mercoledì 10 ottobre 2018

Cosa, non come

Ogni forma di lotta contro una determinata oppressione può solo prendere vita in una data epoca e non prima. Così è solo quando siamo arrivati alle catene di smontaggio dei grossi macelli di Chicago e agli allevamenti intensivi che abbiamo potuto prendere coscienza dell'orrore dello sfruttamento animale. Questo non vuol dire però che ciò che dobbiamo combattere sia solo la forma più estrema di una pratica e che basterebbe ritornare a forme di allevamento del passato, ma dovrebbe servire a mettere in discussione l'essenza della pratica in sé, a riflettere sull'aberrazione di un intero sistema che considera gli altri animali come risorse da consumare anziché individui senzienti. 
Lo svelamento dell'orrore degli intensivi e dei macelli, tramite immagini, investigazioni, documenti di vario genere, dovrebbe essere come un riflettore che illumina e mette a fuoco il nemico da colpire, non un raggio distorto che svia l'attenzione da cosa per concentrarsi sul come.

2 commenti:

Erika ha detto...

Eraclito, Epicuro, Pitagora, Plutarco avevano già capito tutto senza vedere gli intensivi,non mangiavano carne

Erika ha detto...

A tutti i vegani, mangiate il miglio, è nutriente e buonissimo