mercoledì 24 marzo 2021

Perché si chiama femminicidio e non omicidio

 Quando riporti l'esatta definizione, linguistica e giuridica, di un termine - in questo caso, femminicidio - e ti dicono che vuoi imporre la tua idea. 

Il femminicidio non indica semplicemente il sesso della vittima, ma i motivi per cui le vittime di sesso femminile sono uccise dagli uomini per motivi inerenti il modo in cui la società patriarcale vede, considera, tratta le donne; così come per i motivi inerenti i ruoli entro cui, sempre la società patriarcale, vorrebbe relegare le donne. Il femminicida cioè non accetta che la donna sfugga a queste dinamiche di potere predeterminate e quindi la punisce o si vendica, eliminandola.

Per esempio è un femminicidio quando un uomo uccide la propria compagna, moglie, fidanzata o ex perché non accetta che lo abbia lasciato, o che voglia lasciarlo o perché non si comporta come lui vorrebbe, non riuscendo ad accettare che una donna possa avere una sua personalità e capacità decisionale. O anche se la donna muore in seguito a uno stupro. 

Non è femminicidio invece l'uccisione di una donna per motivi esterni alle dinamiche relazionali che fanno capo ai ruoli decisi dalla società patriarcale, che so, se una donna viene uccisa da un'altra donna per motivi vari o perché colpita da un proiettile nel bel mezzo di una sparatoria durante una rapina in banca o se è una vittima sul lavoro o di un incidente di strada.

L'uccisione di una donna da parte di un estraneo o di un sicario per moventi politici o di denaro, non è un femminicidio.

Con il termine femminicidio non si intende connotare le donne come persone di sesso inferiore e chi ha problemi con la radice del termine femmina, vuol dire che inconsapevolmente ha interiorizzato l'idea di inferiorità del sesso femminile.

Chiarire ciò e intervenire quando si leggono cose sinceramente imbarazzanti che mostrano totale ignoranza della questione (con tanto di mansplaining da parte di uomini che ti dicono che ora ti spiegano loro, ti spiegano loro il femminismo, tu non lo sai, non hai capito nulla, meno male che ci sono loro a spiegare alle gentili donzelle, meno male ché altrimenti noi donne da sole ancora stavamo in cucina a lavare i piatti tutto il giorno, eh, se non ci fossero stati loro a dare vita al femminismo...) non è imporre le idee, ma appunto dare informazioni corrette.

Altrimenti tutto diventa opinabile e anche affermare con forza che la terra è tonda laddove si legge che è piatta viene ridotto a un voler imporre le proprie idee. 

Alcuni fatti non sono idee, la definizione di alcuni termini non è un'idea. 

Non è che ci si sveglia la mattina e si decide di cambiare significato a un termine.

P.S.: chiarire le cause dell'uccisione delle vittime è importante perché permette di analizzare e lottare contro certe dinamiche. Non è questione di chiarezza terminologica e basta, è questione socio-culturale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

https://www.ilriformista.it/ha-ragione-francesco-piccolo-un-giusto-processo-per-i-maschi-206608/

Rita ha detto...

Letto, sì, concordo abbastanza, anche se il Me Too a mio avviso è stato utile soprattutto per un fatto: far capire alle donne che devono e che possono denunciare senza timore di perdere il posto di lavoro.
Mentre prima subivano ricatti del tipo: o ci stai, o ti licenzio, oggi le donne sanno che possono denunciare una molestia sessuale senza sottostare al ricatto.

Concordo sul fatto che la cultura patriarcale investa tutti, donne e uomini e che le donne spesso appoggiano comportamenti patriarcali perché hanno interiorizzato certe dinamiche.