tag:blogger.com,1999:blog-155378106199469581.post3750650039419067055..comments2024-01-17T18:29:18.801+01:00Comments on Il Dolce Domani: Sulla lettura ed una recensioneRitahttp://www.blogger.com/profile/00874321717208230301noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-155378106199469581.post-11011999896265929042011-09-05T09:39:15.717+02:002011-09-05T09:39:15.717+02:00@ Eustaki
E' vero, quando si parla di lettura...@ Eustaki<br /><br />E' vero, quando si parla di lettura, un discorso a parte andrebbe fatto per le riletture. Dunque, vediamo, a distanza di anni ho riletto molti classici e quasi sempre li ho trovati ancora più interessanti e densi rispetto alla prima volta (ovviamente perché suppongo che la mia capacità critica, invecchiand... oops, volevo dire, crescendo, migliori, ma anche perché il patrimonio esperienziale aggiunto rende più familiari certe descrizioni di stati d'animo, problematiche, tematiche ecc.).<br />Lolita ho sempre voluto rileggerlo, prima o poi lo farò. <br />Un'opera assolutamente da rileggere nel tempo è (proprio come hai scritto tu in uno dei tuoi ultimi post) La Divina Commedia, e poi l'Odissea e le tragedie greche. <br />Una cosa che noto nelle mie riletture è quanto ci inganni la memoria: capita di essere sicuri di alcune frasi, espressioni, episodi, mentre poi scopriamo essere solo sostituzioni che si sono andate formando nella nostra mente. Ma allora forse la lettura è anche questo: una sedimentazione di immagini nostre che si sono fuse con quelle dell'autore. <br />Alcuni teorie della critica infatti sostengono che anche il lettore - ed in special modo il traduttore - compia un atto creativo (mi pare che anche Goethe fosse un sostenitore della vivificazione compiuta dal traduttore nei confronti dell'opera originale).<br /><br />Grazie per il commento stimolante :-)Ritahttps://www.blogger.com/profile/00874321717208230301noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-155378106199469581.post-594926457724580672011-09-05T07:49:20.988+02:002011-09-05T07:49:20.988+02:00bel post e bel commento.
ma guarda le coincidenze....bel post e bel commento.<br />ma guarda le coincidenze. l'idiota e la montagna incantata sono due romanzi anche per me 'incompiuti' eppure sono due grandi romanzi che ricordo con piacere. bisognarebbe parlare anche delle riletture di romanzi (la poesia si rilegge continuamente). tra le mie ultime riletture diversi sciascia, lolita, il conte di montecristo.<br />su simenon, bè, a lui ricorro quando sono assalito dal vuoto. ultimo letto il caso nahour.<br />saluti anche a ivaneustakihttps://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-155378106199469581.post-1464184303890152502011-08-28T18:41:49.051+02:002011-08-28T18:41:49.051+02:00Non ci posso credere!!!
Anche io ho interrotto &q...Non ci posso credere!!! <br />Anche io ho interrotto "La montagna incantata" proprio arrivata al capitolo conclusivo!!! Ma che strana coincidenza! E dire che mi piaceva moltissimo, anzi, è tra i romanzi più belli che io abbia mai letto. Lo stesso mi è successo con "L'idiota" di Dostoevskij, di cui ho lasciato in sospeso le ultime pagine. Probabilmente è indice di un'affezione particolare, per cui non ce la sentiamo di recidere del tutto quel sottile filo che ci tiene uniti a questi libri. <br /><br />Ti ringrazio per i due titoli di Simenon che mi hai suggerito; prenderò buona nota, specialmente de "Il treno", che mi incuriosisce in particolare (mi piacciono le storie legate ai treni).Ritahttps://www.blogger.com/profile/00874321717208230301noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-155378106199469581.post-61735943135199905292011-08-28T16:10:18.792+02:002011-08-28T16:10:18.792+02:00A me qualche volta capita di interrompere la lettu...A me qualche volta capita di interrompere la lettura di un libro; il più delle volte perché, per ragioni non sempre ben chiare (e comunque soggettive), si interrompe il filo di complicità che mi tiene legato all'autore e alla storia che racconta. Qualche volta desisto dopo qualche pagina, o un paio di capitoli, perché deluso dalla storia o dallo stile dell'autore. Ma altre volte - è vero, e finora, prima di leggere il tuo post, non ci avevo fatto caso - mi succede proprio come tu dici: in quei casi, forse la "troppa" complicità con l'autore mi impedisce di andare avanti nella lettura. Mi son ricordato di avere - per questo motivo - interrotto la lettura di un libro a due passi dal finale: mi è successo così, ad esempio, con "La montagna incantata" di Thomas Mann, romanzo che mi era piaciuto e che tuttavia avevo abbandonato (dopo averne letto avidamente numerose pagine) un momento prima del capitolo conclusivo.<br />Per quanto riguarda Simenon, concordo perfettamente con te, è uno dei miei scrittori preferiti. Cito qui solo due dei suoi romanzi che secondo me vale la pena leggere: "Il treno" (storia della passione che si accende improvvisa e bruciante fra un uomo e una donna, ambientata negli anni difficili della Seconda guerra mondiale e raccontata in modo insolito e originale, con un finale che fa riflettere) e "Cargo" (vicenda "esotica").<br />Da molti libri di Simenon sono stati tratti film; e - sono d'accordo con te anche qui - stranamente i titoli sono a volte stati stravolti (e specialmente fino agli anni Ottanta succedeva spesso: i distributori italiani quasi mai accettavano di tradurre semplicemente i titoli originali: preferivano che il titolo italiano rispecchiasse quelli che secondo loro erano i gusti del pubblico nostrano...). <br />Ad esempio, dal romanzo "Il treno", citato prima, fu tratto un film nel 1973, con Trintignant e Romy Schneider, che in Francia si chiamava appunto "Le train" ma in Italia ebbe come titolo "Noi due senza domani".ivaneuscarhttps://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.com