martedì 31 luglio 2012

Mini Vegan Festival di Costacciaro (PG)

       
  Costacciaro (PG) dal 24 al 26 agosto 2012

Per la prima volta nel Comune di Costacciaro (PG), immersi nel Parco del Monte Cucco, avrà luogo dal 24 al 26 agosto il “Mini Vegan Festival”, un’iniziativa promossa dall’Associazione “Per Animalia Veritas” che si occupa della tutela dei diritti degli animali, legislazione di settore e impatto sociale degli attuali standard di alimentazione. L’evento, che vedrà la partecipazone di altre importanti Associazioni animaliste, prevede tre giorni di attività ed interventi di approfondimento volti ad informare in merito all’attuale condizione animale nel nostro paese e all’estero con particolare riferimento alle leggi sulle razze canine pericolose e alle normative che regolano la vita degli animali da reddito. Non mancheranno attività ludiche, escursioni, relax in piscina e cibi sani “vegani”, ovvero senza utilizzo di prodotti di derivazione animale forniti dall’azienda “Muscolo di Grano”, il tutto con possibilità di campeggio. Sabato sera è in programma presso il Pub “La Caciara” una cena benefit, preparata da “La Veganeria”, il cui ricavato sarà devoluto alla “Fattoria della Pace Ippoasi”, sita a Marina di Pisa, che si occupa del recupero degli animali da reddito riscattati.

Per
informazioni:

www.peranimaliaveritas.org/VeganFestival2012

info@peranimaliaveritas.org - Telefono +39 3662790984.

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"Per Animalia Veritas" è una associazione di volontariato che nasce dal desiderio di alcuni attivisti di concretizzare le idee i principi e i valori di cui la filosofia antispecista è portatrice. Innanzi tutto la volontà di portare avanti battaglie concrete per la liberazione totale, di animali umani e non umani.

lunedì 30 luglio 2012

Sfogo di una notte di mezza estate


Non riesco assolutamente più a sopportare tutti quelli che:

- sono d’accordo, sfruttare gli animali è ingiusto, io sono per un consumo consapevole, mangio la carne solo una volta a settimana e solo rigorosamente biologica

(ma consapevole di che? Del fatto che sei un assassino? E pensi che biologico voglia dire che gli animali sono morti di morte naturale?).

- ah, mi spiace per quei poveri animaletti sai, ma io alla pelliccia di visone non rinuncio.

(questa è no comment!).

- capisco la tua scelta di essere diventato vegano e la rispetto, ma tu devi rispettare la mia di mangiare la carne altrimenti sei un nazista.

(no, io non DEVO proprio nessun rispetto a chi partecipa dello sfruttamento sistematico di migliaia di esseri senzienti al giorno e semmai nazista sarai tu che rimani indifferente - ed anzi vi partecipi pure -  di fronte all’arroganza di chi si arroga il diritto di negare la vita e la libertà alle specie animali diverse dalla propria).

- io sono vegano, ma ritengo che ognuno debba essere libero di fare le proprie scelte, ergo rispetto chi ancora continua a mangiare gli animali, peace and love, bisogna pensare positivo, io sono felice di aver trovato la mia dimensione spirituale in armonia con il creato e sorrido anche a chi ancora non ha trovato la propria strada ecc ecc.. (tutto questo pronunciato con gli occhi spiritati rivolti all’insù).

(bello mio, piacerebbe anche a me pensare positivo, ma mi rimane difficile sorridere a chi ha la bocca piena di cibo insanguinato o sentirmi in pace ed armonia con tutto il creato mentre intorno a me migliaia di animali continuano a soffrire e a morire, persino in questo preciso momento).

- ah, mi spiace proprio per te, ma devo proprio dirtelo, mi sono appena pappato un bel panino con la porchetta (rigorosamente pronunciato con sguardo fiero e petto in fuori).

(imbecille, non è certo per me che devi dispiacerti, non sono io la vittima offesa ma i miliardi di animali che muoiono ogni giorno per finire dentro al tuo squallido panino con la porchetta).

- sono vegetariano-pescetariano. (wow, che figata!)

(no, togli quel vegetariano. Se mangi pesce non sei vegetariano. Capisco che tu voglia dire anche vegetariano perché credi sia figo, ma invece di pensare ad essere figo, pensa piuttosto al fatto che sì, anche i pesci sono animali e sì, anche loro soffrono quando vengono pescati e poi uccisi nelle maniere più atroci, spesso spellati o messi a bollire (nel caso dei crostacei) quando sono ancora vivi).

- ho mangiato un pezzetto di carne, ma solo un pezzetto piccolo piccolo eh... (pronunciato con senso di colpa!).

(sì, ma l’animale è stato ucciso ugualmente, pure se ne hai mangiato un pezzetto piccolo piccolo e, per inciso, l’animale non sa che farsene del tuo senso di colpa).

- anche io amo e rispetto gli animali, però l’estremismo dei vegetariani/vegani non lo capisco proprio (pronunciato con tono di indubbia ragionevolezza).

(a me rimane un po’ difficile capire come invece si possa asserire con tanto candore di amare gli animali ed al contempo mangiarli, ma tant’è...).

- ah, sì, il maiale è un animale proprio carino e simpatico, ma quant’è ‘bbbbono però!

(eh sì, pure tu sei tanto carino e simpatico, ma quanto sei stronzo però!).

- ho cucinato l’agnello, sai, per tradizione...

(caro amico, senti a me, fidati, tradizione non è sinonimo di “valore positivo”; esistono tradizioni che sarebbe meglio abbandonare, meglio per tutti, credimi).

- ah, sei vegana? E che mangi? Carne no, pesce no, formaggi no, uova no, dunque mangi solo solo insalata? (domanda posta con l’aria preoccupatissima di chi crede che io stia lì lì per svenire dalla fame).

(ehhmmm... mi imbarazza sempre rispondere a questa domanda perché non vorrei mai dubitare dell’intelligenza e perspicacia del mio interlocutore, eppure... insomma, caro amico, navighi tutto il giorno su internet, hai due lauree, hai letto un sacco di libri, hai girato mezzo mondo, possibile che tu non abbia mai sentito nominare parole come: cereali, legumi, frutta, ortaggi? Possibile che tu non sappia che le proteine animali possono essere sostituite da quelle vegetali? Mai sentito parlare di seitan? E di tofu? Di soia invece? Insomma, posso capire che mia madre non sappia cosa sia il seitan, ma persino lei ci arriva a capire che oltre gli animali ci sono tantissime altre alternative in natura; e comunque... informarsi nell’era di internet è davvero a portata di... clic!).

- ah... ho capito, e per secondo cosa mangi?
 
(no comment!).

- e quando vai fuori come fai? 

(quando vado fuori digiuno! In fondo sai, trovare dei legumi e della pasta è veramente trooooooppo difficile... ).

- ma dai, mangiti un pezzettino di salame, ma che ti fa? Mica ti succede niente, sai!

(per l’ennesima volta, lo so bene che a ME non succederebbe niente, peccato però che un animale sia stato ucciso per ottenere quella fettina di salame ed è perché considero questo fatto riprovevole che mi rifiuto di mettere in bocca pezzi di animali morti).

- ‘bbbbono il pollo arrosto... non sai quello che ti perdi! 

(veramente lo so, prima lo mangiavo anche io il pollo arrosto e mi piaceva anche molto, solo che ad un certo punto ho aperto gli occhi su cosa significhi DAVVERO mangiare un pollo ed ha smesso all'istante di piacermi).

- ho visto che prendi il gelato di soia, intollerante al latte anche tu? 

(no, intollerante alla violenza!*).

- vegana? Vuoi dimagrire? 

(no, non voglio mangiare animali. E comunque, caro amico, sappi che mangiare tutti quei grassi animali di certo non ti aiuterà a mantenere il peso forma).

- ah, ma sarebbero morti comunque... 

(no, non sarebbero morti comunque... non così presto almeno, non uccisi dall’uomo in quel preciso momento per finire su questo preciso piatto).

- ah, ma pensa che tanto tutti quei vitelli non sarebbero nemmeno mai nati.

(appunto, non dovevano nascere perché la loro, dentro una gabbia, è una non-vita).

- sei troppo sensibile, sai, la vita è crudele, prima o poi tutti dobbiamo morire ed il dolore presto o tardi non risparmia nessuno (pronunciata con il tono di chi è convinto di aver appena rivelato un'inconfutabile verità filosofica).

(comunque, caro amico, la vita non è crudele, la crudeltà appartiene semmai ad una società che ha fatto del vivente merce di consumo; il dolore esiste ed è ineliminabile in natura, ma proprio per questo non aggiungiamone altro a quello che già dovremo affrontare; e sì, tutti dobbiamo morire, magari di morte naturale, o a causa di un incidente, per malattia, ma almeno fino a quel momento lasciamo che ognuno, animali compresi, viva da libero la propria esistenza. Ah, caro amico, forse non lo sai, ma uccidere NON è uguale a morire. Il significato dei due termini è un tantino diverso).

- (detto da un vegano): se avessi un figlio forse gli farei mangiare la carne altrimenti poi - una volta cresciuto vegano - non potrebbe più riuscire a mangiarla. 

(beh, ma perché dovrebbe essere un problema che tuo figlio non potrà più mangiare la carne? Mica è un valore mangiare la carne. Anche perché, seguendo questo ragionamento, allora non dovresti insegnare a tuo figlio nemmeno a non rubare, a rispettare il prossimo, a non uccidere ecc. perché poi, una volta educato in questa maniera, dopo gli potrebbe tornare difficile comportarsi altrimenti e trasformarsi in un delinquente. L'educazione al rispetto per ogni essere senziente è un valore, mica una disgrazia).

E, last but not least, a grandissima richiesta (tutututummm tuttuuttummm, rullo di tamburi).

- io non sopporto gli animalisti: si commuovono per un cane morto e poi rimangono indifferenti di fronte alle immagini dei bambini che muoiono di fame in Africa.
con variante

- beh, prima di pensare agli animali, pensiamo ai bambini che muoiono di fame in Africa

(caro amico, innanzitutto se davvero tutti quelli che tirano fuori ogni due per tre la tragedia dei bambini che muoiono di fame in Africa, ci pensassero veramente, a questi bambini, da mo’ che questi bambini avrebbero ormai la pancia piena, secondo poi non è che pensare agli animali, nello specifico magari portare da mangiare ad un gattino affamato, soccorrere un cane ferito o diventare vegani, impedisce di pensare pure a tutte le altre tragedie del mondo o porta via chissà quale tempo da dedicare eventualmente al volontariato: scegliere di mettere nel piatto la fettina di seitan invece di quella di vitello ruba esattamente lo stesso lasso di tempo, forse anche meno; inoltre caro amico, faresti bene ad informarti perché con tutti quei cereali destinati ad ingrassare gli animali che poi finiranno nei piatti della gente che di cibo ne ha anche troppo, ci si potrebbero sfamare esattamente tutti quei bambini che muoiono di fame in Africa). 

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E voi, ne avete qualcun’altra da aggiungere? 

Mi spiace se qualcuno leggendomi possa essersi offeso... ma, come da titolo, questo è uno sfogo... è che davvero non se ne può più di sentirsi dire tutti i giorni una sfilza di idiozie tali da sembrare fabbricate in serie. 

*(questa non è mia, ma quando l'ho sentita mi è piaciuta così tanto che l'ho fatta mia).

domenica 29 luglio 2012

Vite in saldo


Qui siamo addirittura oltre la reificazione del vivente, qui siamo alla svendita

Vite di esseri senzienti in saldo.

"Visone scontato del 70%"



"Saldi eccezionali sulle borsette di rettile"



"Volpe e cincillà in offerta speciale"






Non vi fa schifo tutto questo? Indignarsi o rattristarsi è poco. Non basta. Dobbiamo combattere fino al giorno in cui nessun essere senziente sarà più esposto in vetrina, venduto e svenduto come un semplice oggetto.

venerdì 27 luglio 2012

Della soppressione dell'empatia e della presunta crudeltà dell'uomo


Le giustificazioni di chi mangia carne e non si oppone allo sfruttamento degli animali sono tante e spesso davvero assurde,  ma la più obsoleta e meno efficace  (anche se parecchio popolare)  e senz’altro quella dell’asserita crudeltà insita nella natura dell’uomo, considerato specie predatrice per eccellenza, che altro non farebbe che seguire la propria indole e predisposizione alla sopraffazione e all’uccisione del più debole.

Continua su Asinus Novus.

venerdì 20 luglio 2012

Un'altra bella notizia!


Questa merita davvero attenzione.
Non aggiungo altro perché ogni commento sarebbe banale e superfluo. Dico solo... quanto avremmo da imparare se solo sapessimo guardare agli altri animali con occhi scevri da pregiudizi e condizionamenti culturali. Non siamo gli unici esseri senzienti sul pianeta: se cooperassimo insieme alle altre specie, anziché distruggerle e distruggerci a vicenda, il pianeta sarebbe un posto migliore. Fuor di retorica. 

P.S.:
questo post è dedicato a tutti quelli che sostengono che gli animali non siano agenti morali e siano soltanto esseri esseri bruti mossi dal puro istinto.
Mi domando: chissà cosa penseranno questi gorilla degli esseri umani? Loro non aggredirebbero mai un uomo, se non per difesa.

(Grazie a Masque per la gentile segnalazione)

giovedì 19 luglio 2012

L'estate di Giacomo di Alessandro Comodin

L’estate di Giacomo del friuliano Alessandro Comodin sta diventando, anzi, lo è già a tutti gli effetti, un “caso” cinematografico. Uscito in Francia il 4 luglio (il film è una co-produzione franco-belga-italiana) ha già conquistato in una sola sala più di 1.000 spettatori, in altri paesi, compreso il nostro...

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mercoledì 18 luglio 2012

Finalmente una buona notizia!

Reblogging da Dariavegan.

Il mio cuore è diviso tra la gioia per questa notizia ed il dolore per il pensiero di tutti gli altri luoghi di sfruttamento, sofferenza e prigionia in cui sono rinchiusi i nostri fratelli animali.
Speriamo che la vittoria di questa battaglia contro Green Hill sia il preludio per la liberazione totale.

domenica 15 luglio 2012

Le menzogne della "buona carne"

L’ottanta per cento dei suini allevati nell’Unione Europea subisce la castrazione chirurgica a sole poche settimane dalla nascita: un’operazione che in molti paesi viene affettuata senza anestesia e che, oltre ad una menomazione permanente, procura dolore, forte malessere ed affaticamento anche nei giorni successivi...

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mercoledì 11 luglio 2012

Chi ha paura degli animali?

Pubblicato anche su Asinus Novus.


Che ne pensate di questa immagine? Io la trovo bellissima. Il gesto di una donna che allatta un cucciolo appartenente ad un’altra specie è quanto di più altruista e meraviglioso possa esistere. E non si pensi che in natura sia un gesto poi così raro, accade di frequente che specie diverse di animali si prendano cura di cuccioli di altre specie, spesso anche se le une sono predatrici e gli altri prede. Così come ci sono comunità indiane ed africane le cui donne allattano anche cuccioli di altre specie. Evidentemente l’istinto materno non conosce remore. Eppure la foto in oggetto, come potete leggere dai commenti a lato, ha suscitato diverse critiche: c’è chi si chiede che cosa vorrebbe dimostrare (a me sembra tanto semplice, dimostra l’amore interspecie, il trionfo dell’antispecismo) addirittura c’è chi l’ha trovata “perversa” e  chi “disgustosa”.
Come aggiunge Serena, curatrice dell’interessante blog mangiarfiori, nei commenti al suo articolodal quale ho preso la foto ed anche l’idea per questo post (ma ci tenevo proprio tanto a condividere certe riflessioni anche con i miei lettori) - ciò che suscita stupore e ribrezzo non è tanto il fatto che si dia del latte materno ad un agnellino - e del resto sull’inverso nessuno avrebbe da ridire, visto che il consumo di latte di animali vari (mucca, capra, pecora) è pratica ben diffusa - quanto il contatto fisico che si viene ad instaurare tra i due. Eppure non c’è nulla di più tenero, grazioso, indifeso ed innocente di un agnellino o di qualsiasi altro cucciolo. Perché dunque quest’immagine “scandalizza” così tanto? Perché addirittura arrivare a parlare di “perversione”?
La risposta è ovvia e su Asinus Novus se n’è discusso a lungo, come ben ricorda Serena. La risposta è la cosidetta “paura degli animali", da Marco Maurizi definita per l'appunto Teriofobia. Non paura nel senso che essi, gli animali, ci suscitano terrore per qualche motivo, bensì paura dell’animalità che è nell’uomo da cui deriva una rimozione di tutto ciò che ci possa ricondurre sul loro stesso piano (tra cui l'amore interspecie, la naturale empatia: emozioni e sentimenti che tendono ad essere soffocati in nuce, sin dalla nascita. L'uomo che prova amore per gli animali e si immedesima con la loro sofferenza è un patosensibile. Chi si rifiuta di mangiarli è, idem, un patosensibile e così via). Paura di ciò che possa assimilare noi agli animali. Paura quindi di essere animali. Di tornare animali, che è anche paura di perdere il controllo, di non riuscire a gestire le proprie pulsioni o di tornare a sperimentare di nuovo quel terror panico primordiale scaturito dall’immedesimazione totale dell’uomo con la natura.
Se l’ego è separazione, è dunque nel momento esatto in cui l’uomo ha cominciato a separarsi dalla natura che ha acquisito anche consapevolezza di un proprio - illusorio - sé; ciò che gli ha dato la sensazione di essere altro dagli animali. Questa separazione ha creato nei secoli una frattura inavvicinabile, ha stabilito una distanza incolmabile. Soprattutto ha contribuito al formarsi di un concetto di umanità in antitesi con la natura e con il resto del mondo animale e direttamente proporzionale per cui tanto più ci si allontana dall’animale - e lo si depotenzia riducendolo ad oggetto - tanto più si festeggia il trionfo dell’umano.
La presunta superiorità dell’uomo sugli animali, l’antropocentrismo, ciò che poi conduce di fatto allo specismo, non è altro infatti che il risultato di un percorso di differenziazione dagli animali che l’uomo - la cultura dell'umano - ha attuato nei secoli. La religione cattolica poi ci ha messo del suo, adducendo a pretesto la creazione dell’uomo da parte di Dio a sua immagine e somiglianza ed il dono di un’anima immortale che invece gli animali non avrebbero. E infatti cattolici molto noti si vantano di mangiare gli animali per "ribadire la superiorità dell’uomo sul creato”, ma anche per "non mangiare i bambini". 
Vale a dire che un gesto quale quello di nutrire con il proprio latte un agnellino è visto nell’ottica della religione cattolica non per quello che è - ossia un gesto di amore senza confini - ma come un abbassamento, un degradarsi dell’uomo verso l’animalità. Affermando che l'uomo è un animale come gli altri si negherebbe l'immortalità dello stesso, quindi l'avvento del Cristianesimo, la nostra salvezza per mezzo del Redentore, verrebbero per così dire a crollare le fondamenta della religione cattolica stessa; e dev'essere per questo che molti cattolici e molti paesi le cui radici sono intrise di cattolicesimo - quali la Spagna, ad esempio - ci tengono così tanto a mantenere vive alcune tradizioni particolarmente cruente nei confronti degli animali, o a rimarcare la loro avversione per gli ecologisti, gli animalisti, ed i vegani - a loro dire seguaci di Satana -  così come a sottolineare - iconograficamente e simbolicamente - la natura "animale" del maligno; oppure, semplicemente, a manifestare un ribrezzo o meglio indistinto odio per tutto ciò che non è umano (a meno che non si trovi nel piatto).
Questa è la spiegazione per cui un contatto ravvicinato tra uomo ed animale, a meno che non sia quello atto a sancire la pretesa superiorità dell’uno sull’altro - quindi mangiare la carne va bene, bere il latte di mucca va bene, tenere il cagnolino al guinzaglio ed addomesticarlo va bene - nei più provoca ribrezzo e turbamento. Quel che si teme è la propria animalità (Freud direbbe che la civiltà è soppressione degli istinti), quel che si mette in atto è una rimozione della nostra natura animale, quel che inconsciamente manifestiamo è la distruzione dell'animale per meglio esaltare la nostra presunta umanità.
Le reazioni di disgusto all’immagine sopra dovrebbero quindi far riflettere. Far riflettere sul perché ci teniamo così tanto a distinguerci dagli animali, visto che siamo animali anche noi, e del perché essi ci facciano così “paura”.
In sostanza forse è semplicemente di noi stessi che abbiamo paura. È la nostra incapacità di essere abbastanza umani che temiamo. Senza capire che l'amore e l'empatia estesi a tutte le altre specie sarebbero non ciò che ci degrada, ma ciò che ci eleva. Il cammino della civiltà fatto fin qui non va rinnegato - e sbagliano coloro che credono che essere antispecisti significhi ritornare ad uno stato bruto e primitivo perché se oggi siamo capaci di vedere il male che facciamo alla natura è anche grazie al livello di evoluzione raggiunto e di questo non possiamo non tener conto - bensì indirizzato nel nome di un accoglimento e rispetto di tutti gli esseri senzienti. 
Allattare un cucciolo di pecora non è un gesto "perverso" o "schifoso". No. Non lo è. È invece un gesto capace di restituirci a quella natura dalla quale proveniamo e insieme il gesto più compassionevole ed umano che si conosca. Perché non si dimentichi che l'umano è ancor prima animale e non ha mai smesso di appartenere alla natura. La cultura infatti altro non è che la natura modificata dall'uomo, su cui l'uomo è intervenuto. 
C'è molto da riflettere quindi su come l'uomo tenti in tutte le maniere di dimenticare chi è e da dove proviene e quanto cerchi di rimuovere la propria essenza attraverso il rifiuto degli altri animali (dell'animalità che è in sé).

venerdì 6 luglio 2012

Green Movie Film Fest (seconda serata)

La seconda serata del Green Movie Film Fest prosegue con due opere altrettanto interessanti: Scorie in Libertà di Gianfranco Pannone e The Well: Water Voices from Ethiopia di Riccardo Russo e Paolo Barberi.

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Green Movie Film Fest: quando il cinema sposa la salvaguardia dell'ambiente

Presso la Casa del Cinema di Roma, situata all’interno dello splendido parco di Villa Borghese, si è aperta ieri la prima edizione del Green Movie Film Fest: tre serate all’aperto, dal 4 al 6 luglio, in cui verranno presentate opere – film (corto e lungometraggi), docufilm, mockumentary e documentari – per raccontare l’ambiente ed il sociale, ovviamente all’insegna dell’ecosostenibilità.

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