sabato 14 giugno 2014

Un commento a La medicina smascherata – l’antivivisezionismo come esperienza politica di Hans Ruesch


Sto leggendo La medicina smascherata di Hans Ruesch, a cura di Marco Mamone Capria.
Si tratta di una lunga intervista che l’autore rilasciò a Mamone Capria nel 2002, poi arricchita e più approfonditamente articolata nel corso dei due anni successivi.
È un testo che tutti – e per tutti intendo proprio tutti, non soltanto gli animalisti – dovrebbero leggere perché mette in evidenza, con documenti e prove, ritagli di giornali, testimonianze,  aneddoti vari, come l’attuale dogma della necessità della vivisezione sia in realtà il frutto di un connubio tra le maggiori forze e istituzioni che detengono il potere, quindi di un patto scellerato tra poteri economici – rappresentati dalle aziende farmaceutiche e chimiche – e poteri mediatico e governativo, quindi favorevoli al mantenimento dello status quo di chi detiene il potere tout court.
Evidenzia bene come i poteri forti attuino una censura nei confronti del dissenso, a meno che il dissenso non sia costruito ad hoc e come sistematicamente le tesi più prettamente scientifiche (con tanto di prove e documenti) vengano ignorate per dare risalto agli aspetti più ingenui o meno pregnanti dell’antivivisezionismo. Il suo primo saggio sull’argomento, Imperatrice nuda (che in altri paesi è stato poi arricchito di quasi il doppio dei contenuti, ma che nella versione italiana è rimasto incompleto), subì una vera e propria censura, persino da infiltrati interni alle principali leghe antivivisezione che proliferarono in Italia e all’estero in quel periodo (e nell’intervista spiega cosa si intenda per “infiltrazioni”, in pratica si tratta di personaggi economicamente e politicamente influenti – validi a garantire un flusso di fondi costante – apparentemente motivati ad abolire la vivisezione, ma che rappresentano in definitiva le voci conservatrici di un dissenso che rimane purtuttavia funzionale al sistema).

Continua su Gallinae in Fabula.

"One Rat": una storia d'amore

È anche la storia dell'amore impossibile tra due topolini.
Ma soprattutto la tragedia di uno dei tanti effetti del dominio dell'uomo sugli animali.

Buona visione!


giovedì 5 giugno 2014

Appena comprato!

(Immagine realizzata da Andrea Festa)

Allegra famigliola con cucciolo di bassotto al seguito mezzo stordito per via delle "manipolazioni" poco accorte dei bambini piccoli. Mi fermo a osservare la scena. 
Dico: "Che carino". La signora risponde: "Visto? Nuovo acquisto, lo abbiamo appena comprato, proprio ora, siamo giusto usciti dal negozio qui accanto".

Quella frase "nuovo acquisto, appena comprato" mi ha colpito come un pugno allo stomaco, mi ha fatto un effettaccio difficile a descriversi. 
Possibile che ancora gli animali siano venduti nei negozi come oggetti e che una persona qualsiasi possa entrare e prenderli così come si prenderebbe un barattolo di pomodoro da uno scaffale? 
Per carità, magari questo cucciolo starà benissimo e avrà una vita felice, gli avevano comprato pure un sacco di cose, cuccetta, trasportino, collarino ecc., ma il mio pensiero è andato inevitabilmente a tutti i cani rinchiusi nei canili, abbandonati, nati sulla strada, vittime di esperienze spesso traumatiche, cani che aspettano solo uno sguardo, una carezza, una seconda, a volte terza o quarta possibilità.
Gli animali nella nostra società ancora si vendono nei negozi e all'interno dei centri commerciali. Vendono uccellini nelle gabbiette, pesciolini in acquari minuscoli, gattini e cagnolini, rettili, esemplari di specie esotiche, topini, cavie, conigli, criceti, spesso senza nemmeno una casetta per ripararsi dagli sguardi delle persone. Se ne stanno tutto il giorno esposti alle grida, alle risate, alle occhiate curiose. A volte vengono presi, portati alla cassa e venduti. Se fortunati la loro destinazione sarà in una casa accogliente, altrimenti verranno scaricati, abbandonati, riportati indietro non appena diventati adulti. E andranno ad aggiungersi agli altri nei canili, nella migliore delle ipotesi.
Finché non capiremo che la vita non si compra, resteremo sempre un popolo - a prescindere dalla nazionalità e cultura di appartenenza - barbaro e incivile. La peggiore delle specie.

Gli animali non si comprano, si adottano dai rifugi o canili, gattili o attraverso i tanti appelli disperati.
Gli animali non si comprano, si liberano.