giovedì 5 novembre 2015

La ragazza del treno


Raramente compro i best-seller, se non altro perché quelle poche volte che l'ho fatto son rimasta sempre delusa e molto amareggiata, non tanto dalla consapevolezza di aver buttato via i miei soldi facendomi gabbare come una pivellina, ma dalla constatazione di quanto basso sia il livello della letteratura in Italia e di quanto i lettori si accontentino di poco. 
Però ci sono sempre le eccezioni. Una di queste è La ragazza del treno, romanzo di un'esordiente inglese che in pochi mesi ha venduto 4 milioni di copie, è stato tradotto in svariati paesi e già ne sono stati acquistati i diritti per trarne un film.
Merita. Scritto molto bene, con uno stile asciutto ed essenziale, ma non sciatto, anzi, molto accurato nella scelta dei termini e con un ritmo che sale di capitolo in capitolo di pari passo con lo svelarsi della trama.
Un thriller intimista, così lo si potrebbe definire, la storia di diverse esistenze devastate dalla solitudine e segnate da alcuni eventi, sullo sfondo di una periferia londinese vista scorrere attraverso i finestrini di un treno. 
I caratteri dei vari personaggi vengono svelati mano a mano che si procede con la vicenda, con l'aggiunta di nuovi particolari che vanno a formare un quadro di vicende e sentimenti umani sempre più ingarbugliato e complesso. 
Il suo punto vincente, sempre a livello stilistico, è la delicatezza con cui si accenna a certi eventi o momenti significativi - che poi sono quelli che costituiscono la drammaturgia e fanno procedere la storia - senza rimarcarli troppo, lasciandoli cadere nel bel mezzo di una descrizione. L'effetto è quello di una detonazione improvvisa che toglie il respiro. E tutto ciò senza che se ne percepisca l'artificio narrativo. Non c'è nulla di superfluo, ogni riga aggiunta ha un suo senso. 
La storia forse non sarà il massimo dell'originalità - o almeno non lo è lo spunto (ricorda La finestra sul cortile, anche se poi la vicenda è del tutto diversa) -, ma lo è la maniera in cui è costruita e in cui i caratteri e le vicende dei personaggi vanno a incastrarsi gli uni negli altri. Qui, più che lo sguardo sulle cose, c'è uno sguardo che vuole arrivare dentro le cose e dentro le persone; uno sguardo che è sempre parziale e soggettivo, ma allo stesso tempo un invito a fidarsi di sé stessi e del proprio essere nel mondo.

3 commenti:

Erika ha detto...

sto male

Erika ha detto...

aiutam

Anonimo ha detto...

un buon consiglio di lettura
Jonuzza