sabato 2 marzo 2013

Riflessioni a sostegno della campagna "Chi mangi oggi?"



Diciamolo ancora una volta: essere antispecisti non significa paragonare la vita di una mosca a quella di un bambino, bensì considerare degne di valore e rispetto entrambe le vite.
Ciò non significa dover fare una scala graduatoria e stabilire se la vita di un animale umano, in virtù di una specifica e peculiare complessità cognitiva, debba essere superiore o meno, bensì riconoscere la peculiarità e unicità delle capacità di ogni specie.
Troppo spesso mi si obietta che la specie umana sarebbe l'unica a poter fare determinate cose: comporre musica, avere un'organizzazione sociale, dipingere, scrivere ecc. - che poi, non è nemmeno vero, ad esempio altre specie hanno un'organizzazione socio-politica, tipo quelle eusociali cui appartengono le formiche, le api, gli eterocefali glabri, questi ultimi caso unico, a parte noi, tra tutti i mammiferi; così come non è vero che solo noi riusciamo a comporre musica e a comunicare in maniera complessa, basti pensare alle modulazioni del canto degli uccelli, così come alle frequenze sonore emesse dai delfini -, ma, purtuttavia, certe ovvietà costituiscono un dato di fatto, non di valore.
Ogni specie possiede caratteristiche uniche rispetto alle altre (gli uccelli volano, noi no, i salmoni nuotano controcorrente, noi no, i ghepardi corrono velocissimi, noi no, i pipistrelli utilizzano un sistema sofisticatissimo, l’ecolocazione, per orientarsi e individuare gli ostacoli, noi no, solo per elencarne alcune), ma ciò non significa che ognuna di esse sia superiore rispetto alle altre.
Non ha senso quindi affermare che la specia umana, poiché possiederebbe determinate capacità, sarebbe superiore e quindi la sua vita varrebbe di più; rimane invece sensato il principio del rispetto di tutte le vite senzienti, anche di quelle di animali con una minore o diversa complessità cognitiva; vale ricordare, a tal proposito, che anche gli esseri umani, in questo senso, non sono tutti uguali, c'è chi ha una mente più sviluppata, chi meno, eppure certamente riteniamo valido il principio che tutti abbiano lo stesso identico valore (e ci mancherebbe altro che non fosse così, perdinci, abbiamo lottato per anni e decenni contro la schiavitù degli Africani, contro il razzismo, contro i pregiudizi che ritenevano le donne esseri inferiori ecc.).
Dunque, seppure noi fossimo la specie realmente più dotata in virtù di determinate capacità, non per questo la nosta vita, come valore, sarebbe superiore a quella di altre.
Il valore di una vita prescinde da considerazioni qualitative e quantitative in merito alle sue capacità. Altrimenti la vita dei cerebrolesi, secondo questo assunto errato, dovrebbe valere di meno, mentre non è così.
Dunque, bando alle ciance, non mi interessa, in quanto antispecista, stabilire se la mia vita valga o meno quanto quella di una mosca o se la vita di un bambino valga o meno quanto quella di un maiale o di una gallina, mi interessa, unicamente, considerarle entrambe degne di valore e di conseguenza rispettarle. Questo è l’antispecismo, che vi piaccia o no.
Assurde quindi la proteste nate in seno alla campagna Chi mangi oggi? ideata dagli AFV (Animalisti Friuli Venezia Giulia), non si tratta di “paragonare" un bambino (che poi nel manifesto è un bambolotto di plastica fatto a pezzi) a un animale, lo è già! Infatti, siamo tutti animali - e non capisco perché ci si debba scandalizzare, o meglio, lo capisco: ci sono ragioni che pertengono alla sfera del simbolico e di ordine socio-politico-culturale che portano a considerare degradante l’essere assimilati agli animali non umani, ma solo perché il concetto ontologico dell’ umano è andato a definirsi e a strutturarsi nei secoli proprio tramite una continua rimozione e opposizione al resto del regno animale, una concezione riduttivamente antropocentrica che necessita di essere superata proprio perché non corrispondente all'evidenza empirica, ma derivante da un racconto autofondato al fine di legittimare e giustificare la prevaricazione e il dominio, condizioni che stiamo tentando di superare per ri-fondare una società finalmente libera dall'oppressione tra i viventi (e ricordiamo altresì che noi non sfruttiamo gli animali perché inferiori, ma è vero il contrario, ossia siamo stati condizionati ed educati a considerarli inferiori poiché li sfruttiamo da tempo immemore e solo e unicamente per superiorità di forza, ossia perché possiamo farlo in maniera coercitiva) - siamo tutti animali dunque, ovvero sia esseri senzienti che condividiamo la vita nuda e cruda, la capacità di morire, l’essere, l’esistere, il soffrire, gioire, l’esperire la realtà, quindi l’essenza stessa dell’esistenza.  E a questo, solo a questo mira la campagna degli animalisti FVG, ossia a ridare dignità e valore a tutti quei miliardi di esseri senzienti – gli invisibile del mondo – tutti gli individui (per questo CHI mangi oggi, e non COSA) che ogni giorno vengono massacrati in nome dell'industria alimentare e non solo.
Ultima considerazione, banalissima, ma doverosa: scandalizzarsi per l’immagine di un bambolotto fatto a pezzi (alcuni detrattori hanno persino parlato di “diritti umani lesi”, pensate un po’), preoccuparsi per il turbamento che potrebbe provocare nei bambini, quando poi agli stessi viene presentato in tavola un piatto con dentro cosciotti di agnello, maiale, alette di pollo, pesci fritti, trovo che sia veramente ridicolo, per non dire peggio.
Dunque l’esistenza dei macelli è accettata, ma la realtà di quel che accade all’interno deve essere tenuta nascosta. Bell’ipocrisia! E come pensate che sia possibile eventualmente effettuare una scelta autentica, se parte di una realtà viene costantemente negata e rimossa?
La campagna Chi mangi oggi? è coraggiosa perché ha scelto di aprire le porte dei macelli (metaforicamente, ché se la vera realtà fosse stata mostrata allora sì che vi sareste tutti sconvolti!), ha scelto, nell’epoca dell’occultamento mediatico voluto dall’industria capitalista, di dire come stanno le cose: gli animali sono esseri senzienti, non cose, esseri senzienti come lo siamo noi appartenenti alla specie umana, diversi tutti, sì, tutti diversi, ma tutti degni del medesimo rispetto in quanto ogni esistenza ha uguale valore. Un valore stabilito non sulla base di stupidi conteggi relativi a questa o a quell'altra capacità, ma inerente alla vita stessa.

P.S.: curioso invece come l'immagine sotto (anzi, qualcosa di più di un'immagine perché in questo caso si tratta di un corpo reale e non di un bambolotto di plastica) non susciti nessuna indignazione e nessun scalpore: 


Pubblicato anche sul blog di Parte in Causa.

P.P.S.: aggiornamento in tempo reale, questa la giustissima e sacrosanta risposta degli Animalisti FVG alle tante critiche ricevute (ripeto, addirittura sono stati accusati di aver leso i diritti umani) :-D

 

 

29 commenti:

Riccardo ha detto...

ciao Rita, ma che poi, chi dice che l'uomo sarebbe quest'essere eccezionale perchè abile nella musica, nella scrittura, nel dipingere... nel 99% dei casi non sa nè comporre musica, nè scrivere romanzi, nè fare quadri, infatti chi possiede queste abilità è solo una piccola minoranza della popolazione umana, eppure, quando parliamo (male) degli animali, ci piace credere che siamo tutti artisti e geni alla leonardo, ignoriamo invece quali incredibili sensazioni, che noi non conosceremo mai, può provare un uccello in volo, un pesce che scivola neli abissi marini o una scimmia che salta da albero a albero.

Rita ha detto...

Infatti. Se dovessimo adottare il criterio delle abilità gli animali ci sarebbero di gran lunga superiori.
Noi siamo goffi, e, diciamocelo, pure bruttarelli. :-D
Vuoi mettere l'eleganza di una tigre?

Maurizia ha detto...

Complimenti per l'articolo mi è piaciuto molto. Certo è che l'uomo è anche colui che crea guerre, distrugge il pianeta, uccide e violenta animali della sua specie e non. E' l'unico animale che uccide per divertimento, sport o per puro sadismo e non per necessità. Fare del male gratuitamente è un aspetto che ci contraddistingue dalle altre specie animali che uccidono solo se strettamente necessario. Non penso che siamo superiori alle altre specie, al contrario, abbiamo molto da imparare da loro.

Anonimo ha detto...

sono d'accordo con la tua riflessione . mi fa piacere che sia qualcuno che ragioni senza metter in piazza il proprio ego spacciandolo per le ormai fin troppo ammuffite ' verità in tasca'.
brava! e grazie
lauralu

Rita ha detto...

Ciao Maurizia, grazie per i complimenti, sono contenta che ti siano piaciute le mie riflessioni. ;-)
Il dominio inteso come concetto di prevaricazione e sfruttamento appartiene solo all'uomo, già, perché esso è un costrutto culturale, non della natura.
Le specie carnivore e predatrici cacciano per sfamarsi, ma mica mettono su allevamenti per avidità legata al profitto. Noi uccidiamo per profitto, non per necessità. Per motivazioni socio-politiche quindi. Poi, certo, ci sono i casi degli psicopatici che uccidono per diletto, ma si tratta di persone profondamente malate, è un altro discorso.
Siamo inoltre l'unica specie, come giustamente osservi, che sta distruggendo il proprio habitat. Ma non solo, ci siamo messi in gabbia da soli, perché tutte le sovrastrutture sociali, compreso il lavoro pagato a ore, cos'altro sono se non gabbie? Siamo prigionieri della nostra cultura, come una ragnatella che abbiamo tessuto e in cui siamo rimasti incastrati (diceva, più o meno, Max Weber).
Un saluto, grazie.

Rita ha detto...

@ lauralu

Grazie. :-) Lo sai che ci tengo in particolare al tuo parere perché sei una donna che ammiro e stimo molto.
Un bacione.

Chumani ha detto...

Veramente l'ultima foto è raccapriciante.
Quanto la prima.
Ci vuole coraggio a comprare quel cadavere che è nato per fare quella fine.

Rita ha detto...

Ma la prima serve (o almeno dovrebbe) a far riflettere sul raccapriccio della seconda. Questo è il punto. ;-)

Ricordiamoci che nella prima c'è un bambolotto in plastica, nella seconda un essere vivente (o tale che fu).

Volpina ha detto...

Anche io quando l'ho vista questa pubblicità sono rimasta piacevolmente sorpresa...
E grazie a questa ho avuto modo di litigare e discutere con tante testine che dicevano che non si può paragonare la vita di un bambino a quella di un animale...Ovviamente! Non perchè siamo uguali e la vita è sempre vita!Ma perchè l'umano è più importante... (ma perchè???)
Mi spiace dirlo ma la foto del maialino è orrenda... mi fa stare proprio male...
E' incredibile come ci si debba sentire "diversi" solo perchè si prova pena e disgusto nel vedere una creatura morta, e venire additati come i "non normali".
Dovrebbe essere tutto l'opposto!
La gente dovrebbe indignarsi per la uccisione di un animale.Non mettersi a tavola...:'(

Ho sentito dire commentando questa pubblicità che gli animali non provano sentimenti, che non hanno anima, che non soffrono (perchè sono stupidi, dai, se no sarebbero loro al posto degli umani)... e che se non li mangiassimo saremmo sommersi dalle mucche! Questa è stata spaziale...

Martigot ha detto...

Trovo questo tipo di campagna perfette per mostrare l'orrore dello sfruttamento degli animali, e mi auguro che molte coscienze ne saranno toccate davvero. E non per indignarsi e dire :"No, no, no, non va bene, è esagerato, dopotutto gli animali non sono paragonabili all'Uomo", ma per rendersi conto di quanto sia orribile ciò che facciamo a tanti e tanti animali, diversi da noi, questo sì, ma altrettanto degni di rispetto e protezione.

La foto di quel povero maialino è terribile...prima di Natale ne ho visto uno simile esposto in una macelleria a Lugano...

Rita ha detto...

@ Volpina

Hai tutta la mia solidarietà, sapessi quante cazzate sento io. Quella che gli animali non soffrono perchè sarebbero stupidi è da incorniciare, una volta un tizio lo disse anche a me. Ma quanta ignoranza che c'è, dio santo, io non tollero più l'ignoranza così grossolana.
Sommersi dalle mucche? ahahahhahahha, ti prego, non ci posso credere. Vero che ci sono miliardi di mucche oggi, ma mica in natura, bensì dentro gli allevamenti, dove le fanno riprodurre artificialmente ad un ritmo impressionante per garantire una produzione di latte continua.

Rita ha detto...

@ Martigot

Ora comunque ci stiamo organizzando per rispondere al Garante e al Sindaco di Grosseto. Secondo loro questa immagine avrebbe strumentalizzato i corpi dei bambini e si sarebbero lesi i diritti dei minori. Per una bambola a pezzi!
Poi però si portano i bambini da McDonald's e va tutto bene, si mette in tavola un vero cucciolo di animale (coniglio, vitello, agnello) e va tutto bene! Ipocrisia all'ennesima potenza! E si vede che la campagna ha veramente dato fastidio a qualcuno, ma non certo ai bambini, quanto alle lobbies degli allevatori e cacciatori (guarda caso la Toscana è regione dove la caccia è molto praticata).

_-_-_ ha detto...

Ciao, provo a dire alcune cose, giusto per rompere le scatole.

L'antispecismo è impossibile, con tutta la buona volontà non potrai mai considerare degne di rispetto allo stesso modo tutte le creature, a meno di non essere pazza. Tanto meno rispettarle e ridare loro dignità. Gli esseri viventi non umani non sono in alcun modo soggetti, questo non per dire che allora possiamo sfruttarli eccetera, ma solo per senso delle proporzioni. La soggettività è un concetto umano che non può essere esteso agli animali. Tu a parole puoi anche illuderti diconsiderare una mosca degna di rispetto, ma la realtà è che non è così. Il rispetto che le dài è inserito in un campo di forze che determinano la possibilità di vita che le accordi e la sensibilità che hai sviluppato, per buona parte indipendentemente dalla tua volontà. L'idea utopistica di una società libera da oppressioni, se già è assurda per quanto riguarda gli umani ( non che non si possa vivere per realizzarla ), figuariamoci per il mondo animale. L'oppressione è un altro concetto umano, estenderlo al resto dei viventi è sbagliato, sia nella pratica, che nell'opportunità per chi vorrebbe abbandonare uno sguardo antropocentrico.

Questo al di là dell'antispecismo come pratica politica, che non mi appartiene, ma che guardo con rispetto e simpatia.

Rita ha detto...

L'antispecismo è un movimento filosofico e politico già in atto, altro che impossibile. Significa lottare contro la visione antropocentrica e specista che considera legittimo sfruttare gli animali non umani.
Pazza perché rispetto esseri senzienti non appartenenti alla mia stessa specie? E la sanità mentale quale sarebbe invece, condannare alla sofferenza e morte gli stessi?
Forse dovresti rinfrescare un po' le tue conoscenze in merito alla complessità cognitiva ed emotiva degli animali, così come capire che soggetti di una vita non siamo soltanto noi umani, ma tutti coloro in qualche modo capaci di esperire la realtà, di vivere esperienze, di avere sentimenti e consapevolezza della morte e della sofferenza. Guarda che da Cartesio in poi sono stati fatti passi avanti... ;-)
Ah, animali siamo anche noi, casomai ce ne fossimo scordati.
Poi io non mi illudo proprio per niente, il fatto che il numero dei vegani sia aumentanto in maniera esponenziale negli ultimi decenni la dice lunga. Vivere senza sfruttare gli animali, senza mangiarli, senza vestirsi con la loro pelle è un qualcosa che facciamo in molti. Se fosse la maggioranza a farlo, l'industria e il sistema che si basa sul loro sfruttamento crollerebbe.
Comunque sia, utopico o no (che parola... utopico appare ciò che ancora non si è realizzato), credimi che le obiezioni che poni non sono un buon argomento per continuare a sfruttare e uccidere impunemente miliardi di esseri senzienti al giorno. Che sono senzienti non lo affermo io per mio capriccio, ma per evidenze delle scienze cognitive. Lasciando perdere la mosca, oggi di fatto esistono e sono possibili (altro che utopia!) tutte le alternative allo sfruttamento degli animali in ogni campo (campo alimentare, dell'abbigliamento, persino della ricerca medico-scientifica). Non volerne prendere atto, questo sì che è davvero utopico. Mi rendo conto che la rivoluzione proposta dall'antispecismo contempla un ribaltamento dell'attuale struttura della società a 360°, così come appaia talmente scioccante da essere paragonata a quella copernicana, ma tant'è.
Saluti.

_-_-_ ha detto...

Sì, ma io non sono contrario all’anti-specismo come pratica politica, seppure al momento non credo che saprei esprimermi in merito a una legge che vieti l’uccisione di un animale non umano per fini alimentari ad esempio. E non pongo obiezioni per dire che è giusto ucciderli. Non è né giusto né sbagliato, come qualsiasi comportamento. Né cercavo di dire che non sono senzienti. Non sono soggetti però. Non sto facendo una gerarchia. Non puoi dare dignità alla mosca fino a che davvero non consideri la mosca come tuo prossimo, e al momento attuale, non credo che tu lo possa fare, perché non dipende da una riflessione logica, ma dalla nostra sensibilità. E la sensibilità non la comandi. Non sei pazza perché rispetti gli esseri viventi, ci mancherebbe, lo diventi se pensi davvero a loro come tuoi prossimi. Se entri nell’ordine mentale che stai descrivendo per cui davvero per te una mosca è importante quanto un gatto, e un gatto quanto un uomo. È una cosa più grande di te. Non che sia male essere pazzi. Ma solo un pazzo, o un jainista, può credere davvero e comportarsi di conseguenza che ogni essere vivente merita lo stesso rispetto. Sai benissimo che la tua vita vale più di ogni altra, e quella dei tuoi prossimi, compreso magari qualche animale lo stesso. E questo non dipende da specismo o anti-specismo, dipende da come siamo fatti. E al momento non siamo fatti per trattare ogni forma di vita allo stesso modo. Il che non ci impedisce di attuare alcuni comportamenti che sappiamo, in modo da eliminare il più possibile lo sfruttamento. Ma credere che prendere il latte di una mucca sia sfruttarla è un pensiero perfettamente antropocentrico. Quella è una mucca, puoi cercare di non farle del male e di farla vivere al meglio, ma non la puoi trattare da tua pari. Non è un essere che ha la struttura mentale per porsi come soggetto al tuo stesso modo. Chiamarlo individuo è assurdo. Per questo dico che l’anti-specismo è impossibile, perché pone una filosofia che è smentita dalla sensibilità umana. Mentre chi lottava per abolire la schiavitù poteva davvero rispettare lo schiavo, perché riusciva a stabilire un contantto, così non è possibile con altri esseri viventi, perché le differenze sono tali da impedirlo. Possiamo evolvere in sensibilità fino a rispettare attraverso molti comportamenti gli altri esseri viventi, ma non al punto di considerarli come consideriamo noi, che già non ci percepiamo uguali fra umani. Così come l’idea di una società di viventi che non si opprimano: significa che l’uomo non può uccidere altri animali, e dove lo mettiamo il confine? O significa che nessun animale può uccidere un altro animale?

Grazie per la risposta. Mi metterò a leggere le tue cose.

Rita ha detto...

Guarda, provo a semplificarti perché mi rendo conto che poi l'antispecismo è un concetto talmente nuovo che viene spesso travisato (ma pure perché ormai, con la crescita del dibattito, stanno emergendo e si stanno configurando diverse posizioni, quindi già parlare di antispecismo è fuorviante, bisognerebbe infatti parlare di antispecismi, al plurale).
Diciamo che personalmente lo riassumo in questo: estendere la nostra considerazione morale anche agli animali non umani, per cui non dovrebbe essere più considerato legittimo sfruttare e uccidere gli altri animali per un nostro vantaggio, così come oggi non consideriamo legittimo schiavizzare un essere umano (certo, esistono ancora forme di schiavitù, e pure contro queste combattiamo, ma diciamo che nessuno sta messo peggio degli animali, ne vengono uccisi a miliardi ogni giorno, dopo una non-vita di detenzione in luoghi infernali).
Esiste uno specismo naturale, che è quello per cui ogni specie preferità sempre i membri della propria, oppure esistono specie carnivore. Ma a noi questo non deve interessare, non è che vogliamo realizzare una sorta di eden o impedire la morte o la sofferenza in assoluto (se potessimo, ma non possiamo). Gli animali carnivori mangiano altri animali, ma è cosa ben diversa dallo sfruttarli o, per dire, dal rinchiuderli dentro uno zoo, dall'addestrarli per un circo, dallo sperimentarci nei laboratori per la vivisezione, lo capisci da solo, no? Un conto è uccidere per necessità, un altro per profitto o vantaggi che vanno solo a nostro beneficio, ma limitano la libertà altrui. L'antispecismo, così come lo formulo io, significa combattere lo sfruttamento sistematico degli altri animali e anche cercare, per quanto mi è possibile, rispettare gli altri viventi. Questo significa che se calpesto una formica per sbaglio, me ne dispiaccio, ma di certo non posso impedirmi di uscire di casa, diverso sarebbe invece il caso in cui volessi ucciderla apposta o per diletto. Guarda, mi fa piacere se mi leggi, ovviamente, ma ti consiglio un testo fondamentale per capire lo specismo (ossia tutto ciò contro stiamo lottando) che è Al di là della natura di Marco Maurizi. (continua in commento successivo).

Rita ha detto...

Poi ovvio che la mia vita varrà più di quella di ogni altro (così la vita dei miei cari, per dire), ma queste sono questioni affettive che non c'entrano nulla con l'antispecismo. Come ho ben specificato nell'articolo, non si tratta di equiparare il valore della mia vita a quella di una mosca in termine quantitativi o qualitativi (ovvio che, nella mia scala di valori personali, verrà prima mia madre, mia cugina ecc., il mio cane, i miei gatti ecc.), quanto cercare di rispettare comunque sia la vita di tutti gli esseri senzienti. Detto in parole semplici, che poi l'antispecismo, al di là di ogni intellettualismo, è una prassi, non uccido le mosche, cerco di tenerle lontane; non mangio animali, né derivati. Non uso scarpe in pelle ecc.. é semplice, molto semplice, più semplice a farsi che a dirsi. Come ci sono arrivata? Pian piano, negli anni, un'informazione qua, un video di là, una letta a quel testo, un'altra ad un altro. Informandomi, essenzialmente. Una volta che hai visto cosa avviene nei mattatoi, non puoi restare indifferente.
Chiamare gli animali individui è assurdo per te. Sono individui perché sono comunque soggetti della loro vita. Il "mio" cane è un individuo. Capisco che la cosa ti sconvolga perché noi, come specie, abbiamo definito la nostra ontologia in opposizione a quella del resto del regno animali, quindi dire essere umano, automaticamente ti fa escludere tutto il resto delle caratteristiche animali.
Prendere il latte di una mucca è sfruttarla. E solo chi non conosce come avviene la produzione del latte e cosa c'è dietro, può dire che non vi sia sfruttamento. Lo sai, a proposito? Ne ho parlato spesso sul blog, ma non ricordo esattamente dove, comunque ti basta pure cercare qualche video.

Rita ha detto...

Ultima cosa: in poche parole, bisogna capire che nessun animale di nessuna specie nasce per soddisfare le nostre esigenze, ma solo e unicamente per sé stesso.
Tu stesso scrivi: "Il che non ci impedisce di attuare alcuni comportamenti che sappiamo, in modo da eliminare il più possibile lo sfruttamento.", appunto, se oggi noi siamo in grado, rispetto magari ai secoli passati, di renderci conto che gli animali soffrono, che gli allevamenti sono una fonte continua di sofferenza per loro, perché non voler agire di conseguenza?
Ti metto il link a un raccontino carino, chissà, forse ti farò riflettere: http://www.ildolcedomani.com/2012/11/la-gatta-che-guardava-la-luna.html

Rita ha detto...

P.S.:
scrivi ancora: "Non è un essere che ha la struttura mentale per porsi come soggetto al tuo stesso modo."

Che significa? Non è un argomento per continuare impunemente a sfruttare gli animali.
Inoltre ti faccio presente che le rivendicazioni, per poter essere valide, non devono mica esprimersi nella lingua del dominante.
Sarebbe come dire che le donne africane, per rivendicare la loro libertà, avrebbbero dovuto imparare a parlare come il maschio bianco dominante.
Ti metto il link a quest'altro mio articolo, leggilo che così capisci meglio cosa intendo: http://www.ildolcedomani.com/2012/09/alexandre-ovvero-anche-gli-animali.html

C'è sempre un soggetto dominante che via via verrà ritenuto come l'unico possessore di diritti, ma non è diventando come lui o tentando di assomigliare a lui che si vorrà concedere la libertà, bensì proprio rivendicando il diritto alla diversità, della diversità. Non importa che la mucca non si esprima come me, che non possa comunicare al mio livello, non è condizione indispensabile per ritenerla degna di essere comunque libera (ta). Scusa, scrivo un po' di corsa, ma è tardissimo, poi semmai approfondiamo. Mi rendo conto che sto esprimendo concetti nuovi per la maggior parte delle persone che si accostano all'antispecismo per la prima volta. Ci vuole un po' per metabolizzarle. Ci sono tante resistenze, e per forza, la nostra cultura è antropocentrica da sempre. Per concludere, chissene fraga se la mucca non si esprime e non si pone al mio livello, non mi interessa, è comunque sbagliato sfruttarla; sì, c'è sfruttamento perché il latte non esce dalle mucche per magia, eh... devono essere ingravidate artificialmente e costantemente, poi il vitellino gli viene strappato a poche settimane dalla nascita (e poi macellato) e sapessi quanto piangono e si disperano entrambi, mai sentito? Le mucche vengono munte costantemente, gli vengono mastiti, infiammazioni e poi, dopo qualche anno, sfinite, che nemmeno si reggono in piedi, condotte al macello. E questo detto brevemente... senza stare a dilungarmi in particolari ben più cruenti e tristi.

Rita ha detto...

P.P.S: scusa, rileggendo il tuo commento mi sono venute in mente altre due cose.
Perchè ti sembra da pazzi pensare che si possano rispettare tutti gli esseri senzienti, compresi gli animali? Mah, io lo faccio da anni e non mi sento una scollegata dal mondo o un'invasata, credimi. Sembra quasi che ti spaventi l'idea che sia in realtà possibilissimo farlo, ovvio, nei limiti delle nostre possibilità (certo che andando in auto, ad esempio, ucciderò insetti, potrebbe accadermi di fare un incidente e di uccidere persino una persona, pensa un po', ma un conto sono le azioni volontarie, un altro gli atti che sfuggono al mio controllo). Poi non è assolutamente vero che sia impossibile stabilire contatti con altri altri animali, con moltissime specie è possibile, e solo chi ha veramente poca dimistichezza con gli animali o non ha mai letto testi di etologia e di scienze cognitive può dirlo. Comunque sia, se anche non potrò comunicare con l'orso, che importa? Mi importa lasciarlo libero di vivere nei boschi la sua vita in quanto ne riconosco il suo essere soggetto di una vita, della sua vita.
Saluti, ancora, perdona la mia prolissità, ma come capirai mi interessa tantissimo discutere di questo.

_-_-_ ha detto...

grazie ancora, 'mmazza quanto ti faccio scrivere. Per adesso ti dico solo che fin'ora avevo letto l'articolo sul terzo anti-specismo di Leonardo Caffo su Minima & Moralia, e curiosamente mi sono accorto che ne avevamo già parlato là. Era il pezzo Contro l'anti-specismo, senza alcuna rogna.

_-_-_ ha detto...

ps

per la questione della pazzia, scusa, non voglio essere offensivo. io penso di essere pazzo per molte cose, lo uso non in senso medico o dispregiativo o irriverente.

Rita ha detto...

Tranquillo, non è che mi offendo se mi dici che sono pazza :-D L'ho capito che usi l'espressione in senso iperbolico per dire che comunque a te l'attuazione di una società antispecista sembra assurda o impossibile.

Sì, quella discussione su Minima et Moralia aveva preso sin da subito una brutta piega, colpa di quel primo titolo, probabilmente, che proprio predisponeva male, poi hanno rilanciato con il pezzo "contro l'antispecimo, senza alcuna rogna": il tutto è andato avanti comunque per giorni con attacchi sgradevoli ad personam, con vari troll ecc..
La cosa curiosa è che quel blog prende il nome da un'opera di Adorno, che era proprio un antispecista, pensa un po'. ;-) Poi non si tratta di essere contro l'antispecismo, nel senso che tutta la società e la cultura in cui viviamo è specista, quindi caso mai siamo noi che siamo appunto, anti-specisti.
Ora Caffo comunque sta proponendo la via dell'antispecismo debole (per questo parlavo di diversi antispecismi), che si discosta negli esiti dall'antispecismo politico forte di Maurizi. Su Asinus Novus c'è tutto un dossier relativo a questo, se ti interessa.

Scrivo tanto, sì, ma del resto il blog l'ho aperto apposta, proprio per scrivere di questi argomenti. ;-)
Buona giornata.

Maura ha detto...

Ciao Biancaneve.
Sono un poco indietro nel commentarti ( non nel leggerti) ma ho Quattrocalze con qualche problema e sai che LORO vengono sempre prima di me, è la mia scelta.
Lascio il mio segno in questo post che mi ha appassionata molto, anche nei commenti!
Ho stima per una persona di cui ti lasciavo notizie già l'anno scorso; è un eurodeputato, una brava persona perchè si impegna tanto per tutto quello che riguarda l'ambiente e la salvaguardia della sua fauna.
Andrea Zanoni sostiene la campagna per gli animali "che mangi oggi?" e di recente ho ricevuto un'aggiornamento riguardo quanto sopra.
Ti lascio un link, se vorrai: http://www.andreazanoni.it/it/news/comunicati-stampa/zanoni-sostiene-la-campagna-per-gli-animali-che-mangi-oggi-q.html

Mi piace molto come scrivi, sai coinvolgere fin nel profondo.
Un caro saluto, Rita.

Rita ha detto...

Ciao Maura,
sì, sapevo che anche Andrea Zanoni appoggia la campagna "Chi mangi oggi?" e mi è piaciuta molto la dichiarazione che ha lasciato a tal proposito, semplice, ma efficace.

Mi dispiace che hai un problema con Quattrocalze, mannaggia, spero nulla di grave. :-( Tienimi aggiornata, quando puoi, fammi sapere.
Non ti preoccupare se non puoi commentare, lo so che mi segui sempre e mi fa piacere perché so anche che sei una delle poche persone capaci di sentire veramente col cuore quello che scrivo.
Un abbraccio forte e un bacino a Quattrocalze. :-) E anche a tutto il resto della banda miagolante.

Anonimo ha detto...

...da tempo condivido il tuo Blog sul mio, hai molta dimestichezza con l'argomento "antispecismo" sono d'accordo in tutti i tuoi punti di vista e ti ringrazio di esporli così chiaramente ed elegantemente. Ho attentamente letto ed osservato molti tuoi Post, e mi piace moltissimo il tuo "Essere" : complimenti e grazie per dare voce, come me, a chi non ne può avere ... anche se penso che le urla ed il dolore che provano ad esternare durante le malvagie e gratuite violenze che l'Umano infligge Loro : avremmo il dovere di sentirle bene e chiaramente. Gli interessi economici mondiali vanno ben oltre
la sofferenza di queste "Creature" martoriate per terminare il Loro viaggio di Vita sul piatto di chi non é né Vegetariano, né Vegan.

Rita ha detto...

Ti ringrazio Maddalena. :-)

Purtroppo gli interessi economici non tengono conto del rispetto per nessun vivente, il potere del denaro è una macchina tritacarne, in senso non solo simbolico, ma anche proprio letterale per quanto riguarda gli animali non umani. Noi abbiamo il dovere di portare la testimonianza che un'altra maniera di vivere è, non solo possibile, ma necessaria.

Rita ha detto...

P.S.: ho aggiunto il tuo blog alla lista di quelli che seguo, così potrò conoscerti anche io. ;-)

Anonimo ha detto...

Grazie Rita, da tempo ho aggiunto il tuo Blogg alla lista di quelli che seguo, ed anche se non lascio spesso commenti, per non impormi troppo, ti vengo a trovare e leggere spesso... abbiamo molto in comune, soprattutto l'immenso rispetto per gli Animali Veri e non i Dis-Umani !!! Gli argomenti che tratti sono interessantissimi e come t'ho già scritto ... nello spiegare emani un "Carisma" fortissimo. Saluti da Athos e maddy.