lunedì 24 gennaio 2022

Senza titolo

 In poche settimane la nostra casa si è trasformata.

Se ne sono andati i due animali che avevano il carattere più allegro, che si facevano sentire in ogni momento, con una presenza costante e vivace. 

Marty e Silvestrino. 

Marty abbaiava, ci chiamava, ci seguiva in ogni stanza, riempiva le stanze con i suoi passettini e il suo respiro. Silvestrino era il primo a venirmi a dare il buongiorno la mattina, era un gatto loquace, comunicativo, stava sempre sulle spalle di Andrea e mi chiamava tutto fiero come per dirmi "Hai visto dove sto?". Quando ero sul divano mi saliva sul petto e mi ciucciava il lobo delle orecchie, un'abitudine che non ha mai perso nemmeno nell'età adulta. Poi adorava essere spazzolato, non appena vedeva la spazzolina impazziva.

È tristissimo non vederli più dentro casa, non sentirli, non poterli più accarezzare.

Il lutto per gli animali non è diverso da quello per le persone umane e in questi ultimi anni ne ho dovuto affrontare davvero tanti.

Ho perso i miei genitori, due zii carissimi, mia cognata e diversi animali. 

A un certo punto sembra che la vita si conti attraverso le perdite. Via via è tutto uno sfoltirsi di affetti, di presenze, di sostegno e di amore. 

Se dovessi raffigurare la mia esistenza con un'immagine userei quella della bilancia. Da una parte ci sono i sassolini del dolore, dall'altra quella dei piacere, che può essere dato da tante cose, grandi o piccole. Si è spesso in perdita, cioè sbilanciati, e mantenere un equilibrio o addirittura provare a far pendere di più la parte del piacere spesso comporta una fatica immane che in certi momenti ti fa dire "ma chi me lo fa fare?" e fa venire voglia di sprofondare. 

Ho una depressione atipica, nel senso che quando trovo un senso riesco a fare le cose che mi interessano, ma il problema è che fatico sempre di più a trovare questo senso perché tanto tutto è destinato a finire.

Non sopporto che le cose debbano finire, questo sentimento di rimpianto, chiamiamolo pure nostalgia, mi ha sempre accompagnata, sin da quando ero ragazzina.

Ricordo persino la prima volta che lo provai. Era agosto ed ero tornata dalle vacanze al mare. Sentii alla radio una canzone che avevo ascoltato spesso in spiaggia e in quel momento ebbi la consapevolezza che quell'estate era ormai finita, che non sarebbe tornata più. Sì, ce ne sarebbero state altre, ma non quella. Provai un dolore lancinante. E da allora l'avrei provato tante altre volte, per le piccole cose, come per le grandi. 

A un certo punto poi la vita è tutto un accomiatarsi. 

Mi capita spesso di andare in dei posti e di pensare che potrebbe essere l'ultima volta che li vedo. Eppure non temo la mia morte, ma quella delle persone care perché quando perdi qualcuno che ami è come la realtà stessa che ti circonda venisse trasformata. Nulla è come prima. Quindi sì, in un certo senso, saluto costantemente i posti, i luoghi che diventano altro perché c'era un prima e c'è un dopo. Gli eventi e le perdite sono dei marcatori della realtà. E di noi stessi perché cambiamo, anche se non ce ne rendiamo conto.

Quindi al lutto per le persone amate si aggiunge quello per noi stessi perché con loro perdiamo anche una parte di noi.

Dov'è la Rita che la mattina si alzava e salutava Silvestrino?

E quella che la sera telefonava ai propri genitori?

Quella che faceva le passeggiate con Marty? Dove sono finita? 

Ora cammino con passo diverso, dovrò trovare dei nuovi rituali. 

Lo sforzo immane è quello di cercare di non perdersi del tutto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ogni infelice è infelice a modo suo. Sai bene che devi continuare a vedere il bicchiere mezzo pieno, ti resta la convivenza, altri animali e molta gente che ti segue sui social e che in caso di bisogno ti darebbe una mano. Quello che è finito materialmente in realtà continua sempre a vivere dentro di noi, ed è il motivo per cui c'è stato. E poi non ci sono solo le fini, ci sono anche gli inizi, ogni giorno è sempre una nuova opportunità. Penso che tu abbia bisogno di questo piccolo periodo di distensione mentale per elaborare e poi ripartire. In bocca al lupo.

Rita ha detto...

Grazie. Viva il lupo.
Penso di aver accumulato troppi lutti, mi sono sempre fatta forza perché nonostante mi reputi nichilista intellettualmente, lo spirito di sopravvivenza ha sempre avuto la meglio. Questo spirito ora è un po' spento, ma come dici tu forse ho solo bisogno di una pausa, di riposo.