venerdì 31 agosto 2018

Riflessioni sul movimento antispecista o animalista che dir si voglia

Se uno dice che il welfarismo, le concessioni del sistema, l'aumento di prodotti vegani sugli scaffali non faranno altro che rafforzare il sistema stesso, non sta dividendo il movimento, sta solo cercando di capire a che punto siamo arrivati.

Chi sta veramente dividendo il sistema è chi chiede riforme welfaristiche, appoggia le grandi multinazionali e fa campagne insieme ai produttori di alimenti derivati dallo sfruttamento animale perché fa passare il resto degli attivisti che si oppone a tutto ciò come estremisti e fanatici. Chi sta veramente dividendo il movimento è chi manda messaggi blandi, diluiti, annacquati per racimolare più fondi possibili; il che andrebbe anche bene se poi con questi fondi non ci si facessero richieste welfariste che non spostano di una virgola le fondamenta su cui è costruito lo sfruttamento animale (di animali umani compresi).

Abbiamo un grosso problema perché è vero che il movimento è diviso, ma è diviso da chi pensa che il welfarismo e il proselitismo vegano possano veramente essere un obiettivo perseguibile. 
Ora, anche io sempre pensato che fosse necessario allargare la massa per poi passare a richieste più significative, ma abbiamo bisogno di una massa che si interroghi sui meccanismi politici che fanno funzionare la società, non di un aumento di persone che agisce a caso, purché sia. 
Ho passato anche io una fase di ingenua illusione in cui ero convinta che bastasse parlare alle persone del veganismo per portarle a combattere l'oppressione degli animali o che bastasse mostrare l'esistenza di opzioni vegan per normalizzare una scelta etica. Ma non è così. E non lo è perché l'oppressione degli animali non è una prassi dovuta all'ignoranza o all'assenza di empatia o perché non si conoscono abbastanza gli animali. Certamente ci sono anche questi fattori, ma sono collaterali, sono effetti, più che cause. L'oppressione degli altri animali, così come quella delle donne o altre minoranze, è dovuta al fatto che tutta la nostra civiltà è costruita in relazione dialettica con un unico soggetto vincente che è l'uomo bianco occidentale e tutto il resto, natura, donne, animali, neri diventa un'alterità da opprimere e controllare, spogliata di individualità e fatta esistere (e allevata, educata per questo fine) solo in funzione del mantenimento di questo status quo. Esiste una dialettica di potere e questa dialettica è ciò che produce un soggetto che ha potere e un oggetto da modellare a piacimento per rafforzare e mantenere questo potere.
Io sono arrivata a capire queste cose. Forse mi sbaglio, forse tra qualche anno arriverò a pensieri ancora diversi. Ma l'importante è continuare a mettere e mettersi sempre in discussione. Condivido con voi queste riflessioni con umiltà, nel solo ed unico interesse di non sprecare la mia vita, ma di fare qualcosa di utile.
A chi in questi giorni mi sta sbeffeggiando dandomi dell'antispecista dura e pura, dico soltanto che tutto ciò che scrivo e dico lo faccio per provare a crescere come movimento e perché da sempre mi interessa solo una cosa: la giustizia per tutti.

P.S.: per inciso, se si trova più facilmente cibo vegano, egoisticamente posso trarne vantaggio. Cioè, penso, ok, posso fare colazione al bar come tutti quanti, posso andare in pizzeria e chiedere il mio menu vegan, ma questo non ha nulla a che fare con la liberazione animale. Nulla. Questo è solo interesse delle aziende ad allargare la vendita con altri prodotti che verranno comprati non solo dai vegani, ma anche da chi vuole mangiare con meno grassi, vuole provare alternative o ha allergie. E se pensate che le multinazionali non siano un problema forse non avete ben chiaro i modi in cui agiscono. Comprano tutto, anche servizi in appalto dello stato, controllano i media, le banche, la politica partitica, diventano stati dentro lo stato e si sostituiscono ad esso. Le guerre e tutto il marcio che c'è nel mondo vengono fatte per mantenere le lobby delle armi, la politica statunitense è funzionale al controllo economico del mondo. E questi sono solo particolari, per quanto mastodontici. La storia del mondo è la storia di una lunga oppressione e questa oppressione è soppressione di infinite individualità che vengono appiattite e diventano funzioni, ingranaggi di macchine di potere giganteschi di cui è difficile comprenderne confini e limiti. Dobbiamo studiare questo, ossia come come poter essere minimamente d'impatto in questo mastodontica tragedia che è la storia della civiltà.

1 commento:

Erika ha detto...

Quello che fanno agli animali è una cosa mostruosa e anche a molti umani ;(((