giovedì 25 novembre 2021

L' altra pelle

 

Negli ultimi anni ho letto spesso di progetti al femminile in cui giovani donne decidono di avviare aziende di produzione di formaggi mettendo su allevamenti di capre, pecore, mucche o aziende di salumi con maiali allevati in proprio. 

Ed eccolo qua l'articolo (già accennato tramite il post di Paola Gagliano condivido poc'anzi) che parla di questo progetto inclusivo per le donne vittime di violenza. 

Si chiama "La.b L'ALTRA PELLE" ed è un laboratorio dove si lavorano le pelli delle bufale per confezionare borsette: https://bit.ly/3p2pez8

L'altra pelle, cioè quella delle bufale anziché delle solite mucche (o coccodrillo, pitone ecc.). 

Lo specismo è evidente laddove riguardo un progetto inclusivo per le donne vittime di violenza, cioè per persone che hanno subito la violenza sulla loro PELLE, il collegamento con la violenza sulla PELLE di altre femmine dovrebbe venire naturale, se queste fossero riconosciute come individui senzienti e non soltanto come macchine viventi - cioè che respirano, mangiano, sì, ma che comunque non esistono per loro stesse, bensì sempre in funzione di (metteteci quello che volete, produrre latte, uova, carne, pelle); il termine "altra pelle" infatti continua a significare "altro materiale", cioè materiale diverso da quello usato solitamente e non "altra pelle vittima di violenza", come dovrebbe essere se gli altri animali non fossero visti attraverso la lente dello specismo.

La pelle delle bufale non è percepita quindi come pelle di un senziente, ma sempre con materia da usare.

Detto questo, un femminismo che non riconosce l'orrore che subiscono le femmine di altre specie e che anzi si afferma proprio sfruttandole per me è davvero miope. Io non sono nemmeno intersezionalista, cioè riconosco la specificità e unicità di ogni oppressione e quindi lotta - proprio perché appunto, riguardo gli altri animali, se non si analizza e mette in discussione lo specismo, ecco che continua a restare invisibile -, ma penso che a maggior ragione quando si parla di progetti di accoglienza per persone abusate, la critica per aiutare ad aprire gli occhi su quello che accade agli altri animali sia doverosa. E no, non è questione di benessere animale o etica del lavoro, di trattare questi individui più o meno bene, quindi di modalità di allevamento, ma di combattere proprio lo specismo intrinseco nel continuare a negargli il valore di individui e quindi delle loro esistenze.

Riscattarsi avviando allevamenti o aziende basate sulla lavorazione dei corpi animali è semplicemente riproporre un modello di dominio fondato su una gerarchia ontologica del vivente. Che è la stessa che poi discrimina anche noi donne, per secoli considerate inferiori agli uomini e viste unicamente nei ruoli di procreazione, accudimento dei figli e della famiglia o come oggetti sessuali che devono soddisfare sguardi e piacere maschili.

Come femministe abbiamo messo in discussione i ruoli assegnatici per una differenza anatomica e biologica, come persone umane ora dobbiamo mettere in discussione quelli assegnati agli altri animali per differenze di specie, quindi sempre biologiche e anatomiche.


17 commenti:

Anonimo ha detto...

Non per rincarare la dose, ma il doppiopesismo che rilevi ormai è un fondamentale del pensiero femminista. Legittimata dal ruolo autoproclamato ed esclusivo di vittima, la donna sembra aver perso ogni forma di responsabilità delle proprie azioni, anche quando queste sono incoerenti o a loro volta violente.
Infatti quando questo viene percepito anche all'interno degli stessi movimenti femministi avvengono scissioni e tra le fazioni appena divise iniziano le faide. Una confusione funzionale solo al dio mercato che in questo modo può progressivamente disgregare il modello di unione familiare nel nome di quello sviluppo sostenibile consistente in un calo demografico a fronte della scarsità di risorse. Il tutto mentre ovviamente l'uomo è chiamato sempre solo a scusarsi per essere la figura che costantemente opprime e maltratta la donna, come si evince quotidianamente dalle prime pagine dei giornali. Quanto durerà ancora questo manicomio? Prendendo esempio una volta di più da queste vittime di violenza che scuoiano le bufale, quando lo capiremo che la violenza non è legata al genere e che il superamento dei conflitti tra sessi avverrà solo con l'ammissione reciproca dei propri comportamenti sbagliati e con un dialogo paritetico dove nessuno cerca di imporsi sull'altro?
Grazie del post e spero che a Milano sia andato tutto bene.

Un lettore.

Rita ha detto...

Ciao lettore, a Milano è andato tutto molto bene, grazie!

Mi pare che tu però qui stia facendo un discorso un po' tendenzioso.

Se mi leggi, saprai che io tendo a rilevare la specificità di ogni oppressione, quindi lo specismo è trasversale, le vittime sono tutti gli animali non umani e chi opprime è la nostra specie; il femminismo invece combatte l'oppressione delle donne e le donne sono oppresse dagli uomini (non tutti, esattamente come non tutti gli umani opprimono gli animali, infatti io sono vegana, per esempio).

Quindi non vedo un doppiopesismo nel pensiero femminista perché il femminismo si occupa principalmente di combattere l'oppressione delle donne. Vedo semmai una miopia, come c'è anche in ogni altro movimento per i diritti umani nel non riconoscere lo sfruttamento degli animali; io che sono anche antispecista e che combatto lo specismo, cioè l'oppressione di cui tutti e tutte siamo complici, cerco di parlarne anche alle donne femministe perché secondo me ci sono tante analogie che possono essere fatte e perché comunque io sull'antispecismo rompo le scatole a chiunque, ossia lo rilevo ovunque sia.

La violenza è legata alla capacità anche fisica di opprimere e poi trova giustificazione nella cultura condivisa di narrazioni di un certo tipo, credenze, pregiudizi ecc.
Le donne uccise, stuprate, molestate, picchiate e le vittime di femminicidio sono sempre stuprate, molestate, picchiate, uccise da uomini, non da altre donne. Quindi non è guerra tra i sessi, né donne che si vogliono imporre, ma donne che semplicemente non vogliono essere molestate, picchiate, stuprate, uccise.

Il dialogo paritetico finché ci saranno uomini che uccidono e che stuprano non è possibile.
Curioso come persino in una giornata contro la violenza sulle donne tu mi venga a scrivere che la violenza non è legata al genere. Dipende infatti di quale violenza stiamo parlando: quella sugli animali è trasversale, ma quella sulle donne è commessa dagli uomini.

Su una cosa ti do ragione: di questa narrazione che dipinge le donne sempre come vittime mi sono stancata anche io. Infatti, come scrivevo poco fa su FB a un'amica femminista, io oggi la proclamerei giornata della violenza maschile perché è degli uomini che uccidono, stuprano, molestano, picchiano e discriminano le donne che bisogna parlare, del perché lo fanno, cosa pensano, perché ecc.

Riguardo gli altri animali infatti questa analisi vien fatta, ossia noi li sterminiamo perché non li consideriamo nemmeno individui, ma semplicemente risorse rinnovabili; ed è nello stesso modo che alcuni uomini, troppi, direi, ancora vedono le donne: confinate in un ruolo ecc.

Anonimo ha detto...

"Le donne uccise, stuprate, molestate, picchiate e le vittime di femminicidio sono sempre stuprate, molestate, picchiate, uccise da uomini, non da altre donne."

Mi dispiace, ma è falso. Sia uomini che donne subiscono violenze da entrambi i sessi.

Le vittime sfregiate con l'acido donna ad oggi sono 5, di cui 2 per fortuna non gravi, una (Lucia Annibali) è stata fatta Cavaliere. Gli aggressori giustamente tutti in galera.

Le vittime sfregiate con l'acido uomo ad oggi sono 13, di cui uno morto e un altro prossimo a perdere la vista, le loro carnefici tutte a piede libero, una addirittura si è sposata e ha avuto un figlio in un'altra città.

Ti posso anche dare i nominativi, di questi uomini non ne sentirai mai parlare sui quotidiani, perchè c'è solo spazio per le violenze che subiscono le donne.

Facchinetti prende un pugno da McGregor e tutta la rete gli ride dietro, perchè è un uomo e non può lamentarsi della violenza.

Potrei andare avanti per ore a spiegarti come l'uomo sia vittima tanto quanto la donna ma è sottoposto ad un razzismo preventivo.

Ieri un post su FB di Paola Folli: lei cade dalle scale, il fidanzato la porta in ospedale e li viene subito accusato in modo preventivo di averla picchiata, per quando ovviamente fosse falso.

Mi spiace Rita, questa bufala delle donne vittime esclusive serve solo a creare sempre più attriti con gli uomini, che si sentono accusati e trattati ingiustamente. Sono capricci, 1% di maschi che uccide vuol dire che il 99% degli uomini è assolutamente pacifico verso le donne. Piantatela per favore con questo doppiopesismo e iniziate a lavorare insieme ai maschi per sopprimere *tutta la violenza di genere*, non solo quella che fa comodo a voi.

Rita ha detto...

:D ahhahha

Rita ha detto...

I conti non tornano: non c'è una donna che non abbia subito svariate molestie di tipo sessuale, dalle più leggere alle più gravi, nel corso della propria vita, a volte anche nell'infanzia. E non da parte dello stesso uomo, ma di tanti. Tanti uomini diversi.

Io stessa potrei raccontarti decine di episodi nella vita di tutti i giorni. Uomini che ti strusciano addosso sugli autobus, che ti palpeggiano, che ti gridano cose di natura sessuale, fino alle molestie più serie.
Un femminicidio al giorno.

Quante volte sei stato molestato sessualmente? Quante volte hai avuto paura di rientrare a casa da solo di notte?
Quante volte sei stato pedinato? Quante volte sei stato accerchiato da più donne che ti hanno fatto sentire in pericolo? Quante volte hai pensato: "Ora mi stuprano e poi mi ammazzano"?

Quindi, fammi, il piacere, piantala di venire a scrivere stronzate simili sul mio blog.

Anonimo ha detto...

Sai Rita ,ho intravisto in quel "lettore" un certo tipo di sofferenza che so riconoscere,ho provato molte volte anche io questo genere di sofferenza quando vedo l'umanità spaccarsi,donne contro donne,donne contro uomini, uomini contro donne.Io non penso che lui voglia sminuire l' esistenza della violenza da ciò che ha scritto, ma cerca di arginarne altra se passa continuamente un messaggio dove anche l'uomo non violento si sente tirato in causa da una forma spesso estrema alla generalizzazione maschile.

Perché se anche tu che ti occupi di un tema importantissimo ,in un primo momento affermi una non generalizzazione su tutti gli uomini (non tutti, esattamente come non tutti gli umani opprimono gli animali, infatti io sono vegana, per esempio) e poi parti a raffica con domande dove sembra che tutte le donne hanno perso la loro libertà vivendo in un continuo terrore del mostro ...

Quando sarebbe bello discutere uomini e donne assieme per cercare soluzioni in armonia,senza star sempre sul chi va là...ciao

Rita ha detto...

Anonimo, pensi male perché quello che ha fatto il lettore sopra, che poi magari siete la stessa persona perché chiunque può venire qui a commentare in modo anonimo, è esattamente sminuire l'oppressione femminile e la cultura patriarcale. E se non ti sembra così è perché si vede che l'hai interiorizzata a tal punto da non vederla nemmeno più.

Saluti

Rita ha detto...

Un esempio recente: un uomo tocca al culo a una giornalista che sta facendo il suo lavoro.
Altri uomini: non prendertela.
Sminuire le molestie che le donne subiscono da parte degli uomini, così come le battute sessiste, è tipico della cultura patriarcale.

Magari quegli stessi uomini che hanno detto "non prendertela" non lo farebbero mai, cioè non si comporterebbero così, non toccherebbero il culo a una sconosciuta, ma continuando a restare accondiscendenti verso chi lo fa, diventano a loro volta complici della cultura patriarcale.

Anonimo ha detto...

Si ho visto con i miei occhi quanto dici ,e non è stata una bella visione,mi immedesimo in quella donna e credo che faccia molto male ,come fa male tutta la violenza sui bambini,sugli anziani, sugli animali e tutto ciò che violenza è .Non hai bisogno di "incalzare" con me i toni Rita, nessuno può negare l'evidenza e molte volte credimi il mio cuore e la mia mente vagano anche dove la violenza esiste senza che nessuno sappia nulla. Non so darti una risposta su tutto o perlomeno so riconoscere una sofferenza ,la mia ,la tua e quella dell'anonimo su ,che non è me ,non siamo la stessa persona ,siamo accomunati dalla sofferenza.Tu nel tuo blog porti avanti una causa ,altri ne portano altre ,ti prego fermati un attimo e non vedere in ogni lettore lo spunto per esternare la tua rabbia verso quella parola che non collima esattamente con la tua .

Sono L. scusami ,a volte dimentico di firmarmi altre volte credo che sia solo un dettaglio aggiuntivo...

Rita ha detto...

Io non esprimo rabbia, semplicemente difendo le mie idee.
Anche se la rabbia nel momento in cui si sta parlando di violenza sulle donne e arriva qualcuno a dirti che "anche gli uomini sono vittime di violenza" ci sta eccome. Strano come tu, e non è la prima volta, intervenga sempre in difesa di qualche commentatore. Qui commentano delle persone adulte, immagino, quindi lascia che siano loro eventualmente a replicare, non credo che ci sia qualcuno che abbia bisogno di avvocati o avvocate difensori.

E non è questione di pretendere visioni che collimino con la mia, ma di prendere una posizione di fronte alla negazione della realtà.

Ogni volta che scrivo di femminismo i toni si accendono, più che quando scrivo degli altri animali. Si vede che le donne che parlano in difesa di loro stesse ancora danno fastidio. Il che mi motiva fortemente nel continuare a farlo. :)

Anonimo ha detto...

Mi dispiace ma finchè continuerai a pretendere che le donne siano più vittima degli uomini senza considerare tutto il sessismo che colpisce entrambi i generi a più livelli continuerai solo a fare il gioco del libero mercato che divide uomini e donne per il suo tornaconto personale. Ti farà ridere ma è così. Parlare di femminicidio è sacrosanto ma non può essere il continuo argomento con cui fare benaltrismo, perchè oltretutto parliamo di un reato punito dalla legge, quando invece il sessismo, la violenza legata alla sessualità, si manifesta in mille altri modi non punibili dalla legge ma che hanno comunque un impatto negativo fortissimo sulla vita di un individuo.
Ti ho risposto sul topic della mano morta con l'ennesimo esempio di come la narrazione sia volutamente doppiopesista.
Un saluto e spero che non te la prenderai per quello che ho scritto.

Anonimo ha detto...

Per L.

Esattamente sono quel tipo di uomo che non potrebbe mai commettere nessun tipo di violenza verso nessuna donna eppure tutti i giorni mi sento chiamato in causa da una generalizzazione che mi vede femminicida, stupratore, ostacolatore delle loro carriere, ecc. e francamente comincio a non poterne più. Immagina una cosa al contrario, con la donna messa a processo ogni giorno sui quotidiani, e dimmi se non scoppierebbe un casino. Gli uomini vengono attaccati anche quando mettono il cappotto sulla pozzanghera perchè vengono accusati di ruffianaggine e sessismo. E penso anche che questo succeda perchè troppi uomini non hanno il coraggio di puntualizzare le cose per la paura di metterci la faccia e di venire etichettati come nemici pubblici. Invece è ora che quelli in buona fede si facciano sentire e lavorino insieme alle donne oneste per una società che sia davvero paritetica nel condannare la violenza. Alcune donne hanno anche aperto la loro attività per le vittime di violenza anche agli uomini e sono state puntualmente attaccate, questo perchè appunto la violenza subita da un uomo non deve mai essere presa sul serio: al commissariato ti ridono dietro, in rete ti ridono dietro, il giudice donna ti ride dietro, ecc. :) che società è quella che dice di voler lottare il patriarcato e poi non permette agli uomini di lamentarsi perchè il loro ruolo tacitamente deve rimanere sempre quello dell'individuo forte e sicuro di sè? Hai mai visto un "maschio tossico" rimanere senza donne? Sai quante letterine d'amore ricevono i criminali in prigione, compresi quelli più maschilisti e violenti di tutti?
:) non ti dà fastidio tutta questa ipocrisia, questo doppio standard sempre più sfrontato? ;)

Anonimo ha detto...

Mi fa piacere che sei riapparso a dar chiarimenti,e mi sento anche di dire che è del tutto legittimo avere dubbi da parte di Rita su due anonimi che avendo dei punti in comune possano destar sospetti di essere sempre la stessa persona.

Ho letto con attenzione il tuo commento in risposta al mio e comprendo bene la tua prima parte ,sentendosi tirati in causa da una generalizzazione sull'uomo
"carnefice",mentre sulle tue ultime domande ho un po di miei dubbi sulla pertinenza all'ipocrisia.Un tossico ha bisogno più che altro di aiuto competente e ben venga se sia una figura femminile esperta ad aiutarlo,ma anche a parti invertite dovrebbe essere lo stesso;una donna che scrive lettere ad un criminale ha anche lei bisogno di un supporto competente magari maschile e ben venga questo aiuto ...Non so al padreterno quale aggettivo verrebbe imputato con queste nostre continue logiche umane ,dal momento che disse di fare visita ai carcerati ,agli infermi.Non penso esistesse sessismo,femminismo ,maschilismo in quell'invito :) Ma mi scuso perché questo è spesso un binario morto che nulla c'entra con l'evoluzione,il progresso e la scienza in cui magari c'entra proprio quel " gioco del libero mercato che divide uomini e donne per il suo tornaconto personale".

Tornando ai tuoi quesiti ultimi sono esempi che per me non ci azzeccano con l'ipocrisia di amore e odio verso l'uomo,perché credo tu indendessi questo ,oppure correggimi se sbaglio.


Sarebbe un gran passo avanti una nuova evoluzione fatta da consapevolezza volta al benetra uomo e donna e non al male ,al vero interesse educativo già nelle famiglie,partendo dai bambini,insegnando a fatti la parola rispetto,verso i suoi simili ,animali e ambiente compresi.

Grazie a te e grazie a Rita ,spero di potervi leggere ancora entrambi qui,in modo pacifico,buona serata.


L.

Rita ha detto...

Anche gli uomini sono vittime della società patriarcale e del sessismo, io questo non lo nego, ma in modo diverso e in misura minore rispetto alla donne.
Fisicamente noi donne siamo più vulnerabili e abbiamo più paura di essere molestate, uccise, stuprate.
Le statistiche ci dicono che non esiste una donna che nella sua vita non abbia subito un qualche tipo di molestia. Io potrei scriverci un libro su questo, solo per raccontare le molestie che ho subito e che nemmeno ero in grado di riconoscere come tali (poiché normalizzate) da quando sono diventata adolescente in poi.

Noi donne abbiamo paura a rientrare di notte a casa da sole. Per esempio.

Non dico che tutti gli uomini siano molesti, per fortuna no, ma allor, voi che non lo siete, prendete posizione contro la società patriarcale, anziché venire ad accusare il femminismo di essere ingiusto.

Comunque io non sono misandrica, a volte dico "gli uomini" generalizzando, così come dico "gli animali" o "gli umani". Gli uomini mi piacciono, mi sono sempre piaciuti, alcuni uomini sono meravigliosi, altri sono delle merde senza se e senza ma. Anche le donne, certamente, esistono donne stronzissime, disturbate mentalmente e violente, sadiche ecc., ma quando si parla di oppressione patriarcale si parla di oppressione sistemica, di discriminazione, di diritti mancati; la legge fino al 1984, mi pare, ammetteva il delitto d'onore. Non so, se non era legge maschilista, questa... Il voto lo abbiamo ottenuto il secolo scorso. Sul lavoro veniamo pagate ancora meno e in politica siamo ancora minoranza. C'è una discriminazione strutturale. La prostituzione è ancora considerata un lavoro possibile per le donne. Vorrebbero legalizzare i bordelli. Io parlo di questo, quando parlo di patriarcato. In quanto all'offendersi quando dico "uomini", è una generalizzazione che mi rendo conto possa dar fastidio, cercherò di dire "alcuni uomini". Se qualcuno dice "gli umani sono violenti con gli altri animali" io comunque non è che io mi metto a frignare e mi offendo perché da vegana mi tengo fuori da questo discorso della violenza; così, spero che quando si dice "le donne hanno paura di essere stuprate o uccise dagli uomini", gli uomini che non ucciderebbero mai, non si sentano offesi perché è ovvio che non si sta parlando di loro.

Anonimo uomo, ti faccio una domanda: tu hai paura delle donne? Cioè di essere aggredito di notte, per esempio, o molestato o stuprato?

Rispondimi sinceramente.

Comunque se il problema è parlare di uomini e donne (oddio, sembra la trasmissione della De Filippi...), parliamo di maschilismo, sessismo, patriarcato. Di cui però innegabilmente noi paghiamo un prezzo maggiore.

Consiglio sempre la lettura del libro Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti. E il seguito aggiornato scritto dalla Lipperini.

Grazie comunque per i commenti. Vedo che ci dedicate attenzione e tempo e di questo vi ringrazio.

Anonimo ha detto...

Rispondendo a Rita: sebbene sia stato menato dalle donne diverse volte nella mia vita (educatrici ma anche compagne di scuola e di palestra, una volta persino una teppista di strada), no, non giro con la paura di essere menato da loro perchè sarebbe un problema di paura preventiva, un pò come dire che bisogna aver paura di guidare perchè in giro ci sono i pirati della strada.
Vuoi sapere cosa mi fa paura della donna?
L'isteria con cui denuncia la violenza da un lato ma dall'altro adora esercitarla a suo favore.
E oggi può esercitarla trincerandosi dietro il fatto di essere donna. Dovremmo intanto discutere delle aggressioni fisiche, perchè come ti dicevo sopra a parte le uccisioni le donne risultano primatiste in molti altri tipi di aggressione fisica, dallo stalking sotto casa all'uso di agente corrosivo. Tante donne ripudiano la violenza solo quando è rivolta contro di loro, ma se il loro uomo è forte e spavaldo con gli altri, quel tipo di machismo risulta invece molto incoraggiato.
Hai mai pensato che esista una correlazione tra il patriarcato e le scelte femminili in ambito di uomini? Vi è mai venuto il dubbio che la società sia partiarcale perchè le donne tendono a premiare i maschi alfa e a scartare quelli più passivi? E i maschi alfa secondo voi sono nati per farsi sottomettere da qualcuno, in primis le donne? E' un gatto che si morde la coda: la società è patriarcale perchè gli uomini per essere validati come tali dalle donne devono presentare i tratti dominanti: altezza, bellezza, sicurezza in loro stessi e spesso anche una certa forma di prevaricazione sugli altri, e per estensione ecco che arrivano a occupare posizioni dominanti anche nella società. Le femministe queste cose le sanno molto bene ma dovrebbero fare i conti con la loro stessa natura di donne, ammettendo certe loro responsabilità, cosa che il femminismo stesso impedisce loro di fare perchè ha come unico dogma la guerra al sesso maschile (quelle in buona fede che pensano riguardi la parità dei diritti vengono presto attaccate dalle Irene Facheris di turno).

Anonimo ha detto...



Ma quello che mi fa più paura di tutto è sapere, come uomo, di essere collocato dalla parte sbagliata, ovvero se in rete discuto con una donna sarò presto accusato di misoginia e frustrazione, sommerso da un mare di like usati come spranga contro la mia autostima, reo di aver espresso quello che magari scrivo in questi commenti ma con la grave colpa di metterci anche la faccia. Non sia mai.
Allora leggo i giornali: la Gruber fa body shaming a Mario Giordano e l'unica che fa notare quanto la cosa sia impari (Rita Dalla Chiesa) viene ignorata o aggredita dalle solite fiaccolate. La Di Cioccio dice a Beckham che ce l'ha piccolo e glielo palpa pure, ma quella non è molestia e chi prova dire il contrario è lui che odia le donne. Lasciamo stare poi la Palombelli che per essersi spiegata male (in realtà è stata chiarissima, ma questo paese ormai vuole capire solo cosa lo offende) è stata minacciata sul suo profilo facebook da una massa di isterici che volevano anche espellerla dall'albo. Non c'è solo doppiopesismo nella figura di vittima e carnifice ma anche nella misura delle sanzioni. Un molestatore (giusto chiamarlo così) palpa il sedere ad una giornalista e rischia 12 anni di carcere per violenza carnale, cosa che se permettete offende chi una violenza carnale l'ha subita per davvero, mentre la giornalista guadagna 100 mila follower e ha la carriera spianata
(fortuna che qualche donna ha iniziato a capire la sproporzione della cosa: https://www.linkiesta.it/2021/12/greta-beccaglia-sedere-alice-sebold/).

Purtroppo anche l'aumento del ricorso alla prostituzione è un effetto del femminismo, perchè quando un'ideologia insegna a disprezzare gli uomini (tranne gli alfa) e ad esaltare le donne, dicendo loro di non accontentarsi, succede quello che sta succedendo in modo incrementale negli ultimi 20 anni: scompaiono le famiglie. Gli uomini non riescono più a stabilire una relazione solida con le donne perchè o non rientrano più nei canoni minimi di attrazione o non sentono che il gioco vale la candela (divorzi lampo con la donna che tende a essere leggermente favorita nei tribunali). Le femministe infatti attaccano la prostituzione perchè sanno che in realtà più di tutto abbassa il potere sessuale della donna, lo sfruttamento è un pretesto, visto che le signorine straguadagnano esentasse e non hanno nessuna intenzione di mollare il mestiere.

Avremo modo di riparlarne, ma il futuro deve passare attraverso un dibattito ampio, perchè non si può pretendere di riassumere tutta questa enorme trasformazione degli ultimi 30 con il ritonello "donna vittima di uomo violento e patriarcale". Bisogna ammettere le responsabilità di entrambi, stabilire dei nuovi canoni e ripartire da lì. Noi uomini saremmo anche pronti, ma le femministe lo sono? E il libero mercato, la società consumista-indidualista, sarà d'accordo?

Grazie del confronto.

Rita ha detto...

Comunque, intanto (a proposito della paura che abbiamo noi donne quando siamo da sole, in treno, per strada ecc., paura che non è immotivata perché questi fatti purtroppo accadono molto di frequente) https://milano.corriere.it/notizie/lombardia/21_dicembre_06/treno-milano-varese-violenza-ragazza-7780d750-5619-11ec-8ca7-ec76a2ff5768.shtml

Ti pregherei di non usare il termine "isteria" perché è un termine molto sessista. Deriva da utero in greco ed è il nome che si dava a qualsiasi problema che le donne osassero lamentare e denunciare, cioè veniva fatto passare per disturbo ormonale tipico femminile ecc.

Palpare il sedere è una molestia sessuale e tra quella e lo stupro passa una differenza di grado, ma non di qualità. Il fatto è che entrambi hanno la stessa radice, cioè l'idea che del corpo delle donne si possa approfittare, che sia per una lieve palpatina o che sia per un atto sessuale completo.
Come vedi però (guarda mio ultimo post) le donne non sono compatte o schierate sempre tutte dalla parte delle vittime, anzi...

Poi mi pare che anche tu stia generalizzando parecchio in modo alquanto misogino quando scrivi, per esempio "L'isteria con cui denuncia la violenza da un lato ma dall'altro adora esercitarla a suo favore.
E oggi può esercitarla trincerandosi dietro il fatto di essere donna" (riferendoti a una generica "donna" come se fosse il prototipo di ogni donna)

Sul discorso prostituzione che sarebbe effetto della disgregazione della famiglia non ti rispondo nemmeno perché ne avevamo già discusso. Stai chiaramente giustificando gli uomini.

Sinceramente in questi tuoi ultimi commenti io leggo molta misoginia e molti condizionamenti patriarcali, nonché le solite obiezioni tipiche dei movimenti per i diritti maschili in cui non si dice nulla di nuovo e su cui, quindi, vorrai scusarmi, non perdo altro tempo.