giovedì 14 agosto 2014

I quattro must del carnivoro oltranzista


Il naufragio nell'isola deserta o i sopravvissuti al disastro aereo caduto in mezzo a una foresta; le piante che soffrono; la superiorità cognitiva degli esseri umani; il dilemma di cosa fare di tutti gli animali negli allevamenti.

Rispondo seriamente.

Viviamo in città o paesi superaccessoriati e circondati da supermercati e centri commerciali quindi l'ipotesi di doversi procurare da mangiare come se fossimo dei sopravvissuti a un disastro aereo o naturale o di altro genere suona estremamente improbabile. 

Le piante non soffrono perché non hanno un sistema nervoso centrale o centralizzato che traduce in esperienza i contatti sensoriali. Pure perché l'evoluzione non fa la cose a caso e se un animale avverte dolore è perché così impara a fuggire dalle fonti che potrebbero causarne la morte o mettere a repentaglio la sua incolumità; non avrebbe senso che le piante provassero dolore visto che, in caso di incendio, ad esempio, non potrebbero fuggire, né allontanarsi. Ha senso invece che individui senzienti siano in grado di provarlo (simili argomenti sono ben spiegati nel libriccino di Oscar Horta dal titolo Una morale per tutti gli animali, curato da Michela Pettorali, edito da Mimesis).

Se la superiorità cognitiva della specie homo sapiens (tralasciando gli esempi marginali delle persone con handicap mentale o affette da patologie che ne comportano una riduzione delle capacità cognitive) fosse un argomento valido a sostenere il diritto di dominare, sfruttare, uccidere tutte le altre, allora dovremmo implicitamente accettare l'idea di una minoranza di geni che ci sfrutti, domini e uccida in virtù di una maggiore capacità cognitiva.

Gli animali negli allevamenti ci sono perché vengono fatti riprodurre e nascere per fini di lucro. Una volta aboliti gli allevamenti, non ci sarebbero più miliardi di individui che nascono al fine di venire uccisi.

4 commenti:

Erika ha detto...

scusa Rita ma non ti puoi arrogare il diritto di dire se una pianta soffra o no, non sei una pianta

Erika ha detto...

Io non mangio verdure

Rita ha detto...

È molto improbabile che provino dolore nella maniera in cui lo intendiamo noi perché hanno una struttura fisiologica molto differente, ma ovviamente non posso escludere che provino o abbiano una coscienza o che possano sperimentare qualcosa simile alla sofferenza (nel libro Verde Brillante si parla di una coscienza collettiva).

Comunque hai ragione, non posso arrogarmi il diritto di dire se una pianta soffra o no, diciamo che la logica lo escluderebbe, però alla fine nessuno lo sa.

UnUomo.InCammino ha detto...

In molte zone del pianeta, Italia compresa, gli animali sono trasformatori alimentari che, dalla cellulosa, producono grassi e proteinie animali.
Senza tale proteine animali, i cicli vegetativi cosi' brevi (ad esempio anche qui in Appennino) non consentirebbero e non avrebbero consentito di mantenere una popolazione anche sensibilmente inferiore, per numero ed impronta, a quella attuale.
L'allevamento animale e' precedente anche alle prime forme di capitalismo.