venerdì 12 aprile 2013

"Io non sono razzista, ma..."




Spesso sento dire: "io non sono razzista, ma...", "non odio gli extracomunitari, però... ".
E non ci si rende conto che dietro quel "ma" e quel "però" si nasconde e annida il seme del razzismo e del rifiuto dell'altro.
E ancora leggo di gente che odia i Cinesi perché gli imputa la colpa della crisi dell'economia e perché uccidono e mangiano i cani e hanno le fabbriche della bile degli orsi.
Ciò denota una profonda ignoranza in merito alla complessità dei meccanismi che regolano l'economia globale.
Additare un capro espiatorio cui imputare la colpa di determinati effetti che sono il sintomo di una crisi molto più vasta (finalmente si stanno aprendo falle nel sistema capitalistico e sta implodendo dall'interno) non solo è sciocco e miope, ma anche molto pericoloso (non serve ricordare cosa accadde nella Germania e Europa post prima guerra mondiale, vero?).
Dunque, vediamo un po', chi nei secoli e decenni scorsi ha spadroneggiato in lungo e largo depredando le intere risorse del pianeta, schiavizzando popoli, condannando alla fame il continente africano? Dunque dovremmo odiare tutti gli Europei e cittadini Usa, seguendo il ragionamento delle persone che ora riconoscono i Cinesi come "male assoluto"? Dunque dovremmo rivoltarci contro l'intera cultura occidentale?
Chi alleva galline ovaiole in gabbiette strettissime dove nemmeno riescono a muoversi e trita i pulcini maschi vivi? Chi ingozza le oche a forza infilandogli un tubo di ferro nella gola facendogli ammalare il fegato? La raffinatissima Francia nella civilissima Europa. Eppure non sento mai commenti di biasimo nei confronti della cultura occidentale. Quello che sento e leggo sono solo commenti xenofobi rivolti a persone di paesi lontani che lasciano tutti i loro affetti e il loro paese d'origine per venire qui, in cerca di un futuro. Nessuno si immedesima mai nella tragedia di queste persone che spesso nemmeno parlano la nostra lingua, senza alcune rete di solidarietà, alle prese con il senso di straniamento dato dal trovarsi immersi in una cultura diversa. Nessuno è disposto a riconoscere il loro dramma?
Leggo di gente infuriata perché le leggi italiane tutelano gli immigrati. Ma dovremmo essere fieri di questo. Dovremmo esseri fieri di avere leggi che tutelano persone che arrivano qui senza nemmeno uno straccio di certezza. Noi Italiani, per quanto in difficoltà in questo preciso momento storico, abbiamo comunque qui le nostre radici, una rete di supporto parentale e amicale, ci comprendiamo quando parliamo, conosciamo la nostra cultura, ci muoviamo insomma in un ambiente noto e amico.
Gli stranieri arrivano completamente spaesati e sono disposti a fare lavori spesso durissimi che noi non faremmo mai. Come possiamo essere così ostili?
Io anche condanno quegli aspetti delle altre culture, così come della mia, lesivi della dignità dal vivente, ma non esiste cultura migliore o peggiore, non esistono popoli migliori o peggiori, esistono solo aspetti positivi e negativi degli stessi.
Comunque non sono più disposta a tollerare frasi, pensieri, atteggiamenti dichiaratamente e palesemente xenofobi e razzisti. Chi tra i miei contatti pensa che i Cinesi vadano "cacciati" (termine orribile, sia quando applicato nei confronti degli animali non umani, che di quelli umani), per favore, rifletta e cerchi di studiare un po' meglio la complessità di determinati fattori socio-economici-politici, magari leggendo qualche testo che parli della ricchezza e del valore aggiunto della multiculturalità. Dall'incontro tra diverse culture ne deriva solo accrescimento ed evoluzione. Così come ci arricchiamo dall'incontro e relazione con l'altro singolo, lo stesso avviene quando ci immergiamo, con curiosità scevra da pregiudizi, in culture diverse dalla nostra. Non dobbiamo aver paura di perdere la nostra identità perché il concetto di identità non è qualcosa di fisso e cristallizzato una volta per tutte, ma esso diviene con noi man mano che ci specchiamo nell'altro.
È nell'altro che troviamo il riflesso di noi stessi. Senza l'altro, non sapremmo nemmeno chi siamo. E poi i fenomeni migratori sono parte costituente ed essenziale della storia del vivente (migrano gli animali non umani e quelli umani) e il mondo, il pianeta appartiene a tutti noi.
E queste mie considerazioni non sono pensieri di buonismo relativista, evidente laddove dichiaro che sono disposta a condannare gli aspetti lesivi della dignità del vivente in quanto dovrebbero esistere valori universali, quali ad esempio il rispetto della vita senziente, e su questi non sono relativa manco per niente. Condanno infatti tanto alcune pratiche della Cina, quanto altre della Spagna, per dire.
Perdonate l'approssimazione con la quale ho buttato giù questi pensieri, mi rendo conto che l'argomento meriterebbe di essere approfondito (anche perché il razzismo e la xenofobia hanno anche cause di natura psicologica che pertengono alla costruzione e definizione dell'io, alla maniera in cui guardiamo l'altro e la realtà che ci circonda, al bisogno di affermazione personale e della stabilità di tutto il sistema delle proprie certezze e credenze ecc., insomma, c'è tantissima letteratura in materia che sarebbe utile consultare).

4 commenti:

Riccardo ha detto...

"io non sono razzista, ma..."

già, è quello che io chiamo "razzismo moderato". Ci sono sempre modi gentili ed educati per dimostrare la nostra intolleranza e il nostro odio verso gli altri: io non ce l'ho con le donne, ma... anche io amo gli animali, ma... io non disprezzo i gay, ma...

Rita ha detto...

Esatto...
Io lo definisco anche razzismo inconsapevole.
Credo che molte persone siano in buona fede e sinceramente convinte di non essere razziste, salvo poi rivelare atteggiamenti di chiusura inconsci.
Oppure a volte si vantano di avere amici gay o provenienti da questo o quell'altro paese per dimostrare che comunque non sono razzisti e per attenuare il senso razzista (o omofobo, specista, sessista ecc.) di alcune loro esternazioni.
Uno può anche avere tutti gli amici che vuole, ma se poi giudica e esprime frasi pregiudizievoli, sempre razzista (o sessista, omofobo ecc.) rimane.

V3gan ha detto...

Mamma mia...quanto sono d'accordo con te!!!!

Rita ha detto...

Meno male, mi consola, ultimamente mi sono resa conto di vivere in un paese che sta diventando sempre più razzista, sento sempre più odio verso gli stranieri e la cosa mi spaventa molto.