mercoledì 20 settembre 2017

Vi guardano


Alla fine la verità è sempre la cosa più semplice e facile da dire e da mostrare.
Oltre i super interessi economici e politici contro il veganismo, ci siamo noi, con le nostre testimonianze quotidiane. 
E soprattutto, ci sono loro, gli animali, i loro corpi, i loro sguardi, il loro essere qui con noi, sempre, in ogni momento, anche quando si fa finta di non vederli o di non volerli vedere.
Vi guardano da ogni dove: dalle vetrine dei negozi, dagli scaffali dei supermercati, dai capannoni anonimi che delimitano le autostrade, dagli edifici squallidi situati nelle periferie, dalle vetrate dei ristoranti, dai recinti, dalle gabbie. A volte il loro sguardo è così forte che arriva quasi a sollevarvi quel velo dietro al quale vi nascondete, fingendo di non vederli, di non sentirli.
Foto scattata durante uno dei presidi NOmattatoio.

lunedì 18 settembre 2017

Benvenuti nel "1984"


Se le persone fossero un minimo intelligenti capirebbero facilmente da sole che il concetto di fare a fette qualcuno dopo averlo fatto nascere e vivere per qualche mese dentro un capannone lurido non può essere compatibile con il benessere animale, né con il soddisfacimento minimo delle esigenze etologiche e tanto meno con il concetto di giustizia.
Però siccome le persone rimangono facilmente vittima del lavaggio del cervello, specialmente quando si tratta di assolversi e di negare a loro stesse la verità per continuare con ciò che tradizionalmente hanno sempre fatto senza mai chiedersi il perché, allora si fanno bastare l'etichetta di Rovagnati.
Benvenuti in "1984", dove il Ministero della Pace promuove la guerra e via dicendo.

A margine di questo discorso, credo che qui ci siano gli estremi per pubblicità ingannevole, visto che hanno persino copiato il marchietto con la v di vegan.
D'altro canto, penso che se dovessimo stare dietro a tutte le stronzate che si dicono in tv per continuare a mentire sulla produzione di carne, latte e uova perderemmo davvero un sacco di energie preziose; al solito penso che l'unica maniera per sconfiggere la mistificazione della propaganda carnista sia continuare a mostrare la verità, ossia la realtà di allevamenti e mattatoi. Un video di un'investigazione o dell'arrivo di un camion al mattatoio conta più di mille parole. 

Del resto, come si può sconfiggere una menzogna?

Solo mostrando la verità.






mercoledì 13 settembre 2017

Cecità


Ieri sera sono passata di fronte a una vetrina di un alimentari. In bella mostra il corpo di un maialino piccolissimo arrostito, trasformato in quel che comunemente si chiama "porchetta". 
Era intero, con tutta la testolina. Si vedevano benissimo gli occhietti socchiusi, la bocca spalancata in una smorfia di agonia. Il corpo coperto di quella crosta che per molti costituisce una prelibatezza. 
Lo era anche per me, quando mangiavo ancora gli animali.
Per prima cosa mi ha colpito l'orrore. Lo stesso che avrei provato se al suo posto ci fosse stato un bambino morto. Orrore, disgusto, raccapriccio.
Poi lo stupore. Come ho potuto un tempo essere cieca di fronte ai quei corpi che eppure erano lì, in bella vista, in tutta la loro tragica verità? Com'è possibile che io non vedessi quegli occhi, quella bocca, quel corpicino martoriato? Possibile che fossi così cieca?
Sì, lo ero. Ero cognitivamente dissociata e quindi cieca. Vedevo un maiale vivo e quello era un maiale. Ne vedevo uno arrostito o fatto a fettine e quello era cibo. Non era più un maiale.
E questo è quello che fa il carnismo. Che ci fa il carnismo, che vi fa il carnismo. Ci/vi rende ciechi. Dissociati. Violenti. Malati.
Pensateci. Provate, alla prima occasione in cui vi capiterà di trovarvi di fronte a un prodotto animale, a vederlo per quello che era prima che venisse trasformato.

sabato 9 settembre 2017

Non diventate vegani!


No, non sono impazzita! 
Ho invece il piacere di pubblicare una bellissima lettera aperta scritta da un mio contatto su Facebook. In mezzo al mare magnum delle notizie fake, dei selfie, dei post autoreferenziali, ogni tanto si trova anche qualche riflessione su cui vale la pena soffermarsi.
Vi invito a leggerla perché trovo che sia il giusto modo per approcciarsi agli "altri", ossia tutti coloro che per abitudine, ignoranza, pregiudizi o altro ancora mangiano gli animali.

Di Maria Campo

Lettera aperta agli "altri".

Non diventate vegani. 
Non diventate niente. Non datevi etichette, siate solo voi stessi come persone e individui. Togliete agli altri le etichette che gli vedete addosso. Se avete incontrato vegani antipatici dimenticateli e basta. Non fareste un dispetto a loro facendo torto agli animali.
Informatevi, leggete, osservate, controllate, confrontate, pensate... Ascoltate il vostro cuore e fate ciò che sentite giusto.
Non diventate neanche vegetariani.
Solo smettete di mangiare carne perché gli animali non vogliono morire. E lo capiscono. Guardateli, conosceteli. Guardate i video dove possono giocare e accorgetevi che non c'è differenza tra un cane, un vitello, un maiale. E guardate i video dove gli viene imposto il destino di diventare ingredienti, non vi piaceranno, vi faranno stare male. Pensate cosa dev'essere per loro che lo vivono, se qualcosa vi ferisce solo a vederlo. Guardate che cosa passano nella loro breve vita (sono cuccioli quelli che finiscono nel frigo), immaginate cosa vivono durante il trasporto, la paura che hanno al macello.
Non diventate vegani. Però smettete di mangiare derivati: lo sfruttamento di loro​ che sono come bambini non è mai una leggerezza come forse pensate. Non è colpa vostra, è quel che vi hanno insegnato perché a loro volta è stato insegnato: nessuno è cattivo o una persona malvagia per aver creduto a questa cultura. Perdonate e perdonatevi. È stato così, ma ora datevi la possibilità di cambiare. Non date nulla per scontato, approfondite, tenete la mente aperta. Cercate informazioni, chiedete come e perché. Per ogni "mucca da latte" c'è un vitello ucciso. Per ogni "gallina ovaiola" c'è un pulcino ucciso. Quando avete obiezioni e dubbi, cercate la risposta vera e non​ accontentatevi di quella che vi rassicura: è un mercato che muove troppi soldi per dirvi la verità, le pubblicità vogliono vendervi qualcosa, le aziende vi vogliono consumatori, i giornali e tv e i media in generale sono foraggiati e non si mettono contro gli sponsor. La politica si preoccupa dell'economia. Ma non abbiate paura per il mercato e l'economia, quelli se la caveranno eccome. Pensate ai deboli, pensate agli ultimi, pensate a chi non ha voce: è perché sono indifesi che vengono schiavizzati e sfruttati. Non potranno mai difendersi perciò dobbiamo essere noi umani a chiedere pietà per loro: la prima cosa è interrompere gli acquisti di ciò che fa loro del male. Per riconvertire il commercio in uno più etico abbiate fiducia nell'intelligenza umana, si troverà una soluzione che vada bene a tutti anche smettendo la schiavitù.
Il nostro piacere e comodità non devono essere al prezzo della vita altrui.
Nemmeno la nostra vanità di bellezza. Non diventate vegani, ma smettete di comprare prodotti testati su animali. Scoprite le aziende cruelty free.
Dite basta alla sperimentazione animale: siamo tutti animali, ma tra specie diverse non siamo identici, i nostri corpi hanno differenze che rendono vano, per curarci, sapere cosa faccia bene o male agli altri... È inutile torturarli e terrorizzarli e imprigionarli per fare esperimenti che non ci daranno benefici. E comunque nessun risultato varrebbe l'infliggere loro tutto quel male: loro provano dolore e paura come noi, ci assomigliano precisamente in questo. 
Non vi piacerebbe sapere cosa succede nei laboratori. Probabilmente non verrete neanche a saperlo fino in fondo, ma se avete il coraggio cercate di scoprirlo. Se non ne avete il coraggio avete già la vostra risposta: non potete far finta di niente.
Non diventate vegani, non c'è bisogno di esserlo per smettere di comprare pellicce e indumenti con gli inserti. Guardate gli animali nelle gabbie e il modo orrendo in cui gli viene rubata la pelliccia per venderla a voi. Voi non ne avete bisogno, loro sì.
Smettete di comprare cose in pelle, smettete di comprare lana e seta. Ma se ne avete, non dovete per forza buttare via nulla: adoperate tutto ciò che avete in guardaroba e scarpiera, portatelo fino alla fine, evitate lo shopping non necessario, fregatevene delle mode. Aggiustate, riparate, personalizzate, abbellite quel che avete e riutilizzatelo prima di buttarlo.
Non andate al circo, non andate allo zoo, non andate ai delfinari, evitate gli acquari: la sofferenza non può mai essere divertente. Tanto meno istruttiva.
Se state leggendo fin qui, probabilmente non vi è mai passato per la testa di andare a caccia o a pesca. Ma se così fosse, imparate invece l'arte della fotografia e andate a "caccia" armati solo di macchina fotografica. Fate un corso di sub e incontrate i pesci senza fargli del male. Starete nella natura e ci starete con la pace nell'anima. Se quel che cercate è adrenalina, valutate i videogiochi; se è solo per gioco e divertimento che avete voglia di sparare provate il softair! L'Italia ripudia la guerra ma vende armi, i cacciatori sono dei clienti... Non cascateci quando vi racconteranno la storia del buon cacciatore amante della natura: chi ama non uccide così alla leggera.
Se osservate la natura, vi accorgete che la vita di qualsiasi animale è già abbastanza difficile anche senza incontrare la crudeltà umana. Non possiamo e non dobbiamo infierire.
Nelle tragedie naturali, in terremoti e alluvioni, ricordatevi anche delle vittime non umane.
Continuate a vivere la vostra vita, ma ricordatevi degli animali. Quando ci sarà una festa, accorgetevi se hanno messo musica a volume impossibile sotto un nido di rondinini. Accorgetevi se hanno portato un cane in mezzo al casino infernale. Se il volume è alto per noi figuratevi per loro. E dite qualcosa: gli animali non possono parlare e chi sta pensando solo a divertirsi probabilmente in quel momento si è dimenticato della loro esistenza e dei loro bisogni. Quando verrà capodanno, dite no a botti e petardi: pensate al terrore che provano gli animali domestici e selvatici. Ho visto piccioni​ impazzire di paura. Loro sono invisibili, vivono accanto a noi e vengono schifati per pregiudizio. Conosceteli, scoprite quanto sono intelligenti. Tutti gli animali meritano rispetto.
Con quel che avrete risparmiato sulla spesa (mangiare vegetale costa meno) e dallo shopping, aiutate un rifugio: c'è sempre bisogno di tutto e dell'aiuto di tutti. 
Fintanto che vengono considerati come oggetti ci sono abbandoni e randagismo e ancora e ancora cucciolate... Non comprate! Adottate.
Se potete, adottate un animale e conoscetelo davvero, trattatelo come una personcina: no, non è umano, ma scoprirete che non serve esserlo per avere personalità. Adottate un cane o un gatto tra chi ha più bisogno, un coniglio, una gallina, un maiale, un ratto... adottate col cuore!
Quando fate la spesa state solo un po' attenti: evitate i derivati animali, sì, e pensate anche agli umani e all'ambiente. Preferite il bio quando l'opzione è possibile. Preferite il fair trade. Non spenderete di più, fate la prova e tenete un registro delle spese se volete. Non comprate tofu e seitan se non vi piacciono, oppure comprate tofu e seitan se vi piacciono. Scoprite sapori nuovi se ne avete voglia, ma sappiate che non servono ingredienti che non conoscete per mangiare vegetale, equilibrato e vario: legumi, cereali, frutta, verdura, frutta secca, semi, alghe, funghi... Ricordatevi​ che non c'è nessun sacrificio e non dovete obbligatoriamente diventare salutisti. Non rinunciate ai vostri cibi preferiti, scoprite come avere gli stessi gusti con ingredienti vegetali. Quando andate in giro chiedete l'opzione più buona, quella buona per davvero che non fa male a nessuno: ormai si trova ovunque, e comunque dappertutto possono proporre qualcosa.

Certo, bisogna che tutti vivano così per cambiare le cose. Vi sentite una goccia nel mare? Non abbiate paura di fare quel che potete per paura che sia poco: bisogna solo che ognuno faccia la propria parte, senza aspettare di controllare che gli altri la stiano facendo. Cosa state aspettando? Cominciate subito, perché non ci sarà uno start per partire tutti assieme. Strada facendo vi accorgerete che altri​ stanno facendo il vostro percorso.
Vivete con coscienza, vivete con giustizia, senza darvi etichette. E quando qualcuno vi chiederà qualcosa non etichettatevi ancora e non etichettate nessuno. Spiegate ciò che sapete e ciò che avete imparato. La vostra testimonianza di umani​ che vivono nel rispetto degli animali tutti, varrà moltissimo: e allora parlatene, raccontate la compassione, spiegate il vostro senso di giustizia. Se ciascuno vivrà con rispetto il mondo sarà un posto migliore, senza più bisogno di dirsi vegani e animalisti. 

giovedì 7 settembre 2017

Ma davvero i vegani sono estremisti?


La maggior parte dei carnisti non ha difficoltà a comprendere il motivo per cui si diventa vegetariani ma giudica estremista la scelta dei vegani.
Purtroppo questo accade perché ci sono tanti pregiudizi riguardo a ciò che non si conosce, quindi, in altre parole, perché c'è ancora tantissima ignoranza sulla questione dello sfruttamento animale.
Sì, tanti sanno cos'è il veganismo dal punto di vista alimentare e i supermercati sono pieni di prodotti vegani, ma la questione animale è ben altro. 
Per esempio, per quanto ci sembri assurdo, molte persone ancora ignorano cosa ci sia dietro la produzione delle uova. Pensano che non mangiamo le uova per una presa di posizione dogmatica o perché potrebbero essere fecondate  (come se volessimo evitare di mangiare un pulcino in nuce). Invece ovviamente il motivo è un altro, ossia lo sfruttamento delle galline ovaiole (che in natura deporrebbero le uova solo in un limitato periodo dell'anno), la loro uccisione prematura e l'uccisione dei pulcini maschi poiché considerati scarti, in quanto improduttivi.
Stesso discorso per quanto riguarda la produzione del latte: ci rifiutiamo di bere latte vaccino non per un astruso motivo ideologico, ma perché non esiste latte senza sfruttamento delle mucche, uccisione prematura (in natura vivrebbero 20 anni, invece negli allevamenti arrivano massimo a cinque anni - cinque nei casi limite, quasi sempre vengono uccise molto prima, cioè non appena la loro produzione inizia a calare), e uccisione dei vitellini; infatti le mucche non fanno naturalmente il latte come se fossero delle macchine da latte, ma solo dopo aver partorito. Come ogni animale mammifero, noi compresi.

Spiegare queste cose è importante perché le persone ancora non sanno e non lo verranno a sapere solo perché il bar sotto casa offre il cappuccino di soia e il cornetto vegan.

Detto in altre parole: l'invasione di prodotti vegani nei supermercati, la nascita di nuovi ristoranti vegani ecc. non ci farà fare passi avanti nella lotta per la liberazione animale; questi saranno fatti solo quando ci sarà un'informazione capillare su cosa sia realmente lo sfruttamento degli animali e su chi siano gli altri animali, al netto di paternalismi e mistificazioni culturali. 

Quello che alcuni considerano moralismo, fondamentalismo, ideologizzazione eccessiva, in realtà è una presa di posizione politica ed etica contro lo sfruttamento degli animali in ogni suo aspetto.

Non siamo un movimento dietetico, ma un movimento per la giustizia e il rispetto per tutti gli esseri viventi, a prescindere dall'appartenenza di specie. 

P.S.: sul numero 36 della rivista Re Nudo c'è un mio articolo sul veganismo, cos'è e cosa non è, mentre sul n.27 ce n'è un altro, sempre mio, sullo sfruttamento delle mucche cosiddette da latte.