliato solo verso alcune specie animali, in genere appunto cani o gatti.
E così le persone incominciano a vivere con il paraocchi, quell'arnese malefico che costringe i poveri cavalli a guardare solo davanti a se, senza potersi distrarre e quindi senza poter vedere oltre ed altro.
Non sia mai che ci rendiamo conto che animali sono anche galline, mucche e company!
Rischieremmo di destabilizzare la piramide , quella famosa piramide che vede al suo apice il signor uomo, e di cui io aspetto il capovolgimento!

Ora ti auguro una buona notte, magari continueremo la discussione domani.

Rita ha detto...

'notte carissima amica mia. :-)

Sì comunque, ci siamo capite, non sia mai che in tv si parli anche di maiali, galline, pesci... anzi, se ne parla, quando sono già morti e trasformati in cibo così da non essere più riconoscibili come tali.

Erika ha detto...

Rita, io penso che noi dobbiamo sensibilizzare su tutti gli altri animali che non siano i cani e i gatti. Non esistono solo i cani e i gatti. Esistono i maiali ( fra l' altro anche molto intelligenti e sensibili ). Esistono le anatre. Esistono i vitellini, la gente ha mai visto quanto è tenero e dolce e indifeso un vitellino? Lo ha visto mentre la sua mamma lo lecca? Diffondiamo questa conoscenza a chi pensa che il vitello sia solo un tipo di carne tenera e chiara! Esistono gli agnellini e qui ogni commento sulla loro tenerezza è superfluo. Esistono anche i tonni, la gente ha mai visto cos'è la mattanza dei tonni? Io ad esempio ho definitivamente smesso di mangiare tonno dopo aver visto cos'è l' uccisione dei tonni, il tonno non nasce nella scatoletta!
Ecco, diffondiamo la conoscenza degli altri animali!

Martigot ha detto...

Cara Biancaneve, concordo assolutamente. In varie trasmissioni è facile che dopo aver promosso l'adozione di cani e gatti si passi ad un momento culinario in cui allegramente si cucinano mucche, vitelli, maiali, pesci, volatili :-(
Da un lato, tristemente, questa incoerenza è lo specchio della nostra società in cui gli animali "da affezione" sono una cosa e quelli "da reddito" un'altra; d'altro canto messaggi così ambigui non fanno che rendere buona parte del pubblico ancora più assuefatta a questo assurdo sistema.
Tristezza.

Riccardo ha detto...

ciao Rita, non so esattamente come si sia evoluta in questo senso la televisione negli ultimi tempi, ma mi pare che questo sia un problema anche della tv degli anni passati, immagino però che probabilmente sull'ondata del caso green hill ora si parli di più di queste cose. Comunque, nel mio concetto di animalismo, quello che passa in tv è in effetti animalismo, piuttosto la gente dovrebbe iniziare a percepire una distinzione tra animalismo, ovvero la preoccupazione sentimentalistica per randagi e problemi simili, e la più matura lotta per la liberazione animale.
Ciao,
Riccardo

Rita ha detto...

Ciao Riccardo, quello che passa in tv io lo definisco zoofilia. L'animalismo è in effetti la liberazione di tutti gli animali, mentre l'antispecismo è ancora un'altra cosa, ossia l'ideale di una società completamente liberata da ogni forma di sfruttamento, discriminazione, potere di alcuni su altri.
Per questo mi spiace che la signora impellicciata con cagnolino venga definita animalista, a sproposito dunque, quando è semplicemente una zoofila (ossia nutre una forma di affetto e simpatia per gli animali, ma senza includervi il pur vago pensiero di una loro liberazione dalle gabbie in cui la società li rinchiude.).
Tempo fa avevo scritto per chiarire un po' meglio la distinzione tra i vari termini, non so se l'avevi letto:

http://www.ildolcedomani.com/2012/08/ambientalismo-animalismo-zoofilia.html

Quindi il pensiero animalista vero è lotta per la liberazione animale.

(diciamo che gli animalisti da salotto io li chiamo anche "animalari"). ;-)

Un saluto.

P.S.: in inglese gli animalisti sono definiti, ancor meglio e senza ambiguità, ARA (animal right advocates).

Rita ha detto...

@ Martigot

Esatto, prima ti fanno vedere i cagnolini di Green Hill e un attimo dopo arriva il cuoco che cucina l'abbacchio al forno con patate. Pensa che te messaggio fuorviante che si trasmette.

Rita ha detto...

@ vegetarian T.

Sì, noi dobbiamo assolutamente far comprendere alla gente che tra un cane, un gatto, un maiale, una mucca, un pesce, una gallina, un topo non c'è nessunissima differenza. E soprattutto mostrare l'orrore che si nasconde dietro la produzione di carne, salumi, latticini ecc..

Erika ha detto...

Facile sopraffare i più deboli, come gli agnellini, sempre il solito discorso

Erika ha detto...

Rita non dimentichiamo i ragni, ne ho trovato uno in bagno l' altro giorno, più o meno grande come un unghia dell' anulare, be io l' ho lasciato lì e ci ho pure parlato, gli ho detto che con me deve stare tranquillo, che può fare quello che vuole, mi ha fatto compagnia per 3 giorni, simpaticissimo, poi è sparito bo ...

Rita ha detto...

Ah, certo anche gli insetti vanno rispettati. Io pure li lascio dove sono, anzi, a volte se mi capita di vederne qualcuno in un luogo pubblico che potrebbe essere schiacciato, lo prendo e lo porto fuori, in salvo. ;-)
I ragnetti sono simpatici, vero. ;-)

Erika ha detto...

Bravissima, si parla tanto di cani e gatti ma a me ha fatto compagnia anche il ragnetto

Erika ha detto...

Rita mi sento giùùù

Rita ha detto...

Scrivimi se ti va, se posso darti una parola di conforto, volentierissimo. :-)

FioreSanRemo ha detto...

Ok se ti riferisci ad altre trasmissioni, ma non x "Striscia", ke invece non si occupa soltanto del benessere di animali domestici, ma bensì di tutti quanti, denunciando il fenomeno delle "mukke-a-terra" ad es. oppure quello delle corse illegali dei cavalli, ecc...
Il "Fratello-degli-Animali" Edoardo Stoppa è davvero 1 animalista agguerrito, + talebano, ke salottiero, te l'assicuro !

Rita ha detto...

ah, Ok, Fiore, buono a sapersi. Meglio così, voglio dire, mi fa senz'altro piacere sapere che almeno a Striscia ci sia un animalista convinto.
Non guardando la tv non potevo saperlo, c'è mia madre che ogni tanto me ne parla, ma siccome lei parla sempre di cagnolini, gattini ecc., credevo che anche Striscia si occupasse solo di questo.
Ottimo quindi, complimenti a Paolo Stoppa se riesce a denunciare certi orrori.
Grazie.

Erika ha detto...

Rita grazie tantissimo, appena mi sento ti scriverò, grazie :-) un pò di timidezza

Riccardo ha detto...

Rita, concordo con la tua definizione di animalista, ma secondo me il problema è evidente da quello che abbiamo scritto io e te qui, ovvero questo animalista che diavolo fa? non si capisce bene, se pure gli si vuole dare una definizione univoca, comunque è oramai un termine talmente usato e abusato che ha perso ogni significato. Io infatti non mi definisco mai animalista, proprio perchè è un termine ambiguo, anche sul mio blog evito sempre di usare questo termine, appunto preferisco il corrispondente italiano di ara difensori dei diritti animali, oppure attivisti per i diritti animali, sostenitori dei diritti animali, che sono meno ambigui e richiamano direttamente il concetto dei diritti animali (di tutti gli animali).

Sul concetto di antispecismo credo di avere idee diverse da quella più normalmente accettata, ma forse dovrei approfondire meglio.

Non ho letto il tuo articolo che se non sbaglio è anche su asinus novus, lì sto ancora leggendo i vecchi articoli quindi lo leggerò lì appena posso!

Rita ha detto...

Hai ragione a dire che del termine animalista si è fin troppo abusato e che ormai appunto viene appioppato a chiunque mostri un minimo di simpatia verso i cosiddetti animali d'affezione (senza che si occupi degli altri). E pure io sai come mi definisco ultimamente? Attivista per la liberazione animale. Poi, se ho a che fare con persone un pochino più ferrate sull'argomento e soprattutto interessate a conoscere meglio, dico che sono antispecista.
Mi piacerebbe comunque sapere quel che tu intendi per antispecismo, davvero, lo sai che tengo molto in considerazione le tue opinioni.
Io mi chiarisco continuamente il concetto di antispecismo (senza ovviamente mutarlo nel fine ultimo, che è la liberazione animale, di tutti gli animali e continuando ad attribuirgli un intento politico, nel senso di idea, che forse non è ancora ideologia, atta a voler imprimere un mutamento sostanziale delle strutture e logiche che sorreggono l'attuale società). Ma insomma sì, ci sarebbe da approfondire molto. Comunque presto vorrei scriverci qualcosa.
Quel che sto maturando adesso è che esso, almeno nelle intenzioni, è già un'idea autosufficiente, quindi non bisognosa di essere inserita in altre categorie storico-politiche. E' un pensiero comprensivo di determinati valori che pienamente esprime stesso nel volerli fondare (quindi se si è antispecisti per me si è anche, di deafult, antirazzisti, antimaschilisti, antiomofobi, antifascisti, e si rifiuta la discriminazione, il dominio, la prevaricazione, l'antropocentrismo). Cioè, specificare che se si è antispecisti si è anche antirazzisti, per dire, a me sembra pleonastico perché è tautologico che l'antispecismo sia il rifiuto di ogni discriminazione.

Diciamo che un'ideologia così ampia e nuova non era mai stata teorizzata prima. Poi, dal dichiarare di esserlo, all'esserlo veramente è un altro paio di maniche.

Riccardo ha detto...

sì, anche sul mio blog invece di parlare di "movimento animalista" preferisco "movimento per la liberazione animale". Io poi personalmente mi definisco abolizionista, che richiama il concetto di schiavitù e il parallelo con la schiavitù umana, ma nei rapporti con gli altri non uso mai definizioni, posso spiegare quali sono le mie idee e cosa faccio, ma non mi presento con definizioni, solo se l'altro è anche lui un attivista, allora mi presento come abolizionista, solo perchè lo aiuta a capire subito quali sono le mie idee (almeno lo spero). Per quanto riguarda il concetto di antispecismo, stavo pensando anche io di scrivere qualcosa, spero di riuscirci presto.

Rita ha detto...

Giusto sì, anche io mi definisco abolizionista a volte quando so con chi sto parlando. Ma hai ragione a dire che usare le definizioni è sbagliato perché poi comunque la gente finisce per infilarci dentro qualsiasi cosa (vedi per animalismo); in un certo senso le definizione sono come dei contenitori, ognuno poi li riempie come vuole. Meglio dire cosa si fa, cosa si cerca di ottenere, sono d'accordo. A meno che non si parli tra noi attivisti, allora sì, in teoria dovremmo capirci. ;-)
Aspetto di leggerti presto allora. :-)

Emanuele G. ha detto...

Domenica da Licia Colò su Rai3, hanno invitato una famiglia con una maialina domestica e lei ha cominciato a fare domande tipo: "ma è affettuosa" "come si comporta" "ma la tenete in casa". Ad un certo punto un suo collaboratore ha letto una domanda di una persona da casa che diceva "Vorrei chiedere ai signori se sono vegetariani, perché accudire una maialina e affettare un salame a tavola non è proprio edificante". Naturalmente Licia Colò ha sapientemente glissato, non li ha fatti praticamente rispondere ed è andata oltre con la trasmissione.

Rita ha detto...

Ciao Emanuele,
immagino che Licia Colò abbia sapientemente glissato. Lei è la classica animalista per finta, o per metà, sensibile a tante cause, amante della natura ecc., ma incapace di mettere radicalmente in discussione il sistema di sfruttamento degli animali.
Mi hanno riferito che invece ieri Vespa ha condotto il dibattito "vegetariani versus carnivori", ospiti Carmen Russo e la Maugieri, poi quello della Coldiretti, che per forza di cose avrà detto che la carne e il latte sono necessari, che fanno bene... La Maugieri è invece quella che, da vegana, ha partecipato al progetto fotografico Fishlove in cui si è fatta riprendere con pesci morti spalmati sul corpo nudo, il tutto per sostenere "la pesca sostenibile". Pensa te che esempio di coerenza vegana.
Ne avevo parlato qui:

http://www.ildolcedomani.com/2012/08/dellamorte-dellamore.html

Emanuele G. ha detto...

Ciao Biancaneve,
avevo letto su facebook della trasmissione di vespa, ma oltre ad "odiarlo" personalmente, sapendo come conduce le sue trasmissioni e che ospiti invita ho pensato bene di guardare altro l'altra sera, avrei rischiato seriamente di dover spendere diversi soldi per comprare una tv nuova!
La storia della Maugeri invece non la sapevo; mi sembrava una persona onesta e coerente, "male" a sapersi!!!

PS da Licia Colò mi aspetto sempre il peggio, ho visto la maialina domenica per sbaglio (ero annoiato e le trasmissioni sportive che stavo guardando erano finite) ed ero sicuro che mai avrebbe invitato persone che potessero dire in diretta che ai maiali non va torto un pelo! Non sia mai, che estremisti!

Due settimane fa (sempre per sbaglio giuro) hanno invitato quel ragazzo sudafricano che vive con i leoni, e si sono dilungati con lo spiegare che in Africa ci sono i bracconieri, che leoni, elefanti, rinoceronti sono in pericolo e che è indegno uccidere animali liberi nel loro habitat..... cinque minuti dopo c'era un servizio in cui facevano vedere come si pesca nell'Oceano Indiano

Rita ha detto...

Sai cosa ho notato Emanuele? Che i media mainstream ogni volta che per sbaglio affrontano tematiche volte a sensibilizzare sul rispetto degli animali, o del veganismo ecc., poi devono sempre subito dopo accostarvi quello che io chiamo "il rinforzo positivo della cultura dello sfruttamento animale", quindi inserire una pubblicità in cui si fa vedere quant'è bello mangiare carne o un servizio a favore della pesca ecc. ecc..
Il fine è quello di dare l'impressione che ci sia la volontà di affrontare questioni etiche, ma senza ovviamente, come al solito, voler mettere minimamente in discussione il consumismo basato sullo sfruttamento animale. E del resto le tv sono solo mezzi per mandare in onda spot pubblicitari, i giornali pure rispondo sempre a qualche logica legata al denaro o a determinate lobbies di potere, quindi, cosa ci si può aspettere?
Io sostengo però che noi animalisti ed attivisti veri (ossia non animalisti per metà) dovremmo comunque provare ad infiltrarci nei media, cercare di penetrare in qualsiasi crepa possibile, così da riuscire prima o poi a destabilizzare la cultura dello sfruttamento animale dall'interno. Insistere affinché invece di invitare personaggi come la Maugeri e Carmen Russo, si chiamino filosofi, o persone con un minimo di serietà, non impiegati al soldo degli allevatori, ecco. ;-)