martedì 15 marzo 2016

Quel male oscuro


(immagine tratta da Melancholia di Lar von Trier)

Molti credono che la depressione sia uno stato dell'animo e abbia cause psicologiche, in realtà è una malattia vera e propria che comporta alterazioni chimiche a carico del cervello e dei ricettori della serotonina. Più o meno. Non sono un medico, diciamo che ho capito come funziona, ma non saprei descriverlo e non voglio scopiazzare da wikipedia.
Di depressione ci si ammala, così come ci si ammala di cancro. E per fortuna da entrambi si può guarire. 
Certo, esistono anche fasi depressive nella vita che hanno cause ben precise come un lutto, un trauma, la perdita di un lavoro, di motivazioni o altro, ma sono risposte, diciamo, fisiologiche, ben diverse dalla depressione come patologia che può colpire chiunque in qualsiasi momento, senza apparenti cause scatenanti, a prescindere dal fatto che si sia persone sensibili, emotive o meno. 
Una delle caratteristiche precipue della malattia è quella di far credere al malato che non ne uscirà mai più, che non avrà possibilità alcuna di guarigione, che è tutto finito e non tornerà più com'era prima di ammalarsi, ma è proprio questo l'inganno da cui il malato va aiutato a guarire.
I malati di depressione non si curano con le frasi come "coraggio, alza il culo da quel letto, datti una svegliata" perché sarebbe come dire a un malato di cancro "coraggio, alzati, un po' di buona volontà". Anzi, frasi come queste, solitamente, hanno l'effetto di indurre nel malato uno stato di ancora maggior scoramento perché egli ha la percezione che nessuno possa comprenderlo o possa anche solo lontanamente immaginare il suo dolore.
La depressione va curata. Con psicoterapia e anche farmaci nella fase acuta. 
Personalmente sono contrarissima agli psicofarmaci per una serie di ragioni che ora non mi metto ad elencare, ma così come se mi venisse una grave malattia fisica e potessi guarire solo con gli antibiotici, li prenderei, allo stesso tempo, essendo la depressione una vera malattia al pari di quelle fisiche, prenderei anche gli psicofarmaci, se mi ammalassi. Credo che gli psicofarmaci non vadano presi tutta la vita, in quanto curano solo il sintomo e non la causa, ma che nella fase acuta possano aiutare il malato a riavere la giusta percezione della sua esistenza.
Non è vero che i malati di depressione non amino la vita; al contrario, essi la amano così troppo da non poter sopportare l'idea che essa non riesca più a dargli stimoli, a farli sentire vivi come un tempo.
Perché scrivo questo? Perché ho conosciuto, molto da vicino, nel corso della mia vita, diverse persone malate di depressione e ho imparato qualcosina nel tentativo di aiutarle. Purtroppo ho imparato anche che stare vicino a un depresso, quando è un familiare stretto, è molto difficile perché c'è sempre una parte di noi che non riesce ad accettare che egli vorrebbe morire o che stia così male.
La depressione è una malattia subdola perché non si vede all'esterno. E non la si può immaginare fino a che non la si prova. Io infatti posso solo immaginare cosa voglia dire "voler morire perché non si riesce più a vivere", ma non l'ho mai davvero provato.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Brutta bestia.

Melancholia (immagine perfetta) è forse il miglior film che abbia mai visto sul tema. La depressione è trattata a vari livelli e con una crudezza e una potenza metaforica (il pianeta) che di rado si trova altrove.

A livello di letteratura, per farsi un'idea di cosa sia, niente batte (tra le cose che ho letto) le non so quante pagine centrali di Infinite Jest. E' un minitrattato sul tema infilato dentro il libro.

Erika ha detto...

molti non sanno che anche il cioccolato aumenta la serotonina

Rita ha detto...

@some1

Sì, anche secondo me è il miglior film sul tema, invece Infinite Jest non l'ho ancora mai letto. Prima o poi lo affronterò.

@Erika
sì, certamente, però non se ne può mangiare tanta.

Erika ha detto...

comunque i farmaci sono tutti testati sugli animali, quindi noi responsabilmente dovremmo assumerli proprio e solamente se strettamente necessario, ad esempio per il mal di testa io uso mettere delle patate sulla fronte e funziona, così non finanzio case farmaceutiche e i loro giri. Gli psicofarmaci spesso vengono dati ma in molti casi potrebbe bastare una persona che ti ascolta e ti capisce veramente ma a quanto pare è più facile assegnare pillole con tutti i loro effetti collaterali e chissenefrega se sono cose sperimentate su animali.

Erika ha detto...

anche la gioia alza la serotonina

Rita ha detto...

Certo, hai ragione Erika, i farmaci in commercio oggi purtroppo sono tutti testati e infatti bisognerebbe assumerli solo se strettamente necessari e comunque lottare per una ricerca etica sostitutiva, anche incentivando le donazioni a quelle associazioni che si battono per raggiungere questo traguardo.

La gioia, sì, aumenta la serotonina, ma purtroppo se c'è uno squilibrio fisico in cui la serotonina è bassa, diventa impossibile sentirsi contenti. Un circolo vizioso.

Unknown ha detto...

beh forse, mi sembra che , vorrei dire , si insomma la butto lì: se la depressione è una malattia organica come dici all'inizio parlando di umori come faceva Galeno 2000 anni fa , cosa può fare la psicoterapia? la talking cure può cambiare le disfunzioni organiche? se si lo psicoterapeuta non può fare nulla ; se no , nel senso che una persona può guarire la psiche di un'altra persona, allora vuol dire che una persona può anche fare ammalare un'altra persono. Ergo le malattie psichiatriche sono dovute a rapporti con perssone malate che fanno ammalare. così tanto per dire

Rita ha detto...

Mah, mi sembrano conclusioni un po' affrettate. Secondo me ogni depressione è peculiare e ha cause e concause particolari. Può dipendere da cause organiche, così come no. Certamente alcune persone possono ammalarsi a causa di relazioni conflittuali e certamente vivere o avere a che fare con persone che non stanno bene mentalmente non è facile però non è che la depressione sia un virus che si diffonde per contagio o contatto.
Quello che mi premeva dire è che comunque una volta che ci si è ammalati bisogna considerarla una malattia vera e propria e non solo un banale sbalzo d'umore verso il basso.