mercoledì 6 marzo 2019

Il mito Pretty Woman - come la lobby dell'industria del sesso ci spaccia la prostituzione


Breve resoconto della presentazione dei libro di Julie Bindel, "Il mito Pretty Woman - come la lobby dell'industria del sesso ci spaccia la prostituzione", organizzata da Resistenza Femminista, che ha anche curato e tradotto il libro stesso. Sono intervenute  la costituzionalista Silvia Niccolai e la scrittrice Rachel Moran, autrice di un altro importante e notevolissimo testo, già da me più volte citato e consigliato, "Stupro a Pagamento".
Come saprete, in Italia è in discussione la costituzionalità della legge Merlin, una legge molto avanzata in temi di diritti umani per arrivare a una vera e propria uguaglianza tra uomini e donne. La legge non vieta la prostituzione, non criminalizza le donne prostituite, ma vieta in sostanza lo sfruttamento di queste da parte di terzi e l'attività organizzata di lucro, quindi penalizza i papponi e il loro sfruttamento sulle donne. 
Il senatore Rufa della Lega sta proponendo di riaprire i bordelli, come è accaduto in Germania, Nuova Zelanda, Svizzera, Nevada e altri stati. 
Se la legge Merlin venisse abrogata ci troveremmo di fronte alla decriminalizzazione dei papponi e in sostanza lo stato stesso diventerebbe pappone stesso. 
Le persone che sono a favore sono di due tipi: o persone molto ingenue che non sanno cosa realmente sia la realtà della prostituzione, o persone che vogliono continuare che si lucri sul corpo delle donne, quindi profondamente maschiliste e misogine.
Senza dilungarmi troppo, riporto alcune cose significative sul tema e alcune cose dette ieri su cui è bene soffermarsi per avere il quadro completo di quello che significherebbe. 
- L'industria del sesso, una vera e propria lobby, getta fumo negli occhi adottando un linguaggio e una terminologia che di fatto sono mistificatori e tendono ad alimentare il mito della prostituta felice. Ad esempio se la prostituzione venisse regolamentata e i papponi decriminalizzati, anche questi ultimi si potrebbero definire tranquillamente sex-workers - di fatto persone che lavorano nell'industria del sesso, anche se sono sfruttatori- in una completa sovrapposizione dello sfruttato e di chi sfrutta, e possono, come di fatto è accaduto, fondare associazioni e comitati in difesa del sex-work, anche se non viene affatto data la parola alla dirette interessate, ma solo a chi le sfrutta; 
- La prostituzione, con la regolamentazione, ossia con la decriminalizzazione di ogni attività ad essa correlata, non diminuisce, ma aumenta, così come aumenta la tratta delle ragazze, spesso anche minori, che andrebbero a "lavorare" nei bordelli. Ma chi pensate che andrebbe a lavorare in questi posti? Ovviamente le persone poverissime, quelle ragazze e donne che fuggono dai loro paesi per questioni di sopravvivenza o che vengono illuse di poter accedere a una vita migliore. Già solo per questo fatto, chi si dichiara di sinistra dovrebbe essere contrario, in quanto la prostituzione non è soltanto lo sfruttamento di un sesso sull'altro, ossia il privilegio degli maschi di accedere al corpo delle donne, ma anche lo sfruttamento di alcune classi sociali sugli strati più bassi della popolazione; inutile lottare contro lo sfruttamento dei migranti, che costituiscono manodopera a basso costo a tutto vantaggio del capitalismo, se poi si favorisce lo sfruttamento massimo che può avvenire sul corpo di qualcuno, ossia l’uso del corpo stesso; inutile, e qui interpello anche i compagni antispecisti, essere contro lo sfruttamento degli altri animali, se poi si legittima quello sui corpi delle donne; 
- L'apertura dei bordelli sarebbe un ostacolo insormontabile al raggiungimento della reale uguaglianza tra uomini e donne e questo dovrebbe essere facile da comprendere, ma evidentemente non abbastanza. Vi spiego perché: la domanda è esclusivamente da parte degli uomini. Sono gli uomini che vogliono comprare sesso e che vogliono accedere al corpo delle donne. La prostituzione maschile è un fenomeno molto limitato e a comprare sono sempre e soltanto altri uomini stessi. Questo significa che abbiamo un problema profondo: la convinzione di un sesso, quello maschile, di poter accedere ai corpi di un altro sesso, quello femminile, semplicemente pagando, il che costituisce la forma massima, causa e conseguenza, dell'oppressione patriarcale. Significa ritenere le donne non capaci di emanciparsi, di lavorare, di studiare, ma al massimo di vendere i loro corpi. Una visione del genere è a detrimento di tutto le donne, danneggia ogni donna, danneggia l'immagine e la sostanza stessa dell'essere donne. Oltre a provocare danni immensi a coloro che si prostituiscono realmente; il fatto che a comprare sesso siano solo gli uomini e che a vendersi siano solo le donne non dovrebbe essere sufficiente a capire che c’è un problema di disparità di trattamento e di considerazione al riguardo dei due sessi?
- In un mercato liberista come il nostro, decriminalizzare i papponi e liberalizzare il commercio del sesso significa in sostanza trasformare questa "attività" al pari di ogni altra attività economica, quindi renderla concorrenziale, abbassando i prezzi e aumentando la richiesta delle prestazioni svolte, anche in termini di qualità, e contribuire al formarsi di un immaginario in cui tutto diventa lecito, essendo legale. Anche promuovere, come di fatto accade, il corpo di una donna insieme a una birra e a un panino in un menù. Di fatto assimilando le donne a un panino o qualsiasi altro oggetto. Se tutto è lecito, si alza la richiesta di determinate prestazioni, tipo il sesso senza preservativo. Nei paesi dove la prostituzione è stata regolamentata c'è un aumento di Hiv e di altre malattie sessualmente trasmissibili e ci sono tantissime donne morte di tumore alla cervice, di cirrosi, di overdose perché la stragrande maggioranza delle donne che si prostituisce, per sopportare quello che fa, fa uso di alcol, droghe, antidolorifici potenti che danno assuefazione, anestetici di vario tipo. Le donne nella prostituzione muoiono e si ammalano. Nessuno lo dice questo, però.
- Nella regolamentazione, ed è questa l'aspetto che viene più mistificato, non si tutelano affatto le donne prostituite, essendo la merce in vendita, ma soltanto il cliente e il fornitore, ossia il pappone. Le donne prostituite sarebbero schedate e obbligate a controlli sanitari, mentre il cliente avrebbe diritto alla privacy e a nessun controllo. In teoria un cliente affetto da Hiv o altra malattia potrebbe richiedere sesso senza protezione, alzando il prezzo verrebbe accontentato, e la donna non sarebbe affatto tutelata. Anche questo è un evidente trattamento di disparità a tutto vantaggio del solo cliente;
L'unico modello che funziona ed è quello che è stato ormai adottato da diversi paesi, è quello svedese, detto nordico perché adottato da vari paesi del nord Europa (che tutto sono fuorché bigotti... tanto per respingere l'accusa di moralismo, ma su questo punto ci torno brevemente dopo) in cui la prostituzione non è vietata, ma scoraggiata, e la donna prostituita non viene criminalizzata, ma realmente aiutata a intraprendere un percorso di fuoriuscita dal sistema, con accesso a corsi di studio, formazione lavorativa, di modo che possa avere una vera scelta. È il cliente a essere penalizzato perché è ovvio che la prostituzione esiste perché esistono uomini che vogliono accedere al corpo delle donne per il loro privilegio. Resistenza Femminista ha indetto una petizione per chiedere al nostro governo di adottare la legge sul modello nordico, l'unica che ha a cuore veramente gli interessi e il benessere delle donne prostituite e non di chi le sfrutta o ne trae vantaggio. Andate su sito a firmare;
- l'accusa di moralismo, sessuofobia addirittura, bigottismo, da parte chi vuole promuovere il modello nordico, è presto rigettata. La prostituzione, come dice Rachel Moran, non è né sesso e né lavoro. Non è sesso, ma solo abuso da parte degli uomini sui corpi delle donne. Il sesso è attrazione reciproca e consentaneità e dove c'è bisogno di denaro e quindi di accettare di farsi usare da uomini sconosciuti verso cui non si prova alcun tipo di attrazione, ma spesso repulsione, non ci può essere consentaneità. Il fatto che ci sia di mezzo il denaro, tuttavia, non la rende nemmeno un lavoro, ma semplicemente sfruttamento di donne bisognose, di povertà, ricatto; penso che ogni donna sappia, nel profondo, cosa significhi essere molestate, palpeggiate, anche solo guardare da uomini sconosciuti che vogliono solo usare i nostri corpi. La prostituzione è mille volte peggio, è un abuso reiterato, continuo, è una violenza inaudita cui alcune donne sottostanno dietro ricatto o perché non hanno alcuna altra possibilità per vivere. 
Questi sono soltanto alcuni punti accennati ieri, per approfondire al riguardo della vera realtà del sistema della prostituzione e della lobby del sesso vi consiglio di leggere i libri sopracitati, sia quello della Moran, che quello della Bindel. Il primo racconta nel dettaglio cosa significa realmente prostituirsi e lo racconta una sopravvissuta, essendo lei stessa stata nella prostituzione per sette anni e avendo scritto il libro nel corso di dieci anni, intervistando ex colleghe; il secondo si avvale dell'intervista di tantissime sopravvissute, prostitute e anche di proprietari di bordelli e clienti per avere un quadro completo di cosa significherebbe abolire la legge Merlin, decriminalizzare i papponi, regolamentare, cioè liberalizzare nel nome del libero mercato, la prostituzione.
Ultima cosa: a  chiunque stiano a cuore i diritti umani e degli altri animali, non può non stare a cuore questa questione. L'abolizione della legge Merlin legittimerebbe, normalizzerebbe, legalizzerebbe l'oppressione da parte degli uomini sui corpi delle altre donne e negherebbe ogni possibile raggiungimento della parità tra i sessi. Non è questione di essere soltanto femministe, ma di definirsi persone libertarie, rispettose, per i diritti di tutti.
Chi è a favore del sex-work o è uno che sfrutta oppure si tratta di casi che nulla hanno a che vedere con la vera prostituzione. Magari studentesse che si mostrano con la web-cam o "escort" che vanno con uomini scelti, ma sono tutte situazioni che, per quanto discutibili, non hanno realmente a che fare con la realtà ben più tragica e avvilente della prostituzione e di chi lavora nei bordelli. Comunque sia il modello nordico non impedirebbe a chi volesse liberamente vendere il proprio corpo di farlo, ma aiuterebbe realmente le vittime a uscirne, offrendo loro una vera alternativa, di modo che allora vendersi diventerebbe una scelta e non un obbligo. 
Esprimersi a favore della prostituzione quando ci si trova in una posizione di privilegio, sapendo che mai si potrebbe essere costrette a farlo, è facile. Ma provate a immedesimarvi nella situazione di ragazze e donne disperate costrette a esaudire le richieste di uomini con cui non andreste nemmeno a prendere un caffè, uomini violenti, che hanno un rapporto malato con l'altro sesso, improntato sul dominio e non paritario. Chi vede la donna come una persona sua pari, non sfrutta la sua povertà per usarla. Soprattutto, l'abuso, nella prostituzione, la violenza, sono la norma e non l'eccezione. 
Chi compra sesso e la lobby del sesso in generale insieme danno voce e rafforzano la misoginia e il sistema patriarcale perché hanno tutto l’interesse nel continuare a far restare le donne in uno stato di subordinazione per il mantenimento dei propri privilegi. 

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