lunedì 18 aprile 2011

The Silence of The Lambs

Hannibal Lecter: Dopo l'omicidio di tuo padre eri un'orfana, avevi dieci anni, sei andata vivere in un ranch con pecore e cavalli nel Montana. E?
Clarice Starling: E una mattina sono semplicemente fuggita.
Hannibal Lecter: Non proprio, Clarice. Cosa ti ha spinto? A che ora sei partita?
Clarice Starling: Presto, era ancora buio.
Hannibal Lecter: Poi qualcosa ti ha svegliato, vero? Era un sogno? Che cos'era?
Clarice Starling: Ho sentito uno strano rumore.
Hannibal Lecter: Cos'era?
Clarice Starling: Era... un grido. Una specie di grido come la voce di un bambino.
Hannibal Lecter: E che hai fatto?
Clarice Starling: Sono andata... di sotto, fuori... Mi sono avvicinata furtivamente alla stalla. Avevo tanta paura a guardare dentro, ma dovevo!
Hannibal Lecter: E che hai visto, Clarice? Che hai visto?
Clarice Starling: Gli agnelli. Stavano urlando.
Hannibal Lecter: Stavano macellando gli agnellini?
Clarice Starling: Urlavano come pazzi.
Hannibal Lecter: E sei corsa via?
Clarice Starling: No. Prima ho tentato di liberarli. Ho aperto il cancello del loro recinto, ma non scappavano, rimanevano lì... confusi, e non scappavano.
Hannibal Lecter: Ma tu potevi e l'hai fatto, non è vero?
Clarice Starling: Sì. Ne presi uno e corsi via il più velocemente possibile.
Hannibal Lecter: Dove volevi andare, Clarice?
Clarice Starling: Non lo so, non avevo cibo, non avevo acqua, e faceva molto freddo, molto freddo. Pensavo... che potevo salvarne almeno uno, ma... era pesante. Pesante. Riuscii a fare solo qualche miglio, lo sceriffo mi trovò subito. Il proprietario era così in collera che mi mandò a vivere all'orfanotrofio Luterano a Bozeman. Non vidi mai più il ranch.
Hannibal Lecter: Che ne è stato del tuo agnello, Clarice?
Clarice Starling: Lo uccisero.
Hannibal Lecter: Ti svegli ancora qualche volta, vero? Ti svegli al buio e senti il grido di quegli innocenti.
Clarice Starling: Sì.
Hannibal Lecter: E pensi che se riuscissi a salvare la povera Catherine, potresti farli smettere, vero? Pensi che se Catherine vive, non ti sveglierai nel buio con quell'orribile grido di quei poveri esseri innocenti.
Clarice Starling: Non lo so. Non lo so.
Hannibal Lecter: Grazie, Clarice. Grazie.

Difficile aggiungere qualcosa a questo struggente dialogo - che ovviamente va letto ricordando le eccezionali interpretazioni dei bravissimi Jodie Foster ed Anthony Hopkins - perché, semplicemente, racchiude già tutto quello che di importante vorrei dire.
Io non ho mai vissuto in un ranch e - fortunatamente - non ho mai assistito dal vivo alla macellazione di un agnellino. Ma le grida, quelle grida, le sento anche io. E so per certo che - trovandomi nella stessa situazione dell’agente Clarice - avrei fatto la stessa cosa: avrei provato a salvarne almeno uno. Consapevole dell’inanità del tutto, poiché nello stesso momento altre creature innocenti sarebbero state uccise e le loro urla strazianti avrebbero continuato a lacerare l’aria della notte.
Penso però che sia dannatamente importante continuare a provarci, a salvarne almeno uno, almeno due, cento, mille, il più possibile, fino a che verrà il giorno in cui non ci sarà più nessun urlo a straziare la notte e nemmeno il giorno.
Mi rivolgo - con questo post - soprattutto a chi ancora mangia gli animali e a chi - sta pensando - per seguire un’ignobile tradizione - di mangiare l’agnello il giorno di pasqua.
Mi rivolgo anche - anzi, soprattutto direi - a coloro che si definiscono credenti.
Io non sono religiosa però so che il giorno di pasqua si festeggia la resurrezione di Gesù Cristo e per questo è considerato un giorno importante, di grazia, di immensa letizia, di pace.
Non voglio entrare in discussioni teologiche perché non ne sarei in grado, vorrei però ricordare a tutti i credenti e praticanti e anche a quelli che magari non sono né l’uno e né l’altro e però festeggiano lo stesso l’evento per “tradizione” e per avere un’occasione di riunire la famiglia, che sarebbe del tutto incoerente ed assurdo andare a messa quella mattina, scambiarsi il segno di pace, gli ulivi benedetti, cantare inni e lodi in nome del signore e sentirsi felici per la sua resurrezione se poi - dopo, a casa - quelle stesse mani che si sono strette in segno di pace verranno sporcate del sangue di esseri viventi. Un essere vivente, un agnellino (del tutto rassomigliante ai cani ed ai gatti che invece vengono trattati amorevolmente magari dalle medesime persone), che per finire sulle tavole di coloro che festeggeranno la pasqua è stato brutalmente strappato alla madre, trattato nel peggiore dei modi, terrorrizzato, spintonato sui camion, trasportato, orribilmente ucciso, scuoiato, macellato, fatto a pezzi e infine mangiato. Fareste questo al vostro cane? Al vostro gatto? A vostro figlio? Ad un bambino qualsiasi? Ma perché non riuscite a vedere che negli occhi terrorizzati ed increduli (perché mi state facendo questo?) c’è il medesimo orrore che leggereste in quelli di un altro cucciolo qualsiasi - che sia di uomo o di cane o di altre specie poco importa?
Ma nei dieci comandamenti - cui diceva di ispirarsi il Cristo, la cui resurrezione state festeggiando - non c’è quel “Non uccidere!” ?
Cari cattolici credenti, cristiani osservanti e praticanti, o solo credenti o qualsiasi cosa vi crediate di essere e pensiate di seguire - il comandamento NON UCCIDERE non specifica CHI non si debba uccidere ma dice proprio NON UCCIDERE in generale; ora, poiché si può uccidere soltanto un essere vivente, è fin troppo evidente che per NON UCCIDERE si intenda proprio NON UCCIDERE nessun essere vivente (compresi gli agnellini!). Altrimenti sarebbe stato ben specificato, come infatti - in altri comandamenti - è stato specificato: “non desiderare la donna d’altri” (e non la zia, o la cugina, o la sorella) - “onora il padre e la madre” (e non lo zio, o il fratello, o il cugino).
Il comandamento non dice “non uccidere gli esseri umani ma gli animali sì”.
Quindi - mi rivolgo sempre ai credenti - se voi davvero ci tenete a rispettare i dieci comandamenti, a festeggiare l’evento della resurrezione ecc., perché non cercate di essere un pochino più coerenti smettendo di uccidere e mangiare gli animali?
Perché non cominciare proprio in questo giorno di rinnovata letizia, rinunciando a comprare l’agnello, a cucinarlo, a mangiarlo?
E vi prego di non commettere lo sciocco errore di pensare: “ma tanto nelle macellerie già li vendono, già sono esposti, ormai sono morti”. E no. Perché magari, diminuendo la richiesta, il prossimo anno ne verrà ucciso qualcuno in meno, magari tra due anni qualcuno ancora in meno, e poi magari, se tutti ci convincessimo che siamo noi maledetti consumatori a fare la differenza sul mercato, tra molti anni a nessuno verrà più in mente di sacrificare un agnello per onorare la resurrezione di Cristo. Cessando la richiesta, cessa anche la vendita.
Che poi, i sacrifici, non li facevano i popoli pagani e considerati “barbari” proprio dai cristiani?
Ma allora, perché continuare  a sacrificare e a mangiare gli agnellini? Ma in nome di quale becera sanguinaria tradizione sacrificale?
E  comunque - visto che il mio post appare con qualche giorno di anticipo - visto che solitamente le persone ordinano l’agnello dal macellaio di fiducia qualche giorno prima - se voi ci rinunciate, optando per altri mille menù gustosi - probabilmente verrà risparmiata una vita, “salvata” una vita, che è esattamente - per parlare la vostra stessa lingua, quella dei credenti - ciò che era nelle intenzioni di Cristo.
Non mangiate gli agnellini. Quel vostro gesto, come quello di Clarice, magari non servirà a molto, ma salvarne anche soltanto uno, almeno uno, è già un principio. Un buon principio. Il miglior augurio pasquale che possiate fare a voi stessi e al prossimo. 

6 commenti:

webmaster ha detto...

La tradizione di mangiare l'agnello è una tradizione ebraica e si legge nel Vecchio Testamento come memoriale dell'uscita dall'Egitto (e la liberazione dalla schiavitù).
Con il Nuovo Testamento c'è una nuova Pasqua e un nuovo Agnello immolato una volta per tutte per tutti noi e per i nostri peccati che è presente in corpo e sangue con la consacrazione nelle forme del pane e del vino. Non ha quindi alcun senso mangiare l'agnello "per tradizione". Finché non ero vegetariano (per fortuna, sono trascorsi un po' di anni) lo mangiavo anch'io ma non per tradizione, era solo ignoranza e disinteresse verso la sorte degli animali. A farmi aprire gli occhi è stato proprio un movimento cattolico.

Rita ha detto...

Questo è stato il tuo percorso e certamente la scelta vegetariana ti fa onore. Ciò non toglie che domenica prossima moltissimi cattolici - e anche non cattolici se è per questo - mangeranno l'agnello. Certamente anche per ignoranza, o per ipocrisia, o per qualsiasi altra ragione vogliano sostenere. Il senso del mio post è proprio quello di indurre ad una riflessione, ad un pensiero critico.
Quello che non approvo del cattolicesimo è la visione profondamente antropocentrica (lascia perdere le eccezioni, che fortunatamente ci sono) per cui solo l'uomo possiede un'anima e quindi merita un trattamento "speciale" su tutte le altre specie viventi.
In tempi piuttosto recenti anche il Papa se ne è uscito con una dichiarazione secondo cui bisognerebbe smetterla con "tutto questo ecologismo, animalismo ecc." (non ricordo le parole esatte ma ne ricordo bene il senso) perché - a suo dire - non si deve dimenticare la posizione centrale che l'uomo occupa sul pianeta, essendo la natura e così gli animali, messi a disposizione per lui affinché possa servirsene; quindi non considerandoli nel loro valore inerente ma solo in un'accezione meramente utilitaristica. Ciò che emerge dalle parole del Papa è che solo l'essere umano, essendo stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, e possedendo un'anima, merita rispetto, tutto il resto passa in secondo piano.
Nella visione protestante e calvinista in particolare infatti la natura - intesa in tutte le sue libere e spontanee manifestazioni - è vista come un qualcosa da domare e sottomettere affinché possa essere assoggettata e quindi far emergere il valore dell'essere umano che - come tale, proprio nel conformarsi al Verbo Divino - recherebbe il segno della raggiunta Grazia.
Inoltre da molti cattolici ho sentito affermare con convinzione che mangiare gli animali o utilizzarli per il lavoro ecc. significherebbe addirittura "onorare" Dio, proprio perché questi sarebbero stati creati per essere messi al servizio dell'uomo. A mio avviso questi discorsi sono profondamente errati ed espressione di una mentalità arcaica e di un assunto fideistico cieco che, specialmente oggi, non ha più ragione di essere.
Naturalmente io non prendo posizione contro chi ha Fede ma contro chi - in nome di questa Fede - fa discendere dei principi mortiferi nei confronti degli esseri più deboli ed indifesi e pretende di parlare in nome di una Verità univoca ed assoluta.
Se uno crede in Dio o nel Babau o in qualsiasi altra entità ma senza pretendere di agire e parlare o esprimere una qualsivoglia "verità" in suo nome, a me sta pure bene. Figurati, a me sta bene persino se uno viene a dirmi che crede negli alieni, comincio invece a preoccuparmi quando - in nome di questi presunti alieni - mi si vorrebbe insegnare come vivere o pretendere di farmi passare una "verità".
In poche parole, non mi piace chi abdica alla propria capacità critica e di pensiero per assumere un atteggiamento di chiusura in nome di una principio imposto, per quanto nobile questo possa essere.
Io credo che ci siano più verità e che ogni percorso sia ugualmamente valido purché fatto di comprensione, empatia, compassione, non violenza ed antispecismo. Tutto il resto non può che essere viziato da un preconcetto e da dogmi che, come tali, io rifiuto.

Anonimo ha detto...

brava. apprezzato sia articolo che commento

Rita ha detto...

Anonimo, grazie. :-)

Anonimo ha detto...

"Altrimenti sarebbe stato ben specificato, come infatti - in altri comandamenti - è stato specificato: “non desiderare la donna d’altri” (e non la zia, o la cugina, o la sorella) - “onora il padre e la madre” (e non lo zio, o il fratello, o il cugino)"

cavoli, non ci avevo mai fatto caso!
brava Biancaneve! :)

Rita ha detto...

@ Rò

Ovviamente un cattolico ti direbbe che non è la traduzione corretta e che in realtà si riferiva solo agli esseri umani perché secondo loro la bibbia, quando gli fa comodo, va interpretata, quando invece non gli torna comodo, allora va presa alla lettera. Ovviamente l'interpretazione spetta solo ai cattolici stessi. :-D