martedì 3 novembre 2015

11° presidio NOmattatoio: il resoconto


Anche l’undicesimo presidio si è concluso con una partecipazione che si è assestata nella norma di una sessantina di persone, ma che vede sempre volti nuovi. Ovviamente, essendo la protesta mensile, è difficile garantire la presenza continua delle stesse persone - a parte un gruppo abbastanza consolidato che è con noi sin dagli inizi - ma il fatto che ce ne siano ogni volta delle nuove significa che la campagna continua ad allargarsi: attraverso il passaparola, i social, i vari eventi informativi e a sostegno che si fanno in altre regioni.

Abbiamo molto gradito infatti la partecipazione dei tre ragazzi del gruppo dell’Abruzzo/Marche, scesi a Roma nonostante il giorno dopo, ossia ieri, dovevano fare un banchetto a sostegno al centro di San Benedetto del Tronto; così come quella di un bambino di soli cinque o sei anni, accompagnato da mamma e nonna, che ha voluto portare un cartello realizzato da lui con su scritto: “Io non mangio gli animali”.

 Credo che la forza di NOmattatoio stia proprio in questo: l’opportunità di riunire tante persone accomunate dallo stesso senso di giustizia verso tutti gli individui senzienti che abitano il pianeta assieme a noi e quella di mettere in contatto persone di varie città e regioni che condividono una stessa maniera di fare attivismo.
Abbiamo ribadito al microfono le priorità della nostra lotta, ossia lottare contro lo sfruttamento degli animali perché sono individui che meritano rispetto e che desiderano vivere e non perché la loro carne sia cancerogena e poi invitato le persone a leggere un loro pensiero, una riflessione scritta in precedenza sul tema di quanto accade all'interno dei mattatoi. Ognuno ha potuto così condividere con tutti gli altri e con i passanti nelle auto quanto si è sentito di dire. 

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2 commenti:

Erika ha detto...

si ma la gente continua a mangiare carni e pesci fregandosene allegramente, dobbiamo diventare forza politica e agguerrita, il percorso gandhiano non funziona qui

Rita ha detto...

Sì, certo, ma la nonviolenza contempla svariate strategie, anche agguerrite, ma non armate. Si usa il proprio corpo come arma.