mercoledì 9 giugno 2021

Yulin è ovunque

 

Tra qualche giorno, esattamente il 21 giugno, inizia l'abominevole festival di Yulin, in Cina.

Ho letto delle testimonianze raccapriccianti. La tradizione vuole che i cani e gatti soffrano a lungo, che vivano una vera e propria agonia perché così le loro carni sono più tenere.

Non vi riporto quello che accade e che io stessa ho visto in alcuni video diffusi in rete dai pochi attivisti coraggiosi che riescono a entrare nella zona di Yulin, ma vi assicuro che è tutto vero, non sono credenze messe in giro dai razzisti. 

Purtroppo gli occidentali non sono ben visti e rischiano anche parecchio se provano a riprendere con la videocamera, ma si trova parecchio materiale in rete che potete cercarvi da soli, se proprio ci tenete a verificare. 

Ci sono luoghi, tradizioni e pratiche peggiori di altre per gli animali. Ma si tratta di una semplice gradazione dell'orrore. 

Altri orrori, invisibili agli occhi dei visitatori, avvengono anche in occidente, nei civilissimi e avanzatissimi laboratori per la ricerca medica (e detenere un animale in gabbia costituisce già una tortura al massimo grado per un individuo che così viene privato delle sue esperienze e di un'esistenza degna di chiamarsi tale), in tante città europee (pensate forse che la Corrida o il Palio di Siena siano meno cruenti?), nei ristoranti dietro casa dove vengono bollite vive le aragoste e altri animali marini o nei mattatoi, in ogni mattatoio; e dentro le nostre case perché dietro ogni prodotto alimentare di origine animale si nascondono sfruttamento, violenza, uccisioni.

Yulin è certamente un inferno. Ma dovete essere consapevoli del fatto che si tratta della punta di un iceberg. Quell'iceberg, che non riusciamo a vedere poiché sommerso, o meglio, immerso nella consuetudine del quotidiano e nella naturalizzazione e normalizzazione di pratiche e gesti: lo specismo.

Se volete combattere Yulin, allora dovete combattere lo specismo. Non solo l'uccisione dei cani e gatti, ma anche delle altre specie.


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