domenica 18 dicembre 2011

Should I Stay or Should I Go

Cantavano i Clash.
Ma non voglio parlare dei Clash, né di musica.Voglio parlare di scelte. Ancora una volta. Perché l’intera esistenza dell’individuo non è altro che un susseguirsi di scelte, o di quelle che crediamo essere tali. Non credo nel destino. Credo nei rapporti di causa ed effetto. Ogni nostra azione ha delle conseguenze. Punto.
Questa è una premessa, hmmm, diciamo “lirica”. In realtà voglio parlare di un fatto curioso avvenuto poco fa  e che mi ha dato da riflettere.
Da diverso tempo Blogger al momento di effettuare il login, mi chiede il numero di telefono (per le solite ragioni di sicurezza, nel caso ci fossero problemi tecnici, dovessi dimenticare la password ecc.). Io, per scelta appunto, non ho mai voluto darlo. Non perché pensi che Mr. Blogger mi possa mandare sms sconci nel pieno della notte, ma perché lo ritengo superfluo. Voglio essere libera di decidere quali informazioni della mia vita diffondere in rete e quali no. So bene che non ci sono persone fisiche dietro alla richiesta da parte di Blogger del numero di telefono, bensì software, ma ritengo più sicuro non fornire tutti i dati che potrebbero in qualche modo far risalire alla mia persona fisica. E non perché io abbia qualcosa da nascondere e non perché pensi che potrebbero fare chissà cosa con i miei dati, ma perché  non mi va di essere ridotta ad un dato inserito nel database e perché non si può mai sapere in quale maniera potrebbero venire usati questi dati, fosse anche solo per inviarmi spam pubblicitario, il che non è gravissimo, ma scocciante.
Poco fa ho iniziato a postare dei commenti sul blog di Dinamo Seligneri, commenti in cui spiegavo perché non mi piace Facebook e, tra le altre cose, ho accennato anche alla sua funzione di carpire e raccogliere i nostri dati: nulla che non sia già stato detto, le solite cose del controllo globale, dell’avverarsi del Grande Fratello orwelliano ecc., del fatto che siamo tutti tracciati e tracciabili.
Per qualche ragione misteriosa, sicuramente di natura tecnica, i miei commenti sono finiti nella casella dello spam (di questo mi ha avvisata Dinamo stesso) e una parte di essi di fatto non è stata ancora pubblicata, sebbene io fossi loggata con il solito account Biancaneve. Ad un certo punto mi sono anche accorta che ero stata cancellata come utente e che il mio blog risultava rimosso. E’ apparsa la scritta: “il blog ecc. (e viene riportato l'indirizzo) è stato rimosso”. Mi è preso un colpo. Inoltre, poco prima, prima che sparisse il blog, avevo notato che tra i miei lettori fissi ne risultava un 31esimo, che però non viene visualizzato. Insomma, c’è qualcosa di strano.
Provo a contattare Blogger ma - a parte il fatto che non esiste un modo per contattare qualche persona fisica direttamente, o un ufficio, o simili, ma a disposizione degli utenti è messo solo un forum in cui si fa presente il problema, ma poi non ti si fila nessuno - mi dice che per ogni ulteriore movimento devo necessariamente fornire il mio numero di telefono, al quale poi manderanno un numero di codice per poter procedere nella verifica di quanto è successo a livello tecnico.
Alla fine ho dato il mio numero di cellulare.
Ora, cosa è successo esattamente? A parte il fatto che non ho capito cosa sia realmente accaduto e perché non riuscissi a postare quei commenti sul blog di Dinamo (forse il software ha captato qualche parola o abbinamento di parola che mi ha falsamente identificata come spammer, anzi, è la cosa più probabile, da lì la rimozione del mio blog e l’annullamento del mio account google con il quale accedo e mi identifico come Biancaneve), è successo che sono stata praticamente costretta a dare il mio numero di telefono. Costretta nel senso che, sebbene nessuno mi abbia puntato una pistola alla tempia, per rientrare in possesso del mio blog e del mio account e anche per capire il problema tecnico dal quale tutto è scaturito, non ho avuto altra scelta che fornire il mio numero di telefono.
Che significa questo e cosa voglio dire? Premettendo che non sono una complottista perché non c’è nessun complotto e tutto quello che avviene, avviene sotto ai nostri occhi - sebbene la realtà profonda delle cose sia sempre un po’ meno visibile rispetto all’apparenza -  comunque sia per continuare a far parte di Blogger, ad avere il mio giochino del blog, per non perdere i contatti virtuali, gli indirizzi email dei miei amici che ho nella rubrica della mia posta ecc.,  le mie cose scritte, alla fine non ho avuto altra alternativa che dare il mio numero di telefono.
Insomma, io che faccio tanto la furba, la persona accorta, quella che non si lascia infinocchiare dal sistema, che parla di scelte, di libertà, di autonomia intellettuale, alla fine, per restare “dentro” a blogspot ho dovuto acconsentire a fare una cosa che inizialmente non volevo fare.
Certo, un’alternativa in realtà ci sarebbe stata, perché come dice Ken Loach in quel bellissimo film che è “My Name is Joe”, una scelta c’è sempre: avrei quindi potuto decidere di mandare tutto a puttane, fregarmene del blog e di tutto il resto, e lasciar morire tutto così.
Però ora questo blog non ci sarebbe più, voi non stareste qui a leggermi, io non starei qui a scriverei (eh, forse starei a fare qualcosa di più importante ed utile, chissà).
Il succo del discorso è questo: oggi noi tutti siamo costretti a barattare parte della nostra privatezza per avere accesso all’informazione, alla rete. Se vogliamo giocare dobbiamo comprarci la tenuta da giocatore, sennò restiamo sugli spalti a guardare.
Facebook è questo. Un social network, ossia un programma per socializzare, per divertirsi, per giocare (a me non piace per una serie di motivi, se vorrete potrete leggerli nei commenti al relativo post del blog di Dinamo), ma è anche un circolo chiuso per entrare nel quale si deve acconsentire a dare alcuni dati ed a lasciare che tramite controlli incrociati del software vengano resi disponibili molti più dati di quelli che effettivamente ed apparentemente si concedono di propria volontà.
Lo stesso sta avvenendo nel mondo esterno, là fuori. Oggi, se non si possiede una carta di credito, o un bancomat, comunque un conto corrente bancario o postale, si è fuori dal sistema sociale. Senza una carta ed un conto bancario o postale  non si possono prenotare viaggi, non si possono noleggiare automobili, non si possono fare acquisti su internet e tantissime altre cose. Il contante, oltre una certa cifra, non si può usare. Non si può più avere disponibilità dei propri soldi (perché poi i prelievi bancomat giornalieri sono limitati e mensili anche). Ok, io sono una poveraccia, in realtà in banca non c’ho una lira, però se fossi ricca e volessi spendermi un tot soldi al giorno, ma perché dovrei sottostare a delle regole che qualcun altro ha deciso per me? Chi ci guadagna poi, su tutti questi conti correnti che devono essere aperti necessariamente? Le banche. Ovvio. Ogni operazione che faccio è un’operazione su cui le banche guadagnano. E il fatto che ci dicano che tutto torna in nostro vantaggio perché così si può combattere l’evasione fiscale è solo una parte della verità. La maniera migliore, da sempre, per controllare e manipolare la gente è quello di spacciare mezze verità, tenendo nascosto il resto.
Ci hanno circondato di telecamere ovunque e ci hanno detto che è per la nostra sicurezza. Ci hanno messo paura e poi ci hanno fornito l’antidoto. Come scriveva Kafka ne La Talpa, il modo migliore per poter prendere il controllo ed esercitare il potere sulla gente è quello di terrorizzarla (da qui la parola terrorismo).
Allora ci fanno credere che per stare sicuri, per impedire l’evasione fiscale, per non perdere la password è meglio che - per il nostro bene - noi si accetti di fornire i nostri dati, di dare il nostro numero di telefono, di essere costantemente osservati da telecamere, di usare carte di credito e bancomat, di rendere noto a tutti dove siamo, cosa facciamo, quanti amici abbiamo, cosa pensiamo, che gusto di gelato ci piace ecc..
Ok, io (o tu, chiunque altro) potrei scegliere diversamente. Non avere cellulari, non essere controllata e tracciata, non spendere più di un tot al mese o al giorno, non prenotare viaggi su internet (anche se è l’unico modo per risparmiare parecchio), non noleggiare auto, non prenotare alberghi, non connettermi ad internet, non scrivere su blogspot, non scrivere commenti, non socializzare, non passare di fronte alle telecamere, non entrare in luoghi pubblici, detto in altre parole: non partecipare del sistema. Andarmene su un’isoletta deserta (ammesso che ne esistano ancora).
Quello che vorrei dire è che bisogna divenire consapevoli delle proprie azioni.
Sapere che per stare dentro al sistema sociale oggi si deve pagare un prezzo ben preciso. Anche in passato. Vivere ha sempre un prezzo. Ma a noi ci deve interessare il presente e ci deve interessare di capire che tipo di mondo è questo di questo preciso presente.
Il controllo globale di ogni cittadino che partecipa al sistema (fosse anche solo una partecipazione minima come prenotare un volo tramite internet o partecipare al giochino di Facebook) è un dato di fatto.
Anni fa, se ce lo avessero detto, non l’avremmo permesso. O, almeno, ci avremmo pensato su. Avremmo fatto un bilancio dei pro e dei contro, e poi avremmo deciso. E comunque ci saremmo stupiti.
Oggi tutto è avvenuto con il nostro implicito consenso. Ci hanno concesso questa immensa, enorme illusione di libertà intellettuale di poter scrivere la nostra e diffondere i nostri pensieri e le nostre idee in rete, ci hanno dato l’illusione di essere i navigatori del mondo che conquistano il futuro, novelli Colombo, Vespucci e Magellano alla conquista di nuove terre. Ci hanno dato l’illusione di poter dire tutto quello che pensiamo, ma, senza che ce ne accorgessimo, ci hanno anche resi rintracciabili ed identificabili al pari di quegli uccelli migratori che volano via credendo di muoversi in spazi inviolati e liberi, ma sulle cui zampine qualcuno ha applicato quei dispositivi che permettono di seguirne la rotta.
Siamo anche noi dentro ad un documentario?
Siamo ancora in tempo a tirarcene fuori nel caso lo volessimo? O è troppo tardi?
Ci hanno resi dipendenti dalla rete. Io stessa oggi l’ho sperimentato. Sono andata nel panico non appena ho letto “blog rimosso”. Ed è stata una sensazione che non mi è piaciuta affatto. Ci giurerei di aver avvertito in sottofondo il suono di una trappola che si chiudeva su di me.

23 commenti:

Dinamo Seligneri ha detto...

Biancaneve, ho sbloccato il tuo commento, da me. Ti consiglio però di fare così: se puoi "rimpaginare" i vari pezzi in un unico commento, cioè fare un collage dei tuoi commenti così pubblichiamo quello "sano" e tolgo gli altri così si capisce meglio.

Intanto leggo il tuo post.
ciao

Rita ha detto...

Ciao Dinamo,
ti ho appena risposto sul tuo blog. Ma hai idea del perché i miei commenti fossero visualizzati come spam?
Spero non ti dispiaccia se ti ho linkato nel post, ma ho preso spunto dal problema tecnico che si è manifestato oggi per fare comunque delle considerazioni più ampie e così ho voluto includere anche i commenti a proposito di FB che ho lasciato sul tuo blog.
Inoltre, hai idea del perché nonostante abbia 31 lettori fissi, riesca a visualizzarne solo 30?

Dinamo Seligneri ha detto...

Biancaneve, nessun problema, figurati.

Non so perché dei commenti vadano in spam, il criterio deve essere alquanto cretino se sul mio blog è successo anche ad altri utenti, una volta addirittura anche a me... In spam dovrebbero andare commenti che non risultano superare la prova del codice "d'ammissione".
Una volta, per dirne una, un commento spam passò tranquillamente come commento normale...

Vabbè, a me blogger dà tanti problemi coll'avatar che appare e scompare, come ti dissi... però non voglio parlare male dell'affittacamere blogger, alla fine ci ospita, manco gli diamo l'affitto, il minimo che può pretendere è di registrarci, e con questo entro nel merito del tuo post.
A me Biancaneve spaventa tutto ciò che è liberticida e soprattutto quello che parte per aiutare il diritto e la legge e finisce per metterci la catena alle caviglie. Ma credo che internet e fake-book siano il meno per ora dei problemi, da quel punto di vista. Vedremo in seguito. Certo cercheranno di limitare la nostra autonomia, ed il governo Berlusconi ha provato a mettere più volte i lacci anche alla rete... la domanda che pongo però,( da visitatore e commentatore abituale di tanti siti letterari e politici maggiori) è Siamo sicuri che questi signori abbiano bisogno della Libertà? siamo sicuri che effettivamente vogliano che i visitatori dei loro contenuti lascino la propria opinione sotto i loro articoli?
Io ne ho viste di tutti i colori dentro questi siti, censure assurde, dileggi denigratori, esplusioni senza motivazioni (risulto bannato a vita dal modestissimo blog di Loredana Lipperini: dove, mi scrive la libertaria signora "la sua presenza non è gradita, lo accetti")ecc.

Internet abbatte molte barriere che ci sono nel mondo reale, ma rende tirannico e incontestabile il padrone di casa che solo per il fatto di scrivere un post pretende di non essere criticabile (argomentando educatamente).- non mi riferisco a te, Biancaneve.

Buona serata,
ciao


Ps: per quanto riguarda i lettori fissi vedi se il tuo nuovo lettore non ha un'immagine avatar, in quel caso blogger lo rincolonna con quelli della sua "specie" :-))) cioè i senza-avatar.
ciao

Dinamo Seligneri ha detto...

BIANCANEVE mi sa che un mio commento è andato in spam ahahahahahahahahahhahahahaah

Masque ha detto...

La cosa migliore, sarebbe non delegare ad altri. Quindi utilizzare una piattaforma di blogging libera (wordpress è con licenza GPL, ad esempio... un software non libero, non darebbe alcuna garanzia sul suo funzionamento e che faccia davvero quello che dice di fare e non di meno e non "di troppo" a tua insaputa), ed installarla possibilmente su un server di cui si ha il completo controllo.

È più complicato, ma almeno non si dipende da nessun altro.

Hai presenti il do it yourself, l'autoproduzione? Stessi motivi, ma riportati in ambito informatico ;)

Rita ha detto...

@ dinamo

Ho "liberato" il tuo commento ;-) Lo trovi sopra. E' assurdo però quello che sta succedendo, una situazione paradossale :-D

Per quanto riguarda il mio 31esimo lettore fisso, non è che non compare l'avatar, non è proprio visualizzato nemmeno come casellina vuota. Se vai a contarli, vedrai che ne risultano solo trenta.
Chi sarà il 31esimo lettore misterioso? ;-)

D'accordo con te quando dici che spesso sono gli utenti stessi a censurare chi non è gradito. Su FB accade spesso. Una volta, sempre il mio compagno, discutendo con una tipa a proposito della scelta vegetariana, in maniera molto pacata e gentile, fu bannato dalla tizia perché, a dire di quest'ultima, lei era per la democrazia a tavola. Bel paradosso, no? Parlare di democrazia e poi bannare chi esprime una visione alternativa del mondo.
E succede anche sui blog, come testimoni tu stesso e come io stessa ho avuto modo di vedere. Io, quando ho aperto il mio, mi sono ripromessa di non censurare nessun commento. A me il confronto e il dissenso piacciono, mi piacciono le discussioni costruttive, purché non si passi alla violenza verbale e alle offese, ma in quel senso lascerei semplicemente perdere perché significherebbe che lo scambio è fallito.
FB mi sembra che, in questo senso, sia solo invece un palcoscenico per parlarsi addosso, autoreferenziale al massimo, dove lo scambio è ridotto al minimo.
Poi, sul suo uso, quando dico che dietro la maschera del social network si nasconde la volontà di "controllare" gli utenti, non parlo a sproposito, né sto esagerando. Chiunque si occupi un minimo, per lavoro, di sicurezza in internet sa quanto sia vero. Sempre il fatidico mio compagno (prima o poi si arrabbierà che lo tiro sempre in ballo) di recente è stato ad una conferenza sulla sicurezza digitale e credimi che ne ha sentite delle belle.
Certo, apparentemente abbiamo un enorme strumento, internet è una risorsa immensa di informazione, di conoscenza e un'opportunità per diffondere idee, pensieri, per comunicare, per esprimere la propria istanza di libertà, ma ha un prezzo, che è quello appunto della consegna di tutti i nostri dati, che poi vengono rivenduti a società che si occupano di pubblicità, di marketing ecc.; inoltre viene creato un profilo con tutti i nostri gusti, preferenze. Ok, non ci sarà nulla di male, ma come al solito è la trasparenza che manca. Nessuno viene avvertito di questo.

Speriamo che Blogger sistemi questo problema dei messaggi che finiscono in spam.
Certo, capisco che è gratuito, ma credi che non abbiano il loro bel ritorno economico? Io ho la posta su gmail e mi arriva tanta tanta pubblicità di prodotti che risalgono alle parole che scrivo nelle email (se scrivo di libri, mi arrivano pubblicità di libri), in qualche modo le aziende pagano per avere spazi pubblicitari e pagano google per avere i nostri dati cui indirizzare offerte e promozioni aderenti al nostro profilo.
Un saluto :-)

Rita ha detto...

@ masque

Lo so. Però servono competenze informatiche che non tutti possiedono, più tempo a disposizione ecc..
E la maggioranza degli utenti (me compresa) per facilità si affida a piattaforme già confezionate e facili da usare.
Lo so, non dovrei lamentarmi. Come ho scritto nel post è stata una mia scelta alla fine.
Comunque, internet a parte, sono tante le forme di controllo messe in atto nella nostra società e per evitarle bisognerebbe adottare una filosofia di vita del tutto estranea al sistema. Temo che però le restrizioni saranno sempre maggiori. Arriverà il giorno in cui anche per passeggiare dovremo lasciare qualche dato, oppure ci faranno indossare un braccialetto segnalatore ;-)
Insomma, io trovo allarmante che per fare qualsiasi cosa si debba essere inseriti in una banca dati.
Un saluto :-)

Martigot ha detto...

Ciao Biancaneve,
guarda anch'io riscontro sempre qualche piccolo problema su blogspot, tipo che quando entro nella mia bacheca a volte mi dice che non sto seguendo nessun blog, oppure una volta vedo nella sezione "ancora da leggere" dei nuovi post, ma ritornandoci la volta successiva non ci sono più, e poi ricompaiono successivamente. O anche i lettori fissi, capita che visualizzi il loro numero effettivo nella bacheca ma sul blog me ne compaiono 2... bho, io la prendo un po' così.
E' vero quello che dici sul mondo virtuale, anch'io sono molto scettica sui social network (poi immagino dipende sempre dall'uso che uno ne fa, ma io personalmente sono solo su deviantart dove pubblico le foto che faccio, che trovo una community carina basata sull'arte) e su diversi aspetti di questa realtà parallela che è la rete, ma più o meno ci siamo dentro tutti. Ha semplificato molte cose, da un lato. Io cerco di usufruirne in modo contenuto, di certo non sono una ossessionata dall'essere online ad ogni costo... Un salutone :)

Rita ha detto...

Ciao Martigot :-)

Io vado a periodi, ci sono stati anni in cui mi connettevo ad internet giusto una volta a settimana, altri, come in questo, in cui ci passo diverse ore al giorno differenziando le attività (lettura e scrittura sui vari blog, compreso il mio ovviamente, lettura quotidiani, ricerchine varie ecc.).
Cerco di farne un uso costruttivo.

Attenzione però a non cadere nell'illusione della neutralità del mezzo. Il mezzo influenza e determina sempre la codificazione e decodificazione del messaggio. Per dirla con McLuhan, il mezzo è il messaggio e internet non fa eccezione. Anzi, coinvolgendo direttamente quasi tutti i nostri sensi (vista, tatto, udito) e richiedendo una partecipazione attiva (bisogna mettersi seduti a scrivere) influenza in particolar modo il soggetto che ne fa uso.
Ci ho scritto qualcosa qui, non su internet nello specifico, ma sul mezzo e il messaggio:

http://ildolcedomani.blogspot.com/2011/03/televasione.html

Certo, internet ha semplificato moltissimo la vita, ma forse, ci ha anche fatto perdere qualcosa: c'è meno vita reale e più vita passata dietro uno schermo, dentro casa o ufficio; ci stiamo smaterializzando un pochino ;-)
E mi preoccupa tutta la questione del controllo dei nostri dati.
Cioè, mi preoccupa, intendiamoci, non è che non ci dormo la notte, però ci rifletto. ;-)
Ma del resto tutto cambia e a volte possiamo solo restare ad osservare, prenderne atto. L'importante è esserne consapevoli.

pixel ha detto...

perchè ti "preoccupi" tanto di FB? non è stato certo il primo social network, ci sono sempre stati chat e forum dove incontrarsi per parlare, e non vedo differenza tra discutere in un blog o in una pagina facebook, le stesse cose che fai nel blog le puoi tranquillamente fare in FB, percui non capisco quello che sembra un accanimento...non pensi che tra centinaia di milioni di utenti ci sia chi discute seriamente, chi posti cose interessanti e non voglia solo apparire ecc. ecc. ecc.? i social network sono fatti da persone e le persone stupide sono ovunque, no? ovvio, le puoi trovare in casa sotto casa al bar al lavoro, dunque...e poi sempre questa distinzione tra vita reale e virtuale, la vita "vera" e quella in internet, le amicizie in rete e quelle no...che significa? tutto fa parte della nostra vita, che bisogno c'è dei distinguo...
per quanto riguarda la privacy, mi sembri un pochetto ingenua, Biancaneve, credo che siamo già tutti belli schedati da un bel po', non c'era bisogno del tuo telefono su Blogger...

saluti

Zac ha detto...

c'ho capito quasi nulla.

Pero' a me il numero di cellulare non l'hanno mai chiesto, e se ci provano mi devono prima far vedere che perizoma usano.....

Ciao
Zac

Rita ha detto...

@ pixel
Se non fossi ingenua non mi chiamerei Biancaneve ;-)

Scherzi a parte, lo so che siamo tutti schedati da un bel pezzo, però non mi andava nello specifico, in particolare, di dare il mio numero di tel a Blogger.

FB lo trovo peggiore rispetto ad altri social network; così come ho sempre trovato peggiori le chat rispetto ai forum.
Poi certo, lo so che siamo tutti persone e che si può trovare la persona interessante tanto in chat, quanto su FB e viceversa trovare dei blog che non valgono nulla o forum scadenti, però in generale preferisco i posti virtuali in cui è possibile spendere qualche parola in più, approfondire gli argomenti e su FB ho visto che accade tutto molto in fretta, che si scrivono commenti smozzicati, spesso scritti in un italiano approssimativo (e non è per fare la purista, ma solo perché mi piace seguire un discorso ben impostato).
La differenza tra reale e virtuale la faccio e non la faccio. Non la faccio per quanto riguarda le persone, nel senso che siamo tutte persone, appunto, pure se l'anonimato del web permette comunque spesso una violenza verbale ed un'esasperazione di certi comportamenti che invece nel reale sarebbero controllati e gestisti diversamente e poi anche perché manca l'espressività del volto, la gestualità, è facile fraintendersi, supporre, attribuire intenzioni ad un pensiero e distorcere frasi e parole, strumentalizzarle ecc.;
la faccio invece nel senso di "vissuto esperienziale". Provo a spiegarmi meglio: un conto è starsene seduti in casa e trascorrere un'intera serata su internet; un altro è prendere la macchina, uscire, incontrare gente, andare incontro ad imprevisti, sentire il freddo o il caldo, prendere la pioggia o correre ecc.ecc..
Mi riferisco alla diversa percezione del reale derivata da un diverso uso dei nostri sensi.
Tutto fa parte della nostra vita, sì, ma i distinguo ci sono tra reale e virtuale. Un conto è visitare Londra su google maps e vedere le strade su google streets (cosa che faccio spesso, e che mi diverte moltissimo), un altro è prendere un aereo, volare, atterrare, sentire l'odore di Londra, entrare in un pub e farsi una birra ;-)

Noi esperiamo la realtà attraverso i nostri sensi e guardare le cose attraverso uno schermo è diverso dal guardarle direttamente.

Comunque, come scrivevo sopra a Martigot, non è che mi preoccupo di FB dal non dormirci la notte, eh ;-) Purtroppo sono altre le preoccupazioni che mi tengono sveglia, talvolta, la notte. Solo che mi piace riflettere, divenire consapevole. Non prendo le cose alla leggera insomma. Tutto qui.

Grazie del commento e un saluto ;-)

Rita ha detto...

@ Zac

In pratica, a causa di un problema tecnico ieri ho perso account e blog. Digitando ildolcedomani.blogspot.com appariva: questo blog è stato rimosso.
Per poter risolvere tutto ho dovuto dare il mio numero di telefono, altrimenti Blogger non avrebbe potuto inviarmi un codice di verifica con cui validificare account e blog. Risultavo come spammer.
Era già da un po' che il sistema lo chiedeva (diceva per motivi di sicurezza), ma io ignoravo e passavo oltre. Poi ieri sono stata costretta a darlo, altrimenti, senza quel codice di verifica che mi hanno inviato sul cellulare non sarebbe stato validificato il mio account.
Vabbè, come dice Pixel, tanto siamo comunque già schedati e controllati, basta possedere un cellulare e non serve dare il numero, però era una questione di principio.

Un saluto (e non dare il tuo telefono agli sconosciuti, che poi ti inviano sms sconci) :-D

Volpina ha detto...

DAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!! Se il tuo blog fosse scomparso sarei impazzita!!!! Meno male...

anche io non do mai il n. di telefono... quando mi succederà come a te comprerò una sim e la butterò via subito dopo XD

Rita ha detto...

Volpina, grazie. Sei la mia lettrice più devota e appassionata. :-)

Hai ragione, bisognerebbe utilizzare una sim apposita per simili inconvenienti, ma era domenica ed ero andata totalmente nel panico.

Sascha ha detto...

Ciao! Volevo dire grazie per il tuo commento su BeyondSkin sul mio blog! Immagino che tante delle mie lettrici non lo conoscono, quindi é utile conoscere le opinioni di chi ha provato i prodotti!

Anonimo ha detto...

Non ho mai dato nessun numero di telefono ma la richiesta è sempre più pressante e continua. L'anno scorso il blog mi è stato cancellato dall'oggi al domani con la scusa che era "stato rilevato un flusso di contatti eccessivo" ( ?!).
Da allora ho preso l'abitudine di fare un backup di tutti i miei testi e dei contatti. Poi mi sono trasferito su WORDpress che mi sembra più serio.
La scelta per me è quella di non arrendersi e cercare nel caso delle alternative, tanto anche così siamo tutti schedati.
Conserva quello che scrivi su un foglio di word dunque perchè non si sa mai. Io sono LUNARIU. Ciao

Volpina ha detto...

Eh, quella della sim è la soluzione migliore. Io a volte lo facevo. Quando dovevo fare cose per cui NON volevo lasciare il numero (tanto non sarebbe servito) mi prendevo una sim del cavolo e gli davo il numero. Poi chiamavo mia sorella e finivo tutto il credito hahahahah

Rita ha detto...

@ sascha
grazie a te. Il tuo blog è la dimostrazione che si può vestire con gusto e stile anche senza causare sofferenza agli animali.
E' opinione diffusa che gli animalisti si vestano male, che siano trasandati, che debbano rinunciare ad accessori carini, a trucchi e cosmetici efficaci, a prendersi cura di sè, ad assecondare quel pizzico di vanità che quasi tutti abbiamo, e questo è assolutamente un mito da sfatare. :-)

Rita ha detto...

@ artiglio
E quindi l'anno scorso hai perso tutti i tuoi scritti? Immagino che ti sia dispiaciuto. Uno ci spende tempo e fatica e poi... .
Sì, in realtà io già adesso provvedo a salvare i miei post su word, quasi tutti almeno, però certo mi dispiacerebbe perdere il blog anche per i commenti. Spesso sono più interessanti i commenti che il post stesso. Ma mica posso salvare tutto.

Vuoi sapere una cosa? Quando ho effettuato il login, poco fa, google mi ha di nuovo chiesto il numero di telefono, nonostante lo abbia già fornito, come ho raccontato, domenica scorsa.
Mi sa che prima o poi mi sposterò anche io su wordpress.
Ti ringrazio per i consigli.

Anonimo ha detto...

E' vero sai, spesso certi commenti sono migliori del post e, a dire il vero, da un po' di tempo salva anche quelli quando meritano. Ciao.

eustaki ha detto...

tutte le volte che blogger chiede il mio numero io non glielo do.

ogni tanto blogger sbarella, non prende i commenti, li cancella, non riconosce user e password. sul momento m'incazzo, chiudo e riprendo poi. per esempio, prima di inviare questo commento lo copio, se lo cancella riprovo con incolla.

facebook lo odio. i motivi sono molti, sarebbe lungo parlarne

per quanto riguarda il sistema io, entro certi limiti, mi sento fuori anche se sono dentro blogger (non ho il cellulare!). ma forse farei meglio a dire che non mi sento ne' fuori ne' dentro ma oltre..

ti saluto

Rita ha detto...

@ eustaki

Io alla fine ho dovuto cedere perché mi appariva il messaggio che era stato proprio cancellato il blog. Mi dispiaceva perdere tutto così, a questo blog ho dedicato tempo ed energie, lo considero una mia piccola creatura. E quindi per ripristinare tutto e rimediare all'errore tecnico ho dovuto acconsentire a dare il numero.

Guarda, su FB, se hai tempo, vatti a leggere questa discussione cui ho partecipato qualche giorno fa, una discussione davvero pesante perché il troll di turno (rivelatosi poi tale)- un commentatore anonimo - si era indispettito per il fatto che io avessi espresso giudizi negativi su FB.
La discussione su FB inizia ad un certo punto dei commenti. Fatti due risate, ma ti consiglio di non intervenire perché con il proprietario del blog abbiamo capito e deciso che è meglio non dare ulteriore corda al tipo insistente.

http://ilpontelunare.blogspot.com/2011/12/quanti-romanzi-si-devono-scrivere-per.html

Bella la tua espressione: "non mi sento né fuori, né dentro, ma oltre".
Già, in un certo senso a livello di impressioni, di percezioni, anche io mi sento così. Mi definisco una persona che davvero vive al di fuori della temperie della realtà presente.

Fai bene a non avere il cellulare.
Io sono una che ha resistito tanto tempo senza, ma poi i miei genitori - quando vivevo ancora con loro - mi "costrinsero" a prenderne uno perché così si sentivano più tranquilli quando uscivo la sera. Lo uso infatti come apparecchietto per le emergenze e per sentire i miei genitori la sera, ora che viviamo in città diverse, raramente per chiacchierare con amici, non sono una che ama conversare al telefono.
Tendo a farne un uso molto moderato insomma. Solo per le necessità.
Un saluto :-)