martedì 11 agosto 2015

L'antispecismo non può che essere filoanarchico

Io non sento il bisogno di ribadire ogni secondo che sono antifascista perché per me è assodato e logico, quasi scontato esserlo, visto che sono anche antispecista e si suppone che se sono arrivata a combattere ogni discriminazione di specie e distinzione gerarchica tra le specie, è perché non abbia mai introiettato e sostenuto quelle intraspecie, né abbia mai nutrito pregiudizi di sorta verso chicchessia. 
Sento invece il bisogno di dire che sono antispecista perché lo specismo è la norma, la consuetudine ed è talmente radicato da non essere visto come problematico; vero che anche il fascismo, nelle sue tante manifestazioni ed estensioni semantiche è radicato e inscritto in determinati geni della società del dominio, nel senso che è tautologico dire che la società del dominio sia anche fascista, però il porsi contro questo stato di cose è implicito appunto nel lottare per l'affermarsi di una società libertaria e anarchica.
Non capisco poi perché ogni volta che si parli di lotta contro il sistema dominante autoritario, gerarchico ecc. si faccia sempre riferimento al fascismo e mai al comunismo, che invece è ugualmente espressione di totalitarismo. 
Sento sempre dire "fuori i fascisti dall'antispecismo", ad esempio, ma mai "fuori i comunisti". Eppure è implicita nell'idea dello Stato il riferimento a una struttura garante di un potere istituzionale che, va da sé, è in contrasto con ogni idea di libertà individuale. 
L'antispecismo, dal mio punto, di vista, non può che essere filoanarchico, per un'idea di società veramente libertaria e in assenza di qualsivoglia potere istituzionale o statale che sia. Per quanto difficile da raggiungere, tale ideale, è ad esso che dovremmo tendere. Non si può che supporre e organizzare una lotta collettiva dal basso, un riappropriarsi individuale della politica, senza dirigismi di sorta.
Poi noto che ci sono diversi antispecisti anarchici di facciata. Peccato che dietro questa facciata linda e pinta marciscano autoritarismi degni del peggior fascismo, comunismo o totalitarismo che sia.

Il peggior nemico comunque rimane sempre ogni tipo di accecamento ideologico che calpesta l'individuo. Consiglio a tal proposito una splendida lettura: Buio a mezzogiorno di Arthur Koestler.

Tanto volevo dire da un po'. 

P.S.: peraltro, su questo ribadire ogni due per tre l'essere antifascisti, Freud avrebbe da fare considerazioni interessanti. Perché dover ribadire l'ovvio, se uno si sente ovviamente antifascista?

2 commenti:

umbre ha detto...

Ciao Rita!
La questione è questa: l'antispecismo come termine che sta ad indicare una filosofia in opposizione allo specismo imperante, ciò in cui noi crediamo e per cui ci stiamo battendo, non è molto conosciuto. Quindi occorre sempre specificare che racchiude anarchia, antifascismo, anti-tuttelediscriminazioni di qualunque origine. Magari sarà ancora così per qualche anno. Poi penso che la diffusione avverrà a tutti i livelli e non ci sarà più bisogno di rimarcare i vari "anti" tutte le volte. Tuttavia, in questo momento storico, penso sia necessario farlo visto che il messaggio deve essere chiaro e limpido a tutt* sin dal primo approccio, e che le infiltrazioni autoritarie e fasciste purtroppo ci sono.
Un caro saluto!
Umberto.

Rita ha detto...

Ciao Umberto,
sì, ma infatti non ho detto che non si debba rimarcare che l'antispecismo debba essere per forza di cose antifascista, ma che io, personalmente, come Rita, non sento questa esigenza di dichiarare ogni volta che sono anti-quello e anti-quell'altro; pure perché penso che ciò che sono lo si evince dal mio modo di vivere, dal mio attivismo, da quanto scrivo, dalla mia testimonianza quotidiana contro ogni forma di sopruso, gerarchia o discriminazione.
Un caro saluto a te. :-)