giovedì 12 settembre 2013

Questione di prospettive

Da un po' di giorni sono inspiegabilmente felice.

Forse ho imparato a osservare la mia vita dall'esterno, con distacco e partecipazione insieme, e così facendo mi sono resa conto che non ho motivi di cui lamentarmi. Non che non abbia problemi, intendiamoci, li ho e anche abbastanza consistenti e significativi, ma credo che il lamentarsi e piangersi addosso sia la caratteristica precipua di chi non riesce ad alzare gli occhi oltre il proprio ombelico.
Solo chi è esclusivamente concentrato su sé stesso è perennemente infelice. Chi riconduce ogni cosa, ogni evento, ogni fatto e sensazione a sé stesso per forza di cose rimane in balia di ogni minima variazione e per questo sempre agitato, sempre scosso, sempre in tensione, mai sereno.

Smania di controllo degli eventi, termometro sulle proprie sensazioni sono tutti meccanismi che impediscono e offuscano la meraviglia dell'accadere, dell'esistere.

Se capiamo che tutto ciò che accade è sintomo dello stupore del vivere, anche l'ansia, la paura, il panico si trasformano magicamente in sensazioni da lasciar fluire liberamente. Non malattia, ma espressione dello stupore per la vita che ci colpisce.

Basterebbe immaginare come ci vedono gli altri - che sovente apprezzano di noi ciò cui nemmeno facciamo più caso per abitudine - per rendersi conto che la felicità è davvero una questione di prospettive.

4 commenti:

Emmeggì ha detto...

Buona! Allora un abbraccio di felicità...che tutto scorre e tutto lascia traccia!

Rita ha detto...

Ciao Emmeggì, felice di ritrovarti anche. ;-)

Ricambio il tuo abbraccio, esteso alla tua famiglia.

Anonimo ha detto...

detto da una che soffr (iva) del terribile difetto di dover avere sempre tutto sotto controllo, anche io adoro godere delle piccole grandi gioie che la vita ci pone davanti, ma anche ai lati, del cammino..

un abbraccione :)

Rita ha detto...

Ehi, ciao Rò, piacere di ritrovarti. :-)

Un abbraccione a te.