giovedì 24 gennaio 2013

Quando le volpi si sposano di Rossana Carturan: una storia al tempo stesso magica e reale, in bilico tra leggenda e verità

Quando le volpi si sposano qualcosa di straordinario, bello o brutto che sia, avviene a chi lo intuisce

Una leggenda veneta, una donna che torna sui luoghi della sua infanzia richiamata dall’anziana capostipite della dimora matriarcale in cui è cresciuta, situata in un paesino sperduto della campagna dell’Agro Pontino, un’antica casa dove il tempo sembra essersi fermato; il peso di un passato che ritorna con i suoi rituali di superstizione, regolato da punizioni e decotti di erbe dai poteri pressoché illimitati per curare ogni tipo di disturbo, sia fisico che psicologico; vecchie diatribe familiari che si perpetuano senza sosta, un destino che sembra ripetersi all’infinito.

domenica 20 gennaio 2013

Fiaccolata al Pantheon contro Harlan

Cos'è Harlan? Harlan è una multinazionale - con tre sedi in Italia e molte altre diffuse in tutto il mondo, tra cui Gran Bretagna, Germania, Israele, Messico - che importa, alleva, sperimenta e infine uccide moltissime specie animali: ratti, topi, conigli, primati, cani, gatti, maiali ecc., sia catturati in natura che fatti nascere in cattività. 
Ieri a Gannat, in Francia, ove si trova uno degli stabilimenti di questa "multinazionale degli orrori", si è tenuto un corteo per chiederne l'immediata chiusura ed in altre città italiane, europee ed extraeuropee, come a Correzzana (Monza), ove si trova un altro stabilimento Harlan, si sono svolte, in contemporanea, iniziative simili.  
Qui l'elenco di tutto ciò che è stato organizzato per il NO HARLAN GLOBAL DAY.
A Roma si è deciso per una fiaccolata di solidarietà - organizzata da alcune associazioni in collaborazione tra loro, tra cui Parte in Causa, Coordinamento Antispecista, Per Animalia Veritas e Liberiamoli Onlus -  tenutasi in Piazza del Pantheon dalle 16,00 alle 19,00, accompagnata da distribuzione di volantini informativi, mentre alcuni attivisti e medici antivivisezionisti - tra cui il Prof. Fedi (da me intervistato tempo addietro per Asinus Novus: l'intervista la potete leggere qui) si sono pronunciati - con l'ausilio di un megafono, così da far giungere la loro voce ai tanti passanti della zona - in merito ai tanti dubbi di tipo prettamente scientifico che tale pratica solleva, oltre che alla profonda immoralità della stessa.
Ieri, sempre a Roma, abbiamo anche chiesto al Ministero della Salute di NON  rinnovare i permessi ad Harlan per importare gli animali destinati ad essere poi condotti negli stabulari dove si effettua la vivisezione (sperimentazione animale e vivisezione sono sinonimi). Ricordiamo che lo scorso anno Harlan ha importato 900 primati non umani - esattamente macachi -  provenienti dalla Cina e dalle Mauritius.
Qui vorrei ricordare altresì la conferenza che si è tenuta di recente tra ricercatori vivisettori ed altri contrari, ove i primi hanno candidamente ammesso di non poter sempre ricorrere all'anestesia, se non in quei casi in cui essa non inficierebbe i risultati, ossia... praticamente, MAI. Dunque, questi animali, catturati in natura o fatti nascere all'uopo in cattività, non solo vengono privati della libertà (crescono all'interno di strutture e gabbiette metalliche, con il terrore sempre vivo negli occhi), ma non vengono nemmeno sollevati dal dolore che le numerose e più disparate pratiche procurano loro (test, esperimenti, somministrazioni di farmaci in dose massicce dopo essere stati previamente fatti ammalare, contatti con sostanze ustionanti ed urticanti,  fratture degli arti, stress indotto tramite la detenzione in luoghi angusti, privazione della fame, scosse elettriche e mi fermo qui, ma la lista di orrori è praticamente pari all'immaginazione di tutto ciò che di più temibile ed angosciante si possa praticare su un essere senziente per i più disparati scopi). 
Ricordiamoci che un progresso - scientifico, culturale o sociale che sia - non potrà mai dirsi realmente tale se non inclusivo di tutti gli esseri senzienti, in un un'ottica non più soltanto antropocentrica, ma finalmente biocentrica. 
Personalmente non mi domando se la vivisezione sia utile o meno, la condanno a prescindere perché non ritengo lecito che una specie, nello specifico, la nostra, debba usare, sfruttare, condannare alla sofferenza e morte migliaia di altri esseri senzienti per i propri interessi. Dico no alla vivisezione, sempre e comunque, esattamente come lo direi se invece di animali non umani - che con noi condividono la capacità di esperire la realtà, gioire, soffrire, amare, provare dolore - venissero utilizzati animali umani. Ovviamente sarebbe infinitamente più utile sperimentare sui nostri simili umani, ma il solo pensiero, ricordandoci gli orrori compiuti dai nazisti nei confronti degli Ebrei, ci farebbe inorridire; dunque, perché dovremmo considerare lecito fare tutto ciò agli animali non umani? Sol perché non sono umani? Ma come potremo un giorno giustificare questa arroganza senza limiti quando i nostri figli, nipoti, pronipoti ce ne chiederanno conto? Perché ci chiederanno, oh sì, ci chiederanno, voi dove eravate quando nei laboratori cani, gatti, scimmie, topi ecc. venivano torturati? 
Tanto per riportare una delle tante assurdità: è di pochi giorni fa la notizia che i crostacei, per la quale ancora vige la mostruosa pratica della bollitura quando sono ancora vivi, provano dolore esattamente come noi. E per arrivare a questa OVVIA conclusione c'è voluto di catturare queste povere bestiole e fargli provare dolore a più riprese con vari esperimenti condotti in laboratorio, tra cui la sottoposizione a ripetute scariche elettriche. Ma che bella scoperta, eh?!? Dunque anche i crostacei soffrono. E le scimmie, i cani, i gatti, i maiali, i conigli, i topi? Come possiamo continuare a dormire sonni tranquilli o voltarci dall'altra parte asserendo che ci sarebbero cose più importati cui pensare quando, se solo non gli tagliassero le corde vocali e non fossero posizionati in luoghi remoti, le urla dei nostri fratelli animali provenienti dai tanti laboratori, allevamenti, macelli non finirebbero di straziarci l'udito con le loro urla disperate?
 
A seguire alcune immagini della fiaccolata di ieri a piazza del Pantheon:














Pubblicato anche sul blog di Parte in Causa.

giovedì 17 gennaio 2013

La mirada circular - The circular glance

Bellissimo corto che invito tutti a guardare. Semplice ed efficace. 
È così difficile riconoscere noi stessi, le nostre paure, i nostri desideri negli altri individui non umani? 


Buona visione!

mercoledì 16 gennaio 2013

Qualcosa nell’aria di Olivier Assayas: adolescenza e controcultura nella Parigi post maggio ’68

Tra noi e l’inferno o tra noi e il cielo c’è solo la vita, che è la cosa più fragile del mondo
(Blaise Pascal)

Qualcosa nell’aria
(Après Mai) è uno di quel film che si impone immediatamente agli occhi dello spettatore per la forza evocativa delle immagini tese a restituire con efficacia, come da titolo, le atmosfere dei primi anni settanta: l’ibrido di un’epoca in transizione in cui l’effervescenza, l’energia creatrice, gli ideali rivoluzionari  e le istanze libertarie della controcultura sessantottina cominciano a strutturarsi e a scindersi in movimenti, gruppi, associazioni più dogmatici, spesso in conflitto tra loro, esigendo prese di posizioni ed impegno politico.


venerdì 11 gennaio 2013

Quello che so sull’amore: come si diventa adulti secondo Gabriele Muccino (o secondo gli USA?)

Il bilancio della vita di George Dryer (Gerald Butler), ex campione di calcio, presenta un risultato decisamente negativo: la moglie Stacie (Jessica Biel) l’ha lasciato diversi anni prima, stanca delle sue continue scappatelle ed incapacità di assumersi la responsabilità nei confronti del loro bambino ed ora è in procinto di risposarsi con un altro uomo; gli investimenti immobiliari cui si è dedicato dopo aver lasciato la carriera calcistica a causa di un infortunio non sono andati bene, così come l’apertura di un bar sportivo.

mercoledì 9 gennaio 2013

Svanire: la scrittrice canadese Deborah Willis racconta l’insostenibile pesantezza dell’assenza

Si può raccontare quel senso di vuoto – che sempre si accompagna ad un inevitabile stupore – scaturito dall’assenza, dalla percezione di una mancanza, dalla perdita, di qualcuno, o qualcosa? E così anche, si può raccontare l’assenza – di nuovo, di qualcosa o qualcuno -  talvolta così dolorosa ed opprimente, un’ossessione che diviene concreta, reale, tangibile, da trasformarsi, quasi, paradossalmente, nel suo esatto opposto: ossia in una pienezza, una presenza?

Continua su Mentinfuga, la mia recensione di Svanire, raccolta di racconti di una scrittrice canadese esordiente, ma che già si distingue per una prosa e stile originali. Una rivelazione. Queste storie hanno una grazia davvero unica. Lettura consigliata.

martedì 8 gennaio 2013

La scoperta dell'alba: un viaggio a ritroso nel tempo, reale e metaforico

Roma, 1981: Mario Tessandori, stimato e noto Professore universitario viene freddato con sette colpi di pistola da due brigatisti nel cortile della facoltà di Giurisprudenza, davanti agli occhi dell’amico e collega Lucio Astengo, il quale si precipita, distrutto, a portare la notizia alla moglie che si trovava in quel momento in una casa al mare insieme alle due figlie Caterina e Barbara, di dodici e sei anni. Qualche settimana dopo Lucio Astengo scompare nel nulla, senza lasciare traccia, segnando la vita dei suoi familiari.

lunedì 7 gennaio 2013

Presidio contro il circo con animali Amedeo Orfei

Ieri l'associazione radicale antispecista Parte in Causa, ha partecipato all'evento "La voce di Roma contro il circo con animali" organizzato da TerrAnomala; in pratica gli attivisti delle varie associazioni romane, ma anche singoli o gruppetti indipendenti, si sono messi d'accordo per dividersi nei vari circhi attendati nella capitale e per dare vita a presidi del tutto pacifici il cui scopo è quello di distribuire volantini ed opuscoli per informare e sensibilizzare il pubblico entrante sulla sofferenza degli animali tenuti prigionieri nei circhi e costretti - tramite addestramenti inclusivi di violenza, tra cui percosse, pungolamenti con uncini e bastoni elettrici, privazione del cibo, terrore psicologico - ad esibirsi quotidianamente in spettacoli lesivi della loro dignità di esseri senzienti: esseri senzienti che dovrebbero poter vivere liberi nei loro rispettivi habitat.
Il nostro presidio è andato bene, si è svolto fortunatamente senza incidenti di nessun tipo, siamo riusciti a distribuire parecchio materiale ed anche a parlare direttamente con le persone che si sono mostrate più interessate. Devo dire che stavolta ho visto una maggiore sensibilità, molte famiglie si sono dichiarate concordi nello stabilire che l'uso degli animali nei circhi è di una tristezza infinita, per gli animali innanzitutto, ma anche per lo spettatore che si trova ad assistere a spettacoli in cui la maestosità e meraviglia animale è completamente negata e ridicolizzata. Purtroppo, come sempre accade in questi casi, le famiglie decidono comunque di entrare per non deludere i bambini, ma almeno hanno promesso di non tornare una prossima volta o, quantomeno, di iniziare a riflettere su questo tipo di sfruttamento.
A seguire un po' di foto che ci siamo orgogliosamente scattati: