giovedì 21 febbraio 2019

Da referenti assenti a individui

Per chi li sfrutta, gli animali non vengono proprio riconosciuti come individui, non sono un interlocutore dialettico, sono solo oggetti o macchine, tanto quanto potrebbe esserlo il bullone del pezzo che un operaio sta assemblando.
Che vengano riconosciuti come individui è proprio lo step principale della nostra lotta, altrimenti il nostro metterne in discussione lo sfruttamento non verrà nemmeno preso in considerazione. Che ci piaccia o meno stiamo ancora a questo punto e ci stiamo perché l'oppressione degli altri animali è millenaria ed è un'ideologia che abbiamo interiorizzato nel profondo.
L'abbiamo visto bene nella questione attuale del latte, dove in nessun discorso si fa riferimento alle vere vittime, ai veri soggetti in gioco, che sono le pecore e i loro figli e non i pastori o le loro famiglie, tanto meno il dogma del lavoro tradizionale che pare che sia una cosa intoccabile. 
Intoccabili dovrebbero essere le vite altrui, ma per parlare di diritto e rispetto della vita bisogna riconoscerla nei soggetti di cui si parla, bisogna riconoscere e individuare i veri soggetti del discorso.

Ora, il punto non è che IO non li riconosca come individui, io li riconosco come tali, altrimenti non sarei diventata antispecista, non sarei vegana, non mi sarei attivata in questa lotta di giustizia, il punto è che quando si dà per scontato, nella comunicazione, che il soggetto di cui si parla sia percepito all'esterno e dagli altri alla stessa maniera in cui lo percepisce chi sta mandando un massaggio, si sta facendo una comunicazione autoreferenziale e per questo inefficace e fallimentare. 
Il linguaggio, i segni, tutto quanto nella nostra cultura è basato su convenzioni comunemente accettate e soprattutto condivise perché se non c'è condivisione non ci si capisce. 
Ora, se quando si parla della questione del latte attuale, per dire, io penso alle pecore sfruttate e il mio interlocutore invece vede solo i pastori o il latte come prodotto, è ovvio che non ci capiamo. Non ci rappresentiamo proprio la stessa immagine mentale. Comunicare la nostra è importante perché così si attua uno spostamento di prospettiva, ma, ed è qui che subentra la difficoltà massima, se non riesco a scalfire l'immagine interiorizzata da millenni di cultura specista della pecore come mezzo di produzione anziché come individuo, quale effettivamente è, il mio discorso di lotta contro l'oppressione degli altri animali risulterà bizzarro, estremista, nel migliore dei casi come il risultato di un'affezione particolare verso gli animali che non deve necessariamente essere condivisa da tutti.
Quindi il punto su cui dobbiamo insistere, lavorare, qual è? Riuscire a far capire che gli altri animali sono individui e non oggetti. Ma mai in nessun modo comunicare dando per scontato che gli altri li vedano già così.
Di fatto sono ancora referenti assenti. In ogni discorso. Il latte è un alimento e chi lo produce, la pecora, è assente dal discorso e dall'immagine mentale. Al suo posto si parla del pastore, come se lo producesse lui, anche se di fatto lui possiede e schiavizza dei corpi affinché lo producano e affinché possa trarne profitto. Il pastore (allevatore) di fatto è un ladro di vite e lavoro altrui. Un po' come il padrone della fabbrica, certo, ma gli animali non occupano nell'equazione lo stesso posto dell'operaio, bensì del bullone che lavorano e al posto dell'operaio al massimo c'è la semplice manodopera assunta per pulire e fare lavori più pesanti.
Bisogna lottare affinché gli altri vengano presi in considerazione in quanto individui, affinché li si riconosca come gli ultimi sfruttati della piramide, e non come semplici mezzi, oggetti, prodotti.
Bisogna cambiare i significati recepiti all'esterno. Rendere gli animali da referenti assenti a individui.

4 commenti:

Erika ha detto...

Anche oggi alla trasmissione di Rai uno " la prova del cuoco" cucinano il coniglio, mua nipote si è spaventata e ho telefonato alla Rai, telefonate tutti e dite che la devono smettere perlomeno di cucinare conigli che ormai sono animali domestici superamati dai bambini, telefonate al numero Rai: 800 93 83 62 e scegliere di parlare con operatore o lasciate reclamo, grazie

Erika ha detto...

Bevete latte vegetale di soia, mandorla, avena , riso , cocco, miglio .... Mmmmm che buoniii

Erika ha detto...

Il latte animale è un prodotto destinato a essere comprato sempre di meno, oggi grazie a internet la gente sta aprendo gli occhi e vede tutte le crudeltà inflitte agli animali.

Erika ha detto...

Cuccioli sottratti alla mamma, pecore ingravidate a forza, imprigionate, spremute contro la loro volontà e infine uccise senza che nei mattatoi siano nemmeno obbligatorie le telecamere per vedere se vengono ammazzate mentre sono coscienti o meno, questa roba se fosse fatta a esseri umani si griderebbe una sola , un' unica parola: NAZISMO