venerdì 1 aprile 2016

Stupidi mortali


Poche sere fa ho rivisto Blade Runner, nell'edizione director's cut e mi è parso che emergesse in maniera prepotente la paura della morte di tutti i viventi (androidi o umani che siano, poco importa, anzi, se c'è qualcosa che appunto dà la prova che i primi siano come i secondi è proprio la paura di morire, più che le emozioni, che si possono apprendere per simulazione). In fondo tornano sulla terra per quello, per sapere quanto gli resta da vivere e se il loro produttore potesse in qualche modo riprogrammare la loro data di morte.
Infatti ciò che ci accomuna agli altri animali, a tutti gli animali, è proprio la morte. Il fatto che siamo carne destinata a morire.
"Sento il pianto di tutte le creature che sono destinate a morire", dice Lars von Trier in Antichrist.
"Chiedete di me stasera e mi troverete al cimitero" (Shakespeare)
"Partoriscono a cavallo di una tomba, il giorno splendo un istante ed è subito notte" (Beckett)
E di citazioni, più o meno classiche, se ne potrebbero fare a bizzeffe.
Ecco, non dovrebbe bastare questa consapevolezza, ma che sia davvero tale, per farci smettere di odiare, di massacrare, di massacrarci? 
Perché i lager, perché accumulare profitto, perché schiavizzare, perché far soffrire se tanto non dureremo che un battito di ciglia?
Le persone che fanno soffrire altri per il loro illusorio profitto sono stupide, nient'altro che stupide. Siamo una specie composta per maggioranza da stupidi in grado di maneggiare una tecnologia spaventosa. "Strangelove" di Kubrick è una parabola perfetta. Capirlo e ammetterlo e farci più umili sarebbe già il primo passo.

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