venerdì 21 agosto 2020

"Violate le norme anti-covid"

I media riportano la notizia della chiusura dello Zoomarine, vicino Roma, per mancato rispetto delle norme anticovid.

Il Fatto quotidiano titola "Violate le norme anti-covid" (qui potete leggere la notizia:https://bit.ly/32bTQmC)

Nessun problema invece riguardo la detenzione e sfruttamento di delfini, foche, leoni marini, pinguini e diverse specie di uccelli tropicali: ad essere violati sono in primis i corpi e le esistenze di questi esseri. Famiglie intere separate per il sollazzo della gente.

Uno degli effetti dello specismo è quello di sentirci in diritto di andare a vedere animali in gabbia solo perché ci va, perché il nostro capriccio e quello dei bambini evidentemente conta di più di quello della vita e libertà di altri esseri.

Sapete che la maggior parte del delfini tenuti prigionieri in queste strutture sono i figli di quelli uccisi nella mattanza che avviene ogni anno nella baia di Taiji? Gli adulti vengono catturati e uccisi per le loro carni, i figli catturati e venduti in Usa e Europa per i delfinari e zoo acquatici, circhi e prigioni simili.

I delfini in libertà percorrono ogni giorno chilometri e chilometri in mare aperto, ma in questi luoghi, imprigionati e schiavizzati, dopo un addestramento ottenuto con la privazione del cibo e costretti a eseguire esercizi non compatibili con la loro dignità di individui senzienti, si ammalano di depressione e profondo stress e muoiono dopo qualche anno (tanto verranno rimpiazzati da altre vittime). Alcuni arrivano persino a suicidarsi, lasciandosi morire di fame. 

Queste informazioni possono non essere in possesso di tutti, ma credo che non ci voglia un genio per capire che un animale marino (quale sia la specie di appartenenza) privato del suo mare non sia felice. 

Il concetto di benessere animale, tanto usato da chi trae profitto dagli animali schiavizzati, è ciò che impedisce alle persone di prendere consapevolezza della violenza che subiscono questi individui per mano della nostra specie e che blocca sul nascere la possibilità di prendere posizione. 

Non può esistere benessere animale nella prigionia e coercizione.


lunedì 17 agosto 2020

La natura come centro commerciale

Dopo il lockdown, le persone che prima trascorrevano le giornate di festa nei centri commerciali hanno iniziato a riversarsi nei parchi cittadini; peccato che si comportino esattamente come se fossero ancora al centro commerciale, consumando in maniera bulimica ogni spazio, ogni centimetro di verde; convinti che sia un loro diritto appropriarsi del luogo, anziché abitarlo e viverlo consapevolmente, scorrazzano per lungo e largo con risciò, macchinine, go-cart e biciclette lanciati a tutta velocità per le discese e nei sentieri sterrati pedonali, alzando nuvoloni di polvere e rischiando di investire gli altri, gettando cartacce e mascherine ovunque, incuranti dei danni ambientali, agli animali e alle persone. La natura non è per tutti, ma per chi la rispetta. Questi non rispettano nemmeno se stessi, figuriamoci gli altri.

Pensano che il mondo sia un enorme parco giochi e ne arraffano risorse come se fossero da Ikea. Strappano fiori, rami, mettono i piedi a bagno nelle fontane, allestiscono tavoli da pic-nic senza poi buttare nei cestini bottiglie e cartoni.

Ragazzini urlanti inseguono piccioni e scoiattoli, lanciano cibo (di qualsiasi tipo) alle anatre nel lago, disturbano con i bastoni le tartarughe mentre i loro genitori pensano a farsi un selfie e smanettano al cellulare o, ridanciani, li incoraggiano a spaventare gli animali.

Mi fa schifo questa umanità insolente, sgarbata, brutta, maleducata. L'aria di sfida con cui ti guardano. Si sentono i re del mondo, ma sono solo degli zombie con la mascherina infilata al braccio a mo' di borsetta.