giovedì 28 novembre 2019

Usare il corpo in modo simbolico

Una riflessione che prende spunto da uno scambio di idee sotto a un post di un mio contatto su Facebook: l'oggetto del contenzioso è l'immagine di una donna che si para a seno nudo davanti a un plotone militare. 

Donne che si denudano per proteste di natura politica non sono certo una novità, penso che tutti conosciamo le Femen, ad esempio e anche in ambito animalista abbiamo spesso assistito a proteste contro le pellicce o altre forme di sfruttamento degli animali messe in atto da donne nude. 

Il corpo nudo non è certo qualcosa di cui vergognarsi, anzi, considero per esempio una forma di discriminazione sessista non poter andare a correre al parco a torso nudo quando fuori ci sono 35 gradi, esattamente come fanno molti uomini. Il torso nudo di un uomo dentro palestre o al parco non è un problema, ma se si presentasse una donna senza maglietta e reggiseno verrebbe arrestata o comunque tutti la guarderebbero e i commenti sessisti si sprecherebbero.
Ecco, ho detto la parolina, il problema è appunto il sessismo, non il nudo in sé.
Purtroppo viviamo in una società di stampo maschilista/patriarcale che sessualizza il corpo - o meglio, alcune parti del corpo - delle donne e che le mercifica, simbolicamente e materialmente. Dobbiamo assolutamente combattere tutto ciò e sarei per esempio favorevole a una protesta in cui ogni donna scendesse in piazza a seno nudo per protestare direttamente contro la sessualizzazione del seno (un po' come è avvenuto quando si è deciso di indossare magliette senza reggiseno in solidarietà a Carole Rackete); ma il discorso cambia quando si pretende di usare il seno nudo come provocazione per attirare l'attenzione su un'altra tematica (lo sfruttamento degli animali, la guerra, la religione ecc.) perché in quel caso si ribadisce un concetto: ossia, che noi donne per farci ascoltare non abbiamo altri mezzi che usare il nostro corpo, rinunciando in partenza a usare parole, linguaggio, discorsi non incentrati sul corpo. 
In una società ancora sessista, dove il seno, le natiche, la nudità femminile in generale è sessualizzata, bisogna prestare molta attenzione al modo in cui si sceglie di comunicare perché si rischia altrimenti di ottenere la solita sfilza di commenti sessisti, dimostrando che anziché un cervello, abbiamo solo gambe e tette per attirare l'attenzione.

Pensate a questa situazione: alcune donne si trovano in una stanza insieme ad alcuni uomini e si sta discutendo di una questione molto importante. Gli uomini alzano la mano per comunicare che hanno un intervento da fare e quando arriva il loro turno, semplicemente, parlano; le donne alzano la mano allo stesso modo, ma nessuno le lascia parlare e se ci provano vengono interrotte e zittite perché in una società maschilista è questo che avviene: le donne hanno meno peso politico, si è ancora convinti (cioè, gran parte della società ne è convinta!) che il loro ruolo debba essere solo quello di procreare, dedicarsi alla cura della famiglia e di allietare sessualmente gli uomini. Ora, anziché trovare un modo nuovo per farsi ascoltare e protestare contro questo fatto di risultare invisibili o di essere messe a tacere - cioè contro la loro oppressione - alcune pensano bene di spogliarsi, convinte così di riuscire ad attirare finalmente l'attenzione, convinte che quello sia l'unico modo per attirare l'attenzione. E l'attenzione la ottengono, ma su cosa la ottengono? Sul loro corpo sessualizzato e non su quello che hanno da dire. 
Un autogol pazzesco, a mio parere.

Il concetto dell'autodeterminazione, affermazione e riappropriazione del corpo femminile è importantissimo, ma va saputo condurre con molta attenzione perché giocare con i simboli culturali di una società (e il seno nudo in una società sessista è merce agli occhi del maschio) è sempre molto pericoloso in quanto, se gli individui singoli cambiano relativamente in fretta, non è così per la cultura e sottocultura nel complesso poiché rimangono radicate nel profondo e permangono tra gli interstizi delle società. 
Individui evoluti che usano simboli in un contesto composto per la maggioranza da individui che ancora interpretano quei simboli alla vecchia maniera rischiano di rafforzare quei simboli, anziché rinnovarli o abbatterli.

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