mercoledì 8 marzo 2023

Destino comune

 Tra le altre cose, il femminismo è presa di coscienza di un destino comune tra simili, tra persone dello stesso sesso. 

È la deflagrazione interna che avviene quando, confrontandoti con altre donne, capisci che non sei la sola ad aver subito certe molestie e ad essere stata vittima di comportamenti che ti facevano sentire a disagio - ma a cui, allora, non avresti saputo dare un nome - e che solo nel momento in cui l'hai appreso hai capito che il tuo disagio era legittimo, giustificato, normale e che no, non eri strana tu, ma erano maschilisti e prepotenti gli uomini che avevi incontrato. 

Per questo il confronto tra donne è fondamentale perché ti fanno capire che certi meccanismi non sono casuali o eccezionali, ma sistemici e culturali.

Ecco, vorrei che l'8 marzo fosse un momento di riflessione per noi tutte e vorrei che anziché mimose venissero distribuiti e regalati libri sul femminismo, saggi o romanzi che siano. 

Poi mi piacerebbe anche che le donne arrivassero a comprendere che se il sesso di appartenenza ci unisce e rende simili in tanti destini, questo è lo stesso per le femmine di altre specie. 

So che la normalità con cui abbiamo sempre sfruttato gli animali e l'occultamento della realtà riguardo la produzione del latte, uova, carne non ci fa percepire gli allevamenti e i mattatoi come sbagliati, eppure lo sono perché sfruttano, controllano e uccidono i corpi delle femmine di molte specie e dei loro cuccioli. Un controllo totale che comprende la visione che abbiamo degli animali concepibile, materialmente e metaforicamente, nei limiti della funzione che gli viene assegnata (da reddito, utili o dannosi, domestici o pericolosi). Non esistono allevamenti etici perché tutti contemplano sfruttamento e fine violenta al mattatoio e questa riduzione della loro soggettività a una funzione.

Se ci riconosciamo come femmine di homo sapiens unite da problematiche simili, facciamo uno sforzo e includiamo nella nostra considerazione morale e nelle nostre battaglie anche le femmine di altre specie, che sebbene non parlino il nostro linguaggio,  comunicano e soffrono non meno di noi. 

I corpi sono fatti della stessa materia, carne, sangue, muscoli e così le emozioni e sensazioni scaturite dal cervello. Se riconosciamo come ingiusto il nostro sfruttamento basato sull'uso dei nostri corpi, allora dobbiamo riconoscere come ingiusto anche quello degli altri animali, delle femmine e dei loro cuccioli.


Nessun commento: