lunedì 18 ottobre 2021

Ricorrenze

 

Domani sono due anni che è morto mio padre. Questo significa che il 18 ottobre di due anni fa è stata l'ultima volta che ci ho parlato. Al telefono, per l'esattezza.

E purtroppo non è stata una bella telefonata. Ci siamo lasciati male, o meglio, lui ha riattaccato frettolosamente e arrabbiato, o meglio, deluso, perché voleva che io l'indomani andassi a trovarlo e invece gli avevo detto che non potevo, che sarei andata il sabato, cioè due giorni dopo.

Nella mia testa questo fatto è un macigno enorme perché mi sono convinta che sia stato a causa di questa arrabbiatura se poi durante la notte ha avuto un infarto ed è stramazzato a terra. O meglio, una parte di me si è raccontata questa verità. E con questa verità ci faccio i conti da due anni e probabilmente per il resto della mia vita.

Non scrivo questa cosa molto personale, forse la cosa più personale che abbia mai scritto su un social, per farmi compatire o perché spero che voi mi diciate "Ma no, non è stata colpa tua" perché io questo, razionalmente, già lo so.

Perché l'altra verità, una verità molto più oggettiva, razionale e sensata, è che mio padre aveva la bronchite ostruttiva cronica, aveva bisogno dell'ossigeno per respirare, aveva già avuto un infarto una decina di anni prima, era stato un grosso fumatore, aveva l'asma e l'enfisema polmonare sin da quando era bambino. In più aveva 81 anni e ridotto così era chiaro che prima o poi il cuore gli avrebbe ceduto. Forse l'arrabbiatura glielo ha fatto cedere prima, forse sarebbe morto lo stesso quella notte, ma, ed è questa la cosa che più mi fa male, se io avessi acconsentito alla sua richiesta di andare a trovarlo, almeno sarebbe morto sereno, contento, felice. Invece è morto pensando "Quella stronza di mia figlia non ha tempo per venire a trovare il suo povero padre malandato". E questo è vero: per quanto gli volessi bene, non avevo mai tempo, sempre presa da tante cose, gli animali in primis. 

Infatti mi diceva: tu pensi più agli animali che ai tuoi genitori anziani.

Quando morì mia madre, lei nel 2015, io dopo una settimana ho partecipato con NOmattatoio a un festival vegano. Per dire... Nella mia vita non c'era tempo nemmeno per il lutto. Che sarà mai la perdita di una madre a fronte dei milioni di animali che muoiono ogni giorno? Pare che concedersi il dolore personale sia sottovalutare la tragedia degli animali. Ma questa è un'altra storia. 

Poi so anche che c'è un'altra verità ancora e che cioè, in definitiva, quello che i genitori pensano di noi è stato costruito nell'arco di una vita e focalizzarsi sull'ultima volta in cui ci siamo parlati, sulle parole che ci siamo detti in quell'ultima telefonata è non soltanto inutile, ma anche sbagliato. E penso pure che i miei genitori alla fine avessero capito l'importanza della questione animale. Il perché totalizzasse la mia vita, il mio tempo. 

Tornando a mio padre, sì, vero, quella sera, l'ultima sera, ci siamo salutati male. Ma tante altre sere, innumerevoli sere, ci siamo salutati bene. E ci siamo fatti tante belle chiacchierate negli anni, di politica, di tante cose, anche di antispecismo. 

Io e mio padre eravamo molto in sintonia, così in sintonia che potevamo anche stare ore intere vicini senza parlare. Ricordo l'estate del 2004, un'estate in cui io e lui la mattina ci alzavamo presto e andavamo al mare. Ci facevamo quasi due ore di macchina per raggiungere il litorale toscano, quello che ci piaceva di più e che poi era quello dove era nata mia madre. 

In macchina ascoltavamo la musica, il radiogiornale, commentavamo le notizie, poi sulla spiaggia prendevamo due lettini, l'ombrellone, lui leggeva il giornale, io un libro, prendevamo il sole, andavamo a pranzo nel ristorante sulla spiaggia, insomma, ci trattavamo bene. 

Quelli sono dei bei ricordi. Ricordi che hanno soppiantato anche i brutti perché poi non è che i rapporti con lui fossero sempre stati facili. Sì, eravamo in sintonia come caratteri, ma ci scontravamo parecchio nel vissuto quotidiano e quando era più giovane era stato molto autoritario. Però ecco, io mio padre voglio ricordarlo in quelle mattine dell'estate del 2004. Perché quello era un rapporto maturo che finalmente avevamo conquistato.

E così voglio sperare che lui, in quegli ultimi attimi prima di morire, abbia fatto lo stesso. Mi abbia ricordata come in quelle mattine e non come nell'ultima telefonata.

Penso che fosse abbastanza orgoglioso di me negli ultimi tempi.

Sono sicura che mi volesse bene.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Se dovessimo sempre vivere con la paura di non rivedere mai più qualcuno, questa paura ci condizionerebbe a tal punto da diventare emotivamente dipendenti da lui. Con l'intento di assecondarlo sempre finiremmo per perdere ogni naturalezza nei suoi confronti.

Già dal fatto che volesse vederti si capisce quanto ci teneva, e penso che apprezzasse anche il fatto di saperti così autonoma e impegnata. Il finale è solo un punto, così come nella letteratura e nel cinema è pieno di capolavori che terminano con una scena amara, ma restano capolavori.

Scusa se mi sono permesso di commentare, ma visto che hai raccontato una cosa molto intima non volevo che sembrasse inascoltata.

Grazie del bellissimo post e auguri per questi tempi non proprio entusiasmanti che stiamo vivendo.

Rita ha detto...

Grazie per il commento. E per gli auguri per questi tempi poco entusiasmanti.
È vero, a volte i finali amari tendono a farci dimenticare il resto e dobbiamo fare uno sforzo in più affinché ciò non accada.

Anonimo ha detto...

Buongiorno Rita

Mi ci rivedo in alcune parti di questo post,per la velocità dell'accaduto e anche per quella fase successiva in cui presi l'ultimo caffè con lui .Magari mi dicevo... quel giorno avrei potuto dedicargli più tempo se avessi saputo.Ma poi ti rendi conto che è solo una fase di rielaborazione dell'accaduto...è come dici tu,i nostri genitori erano non un solo giorno o momento ma tutto quell'arco di tempo che ci hanno donato.

E sono d'accordo con l'anonimo su...penso anche io che tuo padre, come il mio, ti volesse molto bene e sarebbe fiero di te!

Un abbraccio


L.

Rita ha detto...

Grazie a te!
Sì, so che mi voleva bene, mi sono chiesta se sapesse quanto gliene volevo anche io, pur nell'incapacità di non averglielo saputo dimostrare abbastanza nell'ultimo periodo.