martedì 19 giugno 2012

Maialini


(tratto dal sito La Vera Bestia).

Una volta, a tavola, durante una delle solite discussioni, un amico, intento a difendere le sue ragioni nel mangiare carne, ha detto: "ma tanto i maiali non soffrono, non si rendono conto di quello che gli sta accadendo, un attimo e via, sono morti". 
In realtà i maiali, così come tutti gli altri animali destinati al macello, sono esseri senzienti, pienamente consapevoli della realtà che li circonda e perfettamente in grado di rendersi conto cosa sta accadendo ai loro compagni che sono stati portati via prima di loro e quale la sorte che attende loro stessi; hanno il senso dell'olfatto molto sviluppato, sentono l'odore del sangue, della paura, della morte; avvertono l'angoscia. Ovviamente a tutto ciò si aggiunge la sofferenza fisica della loro prigionia, cui spesso si uniscono gesti di vero e proprio maltrattamento e di sevizie (tanto sono solo animali destinati ad essere trasformati in salsicce...). 
Il video sopra mostra benissimo l'angoscia ed il terrore nei loro sguardi, nella piena consapevolezza di ciò che li attende e che gli accadrà: essi non possono comprendere il perché di tanta cattiveria e crudeltà, capiscono solo che qualcosa di terrificante sta per accadere loro e, impossibilitati come sono a fuggire o a difendersi, incapaci persino di emettere il più flebile grugnito, affidano al loro sguardo tutta l'infinita disperazione e l'immane terrore che stanno provando, chissà, forse nell'illusione che qualcuno sappia, di rimando, restituirgli un barlume di compassione. E invece no, si procede nell'indifferenza più assoluta.
I loro occhi ci dicono tutto. 
Sulla fine del video poi, nel momento in cui evidentemente il loro aguzzino-macellaio entra nella stanza, fuggono spaventati e si rifugiano tutti insieme in un angolo, cercando di frapporre la massima distanza possibile tra lui e loro. Tra la morte e la vita. Tra l'indifferenza e la compassione.
Guardando questo video una sola domanda mi viene in mente: com'è possibile che dei miei simili facciano questo ad altri miei simili? 
Com'è possibile che un mio simile non riesca a scorgere - così evidente com'è - tutto il terrore e la disperazione che sono in quegli occhietti e non sappia muoversi a compassione? 
La prossima volta, prima di mettervi in bocca una salsiccia (o qualsiasi altra parte di qualsiasi altro animale), ricordatevi di questo sguardo, dello sguardo colmo di terrore di tutti gli animali indifesi che stanno per essere uccisi.
Il loro sguardo è lo stesso di come sarebbe il vostro in quel medesimo istante, in quelle medesime circostanze. Non è difficile da capire: basta solo sapercisi specchiare.

15 commenti:

Massimo ha detto...

La vita è atroce.

Rita ha detto...

Già.
Ma noi ci mettiamo del nostro per renderla peggiore.
Eliminare il dolore, la sofferenza, la morte, di certo non si può, ma che almeno non li si dispensi gratuitamente.
Credo che i due estremi del bene e del male siano rappresentati rispettivamente dalla compassione e dall'indifferenza.
Grazie per essere passato.

Massimo ha detto...

E pensare che il 99% di quelli che mangiano carne non avrebbero mai il coraggio di uccidere un animale.
Preferiscono che lo faccia qualcun altro. Così il pezzo di carne è solo una roba come un'altra, come una pera, o un fagiolo, un sapore in più.
Siamo una specie orrenda. Vorrei essere più ottimista ma nun gliela fo.

Rita ha detto...

Infatti, non avrebbero mai il coraggio di ucciderlo e farlo a pezzi con le proprie mani, questa è la cosa che fa più rabbia. Vigliaccheria ed ipocrisia.
Tanta gente si rifiuta persino di guardare video come quello sopra proprio perché non vuole sapere, non vuole prendere consapevolezza di cosa significhi e comporti realmente mangiare carne.
Io alterno momenti di ottimismo ad altri di pessimismo fortissimo.
Come specie siamo la peggiore, non c'è dubbio. Poi le persone, prese singolarmente, possono anche piacermi, dipende.
La cosa che più mi lascia sconcertata è vedere come tante persone anche altruiste, capaci di prodigarsi per il prossimo, oneste, buone d'animo insomma - o che comunque si sforzano di esser tali - rimangono però completamente indifferenti di fronte alla morte e alla sofferenza degli animali. Non riesco a capire come l'empatia possa essere così arginata solo entro la sfera della propria specie; o meglio, posso capirlo sì, ma lo trovo assurdo.
Gente che si dà da fare per una società migliore, gente impegnata a destra e a manca che poi se magna la salsiccia. Boh.

Maura ha detto...

Hai proprio ragione, certi esseri sanno essere incoerenti all'ennesima potenza.
"Il loro sguardo è lo stesso di come sarebbe il vostro in quel medesimo istante, in quelle medesime circostanze" e con questo hai detto tutto!
La persona veramente intelligente è quella che sa comprendere ciò che prova un altro essere vivente senza passare obbligatoriamente nella sua sofferenza!
Il termine "bisogna provare per credere" è stato coniato per tutti gli altri, e sono i più...

Durante il periodo della scuola elementare mi trovavo a percorrere una strada che fiancheggiava un allevamento di questi intelligentissimi animali; sapessi quante volte potevo udire le loro urla strazianti...
Ma ora mi chiedo: perchè se fin da piccola ho avuto la consapevolezza di amare gli animali non mi sono rifiutata da subito di cibarmene?
Perchè quando mamma mi metteva davanti il piatto con il pollo io lo mangiavo solo dopo che lei mi aveva rassicurato che non era quello che stavamo allevando in cortile?
Vedi che in qualche modo non sono stata tanto diversa da quel 99% di quelli che si cibano di carne ma non avrebbero mai il coraggio di uccidere l'essere senziente al quale viene strappata!
Che schifo mi faccio se penso a quegli anni...gli anni della NON consapevolezza, del dare tutto per scontato, normale, ovvio...

Rita ha detto...

Cara Maura,
anche io mi pongo la stessa domanda riguardo la me stessa di alcuni fa, già cosciente della sofferenza degli animali eppure prigioniera di quella "rassicurante normalità" che ci fa continuare ad illudere che se una cosa la fanno tutti, allora è "normale" che debba essere così e quindi non pienamente consapevole di una scelta diversa che si poteva fare.
I bambini poi trovano sicurezza nel mondo degli adulti e se un adulto dice loro che va bene così, lo accettano. I bambini si accontentano di risposte molto semplici. Se un genitore dice loro che la carne fa bene, che bisogna mangiarla, che le cose funzionano così, allora si tranquillizzano.
Non possiamo tornare indietro e riparare al male fatto inconsapevolmente, però possiamo cercare di aprire gli occhi di chi ancora è cieco di fronte a quello sguardo straziante che abbiamo appena visto nel video.
Un abbraccio e grazie per il tuo bel commento. :-)

Volpina ha detto...

Non guardo il video perchè so già che piangerò tantissimo...
Però è vero, anche io rimango angustiata dal fatto che gli altri miei simili dovrebbero capire al volo quanto sia sbagliato mangiare carne... ma perchè nono lo fanno? Penso che l'empatia sia stata mal distribuita nelle anime degli uomini.

Rita ha detto...

Volpina cara, ma tu non hai bisogno di guardare il video, tu già lo sai che tutti gli animali sono esseri senzienti in grado appunto di sentire, soffrire, donare affetto.

Per quel che so l'empatia non è una qualità necessariamente acquisita alla nascita, ma si forma pian piano, con l'educazione, l'esperienza, il vissuto personale.

Ovvio che in una famiglia in cui non vige il rispetto per gli animali sarà più difficile che la sensibilità di un bambino venga sollecitata a manifestarsi. I bambini apprendono molto per imitazione, se vedono che una madre, per fare un esempio, schiaccia le zanzare, allora penseranno che è così che si deve fare e pian piano soffocheranno quell'istinto che gli dice che è una cosa riprovevole. Ma non è detto. Quello che voglio dire è che il formarsi dell'empatia dipende da tanti fattori psico-socio-culturali. Dall'ambiente in cui si cresce e si apprende.

Sono sicura che tante persone semplicemente non hanno mai avuto occasione di soffermarsi ad osservare gli occhi di un maiale o di un vitello e che se lo facessero sentirebbero qualcosa smuoversi nella loro anima. Per questo ho voluto mettere il video. A volte basta poco per fare la differenza.
Se i macelli fossero all'aperto molta meno gente mangerebbe carne. Risiamo lì, serve informazione.
Perché non mangiamo i cani e nemmeno il più fervente carnivoro lo farebbe? Perché nella nostra cultura ormai il cane è considerato animale d'affezione. Lo è diventato culturalmente e non perché in grado di suscitare più commozione rispetto ad un maiale. Sin da bambini ci circondano di immagini di teneri cagnolini, pelouche ecc., mentre ci abituano a vedere il maiale che ride sulla confezione di salsicce. E ci abituiamo a fare delle differenze. Un video come quello sopra invece fa vedere la realtà, ossia che un maialino è come un cucciolo di cane o di bambino. Trema, ha paura.

Un abbraccio e grazie per essere passata. :-)

Volpina ha detto...

Amaramente invece ti dico che spesso e volentieri ho visto gente soffermarsi a osservare, e con osservare intendo solo meramente guardare con gli occh, video di laverabestia e similari, che alla fine del video non provava nulla e non cambiava di una virgola la propria opinione, che si giustificava e continuava come se nulla fosse, mentre io mi asciugavo le lacrime... Quindi forse è vero che alcuni sono più portati per l'empatia di altri... non è detto però che non ce ne sia per tutti.
Gli animali sono tutti dei bambini... :( Degli innocenti bambini...

Zio Scriba ha detto...

A volte viene da pensare che questo pianeta abbia un solo modo di vedere un po' di pace, felicità e intelligenza: la nostra estinzione...

Rita ha detto...

Eh, chissà, tante specie si sono estinte, magari anche la nostra prima o poi. Sempre che non distruggiamo il pianeta prima, cosa molto probabile se andiamo avanti di questo passo.
Mi domando cosa farebbe l'uomo se invece restasse solo, trionfante nel dominio più assoluto, ma senza più animali, senza più vegetazione rigogliosa, solo lui e le sue astruse invenzioni per sentirsi sempre più vicino a un Dio che lui stesso ha creato.
Ciao Zio Scriba, grazie per essere passato. :-)

de spin ha detto...

Com'è possibile? E' una domanda che angoscia anche me, profondamente.
Non riesco a dare una risposta e non ci riuscirò mai.
Immagino il pianeta senza la presenza del genere umano, e vedo il paradiso.

Martigot ha detto...

Come si possa fare per lavoro chi uccide sistematicamente degli esseri viventi, nello specifico i maialini del tuo post, per me resta incomprensibile.
Ai miei occhi questo non è un lavoro come un altro, e non so come possa essere considerato tale. Dovremmo inoltre interrogarci sull'atrocità dell'esistenza di questa attività...
Non ho guardato il video perché so che mi angoscerei per un sacco di tempo, ma immagino purtroppo quelle immagini.
Se i lavoratori di questi orribili luoghi conoscessero la compassione, tutta la tremenda industria della carne comincerebbe a vacillare.

un caro saluto (anche dal piccolo ciccioso Clint)

Rita ha detto...

Ciao De Spin,
non lo capisco nemmeno io come possa essere possibile che persone anche indubbiamente dotate di una certa sensibilità non sappiano provare compassione, amore o almeno avere rispetto verso gli animali. Possibile che l'abitudine sia una gabbia mentale così potente?
Oggi ho scoperto che a Roma c'è un ristorante di pesce frequentato da vip, politici ecc. (l'ho scoperto proprio perché c'era un articolo su La Russa che è stato fotografato mentre mangiava un'aragosta). Nel menù di questo ristorante c'è scritto: "astici vivi al vapore", "aragoste vive al vapore", "scampi vivi al vapore".
Come accidenti si fa a prendere degli animali vivi e cuocerli al vapore? Come fa la gente ad andare lì ed ordinare un'aragosta viva sapendo che verrà cucinata viva apposta per loro?
Io non ce la faccio più ad avere rispetto delle persone che mangiano gli animali. Non ce la faccio più.

Rita ha detto...

Ciao Martigot, innanzitutto ricambio il saluto del piccolo ciccioso Clint, anzi, quando puoi perché non metti qualche altra sua foto? Sono curiosa di vedere come sta crescendo. :-)
So, almeno da quello che ho letto ed ascoltato in qualche intervista, che chi lavora nei mattatoi ha delle mansioni ben precise e definite e che tutto avviene in maniera talmente automizzata da non dare la chiara percezione di cosa si sta realmente facendo. In genere chi uccide l'animale è sempre uno solo, un addetto specifico che quasi mai intrattiene rapporti con altri suoi colleghi, svolge il suo "compito" in maniera separata. Tutti gli altri svolgono determinati passaggi ma evidentemente nella loro mente avviene qualcosa di simile alla rimozione o interviene qualche altro strategemma emotivo da permettergli di continuare nel loro lavoro. Ho letto anche però che gli operai durano pochissimo, molti si ammalano di stress, hanno incubi di notte, sognano il sangue, evidentemente pure se di giorno riescono ad autoingannarsi di svolgere semplicemente un lavoro, poi di notte il rimosso ritorno e la verità dolorosa emerge.
Non so come facciano. Io preferirei morire di fame, finire sotto i ponti piuttosto che fare un lavoro simile.
Magari questa è gente che a casa avrà pure un cane, un gatto, dei bambini piccoli.