sabato 15 febbraio 2020

L'antispecismo non deve essere secondario ad altre lotte

Sul discorso delle intersezioni dico un paio di cose: intanto, che mi piacerebbe che gli altri movimenti iniziassero a pensare all'antispecismo almeno quanto noi ci preoccupiamo ogni volta di specificare che siamo anche contro questo e quell'altro.

Infatti non capisco perché se scendo in piazza con le femministe devo implicitamente accettare di lottare a fianco di persone che mangiano animali perché comunque in quel caso mi viene detto che la lotta femminista è contro una specifica forma di oppressione e quindi devo accettare, in quel contesto, di lasciare gli animali non umani in secondo piano, di fatto comportandomi come se fossi specista; mentre il contrario è per noi antispecisti sempre inammissibile. E va bene, sono d'accordo che in quanto antispecisti di default dovremmo essere anche contro ogni altra forma di oppressione e discriminazione, ma che sia anche il contrario altrimenti è vero che lasciamo sempre gli animali non umani sullo sfondo e che le battaglie che riguardano gli umani contano sempre di più.

Premesso questo, penso che ci sia confusione sul termine "intersezionale". Un movimento intersezionale è un movimento che si occupa allo stesso tempo di più battaglie insieme: non privatamente, come individui, ma proprio come strategia, policy, agenda, obiettivi definiti. Un movimento, ad esempio, che si occupa degli animali non umani uccisi nei macelli e allo stesso tempo dello sfruttamento dei lavoratori dello stesso macello, è un movimento intersezionale; un movimento (o associazione, gruppo, fate voi) che si occupa dell'oppressione delle donne umane, quindi femminista, e allo stesso tempo dell'oppressione delle mucche e delle femmine di altri animali schiavizzate nell'industria del latte, è un movimento intersezionale; un movimento che si occupa sia di ecologia che di antispecismo è un movimento intersezionale. I movimenti intersezionali, per quanto nobili, portano con sé una serie di problematiche e contraddizioni: perché nel momento in cui parlo dell'impatto degli allevamenti per fare un discorso ecologista, automaticamente non sto facendo un discorso antispecista in cui si ritiene invece sbagliato allevare animali di per sé in quanto li si riconosce soggetti di una vita e non perché il processo di trasformazione dei loro corpi in prodotti inquina e distrugge territori. Al riguardo dell'intersezione tra vittime non umane nei macelli e presunto sfruttamento dei lavoratori penso che abbiamo avuto di recente un esempio eclatante con il Save Movement. Fatele le intersezioni, poi però non venite a lamentarvi se gli altri animali finiscono sempre in discorsi e narrazioni speciste e continuano a essere visti come oggetti, elementi inquinanti, materie prime, risorse rinnovabili.
Ah, e lottare contro il capitalismo in senso ampio, non necessariamente significa lottare contro lo specismo. Anche qui, intersezionare con anticapitalisti che poi però ti accettano l'allevamento bio del contadino, ti sostengono il piccolo allevatore o i lavoratori diventa problematico. Si arriva poi a discorsi riduzionisti, welfaristi in cui gli animali non umani sono sempre visti come merci e risorse da utilizzare per i nostri interessi economici ecc.

Ciò che si diceva sopra, invece, ossia che una persona antispecista dovrebbe, si spera, automaticamente rigettare anche ogni altra forma di oppressione e discriminazione si chiama, semplicemente, libertarismo. Ossia, riconoscimento del principio della libertà di ogni essere senziente, a prescindere dalla sua appartenenza di specie, etnia, sesso, orientamento sessuale.

31 commenti:

Erika ha detto...

Comunque l' ecologia è di per sé anche antispecista perché un ambiente inquinato porta alla morte o alla malattia anche gli animali, basti vedere quanti pesci uccide la plastica negli oceani.

Rita ha detto...

No, non è così. L'ecologia si occupa di mantenere vitale e in salute un ecosistema nel suo complesso, ma nella misura in cui questo avviene, non ritiene sbagliato uccidere animali per cibarsene o per altro.
Che poi, essendo antispecisti, si debba pensare anche all'ambiente è un conto, ma purtroppo non avviene il contrario.
L'antispecismo è una teoria filosofia specifica, diversa dall'ecologismo.

Rita ha detto...

Per capirne di più ti consiglio di leggere il libriccino Una morale per tutti gli animali di Oscar Horta.

Faccio un esempio: qual è la specie più dannosa e in sovrannumero del pianeta? La nostra. Però nessun ecologista direbbe mai che dovremmo ucciderci selettivamente perché comunque la nostra morale antropocentrica e il nostro sistema di valori mette l'umano in cima alla piramide; se però parliamo di altre specie ritenute dannose, l'ecologia non si fa problemi a proporre metodi di abbattimento o di riduzione delle stesse, dimostrando così di non contemplare una visione antispecista ove il singolo ha valore inerente di per sé e non perché utile o non utile all'ecosistema.
In aggiunta a questo, se un domani si realizzassero forme di allevamento sostenibili da un punto di vista ecologico, l'ecologista se le farebbe andar bene; mentre l'antispecismo si oppone a qualsiasi forma di uso degli altri animali.
Insomma, ci sono differenze tra una teoria e l'altra. A meno che non si arrivi a un'ecologia radicale biocentrista in cui ogni individuo ha valore di per sé e non soltanto in relazione all'ambiente. Ma una teoria così oggi ancora non è diffusa, siamo a un ambientalismo soft, ancora molto antropocentrato.

Rita ha detto...

Poi dire "dobbiamo diventare vegan" per l'ambiente porta con sé una visione degli altri animali come di agenti inquinanti; ed è diverso da dire che dobbiamo diventare vegan perché è ingiusto pensare agli altri animali come a risorse rinnovabili.
La questione sembra sottile, ma non lo è.

Rita ha detto...

Comunque ho scritto molto su questo nei post precedenti.

Erika ha detto...

Io intendevo l' ecologia biocentrista.

Erika ha detto...

A proposito di biocentrismo, dai uno sguardo e se vuoi vieni a commentare il mio ultimo post sull' aborto, grazie.

Erika ha detto...

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/clima-allarme-consumo-carne-dimezzare-allevamenti-fine-filiera-milioni-addetti/0f3bf948-50af-11ea-a691-847c284ba0e7-va.shtml

Erika ha detto...

I gas serra prodotti dagli allevamenti intensivi di carne ( soprattutto i bovini ) creano danni GIGANTESCHI all" ecosistema in cui tutti gli animali vivono senza parlare della distruzione di foreste per fare largo alle coltivazioni agricole destinate per la stragrande maggioranza ai bovini da macello, e che dire dello sfruttamento del suolo e del consumo gigantesco di acqua? Come vedi tutto è collegato.

Erika ha detto...

Aria acqua e terra sono elementi vitali

Rita ha detto...

Sì, che sia tutto collegato è chiaro, ma l'antispecismo è una teoria filosofica specifica focalizzata sull'individuare la genesi e gli effetti dello specismo e nel combatterli.

Dell'aborto abbiamo già parlato e io non sono contraria entro i termini previsti per legge. Il cervello si forma dopo un tot di settimane, fino ad allora non possiamo parlare di bambino, ma di feto, di massa di materia.
E comunque sia è una decisione che spetta alle donne perché non si possono costringere le donne a portare avanti una gravidanza non voluta. Non intendo discuterne ulteriormente con te, so come la pensi e abbiamo idee diverse.

Erika ha detto...

Quando non si vuole discutere non si hanno idee ma dogmi oppure si dubita della forza logica delle proprie convinzioni e si scappa.

Erika ha detto...

Il sistema nervoso fetale inizia il suo sviluppo molto presto, già alla terza settimana. All’8a settimana di gestazione, l’attività sinaptica è così sviluppata da permettere la flessione del collo e del tronco; alla 10a, stimoli localizzati possono innescare movimenti oculari, movimento labbra, parziale chiusura delle dita della mano e flessione delle dita dei piedi. , prima di scrivere dovreste informarvi

Erika ha detto...

Ricordo che l' aborto è permesso fino alla 12 settimana e anche fino al quinto mese nel caso di feti down ( poverini )

Erika ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Erika ha detto...

L' eterosessualità non può essere un diritto pagato dallo stato

Erika ha detto...

Rita, come vegana animalista tu hai il DOVERE di difendere anche i feti, non è obbligatorio essere animalisti ma se ti definisci tale tu hai dei DOVERI, che ti piaccia o no.

Erika ha detto...

Non puoi difendere una tellina o una vongola o una cozza e fregartene quando staccano la testolina ai feti su.

Rita ha detto...

L'antispecismo si occupa dello specismo, ossia di combattere la discriminazione di specie e l'oppressione che ne deriva. O occuparsi di diritti dei feti ci pensano già abbondantemente i cattolici.
In quanto donna, poi, e donna femminista, per di più, mi occupa della possibilità che una donna abbia di decidere se portare avanti una gravidanza o meno e di interromperla quando, per qualsiasi motivo, non se la senta di diventare madre (che non è come fare una gita al mare). L'aborto è regolato da leggi ben precise, un feto non è ancora un individuo senziente, non fino a quando non è formato il cervello e sistema nervoso. Le interruzioni di gravidanza oltre un tot di settimane sono ammesse in caso di condizioni di vita non definibili tali o di messa in pericolo della vita della donna. Scelte difficili, come ce ne capitano talvolta nella vita (vedasi teoria del Trolley Problem in filosofia morale).
Ne abbiamo già discusso in passato e se non voglio continuare a farlo non è perché mi manchino argomenti, ma perché reputo una perdita di tempo ed energia discutere di questo con te (già fatto in passato e il buon senso mi dice che continuare non ci darà risultati diversi, stavolta).

Erika ha detto...

Appunto perché sei antispecista DEVI difendere tutte le specie, compresa quella umana di cui fanno parte i feti.
Rita, il fatto che sei donna non significa NULLA perché ci sono fior fior di donne antiabortisti e uomini abortisti convinti ma sei a un bivio: o scegli le teorie femministe radicali abortiste o scegli di difendere gli animali, tutti gli animali , compresi i feti che come ti ho spiegato iniziano lo sviluppo del loro sistema nervoso già alla terza settimana e dunque come puoi dire che non soffrano ? Credo che nessuno possa saperlo con certezza, e anche nel caso in cui non soffrano se vengono uccisi gli viene rubata la LORO vita, la loro identità che è già completamente codificata nel DNA fin da quando sono una singola cellula iniziale formata da spermatozoo e ovulo, devi prendere una strada.

Erika ha detto...

Dici che non vuoi scappare dalla discussione ma DI FATTO vuoi scappare .

Erika ha detto...

L' aborto è l' esatto opposto dell" animalismo e del pacifismo, è la violenta dimostrazione di come il forte, il perfetto ammazza la creatura più indifesa che esista.

Rita ha detto...

Cara Erika, l'antispecismo si occupa di combattere la discriminazione degli altri animali (e la loro oppressione ecc.) basata sulla differenza di specie; NON si occupa di diritti umani.

Non sto scappando dalla discussione, semplicemente sostengo idee su cui tu non sei d'accordo. Per me un feto non è un individuo senziente fino a che non ha cervello formato, è un ammasso di cellule in divenire e quindi porto avanti gli interessi delle donne e la loro scelta di interrompere una gravidanza se non vogliono diventare madri.

Non si può imporre a una donna di diventare madre.

Non ho voglia di stare a ripetere le stesse cose. Tu la pensi esattamente come alcuni anni fa, io anche, parlarne non ci ha fatto spostare di un millimetro le nostre idee, quindi per me è perdita di tempo ed energie continuare.

Rita ha detto...

L'animalismo e il pacifismo poi non sono idee che mi interessano. Mi interessa l'antispecismo, che è una teoria distinta dall'animalismo; e mi interessa la nonviolenza, che non è pacifismo, ma include anche disobbedienza civile, azione e al limite violenza per legittima difesa o anche estensione di legittima difesa. Io non sono pacifista a oltranza, se uno mi dà uno schiaffo gliene do due di rimando, concreti o metaforici che siano. Se vedo uno che sta prendendo a calci un gatto, gliene do altrettanti.


Erika ha detto...

A me interessa il dato biologico, non battibecchi teorico filosofici, la biologia ci dice che il feto è un essere vivente che dalla terza settimana in poi comincia anche ad avere un sistema nervoso, anche se imperfetto e nessuno può sapere con certezza cosa provi o se e quanto soffra, non è un sasso, lo capisci???? E non può essere soppresso in nome dell' eterosessualità, non è una questione di donna o uomo, è una questione di chi vuole far prevalere il diritto all' eterosessualità sopra ogni cosa, anche vite umane Personali, cioè con codice dna personale.

Erika ha detto...

L' eterosessualità non è un dovere né un diritto pagato dallo stato ( l' aborto è
pagato ) chi la pratica se ne assume responsabilità davanti al feto e ai contribuenti.

Rita ha detto...

La fallacia del tuo ragionamento è che fai coincidere l'eterosessualità con l'aborto.

Erika ha detto...

L' aborto e la cultura eterosessuale imperante sono intimamente legati , leggiti l' articolo di Pier Paolo Pasolini: Il coito, l ' aborto, la falsa tolleranza del potere, il conformismo dei progressisti.
Lo trovi facilmente con google

Erika ha detto...

L' eterosessualità ha dei limiti basati sulla procreazione ma la cultura eterosessista imperante li ha tolti, facendo diventare il coito eterosessuale un feticcio a sé stante, un dovere sociale, un consumismo di massa.

Erika ha detto...

È profondamente antifemminista slegare la vagina dal suo essere procreatrice e farla diventare un bene di consumo per uomini.

Rita ha detto...

Guarda, sicuramente la vagina non deve diventare e NON è un bene di consumo degli uomini, ma NEMMENO deve essere legata alla procreazione. Il piacere femminile difatti non si raggiunge con il coito.