venerdì 24 novembre 2017

Io sono un animale!


Io sono un animale. Voi siete degli animali. 
Scontato, no?
Niente affatto perché anche nelle menti apparentemente più laiche continua ad annidarsi il creazionismo.
In quale altro modo chiamare, infatti, quell'errata convinzione ideologica per cui noi saremmo altro rispetto al regno animale?
Non è solo antropocentrismo, è qualcosa di più subdolo e irrazionale. 
Se così non fosse non staremmo qui a chiederci se gli altri animali abbiano coscienza e autocoscienza, intelligenza e una mente complessa. 
La risposta in fondo è molto semplice. 
Se noi possediamo questi attributi, devono in qualche modo possederli anche tutti gli altri, perché NOI SIAMO ANIMALI. 
Noi siamo la prova che gli animali, tutti, sono coscienti e autocoscienti. Non ci può esser prova migliore di questa perché noi siamo animali come loro. 

Non c'è evidenza scientifica per dimostrare che noi avremmo un quid in più che gli altri non hanno. A meno che, appunto, sotto sotto non si continui a restare convinti che noi siamo altro in virtù di questo quid che molti, ahimè, fanno coincidere con il concetto religioso di anima. Che è un concetto creazionista.
Ma l'anima non esiste. O meglio non esiste un soffio vitale o altro di metafisico che permane al di fuori dei nostri corpi dopo che sono morti. Abbiamo una mente che è fisica, localizzata nell'attività cerebrale, abbiamo ricordi, pensieri, sogni, desideri e ce l'abbiamo perché abbiamo un cervello e una superficie corporale, esattamente come ce l'hanno gli altri animali. Abbiamo cinque sensi, esattamente come ce l'hanno gli altri animali. 
Siamo corpi. Come tutti gli altri animali.
Per quale motivo il mio corpo dovrebbe valere di più di quello di un leopardo? Davvero la differenza morfologica può giustificare un diverso trattamento morale?

Ora, a me sembra che siamo ancora molto indietro. Che ancora  siamo fermi al punto di raccontare CHI sono gli animali. Prima ancora di dire agli altri quanto sia ingiusto e sbagliato ucciderli, dobbiamo far capire CHI sono perché fino al momento in cui le persone - filosofi compresi - continuano a esser convinti che essi non possano sapere cosa sia la sofferenza psichica, non possano progettare, desiderare, sognare, volere, proiettarsi nel futuro e passato, si continuerà a giustificare il diverso trattamento morale a loro riservato. 

Non so voi, io ancora mi sento dire che non possiamo paragonare le tragedie umane con quelle animali. Ancora questa differenziazione ontologica, noi da una parte e gli animali dall'altra.

NO. SIAMO TUTTI ANIMALI! 

Non deriviamo dai primati. Non siamo una specie che si è perfezionata rispetto al resto del mondo animali. Noi siamo primati.
Abbiamo paura di dirlo. Perché? Perché la cultura creazionista e antropocentrica e il cattolicesimo ci hanno inculcato nella testa tutta una serie di pregiudizi negativi sulle altre specie.

A me sconvolge pensare che ci siano persone pronte a credere all'esistenza di dio e che allo stesso tempo abbiano invece ancora dubbi sulla coscienza degli animali. 

1 commento:

Giovanni ha detto...

la differenziazione ontologica, anche se nessuno sa che si chiama così, è in mezzo ancora alla gente tutti i giorni, purtroppo. Spunta ogni volta che si sentono frasi riempite di stereotipi irriflessivi nei confronti degli altri animali, persino quelli più vicini a noi, nella vita quotidiana, che pensiamo di conoscere bene (invece, conosciamo solo l'immagine nostra che noi proiettiamo e sovrapponiamo ai loro danni ).

Percò ho deciso di ripartire dai fondamentali, e mi sto rileggendo testi per capire la teoria della evoluzione o la storia paleontlogica dei primati.
Un po'di fatti hard, per ritrovare la bussola. :)