giovedì 30 maggio 2013

Potenzialità distrutte: anche questa è violenza




Ieri ho visto un servizio del tg in cui si parlava della crisi e degli allevatori. A un certo punto hanno inquadrato una fila di mucche, ognuna rinchiusa dentro il proprio recinto strettissimo, tutte con la testa china, in attesa di giorni sempre uguali fino alla fine. Rassegnate. Pensavo che la gente li vede (gli animali in genere) come oggetti perché noi li abbiamo trasformati in oggetti. E pensavo anche che se solo noi non gli avessimo impedito di relazionarsi con i loro simili liberamente, chissà quanto ancora avrebbero potuto evolversi. Secondo me noi abbiamo anche bloccato l'evoluzione degli altri animali, a forza di sfruttarli. Questo pensiero, ovviamente non confermato scientificamente, solo un'intuizione, mi è venuto perché, sempre ieri (giornata di letture proficue ieri, evidentemente!) leggevo un articolo in cui si parlava del fatto che ciò che rende possibile il libero arbitrio della specie umana è ciò che risulta dall'interazione sociale con i propri simili. In pratica si diviene consapevoli e autocoscienti grazie all'arricchimento di stimoli derivanti dalla relazione con i nostri simili, il che fa di noi animali specie homo sapiens dei soggetti sociali. Ma soggetti sociali sono tutti i mammiferi e numerose altre specie animali. Solo che noi, privandoli della possibilità di interagire liberamente nel proprio habitat, li priviamo anche della possibilità di sviluppare le loro facoltà cognitive ed emotive.
Pensiamo soltanto a cosa ne sarebbe di un essere umano costretto a trascorrere la sua vita dentro una gabbia, privato di ogni stimolo dall'esterno e contatto con il prossimo. Ecco, questo è ciò che noi facciamo agli altri animali, in pratica, ne mutiliamo anche tutte le potenzialità cognitive.

9 commenti:

Sara ha detto...

Giustissime riflessioni.

Rita ha detto...

Grazie Sara. :-)

Martigot ha detto...

Sono perfettamente d'accordo. Quando osservo il mio gatto insieme a Freud, o a qualche altro micio del vicinato, vedo chiaramente che tra loro c'è un'interazione paragonabile a quella che posso avere io quando incontro un'amica. Esistono dei legami, delle simpatie o antipatie, tra i gatti, e di certo tra gli animali in genere. Solo che, come dici tu, a moltissimi animali non viene concesso di costruire questi rapporti, perché vivono incarcerati, senza poter seguire la propria natura e di conseguenza senza poter stabilire veri legami con loro simili o con appartenenti ad altre specie...
E' davvero triste, forse una delle violenze peggiori che perpetriamo ai loro danni.

Rita ha detto...

Infatti Martigot, anche secondo me è una delle violenze peggiori che gli infliggiamo, basti pensare alla separazione della mucca dal vitello che avviene dopo pochi giorni.
Poi ho sentito e letto alcune storie che un giorno magari scriverò.

InLeagueWithSeitan ha detto...

Non ci avevo mai pensato, hai proprio ragione!

E invece l'umano medio nonostante si affolli di vite sociali inutili è sempre più idiota!

Erika ha detto...

Biancaneve ti volevo fare una domanda filosofica, secondo te è meglio la solitudine o persone che ti fanno soffrire? ... parlo di me

Rita ha detto...

Beh, dipende, mi è difficile Erika rispondere a domande così complesse.
Credo che si debba fare una differenza tra persone che ci fanno soffrire poiché oggettivamente non interessate a darci affetto e in questo caso, allora meglio stare soli; ma potrebbe anche darsi il caso di persone che invece, pur tenendo a noi, magari sono incapaci di corrisponderci affettivamente nella maniera in cui vogliamo, da qui ne viene una nostra insoddifazione e insofferenza, però non è detto che l'amicizia con questo persone sia sbagliata a prescindere.
Comunque credo tu ti riferisca forse a quella sensazione di solitudine data principalmente da non sentirsi compresi, capiti.
In generale io comunque tendo ad allontanare le persone che mi fanno star male, a meno che non lo facciano senza intenzione, in questo caso provo a parlarci, a fargli capire che quel loro comportamento mi ferisce.
Un abbraccio.
P.S.: chiediamoci sempre se le persone ci vogliono far soffrire intenzionalmente o meno. Nel primo caso, meglio allontanarle, nel secondo, provare a parlarci e a spiegare cosa ci fa star male, credo sia la soluzione migliore.

Riccardo ha detto...

ciao Rita, direi anche che gli animali in mano all'uomo si siano involuti, basta vedere i broiler che crescono a dismisura con le ossa crepate, i topi nudi immunodepressi, i topi transgenetici con tumori programmati, e deliri specistici dicendo...

Rita ha detto...

Esatto, Riccardo.
Ma poi sugli animali geneticamente modificati sarebbe da scrivere un capitolo a parte. A proposito, se n'è parlato anche alla conferenza di sabato ed è stato detto qualcosa di molto interessante (in settimana, spero domani, scriverò il resoconto dell'evento), ossia, oltre al fatto che rappresentino, come dici tu, uno dei tanti deliri specisti, sono anche la prova della totale dannosità e pericolosità dell'uso degli argomenti indiretti: si creano animali transgenici per inquinare meno, per rendere le carni meno grasse, per avere "modelli" per la sperimentazione sempre più simili a quello umano... il che appunto rende gli argomenti indiretti inutili, in quanto, se il problema dovesse essere "non mangiare carne perché fa male" (e non perché è moralmente sbagliato), subito il sistema reagirebbe - e in parte lo sta già facendo - "creando" carne meno dannosa ecc..

Ho letto, apprezzato e condiviso su FB il tuo ultimo articolo. :-)