lunedì 16 marzo 2020

Un micio al giorno e la sua storia - secondo giorno.



Una foto di un micio al giorno e la sua storia.

Oggi tocca a Jill.

Quel giorno aveva piovuto quasi tutto il tempo, ma questo non aveva impedito lo svolgimento del VEGinROME, festival antispecista organizzato dal Coordinamento Antispecista nel 2014, né aveva fermato me dal fare un salto per assistere a qualche conferenza e farmi un giretto tra gli stand delle varie associazioni.
Tornando a casa, lungo il corridoio che porta dalla banchina della stazione metro di Castro Pretorio alle scale per salire in superficie, tra la ressa delle persone che si affrettano in entrambe le direzioni, l'odore della pioggia e l'umidità che pervadono l'aria del sottopassaggio, sento un miagolio. Un miagolio continuo che so interpretare come richiesta di aiuto. Mi fermo di colpo e inizio a guardarmi attorno, in basso, frugando con lo sguardo tra le gambe delle persone che continuano a camminare per i fatti propri. E così la scorgo, accovacciata sulla rampa di scale di un'uscita laterale, da una parte, impaurita, ma anche determinata a farsi sentire. Mi avvicino e le sussurro qualcosa, le faccio una carezza. Immediatamente si solleva sulle zampine e inizia a farmi le fusa, a strusciarsi sulle mie gambe, intervallando il tutto da miagolii sempre più acuti. Inizio a salire le scale e mi viene dietro, mi fermo sul piazzale antistante la biblioteca comunale e chiamo Andrea Festa al telefono. Gli dico, ehi, c'è una gattina che piange, è sola, non so se abbandonata o se si è persa, arrivi con del cibo e magari un trasportino, vediamo un po' il da farsi?
Andrea arriva in men che non si dica, scende dalla macchina e iniziamo a dare da mangiare a questa micia, che non ha smesso un attimo di farmi le fusa e di strusciarmisi addosso. Mangia due scatolette, anzi, le divora, letteralmente.
Cosa facciamo?
-E se è solo uscita a farsi un giretto, ma ha una casa?
- Ma allora non sarebbe stata così affamata, non miagolerebbe in cerca d'aiuto, non starebbe così appiccicata a noi.
- Proviamo a salire in auto, vediamo cosa fa.

Apriamo lo sportello e lei si tuffa dentro, non vuole saperne di uscire.
A questo punto non ci rimane che metterla nel trasportino e portarla a casa. Domani si vedrà.

Il giorno dopo abbiamo fatto un appello e l'abbiamo condiviso su FB, siamo tornati sul posto e chiesto ai gestori delle colonie di zona se qualcuno la conoscesse, abbiamo fatto un giro nei dintorni e cercato se ci fossero appelli di smarrimento, ma non è venuto fuori nulla. Abbiamo anche ricevuto un paio di chiamate da persone che in quel periodo avevano perso un gatto, ma nessun riscontro positivo.

Così è rimasta da noi. Non ha perso il suo carattere coccolone, ed è particolarmente innamorata della sottoscritta. Mentre scrivo queste righe si trova dietro di me, sulla sedia, appoggiata alla mia schiena. Ogni tanto allungo una mano e le faccio una carezza, risponde con una testatina e fusa sonorissime.

Rispettate gli animali, tutti, sono sensibili e senzienti. Non li mangiate, aiutateli, imparate a conoscerli, siate curiosi e rifiutate i pregiudizi.

4 commenti:

Giovanni ha detto...

che meravigliala storia dei gatti, ripubblicata qui e sottratta come merita dal caotico fluire del social. !

Rita ha detto...

Ciao Giovanni,
sì, certo, qui "archivio" un po' tutto quello che mi interessa salvare. ;)

Giovanni ha detto...

Mi sembra un ottimo sistema. Infatti, ho da poco iniziato a farlo anche io, pubblicando tutte le cose che per qualche motivo non voglio 'perdere'. Leggo i 'tuoi' gatti con grande interesse e pure divertimento.Lo sai, però, chi sto aspettando... ;)

Rita ha detto...

<3 Lo, lo so. Su di lui ci sarebbero da raccontare un mare di aneddoti.