giovedì 30 agosto 2018

Movimenti di liberazione

Più studio gli altri movimenti e più mi rendo conto di quanto stiamo prendendo strade sbagliate, tra welfarismo, riformismo dei piccoli passi e opzioni vegan. 
Purtroppo, come movimento, soffriamo ancora di un sentimento di inferiorità, come se la liberazione animale, da sola, non fosse una questione abbastanza importante da affrontarsi. Sentiamo sempre l'esigenza di accompagnarla ad altre lotte e non per fare legittime analogie costruttive o per trovare alleati, ma proprio per conferirle una sua dignità che altrimenti si è convinti non avrebbe. 
La stessa cosa accade nel femminismo. Sembra che le questioni che riguardano le donne - che sono una vera classe oppressa in base al sesso - debbano sempre venire dopo di altre, ben più urgenti. 
Invece è molto importante che ogni parte oppressa si organizzi intorno alla propria oppressione ritenendola assolutamente prioritaria. 
Ora, per gli animali, dobbiamo farlo noi, non tanto perché non sono capaci di resistere e ribellarsi, ma perché purtroppo gli viene negata ogni possibilità di negoziazione. Il Potere parla la lingua dei dominanti e non ascolta le altre.

Nel combattere le proprie battaglie non si può però non tener conto del contesto globale dell'oppressione, cioè non capire come funziona e come agisce. Non ci si può fermare ai suoi aspetti più superficiali facendo richieste che, se ottenute, non intaccherebbero minimamente le fondamenta della società, quelle fondamenta su cui e grazie alle quali si erge il dominio.

Quindi, spendere tantissime energie nell'ottenere qualche legge, provvedimento o qualsiasi cosa che purtuttavia lascerebbe inalterato il paradigma profondo entro il quale avvengono le discriminazioni e oppressioni, è non solo inutile, ma anche dannoso.

Ci hanno detto: avete ottenuto il diritto al voto, potete studiare, uscire, fare sesso con chi vi pare, cos'altro volete?

Che è l'equivalente di: avete opzioni vegan, le gabbie sono più grandi, c'è il benessere animale, la macellazione è fatta previo stordimento e quindi è etica, cos'altro pretendete?

Pretendiamo la messa in discussione radicale della società così come è. Che ogni essere vivente sia considerato come individuo e non come maschio o femmina, cane o maiale, cioè entro categorie preordinate e funzionali al mantenimento dello status quo.

Cambiare il sistema stando dentro al sistema con gli strumenti offerti da esso (come la televisione o il voto) è un'illusione perché ovviamente tutto ciò che esso offre è funzionale al mantenimento del suo status quo.

3 commenti:

Erika ha detto...

Ma infatti era Gramsci se nkn sbaglio che lottava contro la società borghese, ecco secondo me tutto sta lì: nell' egemonia borghese e perbenista della società, se ci fai caso sono proprio le persone più chic e borghesi che schifano gli ultimi, che vogliono incasellare e schematizzare tutto, il povero forse parlerà pure male, sarà ineducato ma se hai bisogno di un pezzo di pane o di un abbraccio ti aiuta.

Erika ha detto...

Proprio la in- educazione può salvare, ormai penso che sia proprio l' educazione borghese che crea gli steccati ( mi viene in mente Pasolini e i ragazzi borgata )

Rita ha detto...

Certo, l'educazione borghese non è altro che repressione.