lunedì 7 maggio 2018

"Chi bella vuol comparire, qualche male deve soffrire"

Ma ne siamo davvero sicure?

Disparità sul lavoro e, in generale, condizionamenti dettati da una società patriarcale che definisce i canoni estetici femminili: trovo molto discriminante che ai colloqui di lavoro chiedano alle donne se vogliano avere figli e, in alcuni casi, anche "una bella presenza" o "abbigliamento adeguato".

Perché agli uomini non lo chiedono? Perché danno per scontato che comunque, in caso di figli, sia la donna a restare a casa e ad accollarsi il grosso del lavoro e responsabilità per crescerli. E poi ovviamente mancano gli aiuti e sostegni statali adeguati.

Vero che l'abbigliamento di un certo tipo è richiesto anche agli uomini, ma in genere si tratta di abbigliamento formale, giacca, cravatta, pantaloni; mi vengono in mente invece tutti quei lavori in cui alle donne è richiesto di indossare tacchi alti, collant, gonne (per esempio alle stendiste - non so se sia questo il termine adatto - delle fiere di un certo tipo), per non parlare del ruolo, maschilista per eccellenza, della valletta in tv. Indumenti scomodissimi, per nulla pratici, che provocano sofferenza. Una sofferenza che, in quanto donne, siamo abituate da una vita a sopportare, talmente abituate che nemmeno ce ne rendiamo più conto. Per non parlare del trucco (in certi ambienti, come in tv, il make up credo sia quasi obbligatorio per apparire al meglio, togliere occhiaie, borse, levigare rughe, correggere imperfezioni - ma sono davvero tali? - ecc.) e altri trattamenti che diamo per scontato si debbano fare per apparire belle, curate, in forma. Tingersi i capelli, depilarsi, curarsi la pelle, essere magre e prosperose al tempo stesso (e ovviamente l'uso esagerato di photoshop nelle pubblicità ha esasperato questo ideale di perfezione), avere le tette grosse e le labbra carnose, ma il vitino da vespa e le gambe da fenicottero (un connubio più unico che raro perché generalmente chi ha forme prosperose tende ad essere morbida anche nel resto del corpo), unghie laccate, capelli perfetti. Su youtube è pieno di adolescenti che fanno tutorial su come farsi le onde ai capelli, su come truccarsi, su come eliminare la cellulite, occhiaie e quant'altro. Operazioni che portano via tempo, energie, denaro. Vedo queste ragazzine sempre più giovani adottare delle routine di bellezza quotidiana che alla lunga diventano prigioni mentali da cui è difficile uscire e tutto ciò è qualcosa che ha molto a che fare con il modo in cui la società stabilisce i canoni estetici femminili (e da cui ovviamente le aziende traggono profitto).

Il punto è, siamo consapevoli e fino a che punto dell'imperativo categorico che noi donne, in quanto femmine, subiamo sin da quando siamo bambine e a cui, nostro malgrado, ci assoggettiamo senza rendercene conto? Essere belle e seducenti. Bellezza e seduzione ovviamente imposte culturalmente e che condizionano anche lo sguardo maschile.

Tutto ciò ricade anche in ambiente lavorativo, non a caso certi lavori in cui è richiesta una bella presenza sono rivolti soprattutto alle donne (vallette, stendiste, segretarie, per dirne qualcuno).

Mi rendo conto di aver toccato più temi in uno (riflessioni frutto di scambi molto interessanti che ho avuto ieri e oggi e di un percorso personale che sto facendo), la discriminazione sul lavoro e i canoni estetici femminili, ma il punto è che abbiamo talmente introiettato alcuni schemi e comportamenti e modi di essere che pensiamo siano frutto di una nostra libera scelta, di un nostro gusto personale, quando invece non è così, o non del tutto.
Quale donna non trova noioso depilarsi, struccarsi la sera, mettersi le creme ecc.? Sì, a volte può essere piacevole e rilassante (o ci hanno insegnato a pensare che lo sia?), pensiamo che prenderci cura di noi stesse lo sia, ma siamo del tutto sicure che lo facciamo soltanto per noi stesse? Ovvio che la prima risposta che ci diamo e che, sono sicura, mi darete quasi tutte è: lo faccio per me stessa. Anche io ne sono convinta perché ci tengo ad apparire al meglio, quando mi guardo allo specchio voglio che mi rimandi una precisa idea che ho di me stessa, che è frutto però sempre di un condizionamento culturale estetico che ho subito nel tempo e di un consenso che ricerco, che tutte ricerchiamo.
Quindi credo sia importante capire quanto di quello che facciamo lo facciamo perché ci fa stare veramente bene e quanto invece lo facciamo per necessità, perché ormai ci siamo abituate a vederci e sentirci in un certo modo e temiamo di essere altrimenti sciatte e brutte.
E poi, altro punto importante: perché ci teniamo così tanto ad apparire belle?
Perché è da quando nasciamo, cristo santo, che ci dicono che siamo o non siamo belle. Che i nostri corpi dovrebbero essere così e colà, che siamo sciatte o truccate, troppo magre o troppo grasse. Siamo bersagliate da giudizi e commenti sul nostro aspetto estetico dalla mattina alla sera, sin da quando nasciamo ("ma che bella bambina, guarda che lineamenti, ha un nasino perfetto...").
Vero, anche gli uomini sottostanno a molti condizionamenti estetici, ma in genere per loro si predilige la comodità, la praticità e l'accettazione dell'invecchiamento. Perché se una donna non si tinge i capelli bianchi appare sciatta mentre a nessun uomo è richiesto questo? Perché le donne devono depilarsi e gli uomini no? Perché le donne devono indossare tacchi e gli uomini no? Perché il corpo delle donne deve essere costruito artificialmente - ossia corretto, modificato - e non si accettano le normali caratteristiche fisiche che tutti abbiamo? Ripeto, in parte anche per gli uomini, ma molto meno. Gli uomini possono farsi crescere la barba, i peli sul corpo e i capelli bianchi. Le donne no e quelle che lo fanno spesso vengono giudicate come sciatte, trascurate.

Se vi va, ditemi la vostra, quali sono i trattamenti estetici di cui vi sentite schiave e fareste volentieri a meno e cosa vi impedisce di liberarvene.

2 commenti:

Claudia Turchiarulo ha detto...

Cara Rita,
sono pienamente d'accordo con te sebbene, nella società attuale, anche gli uomini ricorrano alla chirurgia estetica e ai trattamenti di bellezza. Forse, persino più di noi.
D'altra parte, però, è vero che nessuno glielo impone. Ma, a pensarci bene, anche noi donne dovremmo e potremmo boicottare il sistema.
Ah, mi presento. Sono Claudia, ho 31 anni. Le rarissime volte in cui mi trucco, mio figlio di due anni cerca di pulirmi il viso.
Deduco, quindi, che mi preferisca al naturale.
Passa a trovarmi sul mio blog, se ti va, e buona domenica.

Rita ha detto...

Ciao Claudia, grazie per il commento. Sì, vero che negli ultimi anni anche molti uomini stanno ricorrendo alla chirurgia estetica e ai trattamenti di bellezza, però, in generale, nella nostra cultura è passato il concetto che gli uomini non debbano essere per forza belli, basta che siano interessanti, affascinanti, intelligenti; si tratta di un condizionamento forte che ci ha plasmato e condizionato.
Certamente poi anche loro hanno subito altri condizionamenti che però derivano sempre dalla società patriarcale, tipo che debbano essere in grado di sostenere economicamente la famiglia, benestanti ecc.; infatti oggetti come macchine lussuose o altri status symbol costituiscono, per alcuni, un po' il prolungamento del pene o ostentazione della loro virilità. In questo senso anche loro sono molto condizionati, ma il loro condizionamento passa meno dal corpo e più dal successo sociale.