sabato 29 novembre 2014

Pezzata rossa e bionda naturale in una stalla


Una bella ragazza bionda ammicca verso l’obiettivo della macchina fotografica mentre, vestita di soli indumenti intimi, viene colta nell’attimo di indossare una tuta da lavoro. Sulla testa una bandana, che però non nasconde, anzi, evidenzia, i lunghi capelli biondi. Alla sua sinistra si scorgono le terga di tre Mucche in fila l’una accanto all’altra. Si capisce che ci troviamo dentro una stalla. Queste scarne informazioni ci dicono che la ragazza sta per mettersi al lavoro. Il lavoro possiamo facilmente immaginarlo: mungere le Mucche, o forse accudirle, probabilmente entrambe le cose. 

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giovedì 20 novembre 2014

Della serie: basta che non soffra


Ieri leggevo su una rivista generalista che non bisogna condannare la produzione e acquisto dei piumini d'oca, ma solo l'eventuale maltrattamento degli animali; perché, a detta del giornalista, sono poche le aziende che operano la tecnica dello spiumaggio sulle oche vive, la maggior parte viene infatti spiumata da morta. E, a seguire, un elenco delle varie ricette che prevedono l'uso dell'oca in cucina.
A voler decodificare il pezzo ne vien fuori una roba come: poiché tanto le oche vengono uccise per essere mangiate, poco male se poi vengono anche spiumate per confezionare piumini.
Detto in altre parole: una prassi di sfruttamento e morte a giustificazione di un'altra.
Dacci oggi il nostro oblio quotidiano. Amen.

"Socialista nel cuore"


Ieri ho assistito al seguente monologo (cui non riesco a smettere di pensare perché lo sai che esistono persone che la pensano così, ma quando ci sbatti il muso, è tutt'altra un'altra cosa), parte di una conversazione in corso di cui però ho colto solo la "chicca" a seguire:
"... perché io non sono fascista, ma di destra, e lo dichiaro forte e chiaro. E sono a favore del capitalismo perché amo il lusso, la bella vita e per nulla al mondo sono disposta a fare dei sacrifici per far star bene altri. Ci tengo ai miei privilegi. Però sono socialista nel cuore... sì, nel cuore sono solidale con tutti".
Ora avrebbe avuto senso replicare alla tizia? 
Una tizia che ammette così chiaramente di fregarsene del prossimo per soddisfare e continuare a mantenere i propri privilegi non è una che non comprende le proprie responsabilità o che non capisce che il prezzo per avere quel di più destinato a pochi è quello di aver tolto il minimo necessario a molti, non è una con cui si può parlare, per spiegare, per raccontare o per farle cambiare idea. Rimane il disgusto da sbatterle in faccia, ma dubito che sia in grado di vedere oltre lo scuro dei suoi grandi occhiali firmati. 
Dunque, alla tizia che dichiara di amare il capitalismo non mi resta che augurare di scivolare giù, giù fino ai piani bassi in cui, per citare le parole di Horkheimer, "crepano a milioni i coolie della terra" e poi ancora più giù in mezzo "all'inimmaginabile sofferenza degli animali, l’inferno animale nella società umana, il sudore, il sangue, la disperazione degli animali".
Anche per un giorno o soltanto per un'ora. Sperando che sia sufficiente a risvegliare l'empatia e quel socialismo che dichiara di avere nel cuore (sic! Ma che accidenti avrà voluto dire?). 

martedì 11 novembre 2014

La storia non insegna

Difendere Salvini perché è contro la politica renziana o perché si pone contro i poteri forti dell'Europa, sorvolando sul fatto che sia uno xenofobo populista, pone allo stesso livello di quelli che dicono che in fondo in fondo non tutto è da buttare del fascismo perché almeno quando c'era Mussolini i treni arrivavano in orario.
Uno che sulla sua pagina FB permette che vengano scritti commenti di chiara matrice xenofoba, razzista e nazifascista, che vengano postate foto nostalgiche del duce e di Hitler, che si inneggi alla riapertura dei forni, che si inviti gli organi di controllo statale a usare i manganelli contro chi occupa le case e chi protesta, che si difenda il pensiero omofobo, rimane una persona improponibile.
Peraltro l'apologia del fascismo è un reato.
Io capisco che viviamo in una realtà complessa e che, specialmente in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo (crisi che va oltre il mero aspetto economico) si senta il bisogno di trovare un capro espiatorio, di dare la colpa a qualcuno, ma il problema non sono gli immigrati o i rom come vorrebbe far credere Salvini.
Il problema è il tipo di società che abbiamo costruito basato su un sistema volto ad ottenere il massimo profitto con il minimo di costo. Ossia il capitalismo. Il problema quindi non è l'immigrato che viene sfruttato, ma chi lo sfrutta e il sistema che lo permette, le leggi che consentono la delocalizzazione della produzione e delle risorse, il meccanismo di liquidità che permette lo spostamento di somme stratosferiche di denaro virtuale e i collassi di interi paesi causati dalle speculazioni finanziarie di enormi gruppi privati (che siano multinazionali, banche o poteri finanziari di altro genere). 
Che c'entra il povero immigrato in tutto ciò?
La crisi in Italia è stata creata anche con il beneplacito della sinistra e dei sindacati che hanno acconsentito a legalizzare forme di precariato selvaggio, rendendo la schiavitù un dato di fatto. Il problema non è l'euro, ma il mancato controllo dell'aumento dei prezzi che ci fu nel 2002, semmai.
E il problema è proprio l'impostazione di fondo del lavoro, ossia il credere che per vivere sia necessario lavorare dodici ore al giorno.
Basterebbe ridurre gli orari di lavoro e si aprirebbero spazi e posti in men che non si dica. Lavorare tutti, lavorare di meno. Agevolare chi assume non riducendo gli stipendi dei dipendenti, ma le tasse da pagare allo stato. Sottrarre via via sempre più potere agli organi statali e creare una rete di società formata da tanti singoli e gruppi che si uniscano in solidarietà reciproca e che man mano si sostituiscano allo stato nei privilegi, ma anche nei doveri. Ci vuole consapevolezza civica e politica. Non demandare, ma accollarsi individualmente la gestione e la responsabilità della cosa pubblica, della res publica.
In pochi anni l'economia ripartirebbe e ci sarebbe una società meno stressata e più sana. Più capace di godere del proprio tempo libero (che però è proprio quello che il potere e le sue emanazioni di governo non vogliono perché gente con più tempo libero è gente che pensa di più, che legge di più, che studia di più, in poche parole gente meno facile da plagiare mediaticamente).
Il problema non è cambiare i vertici. Ma la base della società stessa.
Se non si capisce questo, ecco che si finisce col credere al primo fanfarone di turno come Salvini. Ma la storia, diosanto, non vi ha insegnato niente?

giovedì 6 novembre 2014

Domande che non necessitano di molte risposte


Ultimamente mi sento in imbarazzo a rispondere alla domanda: "come mai sei vegana?".
Cioè, ma c'è bisogno che ti faccia i disegnini dei macelli?
Sì, sì, sto facendo del sarcasmo. Lo so. In realtà c'è bisogno eccome di spiegarlo perché la gente non mette in discussione pratiche consolidate nel tempo considerate normali, naturali e necessarie. E rimosse dalla sfera emotiva per autodifesa. 
Solo che a volte ho come la sensazione di parlare a vuoto. Ogni mia parola sembra finire in un gorgo per poi essere inghiottita dal nulla. 
Però, paradossalmente, è proprio in momenti come questi che riscopro il valore dell'attivismo pratico, concreto, del lottare per salvare anche soltanto una vita. Che forse è l'unica possibilità che ci sarà mai concessa. 

martedì 4 novembre 2014

Non solo Moncler


Le immagini di crudeltà nei confronti delle oche spennate per produrre i piumini mandate in onda da Report non costituiscono un'irregolarità della Moncler, ma la normale prassi di produzione. 
E, udite udite, per le pellicce e il pellame avviene anche di peggio; per non parlare di ciò che si nasconde dietro la produzione di latte, carne, uova e altri alimenti di origine animale.

Del resto, che gli animali siano felici di donarsi a noi e che non soffrano è una menzogna che si può raccontare solo ai bambini. 
La vera tragedia è che ci si continui a credere anche una volta divenuti adulti.