martedì 31 maggio 2022

Stranger Things, quarta stagione, capitoli 5 e 6

 


Attenzione: SPOILER

Prosegue benissimo a livello di tensione e atmosfera e non c'è mai un calo d'attenzione per via del montaggio alternato di più situazioni divise per gruppetto di personaggi con piccolo cliffhanger alla fine di ogni scena. Una strategia che funziona sempre. 

In più devo ricredermi su un particolare dei primi due episodi che mi aveva lasciata un po' perplessa e mi riferisco al comportamento di Eleven in una scena in cui si mostra fin troppo passiva, ai limiti della stupidità, per poi esplodere improvvisamente (ne ho parlato nel primo post dedicato a questa quarta stagione). 

In realtà viene spiegato con un fatto traumatico avvenuto nel suo passato che si chiarisce appunto negli episodi successivi. Cioè si chiarisce il motivo del suo blocco, psicologicamente plausibile. 

Ci sono comunque a volte delle scenette un po' troppo comiche, esagerate (ribadisco, personalmente non amo la commistione horror e comico), specialmente nelle scene ambientate in Russia. 

Accetto tranquillamente il mondo fantastico e horror del sottosopra, dei mostri, dei demoni, meno quello della mancanza di credibilità nelle scene che dovrebbero essere più realistiche (che poi è il mio principale problema con molte serie americane). 

Complessivamente, molto godibile, anche se il principale punto di forza a mio avviso rimane quello del fatto che comunque a 'sti personaggi ci siamo affezionati e ci fa piacere vederli in ogni caso. La serie vive di rendita del successo della prima stagione. 

Stasera dovrei vedere il settimo episodio, della durata di un'ora e quaranta.

Quindi, continua...


Stranger Things, quarta stagione, capitolo 3 e 4


 Attenzione: SPOILER

Si comincia a entrare nel vivo della storia, l'intreccio si complica e la tensione cresce, i protagonisti ritrovano il loro affiatamento e nel finale della quarta c'è una bellissima celebrazione dell'amicizia. La sospensione dell'incredulità aumenta e quindi subentra la commozione.

Max è sotto il maleficio di Vecna, ma ascoltando le note della sua canzone preferita, un bellissimo brano di Kate Bush, riesce a risvegliarsi e a trovare la forza per sfuggire al demone e ritornare nel mondo "di sopra". 

Ci riesce rievocando proprio i ricordi dei momenti più belli con i suoi amici. E qui ci scappa la lacrimuccia. ❤

Notevole la creazione del mondo del sottosopra in cui vive Vecna. Tra Nightmare e Dalì. Tra horror e surrealismo. 

Peraltro l'attore che interpreta Freddy Krueger nella nota saga di Nightmare qui veste i panni di Victor Creel, rinchiuso in un istituto psichiatrico dopo essere stato condannato per aver sterminato la sua famiglia negli anni '50. 

L'andamento di questa quarta stagione quindi, almeno per me, è analogo a quello della terza. Inizialmente si fa fatica a immedesimarsi perché comunque, non dimentichiamolo, c'è anche una buona dose di comicità (arghh, personalmente non amo la commistione horror e comico, a parte casi eccezionali, limite mio, eh), ma poi il coinvolgimento cresce, i personaggi si evolvono e al solito, dietro la storia di mostri e mondi fantastici, si raccontano e celebrano i sentimenti reali.

Stranger Things, quarta stagione, capitolo 1 e 2

 


Attenzione: SPOILER

Cose che mi sono piaciute: l'atmosfera, la maggiore incisività degli elementi horror, l'intreccio che si prospetta elaborato.

Cose che non mi sono piaciute: il personaggio Eleven e i suoi compagni di scuola che appaiono caratterizzati in modo decisamente poco credibile, sembrano delle macchiette più che degli adolescenti reali.

Ok il bullismo, ok l'emarginazione e la depressione di El per la perdita di Hopper, ma quelle cui assistiamo sono scenette veramente poco credibili. Non ci si riesce nemmeno ad immedesimare.

El inoltre è abituata a reagire e combattere, con o senza poteri, la sua remissività assoluta non è assolutamente in linea con il personaggio per come l'avevamo conosciuto.

Infine: ma come l'hanno vestita? Perché il gonnellone, grembiulone o vestitone che negli anni ottanta manco le signore anziane? Se voleva essere un richiamo al vestito rimediato che ha indossato nella prima stagione, secondo me non ce n'era bisogno. e Ok che è una ragazza outsider ("I don't belong", dice a Mike), nerd ecc. e capisco l'esigenza del contrasto rispetto alle compagne integrate frivole ecc., ma al limite si poteva adottare uno stile dark, che peraltro aveva già vestito nelle stagioni precedenti.

Poi la reazione improvvisa alla fine del secondo episodio ricorda un po' l'esplosione della Carrie di De Palma, ma al tutto si è arrivato in modo decisamente automatico perché appunto è mancata la sospensione dell'incredulità, probabilmente pure perché Millie Bobby Brown non è che sia un genio della recitazione e se riusciva a essere credibile quando era una ragazzina, ora che deve interpretare i panni di un'adolescente più grande risulta un po' forzata a livello di espressività. 

Comunque è sempre un piacere ritrovare il noto gruppetto con le sue citazioni, rimandi, mondo del sottosopra ecc.

Continua. 


giovedì 26 maggio 2022

Cose che avrei preferito non sapere

 


Immagine di Andrea Festa

Un mio articolo per R-evolver su una nuova challenge di TikTok. 

Cose che avrei preferito non sapere.

"La Boiler Summer Cup, ad esempio. La nuova sfida lanciata dai giovani su TikTok: dovrebbe partire ufficialmente il 21 giugno, ma è già iniziata in via ufficiosa e consiste nel tentare di rimorchiare in discoteca e portarsi a letto le ragazze con corpi non conformi ai canoni dell’estetica dominante, chiamate in maniera spregiativa “boiler” (che in inglese significa scaldabagno, caldaia, quindi usato a indicare forme tondeggianti, ingombranti, prive di quei requisiti standardizzati tipici di una società grassofobica).

Non credo ci sia bisogno di spiegare perché questa sfida sia un insieme di bodyshaming, bullismo e sessismo; vorrei invece soffermarmi sul discorso della grassofobia che produce proprio come effetti la discriminazione, il bullismo e il bodyshaming delle persone con corpi, come precisato sopra, non conformi ai canoni estetici imperanti."

Per continuare la lettura dell'articolo, cliccare qui: https://bit.ly/3PJ8olB

sabato 21 maggio 2022

Di animali selvatici , animali "da compagnia" e di un famoso regista romano

 Metto qui il link agli ultimi due miei articoli, uno per R-evolver sulla situazione degli animali selvatici a Roma, compresa quella degli individui tenuti in cattività e usati come schiavi; l'altro per Progetto Vivere Vegan sul superamento del concetto di "animali da compagnia", "mercato di pets" ecc.

Immagine di Andrea Festa

Un cinghiale si disseta a una fontanella di una famosa Villa romana adibita a parco pubblico, un gabbiano scende da un tetto per andare a raccogliere un pezzetto di pane, alcuni gatti, la coda a punto interrogativo in segno di gioia, corrono fusacchiando verso il gattaro che tutte le sere gli porta da mangiare, una fila di elefanti bardati di rosso e blu e montati da umani sfilano lungo i Fori Imperiali e arrivano a Piazza Venezia, tra una folla festosa ed esultante con l’immancabile telefonino pronto in mano a scattare una foto.

Non è lo scenario di una fiaba moderna, ma quello di una società all’incontrario, sbagliata e specista, dove le prime tre situazioni vengono viste con preoccupazione, diventano fonte di paure irrazionali amplificate dai media e da narrazioni catastrofiche, mentre l’ultima, quella degli elefanti, che è l’unica che dovrebbe apparirci mostruosa per ciò che implica (sfruttamento di animali) è salutata con gioia, divertimento, senso di meraviglia.

Per continuare la lettura, cliccare qui.


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Topi da laboratorio, mucche da latte, cavalli da corsa, cani da guardia, vitelli da carne, conigli da carne, animali da pelliccia, animali da circo, animali da compagnia. DA: preposizione semplice che unisce tra loro due elementi di una frase o di più frasi; la preposizione da può svolgere diversi funzioni. Negli esempi sopra esprime la funzione di complemento di fine o scopo. Significa che agli animali sopra indicati viene assegnato un fine o uno scopo. 

A tutti noi, talvolta, e nell’ambito di un preciso contesto, lavorativo, ad esempio, o sociale, può venire assegnato un preciso ruolo o venire riconosciuto uno scopo e una finalità, ma questi non sono riducibili al nostro valore ontologico complessivo.

Gli altri animali invece esistono e vengono riconosciuti e considerati solo in virtù della funzione che la nostra società gli assegna e hanno valore solo nella misura in cui assolvono più o meno bene questa funzione.

Così una mucca sfiancata da un parto dopo l’altro al fine di produrre latte verrà macellata nel momento in cui la produzione del prodotto per cui è stata mantenuta in vita fino a quel momento smetterà di rendere un buon profitto; il pollo sarà tenuto in vita fino a raggiungere il peso ottimale richiesto dal mercato, così il vitello e il coniglio e altri animali cosiddetti da carne; il cavallo finché avrà gambe buone per gareggiare o servire il suo cavaliere con la passione dell’equitazione, il topo da laboratorio per tutto il tempo che il suo corpo sarà ritenuto utile agli esperimenti in corso.

Per continuare la lettura, cliccare qui.


domenica 15 maggio 2022

Ciao, Giovanni

 

Lo so, lo so, avevo scritto proprio a inizio anno che avrei voluto fare un uso anche più personale di questo blog, poi sono successe tante cose e non ho avuto più le energie e nemmeno, per un periodo, modo di scrivere seduta al pc. Ma di questo vi dirò un'altra volta.

Intanto, tra le brutte notizie di questo periodo, venerdì se n'è aggiunta un'altra, che sento di dover condividere con chi ancora mi legge qui e magari non sta su FB. 

Un collega di blog, un amico, soprattutto una grande persona, attivista antispecista, poeta, giornalista, ci ha lasciato venerdì scorso.

Il suo blog si chiama La confidenza Lenta e l'aveva avviato anche leggendo il mio, diciamo che si era convinto ad avere uno suo spazio in cui parlare delle cause e ideali che permeavano la sua vita, raccontare degli animali, animalità, fare reportage di eventi antispecisti a cui partecipava, recensire libri ecc.

Tante volte mi commentava, sempre con pensieri arguti, gentili, mai scontati, mai banali e io commentavo a mia volta i suoi splendidi post, in cui, peraltro, usava la seconda persona singolare (scelta inusuale in narrativa e scrittura creativa in generale).

Tanto ci sarebbe da dire di lui e tanto è stato detto da chi in questi giorni lo ha ricordato su FB, ma penso che la cosa migliore sia scoprirlo leggendo il suo blog. 

Vorrei infine ricordarlo riportando un pensiero che ho scritto per lui su FB e riportando uno dei suoi post, quello che aveva scritto in un'occasione luttuosa, la perdita di Kikiuz, una sua cagnolina amatissima.

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Continuo a pensare a Giovanni, che aveva così tanto da dire, da fare, da dare al mondo; che aveva degli ideali, dei valori di rispetto e altruismo, tante motivazioni. Che in questo modo era vivissimo, anche se le sue condizioni di salute non erano buone.

Quello che mi piaceva di lui è che era più animale che umano e so che questa frase la capiremo in pochi (spero almeno chi è antispecista).

Lui scriveva tanto di animalità e dall'animalità prendeva molto, ma sarebbe meglio dire, riscopriva molto. L'esserci, l'essere nel presente, nelle cose, nella natura. Mi confessò che a volte dormiva a terra con i suoi cani, per stare più vicino a tutti loro che forse sul letto non entravano o qualcuno non riusciva a salire. 

Gli piaceva osservare gli animali selvatici e fotografarli, sempre con enorme rispetto e delicatezza. 

Ma gli piacevano anche i social, i blog, commentava gli altri, curava il suo. Era socievole in tutti i sensi.

Giovanni era un bell'animale, nel senso che io do agli animali. 

Aveva poco di umano, nel senso negativo che io attribuisco al modo più diffuso di essere umani, proprio in contrapposizione a quell'animalità da cui invece dovremmo imparare. In modo più concreto e meno teorico.


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Dal suo blog, considerazioni sulla morte. 

Qui link al post originale con foto ecc.

"Bisognerebbe vivere ogni giorno nella consapevolezza della morte. La finitezza della vita, che tuttavia forse non finisce ma si trasforma e si travasa in altre vite

Bisognerebbe vivere ogni giorno nella inconsapevolezza della morte.La prospettiva della fine,che potrebbe paralizzare ogni azione, gesto, desiderio, volontà.

Un equilibrio complesso, che potrebbe forse avere delle ricadute positive.

Questa consapevolezza è il 'memento mori'. Forse ci viene più accettabile se pensiamo al "ricordati che devi morire!" che 'Savonarola' grida a Troisi in un film bellissimo. (mo' me lo segno, proprio...  non vi preoccupate).


Segniamocelo, infatti, per cercare di vivere col trasporto con cui vivono gli altri animali: cogliere le occasioni di gioia e bellezza quando si presentano e non procrastinarle. Altro che irresponsabilità, questa è forse la responsabilità più grande che abbiamo con noi stessi e nei confronti di tutti gli altri viventi - ed è forse una delle più difficili, anzi, per molti è quasi impossibile da seguire - e sono quelli che di più procurano sofferenze.


Kikiuz viveva con gioia pura tutte le cose che riusciva ad afferrare e a capire, si impegnava fino in fondo a essere cane. Tu, hai cercato solo di stare al passo con lei. La ricompensa? Avere ricordi, invece che rimpianti.  (Ma certo, ci sono anche i pianti, negarli o nasconderli, sarebbe deleterio e pericoloso!).

L'altro giorno, hai sentito - per ben due volte e per pura casualità - l'aria "Lascia la spina, cogli la rosa" di Georg Friedrich Händel.  Non hai potuto non pensare, in questi tuoi giorni di lutto, proprio a lei - la fatina degli unicorni, la Kikiuz.

Ti sono venute in mente tutte le piccole cose di cui lei era felice come una bambina, quando si sentiva al sicuro, protetta; tutte le piccole avventure - come toccare l'acqua fresca del torrente delle Sette Fontane, o i prati fioriti, o giocare coi pupazzini di peluche che non ha mai rotto né rovinato. Quando si vive con qualcuno come Kikiuz - o con un cane, generalmente parlando - bisognerebbe sempre cogliere con loro le occasioni che ci mostrano, di gioco, di avventura, di godimento del corpo, grazie alle sue sensazioni. Cogliere la rosa, lasciare la spina  - che pure c'è, non te lo stai nascondendo - così avremo fiori nei nostri ricordi, da donare alla memoria di chi non c'è più."