domenica 9 ottobre 2016

Quando il bisogno di confermare l'identità carnista prevale sulla ragione


Post semiserio. Comico, se non fosse tragico, insomma.
Noto un evolversi nelle argomentazione a sostegno del carnismo.
È già la seconda volta che un commentatore sul mio blog, non la stessa persona (a meno che non sia sempre la stessa con due account diversi), replicando a qualche mio post sull'antispecismo mi scrive: "è perché non avete abbastanza fame". Ossia, noi ci occuperemmo degli altri animali perché non avremmo abbastanza fame.
Beh, dai, rispetto al "anche le piante soffrono" è stato fatto un passo avanti. In quale direzione poi, è abbastanza prevedibile. L'abisso dell'ignoranza vi inghiottirà tutti.

Basterebbe leggersi Rifkin o anche qualche banalissimo articolo per capire come siano proprio gli allevamenti a causare la fame nel mondo, sottrazione di terreni, inquinamento, consumo idrico in eccesso; i cereali e terreni destinati agli animali potrebbero essere utilizzati per sfamare direttamente tantissime popolazioni.

Vero, io non ho abbastanza fame, ma nemmeno chi commenta e difende il carnismo pur non avendone necessità alcuna. E così facendo, con le sue (non)scelte causa la sottrazione di risorse a tantissime altre persone nel mondo.
Comunque sono contentissima di essere seguita da diversi carnisti perché alla fine, se si prendono la briga anche di commentare, si vede che sono interessati.
Purtroppo il bisogno di confermare l'identità carnista è forte, me ne rendo conto. E mi piacerebbe che si ponessero obiezioni più sensate, ma tant'è.

Per scoprire cos'è il carnismo: www.carnism.org

P.S.: e comunque, se anche morissi di fame, preferirei mille volte farlo restando abbracciata a un compagno (che sia a due o quattro zampe, rivestito di pelo o piume, squame o con ali), che da sola dopo averlo mangiato. 

9 commenti:

Rita ha detto...

Niente, c'hai un muro dentro di te.

Oggi nel mondo occidentale nessuno muore di fame e la fame diffusa in altri paesi potrebbe essere risolta proprio con l'alimentazione vegetale.
Non c'è altro da aggiungere.
Continui a portare esempi di cosa facevano i nostri avi, ma i nostri avi nemmeno andavano in auto o in aereo, né scrivevano al computer, dunque sono esempi del tutto inappropriati e sorpassati rispetto al contesto odierno. Non ci si può appellare al passato solo quando fa comodo. Vivi in una grotta? Muori di fame se non cacci o se non ti mangi la bistecca? No. Dunque non ha senso quello che stai dicendo.

Ogni animale, ogni individuo nasce per essere soggetto della sua stessa vita, è solo la logica della prevaricazione e dominio che ci fa considerare considerare alcune specie in virtù della loro utilità, ma è una maniera di pensare sbagliata.

In quanto ai deliri animalisti, qui l'unico delirio di cui hai dato ampiamente sfoggio è il tuo. Un delirio da persona ignorante che non si prende nemmeno la briga di approfondire il tema dell'antispecismo (ormai discusso a livello accademico) o di riflettere su quanto legge.

Inoltre, io discuto ben volentieri con cui ha idee diverse dalla mia, ma nel rispetto, cosa che a te è mancata in diverse occasioni. Ergo, non risponderò più alle tue provocazioni.
Peraltro, se pensi che in questo blog si scrivano cose deliranti, non capisco come mai tu ti prenda la briga di leggere e commentare. Non sto certo diffondendo idee pericolose, al contrario invito al rispetto di ogni individuo.

UnUomo.InCammino ha detto...

>la fame diffusa in altri paesi potrebbe essere risolta proprio con l'alimentazione vegetale

Gaia Baracetti smonta in "cibo per tutti" tutte queste fantasione credenze e fanfaluche.

Non solo non c'è alcun obbligo che, ad esempio, i terreni della Frandinia siano cambiati da pascolo a coltivazione di ceci o piselli da esportare in Mislanistan, distante 4000km ma è bene che ciò NON avvenga, altrimenti la popolazione del Mislanistan che è già eccessiva (altrimenti non prenderebbe cibo e risorse esternamente) aumenterebbe ancora.
Storicamente le carestie sono dei dispositivi ecologici di drastica diminuzione di popolazioni con impronta ecologica eccessiva su un territorio.

Rita ha detto...

P.S.: in quanto al concetto di normalità, ti faccio presente che un tempo era considerato normale schiavizzare le persone africane o che le donne non potessero votare o avere accesso a professioni ritenute maschili. La normalità è solo ciò che una maggioranza ritiene giusto in un dato momento storico, ma che poi, con l'evolversi del tempo e di un sentire collettivo condiviso a un certo punto inizia a essere messo in discussione; inizialmente i cambiamenti vengono sempre proposti da una minoranza e pian piano si allargano.
I diritti animali e l'antispecismo sono concetti nuovi e il fatto che una maggioranza ancora ritenga giusto sfruttare individui senzienti non significa che sia giusto.

Tante cose che vengono sostenute da una maggioranza, quindi in virtù di un mero rapporto di forza, sono ingiuste.

Rita ha detto...

@uomo in cammino

Non sono credenze fantasiose, ci sono documenti e analisi di fatti con tanto di ampie fonti e ricca bibliografia a sostegno.

(leggiti Ecocidio di Rifkin o guardati il documentario Cowspiracy).

Ma anche se non ci fossero fonti, basta la semplice logica: di quanti cereali ha bisogno un vitello per crescere? E con gli stessi cereali quante persone ci si potrebbero invece sfamare? Quanto consuma, in termini anche di acqua e terreno, un vitello? E con gli stessi metri cubi quanti cereali e vegetali destinati alle persone ci si potrebbero coltivare?

Ricordi la famosa carestia in Etiopia del 1982? Fu causata dalla conversione di diversi terreni, prima coltivati a riso destinato alle persone, in coltivazioni di soia per ingrassare gli animali; animali poi esportati nei paesi ricchi.

E questi sono comunque argomenti indiretti. Quello di cui mi interessa discutere è la legittimità o meno di schiavizzare e uccidere individui senzienti per il solo palato, quando è dimostrato che non c'è necessità alcuna.

UnUomo.InCammino ha detto...

> in quanto al concetto di normalità

Nel senso che qui si evidenzia come "posizione culturale, ideologica" l'onnivorismo dei predatori Homo come "scelta strana, anormale" quando essa fa parte dell'etologia di specie.
Sarebbe come se asessuati, castrati, etc. dessero dei sessisti a coloro che hanno pulsioni sessuali, oppure che i ciechi appellassero le persone con vista come "otticisti", etc. .

UnUomo.InCammino ha detto...

> I diritti animali

I diritti non esistono men che meno i diritti animali.

UnUomo.InCammino ha detto...

> basta la semplice logica: di quanti cereali ha bisogno un vitello per crescere?
> E con gli stessi cereali quante persone ci si potrebbero invece sfamare?

No.
Gli esemplari di Homo Sapiens sono gli esseri viventi con la più alta impronta ecologica.
Un vitello abbisogna di MOLTE MENO risorse di un essere umano.
Quindi bisogna togliere umani (anche con meno cibo, se utile) e aumentare le superfici biotiche e selvatiche.
Poiché la superficie del pianeta è finita, ad ogni essere umano in più corrisponde MENO superficie destinata al selvatico, alla fotosintesi, etc. .
Bisogna avere meno umani, meno vitelli e più selve.
Al limite, meglio meno umani e più vitelli.

UnUomo.InCammino ha detto...

> è la legittimità o meno di schiavizzare e uccidere individui senzienti per il solo palato, quando è dimostrato che non c'è necessità alcuna.

Non è questione di legittimità ma di necessita, di naturalità.
In gran parte delle zone abitate i cicli vegetativi sono troppo brevi per poter campare dignitosamente senza utilizzare dei trasformatori cellulosa -> proteine, grassi e materiali animali.
Ma non sto parlando di paesi esotici, ad esempio la Lapponia oppure l'Islanda o la penisola di Kola, sto parlando dei nostri Appennini o delle nostre Alpi o anche di gran parte delle zone d'Italia.

Ci sono delle orribili teorie per le quali, per la crescita demografica, dovremmo arrivare a mangiare insetti o farina di ghiande.
Invece un'alimentazione sana, equi,librata, naturale per il genere Homo è quella che prevede anche alimenti animali, in quantità moderata.
Non è uno sghiribizzo, un capriccio, o il carnismo o altre stupidaggini del genere.
Si tratta di un'alimentazione comune a gran parte dei primati.

Rita ha detto...

Rinuncio a rispondervi.
Le mie energie e il mio tempo sono preziosi.